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Autore: Spensieratezza    01/10/2020    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sam non avesse mai perso l'anima?
Dean e Sam insieme ai loro amici, non faranno altro che attraversare salti quantici per tutta la storia e impareranno un sacco di cose su loro stessi e gli altri.
Scusate, nell'ultimo capitolo ho confuso i nomi, come al solito. Castiel non ha cambiato partner ovviamente. Sta sempre con la stessa persona, ho solo sbagliato a scrivere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lisa Breaden, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il salto quantico'
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Sam si trovava nella nebbia. In essa camminava, un principio di pensiero gli sovvenne nella mente.

All’inizio…non c’era NULLA.
La nebbia era principio di nulla. Cosa c’era dopo la nebbia?
Sam camminò e camminò, pensando che nella vita una macchina si ferma sempre quando c’è la nebbia, per timore di fare incidenti che spesso accadono.

Ma stavolta lui doveva camminare. Non c’era pericolo nella nebbia, il pericolo vero era la paura che impediva di avanzare.
 
Camminò e camminò, chiedendosi continuamente cosa ci sarebbe stato dopo la nebbia.
Forse si trattava di un’anima che si era persa in qualche modo ed era morta in un bosco o una landa desolata?

Alla fine la nebbia scomparve e si accorse di trovarsi nel BUIO.
“Perfetto!! Dopo la nebbia, c’è il BUIO. Come ho fatto a non pensarci prima? E se avanzo ancora, troverò finalmente la LUCE??” gridò al nulla.
Inaspettatamente, arrivarono delle piccole luci.
“Oh, diavolo. Funziona. Ehm..proviamo ancora. Fatti vedere, anima!! Mostra chi sei!
“Magari lo sapessi!!” rispose una voce.
“Porca put…”

Le piccole lanterne, illuminavano la sagoma. Si trovava in una galleria. Una maledetta galleria.
“Fatti vedere.” Disse Sam.
La sagoma sbuffò.
“Credi di potermi vedere? Ci riesci? Finora non ci sono riuscito nemmeno io.”
La sagoma avanzò, Sam strabuzzò gli occhi.
“Usciamo dalla galleria. Vieni.”
“È inutile.”

“Lo vedremo!!”
Sam pregò che davvero riuscissero ad uscire dalla maledetta galleria, fortunatamente fu semplice, poi Sam si ricordò che dopo c’era la nebbia, non ebbe il tempo di maledirsi per la scelta, che si ritrovarono su una strada.
“Ma cos..”
“Ehi, tu, mi vedi?”

Sam si voltò subito verso di lui e notò con una punta di rammarico che ora la sagoma era ancora più inquietante. Si notava perfettamente che si trattava di un corpo solido, un ragazzo all’apparenza giovane, di una trentina d’anni, moro, magro, ma i suoi contorni come il viso, erano avvolti da un alone di luce opaco che gli rendeva impossibile distinguere sia il viso, che i lineamenti.
“Sembra come se il sole ti accecasse.”

“Perlomeno grazie a te, sono riuscito ad uscire da quella galleria. Finora tutti i miei tentativi sono risultati vani.”
Oh, perfetto, qui ci troviamo di fronte a un mistero dei nostri.
“Io mi chiamo Sam, tu ricordi almeno il tuo nome?”
“Come? Ma allora non mi senti, oltre a non vedermi! Ti ho detto che non so dirti chi sono! È stata la prima cosa che ti ho detto.”
Sam si prese la testa tra le mani.

“Speravo di essermelo inventato. Ascolta, hai un maledetto alone luminescente sul viso e sul corpo, come se un proiettore da 1000 watt ti si fosse sparato in faccia, ci sarà pure un motivo. Qual è l’ultima cosa che ricordi?”
L’omino ci pensò su un momento.
“La strada. La nebbia. Il buio. La galleria le luci.”
“E prima?”
L’omino lo guardò perplesso.

“Lo stesso.”
“E prima ancora?” chiese Sam spazientito.
LO STESSO!”
“Ci sarà pure qualcosa che è venuto prima di questo!”
“Che ne so! La mia testa è piena di queste immagini! Non ricordo cosa c’è prima!”

Sam si sedette sulla strada, che così piena di oscurità e deserta, lo inquietava.
“Ok, calmiamoci, vediamo di non perdere la testa..”
“Io non lo farei se fossi in te, non sai se questa specie di strada potrebbe ingoiarti o no.”
Sam lo guardò con un sorriso tenero.
“Non preoccuparti per me, non può accadermi niente di simile, Ho questo anello.”
“Ohhh..mi faresti vedere?”
“Scusa, ma…no! Non lo permetto a nessuno.”

L’omino si strinse le spalle.
“Scusa, non volevo essere scortese..”
“Non fa niente.”
“Senti, mi mette a disagio non poterti chiamare per nome. Posso chiamarti..mmmm..Nicolas??”
L’omino lo guardò.
“Sì, è okay, e comunque suppongo di non avere altra scelta.”
“Ok..senti, Nicolas… io mi occupo di aiutare chi si è smarrito..interiormente, diciamo..non posso dirti di più al momento..e sono venuto qui perché qualcuno vuole che ti aiuti..anche se non mi hanno detto perché hai bisogno di aiuto nè cosa devo fare..e prima che tu me lo chieda, non posso neanche dirti chi sono queste persone, ma sono..persone che aiutano chi si è SMARRITO..come te."
"Oh, ma è fantastico, sono finito in una specie di film a metà tra lo spionaggio, il fantascientifico e il paranormale, immagino anche non puoi dirmi perchè diavolo sembriamo essere gli unici due uomini sulla Terra, qui!"
"Questo, ti giuro che non lo so nemmeno io! Non mi era mai capitata una cosa del genere."

"Non puoi telefonare ai tizi per cui lavori e dire loro semplicemente di venirci a PRENDERE'?" disse lui con un tono vagamente isterico.

Sam lo guardò carico di sensi di colpa.
"Queste persone non mi hanno dato un numero di telefono e non posso contare sul loro aiuto. Devo cavarmela da solo."
"Allora sei nella merda peggiore di me, amico. Mi dispiace tanto per te, quei tizi sono dei sadici.”
“Cerca di ricordare, per favore, tutti hanno un passato, non puoi non averlo anche tu, devi solo fare uno sforzo e ricordare cosa stavi facendo prima di arrivare a questo punto..avrai pure dei ricordi diversi da questa strada..prima di cominciare, sarebbe importante sapere da QUANTO sei in questa situazione.”
“Mmm..non molto, credo. Forse ORE.”
“ORE?”

“Sì. Forse una giornata. Scusa ma la ripetizione delle location mi rende un tantino confuso.”
“Va bene..è comunque incoraggiante…magari ti sei perso..magari..non sei neanche davvero qui e sei svenuto da qualche parte.”
Questo sembrò far vacillare Nicolas che barcollò come se Sam lo avesse spinto.
“Ehi, fai attenzione.”
“Tu..tu pensi che io sia un fantasma?
“No! Non ho detto questo!” Sam maledì la sua boccaccia.

“Non prendermi in giro! non lo permetto a nessuno!”
“Senti, mi dispiace per te, ma eri confinato in una maledetta galleria, va bene?? Hai un neon gigante stampato sul corpo. Se anche non fossi un fantasma, io qualche domanda me la farei, ok??”
Nicolas sembrò accartocciarsi su sé stesso.
“Mi dispiace..questo incarico mi sta facendo diventare insensibile.”
“Non preoccuparti, non è colpa tua, tu cerchi di aiutarmi, e io..ma a mia discolpa posso dire che sono spaventato..”

“Senti altra sensazioni a questo riguardo?”
“Ho freddo..
Sam non ci pensò su un attimo, agì senza riflettere. Gli posò la sua giacca sulle spalle.
“Perché l’hai fatto?”
“Ti senti meglio adesso?”
“Sì, ma..perché l’hai fatto?”
“Perché mi va.”
“Sam, guarda!!” disse Nicolas, indicando la strada.

Sam si voltò e vide una strada contornata da lampioni come fossero alberi di natale. Sembrava davvero uno di quei paeselli quando arriva Natale.
“Oh, cavolo, sono comparse case e LUCI.”
“Credo..credo che sì..dobbiamo andare lì.”
“Nicolas..aspetta! Non sai cosa
Nicolas non lo ascoltò ed entrò nella prima casa.
“NICOLAAAAAAAS!”

Un terrore sordo si impadronì di lui. Si era lasciato scappare Nicolas, non si era mai lasciato scappare nessuno prima d’ora.
Perché aveva lasciato che accadesse?
Ma non avrebbe dovuto preoccuparsi.
Nicolas era li, davanti al salotto, come inebetito.
“Nicolas…va tutto bene?”
“Guarda, Sam, non c’è nessuno.”
“Non siamo al sicuro, comunque..dobbiamo uscire.”

“NO! Queste case sono comparse per un motivo, una di queste potrebbe essere la mia casa! Voglio andare a controllare!!”
Sam lo maledisse mentalmente, per poi seguirlo al piani superiori.
Sam seguì scrupolosamente Nicolas, nelle camere da letto, nel bagno, perfino nella soffitta.

Ogni camera in cui entravano, Sam sentiva un’ondata come l’onda di un mare o di una corrente, che portavano con sé, sentimenti ed emozioni travolgenti come la schiuma di un’onda, dolce, salata, oppure malinconica.  All’improvviso divenne strano avanzare, si bloccò, d’improvviso sentiva i piedi incollati. Se li guardò ed erano normali, ancorati al suolo, ma dentro di sé, si sentiva come se fossero sprofondati nella sabbia, sentiva perfino il vento.
“Nicolas..aiut….coff….cofff..”

Cadde e sentì la sabbia invaderlo, delle braccia pressarlo e portarlo via.
 
Quando fu portato fuori, ci volle un po' prima che riuscì a riprendersi.
“Sam, ehi, mi senti? Va tutto bene?”
“Cofff..che..cavolo è successo?”

“Non lo so! Ad un certo punto sei caduto per terra e hai cominciato ad ansimare, dicevi che la sabbia ti stava facendo sprofondare. Ho cercato di farti ragionare ma sembravi in preda ad un’allucinazione.”
“Ma..com’è possibile?? Tu non l’hai sentito?”
“Cosa avrei dovuto sentire?”
“Il vento! Le onde! La sabbia..le sensazioni..”
Nicolas apparve turbato.

“Niente, ma una cosa l’ho avvertita. Un profondo turbamento, come se quella casa..mi ricordasse qualcosa.”
“Qualcosa che ha a che fare con il mare?
“E se fosse invece qualcosa di più?”
“Tipo?” chiese Sam.
“Forse…il mare e la sabbia non c’entra niente, forse quello che abbiamo provato, sono metafore.”

“In quel caso avresti dovuto stare male TU, non io.” Disse Sam.
“Sì, ma sono io quello che non ricorda, quindi magari la CASA prende di mira te.”
“Non..non ha senso..stiamo parlando di una cosa inanimata!”
“Tze. Niente ha senso qui e tu ti stupisci di questo?”

“D’accordo..allora..prendiamo per buona le metafore..se è come tu dici..la casa per te potrebbe rappresentare qualcosa di più profondo..le onde del mare potrebbero indicare un cambiamento costante, forse hai cambiato casa più di una volta, o forse sei cambiato tu, spesso.”
“La sabbia non fa affondare il più delle volte, forse mi sono ritrovato in una situazione che mi ha fatto affondare come nelle sabbie mobili e devo scoprire che cosa.”
“Forse dovremo tornare..abbiamo troppi pochi elementi per..” disse Sam.

“Troppo tardi, Sam, guarda.” Disse Nicolas, indicando la casetta gialla.
Sam sussultò. Dove c’era la casetta gialla, ora c’era uno spazio vuoto.
“Vedo che ci danno una sola possibilità di capire quelli che oramai è assodato che si tratta di indizi.” Disse Sam.
“Guarda ancora li. A quanto pare le sorprese non sono finite.”
“Per la miseria!” disse Sam.

Quelle che erano prima casette a schiera, ora apparivano diverse.
Erano TUTTE diverse.
Poco distante a loro, c’era una banca, poco più in là, un museo, al fianco, una prigione, poi un locale che non si capiva bene cosa fosse, una casetta bianca con lo steccato e alla fine quello che sembrava un alto castello nero.
Accanto a queste cose c’erano altre cose ancora che si faticavano a riconoscere.

“La cosa si fa sempre più interessante e sei stato tu a far accadere tutto questo. Sei davvero speciale, amico.”
“Senti chi parla.” Disse Sam.
   
 
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