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Autore: _Kurama_    02/10/2020    2 recensioni
Una famiglia.
Due continenti.
Ritorni e partenze.
Candy e suo marito vivono con i cinque figli in un continente lontano;
tutto cambia quando arriva una lettera da Chicago.
Candy e la sua famiglia dovranno affrontare un lungo viaggio alla riscoperta di sé stessi e delle loro radici.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                 Your Song
                                                                                           #2. Gioco di sguardi

Sento nitidamente i riccioli di Candy solleticarmi il viso, aumento un po’ di più la stretta sulla sua vita e affondo ancor più nell’incavo del suo collo.
È così morbida.
Quanto è bello sentirla, tenerla tanto vicino da sentire ogni battito del suo cuore,  avvertire ogni secondo e realizzare, ogni giorno, che le sono davvero accanto.
Anni fa non avrei mai immaginato di poter stare così.
Ricordo così nitidamente quando andai a trovarla, nel periodo di convivenza con Terence;
quanto mi stringeva il cuore vederlo mentre la stringeva e le schioccava un bacio sulle rosee labbra, eppure, quanto mi scaldava l’anima vederla felice, libera dai suoi fantasmi, serena.
Non avevo più speranze.
Quando mi corse incontro, poco prima dell’imbarco per l’ America Latina, fu come se un fulmine stesse trapassando la mia essenza.
Così tante domande e tutte che si soffocavano nel petto, senza riuscire ad emergere in me, sopraffatto dall'emozione.
E la paura, dannatissima paura di essere un ripiego, paura di fidarmi del suo amore;
mi raccolse come un animale ferito, quel giorno, io mi sono pian piano aperto tra le sue mani, realizzando che non era un sogno, che era vero e che lei mi amava e che- a poco a poco- aveva spazzato via tutti i timori del mio animo: il timore che lei potesse cambiare idea, che fosse corsa tra le mie braccia perché sconsolata dalle difficoltà del rapporto con Terence. Solo molto tempo dopo, nel fiore della nostra vita insieme, al parlarle di questo mio timore, lei mi confidò- ridendo- che la difficoltà tra lei e il suo Romeo fui proprio io.
 Ed eccomi ora, a poggiarle una mano sul viso, e guardarla dormire illuminata dalle prime luci.
Ripenso ai nostri litigi, stupidi, ai nostri momenti no, alle sue lacrime, alla mia frustrazione, ai momenti di noia e a quelli carichi di passione travolgente.
Ripenso ai pomeriggi sonnolenti delle giornate afose, ai momenti di raccoglimento durante la stagione delle piogge.
La rivedo mentre scrive il suo diario e piega accuratamente tutte le sue lettere;
risento il suo volto sulla spalla mentre mi osserva ripiegare le mie piccole confessioni su carta e sorride contro la mia guancia. 
Risento le sue parole, amareggiate, mentre mi accarezzava il volto “I don’t have much money, but boy, if I did, I’d buy a big house where we both could live(*)”  avevamo appena detto addio a casa Andrew. 
Le lascio un bacio tra i folti capelli e sorrido alla sua espressione quando apre di poco i suoi occhioni verdi.
“Buongiorno” mi dice.
“Buongiorno” le dico.
Si rigira tra le coperte stiracchiandosi e scoprendo un po’ di pelle nuda, poi rilascia il capo sul cuscino e sorride “non mi hai fatto dormire.”
Le struscio il naso contro la guancia.
Mi guarda dolcemente e infila una mano tra i miei capelli, districandoli con le dita; io disegno linee immaginarie sulla sua schiena sinuosa, ci guardiamo.
I suoi occhi mi incatenano, mi stordiscono e resto così, senza parlare; le lascio un bacio sul mento.
“Sai, guardandoti dormire ho ripensato un po’ alla nostra storia…”
“E..” come al solito, è impaziente.
“E se anni fa me lo avessero detto non ci avrei mai creduto.”
Lei si imbroncia “Ricominci?”
Non posso trattenermi dal sorridere “no, è solo che penso a quanto sia fortunato e al fatto che non dovrei smettere neanche per un secondo di ringraziare chiunque io debba ringraziare per tutto questo: per te, per i ragazzi, per questa vita.”
Eccola socchiudere gli occhi senza, però, distoglierli dai miei “facciamo  un gioco.”
La osservo, curioso.
“Ricordi alla casa della Magnolia? Io entravo e tu leggevi nei miei occhi, riuscivi sempre a capire: malinconia, gioia, rabbia, stanchezza e non sbagliavi mai quindi vai, fallo anche ora. Fammi le domande che vuoi e leggimi dentro, sei sempre stato eccezionalmente bravo in questo.”
I nostri sguardi si intrecciano ancor di più in una trama che si fa fitta quanto le radici di un roseto.
“Io mi fido di te, Candy, più che di me stesso. Voglio solo chiederti, sei felice Candy?” il suo viso si rilassa ed i suoi occhi, verdi come lo smeraldo più puro, si illuminano, sorride con lo sguardo la mia Dolce Candy. Da pietra preziosa e scintillante i suoi occhi adesso assumono la sfumatura dei prati, gli stessi su cui lei si rotolava da bambina;
c’è il verde scuro della chioma di papà albero, dai cui rami aveva visto la sua Annie andare via;
c’è il colore brillante dei fili d’erba su cui si era lanciata per piangere la lontananza della sua sorellina;
e di quegli steli Candy non conserva solo il colore, terso e luminoso, ma anche la frescura: le lacrime velano i suoi occhi come la rugiada l’erba della collina di Pony, come il giorno in cui la vidi, in cui la feci ridere e mi accorsi che era così bella con gli occhi limpidi e il riso squillante.
Spezza il flusso di parole dei suoi occhi, chiudendoli e portandosi sopra di me: mi prende il volto tra le mani e mi bacia con delicatezza, soffiando sulle mie labbra “io ti amo, sciocco di un Bert.”
Rotoliamo tra le coperte, circondati dalla polvere del giardino e sono io adesso a dirle “leggimi.”
“Mi stai chiedendo se penso tu sia felice Bert?”
Socchiudo le palpebre.
“Mi ami come io amo te, vero?”
Le cingo le spalle, schiacciandola contro di me, lei mi poggia un dito sulle labbra.
“Hai degli occhi profondi quanto l’oceano, Bertie. Diamine, mi sento avvolta da ogni lato quando mi guardi, come sott’acqua. Tu hai l’oceano negli occhi ed io sono sott’acqua e non ho alcun bisogno di altro. Mi capisci, vero Bert?”
Scoppio a ridere, quanto suona infantile e al tempo stesso sensuale, quel nomignolo, pronunciato dalle sue labbra.
“E tu mi capisci se ti dico che non faccio altro che rotolarmi in distese di prati infinite? Mi capisci, vero Candice?”
Il suo nome per intero, caldo, dolce, leggero come un alito di vento.
Unisce la sua fronte alla mia, occhi negli occhi.

Sentiamo il suono della campana di Zahra spandersi dappertutto e la sua voce profonda urlare per dare la sveglia a tutta la casa “Dovremmo andare” mi sussurra “dovremmo” le confermo con un sorriso. Le lascio un bacio sul naso, sul suo naso tutte lentiggini ormai poco visibili a causa della costante abbronzatura, lei ride e il sole sembra ancor più caldo.


Spazio Autrice
(*) “Non ho molti soldi, ma ragazzo, se li avessi comprerei una grande casa dove entrambi potremmo vivere:  si tratta di un pezzo della canzone ‘Your Song’ di Elton John da cui il titolo della fan fiction; amo da impazzire questo pezzo e ci ritrovo tanto del rapporto di Candy ed Albert.
Taaadaan
Beh, che dire, in questo capitolo ho voluto dare tutto lo spazio alla nostra dolce coppia.
Io li adoro, letteralmente, insieme. Si capisce??
Ad ogni modo, ho cercato di dare spazio ai loro sentimenti, al loro rapporto e alla loro storia, spero con tutto il cuore che vi piaccia.
Un abbraccio forte a tutti i lettori
Vi invito, come sempre, a farmi sapere cosa ne pensate, conoscere le vostre opinioni mi aiuta davvero tantissimo.
Un ringraziamento speciale a vento di luce che con le sue recensioni mi ha molto motivata ed è sempre molto dolce, grazie mille!

AH, DIMENTICAVO COSA SUPER IMPORTANTE, VI LASCIO LE FOTO DI COME IO IMMAGINO ALBERT E CANDY 

https://media.allure.com/photos/5771a13c3b5256713da4b0a7/1:1/w_1600%2Cc_limit/celebrity-trends-cover-shoot-2015-11-kate-hudson-allure-november-2015-03.jpg


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