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Autore: Yuphie_96    01/10/2020    1 recensioni
Tratto dal Primo Capitolo:
L’ultima cosa che aveva colpito il biondo Kaiser era il nome.
Il nome del ristorante era Vienna.
Come la capitale austriaca… e servivano piatti bavaresi… non dovevano avere tanto le idee chiare, ma Karl ci aveva mangiato bene e quindi aveva continuato ad andarci, soprattutto quando il suo frigo era desolatamente vuoto, come quel mezzogiorno.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Karl Heinz Schneider, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolino della Robh: buonaseraaaaaaa! ♥
Se vi state chiedendo perchè sono così euforica è perchè oggi è finalmente iniziato il mio mese preferito! ♥ E no, non c'entra niente che questo sia il mese del mio compleanno... o forse sì O.o ... ma perchè manca sempre meno ad Halloween! *-* Se invece non ve lo state chiedendo... eh vabbeh, abbiamo fatto quattro chiacchere anche questa sera u.u'''.
Passiamo all'argomento principale ovvero il capitolozzo di questa sera, dunque è un altro capitolo abbastanza tranquillo, non succede niente di così stravolgente MA!, eh c'è un ma u.u, non so se l'avete notato ma il secondo capitolo è finito in un certo modo... ebbene, questo è il seguito di quello che accade in quel finale, che volete farci, io adoro scrivere di persone gelose e come ogni volta prendo ad esempio quella gelosona di Serè mia ♥ *Serè si sente in qualche modo offesa e le manda foto della notp*.
Oh, a mia discolpa funziona sempre >.>''''''.
Finito il pippone, vi auguro buona lettura e vi avviso che ci rivedremo molto prima di quello che pensate, perchè Halloween non è il solo motivo che rende ottobre il mio mese preferito :3 ♥.
Capirete poi xD.


Ps: Forse i due accenni erano più complicati di quello che pensassi io O.o, comunque visto che non li ha scoperti nessuno ve li rivelo io, ordunque i due accenni ai due anime non sono altro che i cognomi di Saphira e Cordula xD.
Heinrich viene da FullMetal Alchemist - Il conquistatore di Shamballa (il film seguito/finale della serie del 2003 per intenderci).
Krüger invece viene da Shingeki no Kyojin.
Due tra i miei anime preferiti, se non li avete ancora visti ve li consiglio vivamente ♥.




 

Quel giorno non c’era molta gente al servizio del pranzo, Saphira ed Axel stavano cucinando tranquilli, prendendosi anche una pausa ogni tanto visto le poche ordinazioni che avevano da smaltire, così come faceva Cordula – la sola in sala, dato che quello per Edmund era giorno di scuola -, che si rifugiava in cucina non appena poteva.
Alla nuova incursione, però, non si presentò da sola.
“Guardate un po’ chi vi ha portato la zia Cordula? ~”
Domandò retoricamente la rosa, facendo una pericolosa – quel giorno si era data ai 15 cm di tacco - giravolta su se stessa, mentre dietro di lei compariva la famigliare zazzera bionda del Kaiser.
“Karl!”
Esclamò Saph, sorridendo apertamente.
“Ciao”
La salutò il calciatore, ricambiando il sorriso.
“Che ci fa dentro la cucina? Non ci sono fan del Bayern oggi in sala, anzi non c’è quasi nessuno, poteva mangiare lì, questo non è mica un parco giochi che si può entrare ed uscire senza il permesso!”
Disse Axel con tono infastidito, non distogliendo lo sguardo dalle sue padelle.
Karl lo fissò alzo un sopracciglio perplesso e leggermente irritato da quella uscita, mentre la cuoca accanto a lui gli pungolò il fianco con il gomito.
“Guarda che il mio permesso lo ha”
“E comunque della compagnia nuova ci vuole ogni tanto, vedere sempre e solo le vostre facce mi sta venendo a noia… anzi, anzi… Schneider! Zia Cordula ha bisogno di conoscere qualcuno di nuovo, presentami qualche tuo amico calciatore!”
Urlò la cameriera, sbattendo un tacco per terra come a dire ‘pretendo tu lo faccia in questo stesso istante’.
“Magari la prossima volta, eh Krüger?”
“Crudele, se morirò triste e sola sarà solo colpa tua”
“Me ne farò una ragione”
“E se te lo chiedesse Saph di farmi conoscere un tuo amichetto? ~”
Sussurrò Cordula, abbassando il tono di voce in modo da farsi sentire solo dal biondo accanto a lei, a cui regalò anche un’occhiata maliziosa delle sue.
“Cambierebbe qualcosa, non è vero? ~”
“Chissà”
Mormorò Schneider sibillino, alzando le spalle, allontanandosi da lei per poter andare vicino proprio alla rossa.
“Ti do fastidio se sto un po’ qui?”
Le chiese, osservandola smettere di ridere pian piano.
Rideva sempre quando Cordula se ne usciva con quella richiesta a Karl, il che capitava anche spesso.
“No, tanto ho quasi finito”
Si sorrisero e Karl si appoggiò con noncuranza ai fornelli, iniziando a parlare con lei e ignorando gli altri, una non volutamente mentre l’altro sì, e proprio quest’ultimo sbuffò.
“Saph, faccio una pausa sigaretta”
Disse in modo scocciato Axel, allontanandosi dai due.
“Va bene, gli ultimi piatti sono pochi comunque e posso pensarci da sola, non preoccuparti a stare fuori un po’ di più”
Saphira gli sorrise in un modo così dolce, che l’animo dell’aiuto cuoco si placò quasi istantaneamente.
A rovinargli il momento, però, ci pensò ovviamente Cordula.
“Già, non preoccuparti a stare fuori un po’ di più, tanto ha altra compagnia la piccola cuoca ~”
Prima di uscire sul retro sbattendo la porta, il castano le fece un gesto poco carino con un dito in particolare.

Sbuffò ancora, Axel, appoggiandosi al muro e tirando fuori dalla tasca dei jeans il suo fidato pacchetto di sigarette, non che fumasse tanto dato che era consapevole che facesse male, ma quando era particolarmente nervoso quelle diventano la sua salvezza.
E in quei giorni, nervoso, lo era quasi sempre.
All’inizio era rimasto entusiasta di avere al ristorante il suo calciatore preferito, una cosa del genere non capitava tutti i giorni, e lui, fan del Bayern Monaco fin da quando era bambino, si sentiva una specie di privilegiato o qualcosa di simile ad avere quell’occasione… poi aveva notato come il grande Kaiser guardasse la sua Saph… non che fosse sua davvero, ma quando era solo pensava a lei sempre in quel modo.
Non gli era andato giù il fatto che fosse andata con lui al mercato il giorno in cui era stato male, non gli piaceva il modo in cui la guardava teneramente, lo irritava che avesse sia Cordula che Aimée – perché sì, alla fine Karl era tornato a trovare l’anziana cantante anche senza la nipote – dalla sua parte, odiava che Saphira prendesse in mano il suo prezioso ricettario per fargli scegliere una nuova pietanza che non aveva ancora assaggiato direttamente da lì, a lui ci erano voluti mesi, MESI, per potersi anche solo avvicinare a quel libro , ed era l’aiuto cuoco!
Per tutte quelle ragioni, Axel Werner era passato da idolatrare Karl Heinz Schneider ad odiarlo in maniera viscerale.
Era fermamente convinto che uno come l’attaccante – una celebrità, arrogante e fredda – non fosse adatto alla cuoca – molto più timida e semplice -, lui invece lo era, i loro caratteri s’incastravano meglio e, cosa non da sottovalutare, avevano la stessa passione per la cucina.
Karl cosa poteva vantare di avere in comune con Saph? Gli occhi azzurri?
Sorrise ironico, Axel, guardando le nuvole bianche del cielo di Monaco, e rilassandosi grazie alla nicotina che gli stava entrando in circolo.
Ci avrebbe pensato lui ad interrompere quella conoscenza prima che la rossa potesse rimanere ferita, perché era sicuro che sarebbe stata male, prima o poi, se avesse continuato a star dietro al Kaiser , e sapeva già anche come fare…

“Non sei da sola”
Mormorò Karl sgranando leggermente gli occhi limpidi, mentre si bloccava sulla porta che collegava la cucina alla sala.
Quella sera era andato nuovamente a far visita alla rossa dopo l’orario di chiusura, il loro era diventato un appuntamento fisso con Karl che cenava e con Saph che tentava di preparare una torta Sacher decente –  gli veniva quasi da piangere quando la cuoca buttava i resti comunque mangiabili dei suoi disastri -, per questo si era parecchio stranito quando aveva trovato la cucina al buio, aveva deciso poi di provare a vedere se Saphira fosse in sala e l’aveva trovata lì, seduta ad un tavolo pieno di fogli, tra cui in mezzo spiccava il ricettario di Derek.
In compagnia di Axel.
“E’ già così tardi?”
Si domandò la ragazza, prendendo il cellulare sul tavolo per controllare l’ora.
“Quando ci si diverte il tempo vola”
Disse il castano, fissando invece il nuovo arrivato, ovviamente con mal celato astio.
Schneider ricambiò l’occhiata con una gelida delle sue, sapeva far rabbrividire parecchi avversari con quelle, e non poté nascondere di goderci quando vide Axel distogliere lo sguardo e agitarsi un poco sulla sedia.
Non sapeva che problema avesse Werner – chiamava per cognome anche lui, ma se con Cordula lo faceva come una sorta di presa in giro reciproca, con l’aiuto cuoco era per far capire quanto poco gli andasse a genio – con la sua persona, anche se più di una volta gli era venuto in mente un certo perché, ma non gliene importava molto a dirla tutta, non andava mica al ristorante per lui.
“Stavamo scegliendo i nuovi piatti da proporre nel nuovo menù”
Spiegò Saph, la persona per cui andava al ristorante ogni giorno, rispondendo all’occhiata interrogativa che gli rivolse il Kaiser.
“Cambiate menù?”
“Bisogna farlo ogni tanto, sempre con i soliti piatti non si attirano clienti nuovi”
Sorrise la rossa, facendogli l’occhiolino e alzandosi.
“Vuoi che me ne vado?”
Le domandò Karl, guardandola attentamente.
Non che gli facesse piacere porre quella domanda, figurarsi poi lasciarla da sola con Axel, ma non voleva intralciare il suo lavoro per il Vienna con la sua presenza non richiesta, lo faceva già andando sempre più spesso in cucina durante i servizi, e qualche volta doveva ammettere che se ne pentiva... ma solo qualche volta.
“Certo che no!... Insomma… magari potresti aiutarci, ci serve un parere esterno alla cucina e visto che non c’è Cordula…”
Saphira si stava palesemente arrampicando sugli specchi, ne era consapevole lei stessa, ma non poteva certo confessare di fronte a quei due che voleva che il calciatore rimanesse perché ci teneva al loro appuntamento, se ci fosse stato solo l’attaccante ancora ancora… no, anche in quel caso avrebbe inventato una scusa, finendo poi molto probabilmente per gattonare via.
Quando Schneider le sorrise dolcemente, rincuorato dal suo diniego, la rossa iniziò a sentire il viso arrossarsi.
“Vado a prepararti qualcosa e a stampare i resoconti sul pc!”
Esclamò, scappando alla svelta dalla sala per mascherare il suo solito imbarazzo, almeno non aveva utilizzato il solito metodo di fuga, si poteva definire una fuga vittoriosa quella (?).
Facendo così, però, Saphira lasciò i due ragazzi da soli.
“E’ davvero una brava cuoca Saph, vero?”
Domandò Axel, accavallando le gambe mentre Karl si sedeva davanti a lui, nel posto prima occupato dalla ragazza.
“Bravissima, direi”
Rispose il biondo incrociando le braccia al petto.
Il loro linguaggio del corpo era chiaro, erano entrambi chiusi e prevenuti l’uno nei confronti dell’altro, lo sapevano tutti e due, e tutti e due non avevano intenzione di cambiare idea tanto facilmente.
“I coltelli che usa erano di suo nonno, sai? Maneggiarli bene era il requisito per essere assunti qui al Vienna, solo io ci sono riuscito, da allora me li fa toccare solo a me”
“Deve avere molta fiducia in te, allora-“
“Sono il suo aiuto cuoco, d’altronde, scelto e assunto direttamente da lei”
“Pensa che a me, invece, fa sfogliare il ricettario”
Disse Karl, ignorando la frecciatina dell’altro per scagliare la sua.
Sapevano entrambi che il ricettario era molto importante per Saph, non lo faceva toccare quasi mai da nessuno talmente gli era caro, e proprio per quello riuscire a sfogliarlo più di una volta era un privilegio che batteva l’usare i coltelli di Derek.
1 a 0 per il Kaiser.
“E’ anche una bella ragazza”
Aggiunse Werner, riprendendosi velocemente da quella stoccata, aveva ancora il suo asso nella manica dopotutto.
“Già… molto bella…”
Bisbigliò Schneider, addolcendo il tono senza rendersene conto.
Quando parlava con o della rossa gli capitava sempre di farlo.
Axel s’irritò a quella vista, ma s’impose di rimanere calmo, dopo quella notte non se lo sarebbe più ritrovato in mezzo a piedi.
“Peccato che sia lesbica, è anche innamorata di una ragazza che si fa vedere qui ogni tanto, da come si guardano credo che sia pure ricambiata, un vero peccato per tutti noi uomini, ma che ci vuoi fare? Se è omosessuale, c’è solo da mettersi l’anima in pace”
Stavolta toccò all’aiuto cuoco godere della vista degli occhi azzurri della stella del Bayern sgranarsi.

“Non sprecatevi in parole, mi raccomando”
Esclamò Saph stranita, quando tornò in sala con la cena e i resoconti e trovò i due ragazzi in silenzio.
“Va tutto bene?”
Chiese poi, poggiando il piatto davanti al biondo.
“Sì… tutto a meraviglia…”
Mormorò quest’ultimo, facendo preoccupare di più la rossa e sorridere il castano.
Stava uscendo vincente da una battaglia contro il Kaiser, mica male.

Come previsto da Axel, Karl non si fece più vedere al ristorante dopo quella notte.

Passata un’intera settimana dove del calciatore non si vide neanche l’ombra, Saphira iniziò a fare le peggiori congetture.
“Ha conosciuto una ragazza fan sfegatata del calcio e ha deciso di smettere di venire a trovarmi perché stufo della mia ignoranza sul suo mondo”
Bisbigliò - convinta - con voce funebre, mentre se ne stava accasciata sul bancone della sala.
“Ma per favore”
La rimproverò Cordula, finendo di sistemare i tavoli per il servizio serale che sarebbe iniziato da lì a poco.
“Dici che c’entra nonna?”
“Bimba, è impossibile che Aimée boicotti la sua stessa nipote”
“Allora sono i capelli rossi! Non gli piacciono, crede che portino sfortuna e quindi non vuole più vedermi!”
“… La maglia della sua squadra è rossa…”
“E se gli facesse schifo come cucino?!”
Sibilò la cuoca, raddrizzandosi all’improvviso, sbiancando e sgranando gli occhi.
“Saphira… ti rendi conto che veniva qui a mangiare pranzo e cena, sì? Neanche un cretino mangia qualcosa che gli fa schifo!”
“Allora perché non viene più?!”
“Chiamarlo per scoprirlo sembra brutto?!”
“…Sì”
Bisbiglio Saph, accasciandosi nuovamente.
Se Karl aveva smesso così all’improvviso di andare al Vienna un motivo sotto c’era, e lei non se la sentiva di chiamarlo o mandargli un messaggio per scoprirlo perché la cosa avrebbe potuto infastidirlo ancora di più… e perché aveva seriamente paura di scoprire che il motivo di tale assenze era veramente lei.
Magari lui si era davvero stufato di stare dietro a una che non capiva e non sapeva nulla di calcio, magari lei aveva fatto o detto qualcosa che lo aveva spinto a non presentarsi più, magari aveva notato che arrivava troppo tardi agli allenamenti e quindi preferiva non passare più al ristorante, o magari era stata fraintesa una situazione nei giorni prima alla sua ‘scomparsa’, potevano essere tutte queste le motivazioni o non poteva essere nessuna, Saph non lo sapeva, e per paura evitava di toccare il suo cellulare, preferendo sfogarsi con i suoi amici e dipendenti – li pagava anche per quello, infondo (?) -.
“Gli fanno senso i capelli rossi… sono sicura che è per questo…”
“Ancora con i capelli?!”
“Andiamo Saph, non farci troppo caso, con le celebrità funziona così, no? Un giorno gli interessi, il giorno dopo hanno un nuovo giocattolino a cui andar dietro, perché mai il Kaiser dovrebbe essere diverso? Anzi, è un bene che abbia smesso di venire, così noi due siamo anche più tranquilli in cucina”
Cercò di consolarla Axel, indossando la faccia di bronzo che portava da una settimana a quella parte, pattandole piano la testolina rossa e sorridendole.
“A me piaceva quando veniva in cucina…”
Borbottò la cuoca imbronciandosi.
E non le sembrava il tipo da trattare in quel modo le ragazze, ma quel pensiero lo tenne solo per se stessa per non risultare ancora più patetica agli occhi degli altri due.
“A proposito di cucina, non dovresti iniziare a preparare la linea? Ormai è quasi orario di apertura”
La informò la cameriera, guardandola seria e poggiando le mani sui fianchi.
“… Vado…”
Intrecciandosi mogiamente i capelli lunghi – lo faceva sempre quando doveva cucinare - la rossa lasciò la sala strisciando i piedi per terra, con una motivazione che non era mai stata così bassa da quando era diventata proprietaria.
“Vado ad aiutarla”
“O no signorino, io e te adesso facciamo un bel discorsetto”
Gli occhi verdi del castano incrociarono quelli azzurri della rosa, e ad Axel iniziarono a venire i brividi su per la schiena, niente sfuggiva a quello sguardo attento e furbo.
“Di cosa vuoi parlare? Tra poco apriamo!”
“Allora evita di farmi perdere tempo e confessa”
“Confessare cosa? Non ho niente da dire”
“Non prendermi per stupida Axel, non ti azzardare”
Sibilò Cordula, indurendo lo sguardo.
“E’ da una settima che osservo il tuo stupido teatrino per consolare Saphira, sia io che lei sappiamo che non ti sta propriamente simpatico Schneider, ma sei decisamente un po’ troppo felice che non venga più qui, direi che adesso è anche ora di finirla di mentire, almeno a me, avanti che gli hai detto? Che siete fidanzati?”
“Perché preferisci lui accanto a Saph invece che me? Credevo fossimo amici…”
Le chiese  di rimando l’aiuto cuoco, guardandola ferito.
La rosa sapeva bene i suoi sentimenti per la proprietaria, e non l’aveva mai incoraggiato come invece aveva fatto con il calciatore.
Litigavano spesso, Cordula lo prendeva in giro ogni giorno, ma si volevano bene come un fratello e una sorella, e quel ‘tradimento’ ad Axel faceva molto male.
“Perché tra voi non potrebbe mai funzionare”
“Come puoi esserne sicura?”
“Vi conosco bene entrambi Axel, Saphira non è la ragazza giusta per te, e sai anche tu che ho ragione altrimenti in questi anni avresti provato ad avvicinarti un po’ di più a lei, invece ti sei sempre limitato a farle d’amico”
“L’ho fatto perché non volevo sconvolgere la situazione qui al ristorante”
“Non essere codardo quando non lo sei”
Al rimprovero duro della cameriera, l’aiuto cuoco decise di troncare lì la conversazione per raggiungere la cucina.
Non era un codardo, era vero, ma faceva male quando veniva detta la verità e lui aveva bisogno di curarsi le ferite già troppo profonde per quella sera.
Rimasta da sola Cordula sospirò, voleva bene a quel castano pasticcione e se la sua piccola rossa avesse mai manifestato un qualcosa per lui l’avrebbe anche aiutato – pur sapendo che non sarebbe finita bene -, ma così non era stato e Axel doveva capire quando giungeva il momento di arrendersi, specialmente di fronte ai momenti di Karl e Saph insieme.
A tal proposito… come la metteva adesso?
Lei, al contrario della cuoca, non aveva il numero di telefono del Kaiser, come lo contattava per spiegargli che, qualunque cosa gli avesse detto Axel, era una bugia bella che buona, detta esclusivamente per stupida gelosia?
Chiedere il numero a Saphira era fuori discussione, avrebbe voluto sapere il motivo di tale richiesta e la rosa non voleva tradire il castano… anche se un po’ se lo meritava.
Massaggiandosi il retro del collo con una mano, Cordula decise che avrebbe pensato ad un piano dopo il servizio, adesso doveva concentrarsi sull’apertura.

Poco dopo questa, la cameriera ricevette una piacevole sorpresa… anzi, due.

“Guardate un po’ chi vi ha portato la zia Cordula? ~”
Era da tempo che la cameriera non entrava in quel modo plateale in cucina, precisamente da una settimana, e la cuoca si bloccò prima di accendere i fornelli, girandosi immediatamente verso di lei con il cuore che iniziò ad aumentare furiosamente i battiti nel petto, pregando che la persona entrata in cucina fosse esattamente chi sperava che fosse.
Le sue preghiere furono ascoltate.
“Karl!”
Urlò praticamente Saph, illuminandosi per la felicità di vederlo di nuovo.
“E Marie!”
Aggiunse Cordula, presentando anche la bionda più piccola vicino al calciatore.
“Mia sorella minore”
Specificò l’attaccante, sorridendo.
“Molto piacere di conoscerti, mio fratello parla spesso di te quando viene a trovarci”
“Mi fa piacere ma… stai bene, Marie?”
La biondina aveva la voce estremamente roca e il viso leggermente arrossato seminascosto in una grossa sciarpa bianca che, molto probabilmente, apparteneva al fratello.
“Ha fatto una settimana d’influenza e tosse, dovrebbe essere a casa per riprendersi del tutto ma la signorina era stufa di starsene buona buona in camera sua, così l’ho portata qui a mangiare qualcosa di buono, nutriente e caldo”
Spiegò Schneider, abbracciando la sorella per le spalle.
Un altro motivo per cui aveva portato lì Marie era che non riusciva più a stare lontano da Saphira, ma questo non l’avrebbe mai detto… almeno, non davanti a testimoni.
Saph invece capì  finalmente perché Karl non si era fatto vedere per quella settimana, non era lei il problema (!), semplicemente il ragazzo aveva voluto stare accanto alla sorellina malata  e prendersi cura di lei insieme ai genitori, erano una famiglia molto unita, era normale che succedesse una cosa del genere quando uno di loro stava male, gliene aveva anche parlato una sera, mentre cenavano insieme dopo la chiusura.
“Ti farò la zuppa più buona, nutriente e calda che tu abbia mai assaggiato, prometto che dopo questa starai molto meglio!”
Esclamò la rossa, tornando ad essere piena di energie dopo tanto.
“Posso restare qui a guardarti cucinare?”
“Marie…”
“Certo! Vieni qui accanto a me”
Ignorarono entrambe il richiamo di Karl, e si misero vicine davanti ai fornelli, facendolo sorridere bonariamente.
Una leggera pressione sul piede richiamò l’attenzione del biondo altrove, più precisamente sulla persona di Cordula che, un movimento impercettibile della testa, gli fece segno di seguirla.
Se ne andarono sotto lo sguardo spento di Axel, che era stato ignorato da entrambi.

“Certo che, però, potevi avvisare che non ti saresti fatto vedere per un po’”
Mormorò la rosa, appoggiandosi al tavolo del piccolo studio vicino alla cucina.
“Non volevo distrarla dal lavoro”
“Ci ha pensato da sola a distrarsi, facendosi non pochi fumi mentali sulla tua scomparsa, ha anche ipotizzato che ti avessero rapito ad un certo punto”
“Davvero?”
“Ti mentirei mai su Saph?”
Il regista del Bayern restò in silenzio per qualche istante e alla fine decretò che no, Cordula non gli avrebbe mai mentito su Saphira, per questo le pose la fatidica domanda che da una settimana tormentava le sue povere notti – già tormentate dalla sfilza di starnuti di Marie -.
“Saphira è davvero lesbica?”
Le chiese, facendole sgranare gli occhi.
“Oh mio- è questo che ti ha detto quel cretino?!”
Al cenno affermativo del Kaiser, la cameriera giurò vendetta contro l’aiuto cuoco, avrebbe assaggiato la punta dei suoi tacchi a spillo su un punto particolarmente sensibile, lo avrebbe fatto parlare con voce femminile per almeno un mese!
“E tu ci hai creduto?!”
“Dovrei?”
Domandò Karl, facendo sospirare Cordula.
Non le piaceva parlare dei fatti personali della sua piccola rossa, ma non era stata lei ad iniziare a farlo e doveva rimediare a quel disastro.
“Saph non è lesbica… è bisessuale, tempo fa, quando è andata a Vienna, ha avuto una storia importante con una ragazza, ma è finita quando è tornata qui a Monaco”
“Oh”
“Ti da fastidio che le piacciono entrambi i sessi?”
“No”
Disse il biondo, dopo averci pensato un attimo.
Era sorpreso sì, ma infastidito no, a lui Saph interessava così com’era, che fosse etero o bisessuale non aveva molta importanza.
“Non hai paura del confronto?”
Gli domandò Cordula sorridendo furba, incrociando le braccia sotto al seno.
“Non mi lascio intimidire tanto facilmente, Krüger”
Le rispose Karl, sorridendo alla stessa maniera.
Al contrario di quello che pensava Axel, quella sera non aveva vinto contro di lui, aveva solo pareggiato, la vera partita iniziava solo in quel momento e, adesso che sua sorella stava meglio e non doveva più preoccuparsi per lei, il Kaiser non era il tipo che si faceva battere così facilmente.
“Sappi comunque che la sola, unica e vera donna della vita di Saph sono io!”
… Tranne che da Cordula.
Ma vincere contro Cordula Krüger era una cosa quasi impossibile.

“State andando via?”
Chiese Saph all’attaccante appena entrato in cucina.
Attaccante che si guardò intorno per vedere se ci fosse in giro l’aiuto cuoco,  ghignò un poco quando non lo trovò – doveva essersi preso una pausa sigaretta -.
“Sì, domani Marie torna a scuola e non può stare fuori fino a tardi”
“Le è piaciuta la zuppa?”
“Decisamente, mi ha detto di dirti che neanche nostra madre la fa così buona, e mi ha fatto promettere di non dirlo mai a mamma”
La rossa rise, restando concentrata sulle padelle davanti a lei e non distogliendo lo sguardo azzurro da esse, per questo non si accorse dell’avvicinamento di Schneider.
Se ne accorse solo quando Karl le lasciò un piccolo bacio sull’angolo della bocca.
“Ci vediamo domani Saph”
 Le sussurrò all’orecchio, sorridendo nel vedere il suo viso prendere velocemente lo stesso colore dei suoi capelli.
Stavolta la rossa ritornò alle vecchie abitudini, e scappò via in dispensa gattonando per terra sotto lo sguardo divertito del Kaiser, che si beccò una bella sgridata dalla cameriera quando questa entrò per lasciare i nuovi ordini, per aver fatto fuggire la cuoca nel bel mezzo del servizio.

 

   
 
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