Hello, hello! Ennesimo appuntamento con una storia ispirata dai prompt di Sould shine e la sua just stop for a minute and smile challenge.Questa volta il prompt che ho scelto è il #18: non ci avevo fatto caso!
Becks
detestava quando doveva starsene
lontana da Eliot. Ormai non era più abituata a starsene da
sola, e soprattutto,
Eliot aveva la tendenza a darle sempre ragione- al contrario di suo
padre, che
le dava contro, solo per fare come lei gli aveva detto e prendersi poi
tutti i
meriti.
Aveva
passato solo qualche giorno in
sua compagnia per derubare un magnate del petrolio, responsabile di un
grave
incidente, di una statua greca di pregiata fattura e di grande valore.
Suo
padre non era un santo, e non era certo Nathan, quindi Becks sapeva che
il
vecchio avrebbe tenuto i soldi per sé, una volta effettuata
la vendita. Ma il
furto avrebbe acceso i riflettori su tutti
gli affari del buon uomo, inclusi quelli meno leciti.
Quindi,
tutto sommato, non era andata
poi così male.
Aveva
voglia di festeggiare, perché il
colpo era andato alla grande, e aveva preparato una bella sorpresa ad
Eliot- e
stavolta non centravano i fornelli. Anche se in un certo
senso… centrava la
cucina.
Arrivata davanti alla birreria, controllò l’ora; il locale era chiuso, il personale era andato a casa, e quindi ormai restava solo Eliot dentro, a controllare e preparare il cibo per il giorno seguente. Da solo.
Aprì
con la sua copia delle chiavi la
porta, godendo dell’atmosfera, delle luci soffuse, che
avrebbero decisamente
giocato a suo vantaggio- anche perché, considerato quello
che stava per fare,
non aveva la benché minima intenzione di farsi vedere
dall’esterno. Sentì il
rumore di piatti e bicchieri spostati dietro al banconi- Eliot stava
probabilmente
controllando l’inventario- e con i tacchi che ticchettavano
sul pavimento
chiuse la distanza che li separava, mentre scioglieva il nodo del
sottile
trench beige e faceva scivolare l’impermeabile a terra.
“Ehi,
fusto, non vuoi vedere che bella
sorpresa ti ha preparato la tua fidanzatina?” disse,
trascinando le sillabe,
con una voce simile a quella che probabilmente aveva avuto Betty Boop
nei
cartoni animati, mentre, con una mano sul fianco, assumeva quella che
doveva
essere una posa sexy, e passava l’altra tra i boccolosi
capelli rossi che aveva
impiegato ore ad acconciare alla perfezione.
“Becks,
ciao! Wow, ti sei fatta un
tatuaggio! Che forte!” Quando, da dietro al bancone, emersero
prima Parker e
poi Hardison, Becks arrossì, piena di vergogna. Parker la
guardava con quel suo
sorriso da bambina in un negozio di giocattoli, mentre Hardison era
color
pomodoro, apriva e chiudeva la bocca come un pesce, e non riusciva a
staccarle
gli occhi di dosso.
E
lei, intanto, cercava di coprirsi
come meglio poteva.
Perché
era completamente nuda. Con la sola
eccezione delle scarpe.
Hardison
continuava a fissarla, e
intanto aveva inclinato leggermente il capo, come per studiarla meglio,
e
strizzava gli occhi. “Ti sei fatta tatuare sulla coscia un coltello da chef? Sul serio?”
“E ha anche delle margherite, guarda! Non è carinissimo?” Parker fece per avvicinarsi e vedere meglio il tatuaggio, ma Becks la fermò, come meglio poteva, facendole segno di no con la testa (anche se Parker sembrava non capire). “Ehi, ragazzi, venite a vedere il tatuaggio che si è fatta Becks!”
Prima
che la donna potesse tentare di
obbiettare- le era andata via la voce per la vergogna- o fare qualsiasi
cosa,
la poveretta si trovò circondata dalla
Leverage & Associati al gran completo- Oltre a Parker
(perennemente
allegra), a Hardison ( che continuava a guardare quel dannato coltello
da
cucina), arrivarono pure Sophie e Nathan ed Eliot, che uscì
dalla cucina
asciugandosi le mani con un canovaccio.
“Ti
sei fatta un tatuaggio? Cosa
avevamo detto di cose che ci potrebbero rendere facilmente
identificabili?
Bisogna essere anonimi, Rebecca, e…” Nathan,
almeno lui, strinse gli occhi e si
voltò, rosso
in volto. “Dio santo, sei
nuda!”
“Ma
davvero?! Non
ci avevo fatto caso,
genio! Adesso volete per favore girarvi così che posso
rimettermi quel dannato
impermeabile?” Sbottò lei, stringendo i denti come
un cane rabbioso- un cane
che si arrabbiò ancora di più una volta che vide
che anche Eliot si era girato-
neanche fosse stata la prima volta che la vedeva nuda, mentre Parker,
Nada,
continuava a fissarla con quel sorrisetto. “Parker, girati,
per favore!”
“Perché?
Loro mi vedono nuda tutti i
momenti. Se mi devo cambiare, mica posso aspettare che, non so, si
liberi una
camera o arrivare in albergo o qui…” lei
scrollò le spalle. Logico che per
Parker la nudità non fosse un problema. Per lei le norme
sociali non
esistevano, e poi, aveva un corpo da urlo. “E
poi quel tatuaggio è davvero figo. E dolce. Per essere un
coltello. Lo hai
fatto perché Eliot è uno chef, giusto?”
Non
ce la fece. Becks scoppiò a
ridere, e scuotendo il capo si rimise lo spolverino. Poi si
schiarì la gola.
“Okay, gente, sono decente. Più o meno.”
Nessuno le rispose, Nathan e Sophie uscirono, mano nella
mano, guardando
il soffitto lui, mordendosi le labbra lei, Hardison cercava di non
guardare
l’inguine della donna, accanto al quale c’era il
nuovo tatuaggio, e l’unica che
le rivolse la parola con tono scanzonato fu Parker. “Sesso
sul bancone della
birreria, tu sì che sei una cattiva ragazza!”
Eliot
la raggiunse, e le mise un
braccio intorno alle spalle e fece per accompagnarla fuori quando gli
venne in
mente una cosa e si fermò sull’uscio.
“Dì
un po’, ma davvero volevi fare
sesso sul bancone?”
Lei
scrollò le spalle. “In realtà,
pensavo più al ripostiglio. O la dispensa.”
“In
realtà, io non avrei ancora pulito
la cucina, quindi…” sollevò il
sopracciglio e
il labbro, ma lei gli diede una gomitata nel fianco.
“Spiacente,
dolcezza, ma la mia libido
ha appena subito un duro colpo, e non so quanto sarà facile
togliermi dalla
testa che Hardison e Nathan mi hanno visto senza veli.”
“Ho capito,
stasera si va in bianco. Però sia
ben chiaro, voglio rivedere per bene quel tatuaggio.” Eliot
sospirò, facendo
finta di essere addolorato, e diede un bacio a quella bella chioma
rossa. “Ti
sei davvero fatta tatuare un coltello da chef pensando a me?”
“Sì,
ma rilassati, ho una tatuatrice etero quindi
non ho attizzato
i bollenti spiriti di nessuno mentre me ne stavo sul lettino con la
gonna
alzata.”
“Ehi,
guarda che io non sono un tipo
geloso.” le sussurrò mentre le mordicchiava il
lobo, scherzoso, divertito,
allegro e spensierato come poche altre volte. Si fermò, e
guardò la birreria,
chiusa, e poi tornò a guardare lei. “Sai, sarebbe
davvero molto sexy se tu facessi
vedere al tuo chef il tatuaggio
che ti sei fatta
in suo onore nella sua
cucina…”
Lei
guardò lui, guardò la birreria,
guardò di nuovo lui, e alla fine…
scrollò le spalle, e si staccò da Eliot,
camminando al contrario verso il locale, giocando con il nodo della
giacca.
“Sai
che ti dico? Ci sto!”