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Autore: Nephertiti    02/10/2020    0 recensioni
*SEQUEL DI GIRL OF LIFE*
Molte cose sono cambiate dalla prima volta in cui Mitsuko ha messo piede in villa Sakamaki.
E adesso può affermare di essere parte della famiglia.
Ma con il suo diciottesimo compleanno alle porte, il destino sembra avere in serbo altri piani per lei.
***
Estratto da un capitolo:
“All’improvviso, a qualche chilometro di distanza, notai una figura in mezzo alla strada e, man mano che ci avvicinavamo, realizzai si trattasse di un uomo.
Mi resi conto che non accennava a muoversi, mentre il maggiordomo, al mio fianco, sembrava ignorare la sua presenza.
Urlai a George di frenare e questo, colto di sorpresa, affondò il piede nel freno: la limousine ruotò su sé stessa, facendomi sbattere contro il finestrino.
Un’auto dietro di noi ci tamponò.
Quando sollevai lo sguardo, ancora dolorante per il colpo, dell’uomo non v’era traccia.
Tuttavia, ciò che mi era rimasto impresso, prima che quella sagoma svanisse nel nulla, erano stati i suoi lunghi capelli bianchi.
***
Per poter leggere questa storia avrete bisogno di conoscere “Girl of Light” e “Girl of Life”, quindi correte a recuperare!
La fan fiction prende alcuni spunti dal videogioco, ma la trama sarà ben diversa.
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ruki Mukami, Shuu Sakamaki, Sorpresa, Subaru Sakamaki
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 5 - Accidents -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Posso riaccompagnarvi a casa, se volete!”, proposi alle mie due amiche, mentre ci avviavamo fuori dalla spiaggia di Odaiba.
“Mio padre è venuto a prenderci, stavo per proporti lo stesso!”, annunciò Yuki.
Riuscii a intravedere una limousine, a qualche metro di distanza.
“Ti ringrazio, ma a quanto pare Reiji ha già mandato qualcuno a prelevarmi!”
Natalie rimase ad osservare la vettura con la bocca spalancata.
“Prima o poi devo farci un giro.”
Sorrisi.
“Quando vuoi!”

Io e le due ragazze ci congedammo, con la promessa di rivederci presto, e le ringraziai ancora una volta per la magnifica giornata che avevano organizzato.
Controllai che fossero al sicuro, nell’automobile del padre di Yuki, poi mi avvicinai alla limousine nera, riconoscendo l’anziano maggiordomo di casa Sakamaki.

“Buonasera George.”
Lui non mi degnò d’attenzione, mentre chiudevo lo sportello del veicolo.
Quand’ero da sola, preferivo sedermi accanto al conducente, restare nella cabina posteriore della limousine, con nessuno a farmi compagnia, mi metteva i brividi.
Non che il maggiordomo fosse meno inquietante: parlava poco e sembrava gli avessero dipinto un’unica espressione facciale ma, vivendo coi Sakamaki, ero abituata a qualsiasi tipo di stranezza.

La limousine sfrecciò nel silenzio della notte, lungo le strade di Tokyo, non più così affollate.
All’improvviso, a qualche chilometro di distanza, notai una figura in mezzo alla strada e, man mano che ci avvicinavamo, realizzai si trattasse di un uomo.
Mi resi conto che non accennava a muoversi, mentre il maggiordomo, al mio fianco, pareva ignorare la sua presenza.

Urlai a George di frenare e questo, colto di sorpresa, affondò il piede nel freno: la limousine ruotò su sé stessa, facendomi sbattere contro il finestrino.
Un’auto dietro di noi ci tamponò.

Quando sollevai lo sguardo, ancora dolorante per il colpo, dell’uomo non v’era traccia.
Tuttavia, ciò che mi era rimasto impresso, prima che quella sagoma svanisse nel nulla, erano stati i suoi lunghi capelli bianchi.
Ricordavano vagamente quelli di Karl Heinz e mi convinsi che era stato lui a giocare con la mia mente.

Il maggiordomo mi rivolse un’occhiataccia, sebbene non proferì parola.
“Mi dispiace… -, tentai di giustificarmi, mentre l’auto alle nostre spalle suonava insistentemente il clacson – ero sicura ci fosse qualcuno in mezzo alla strada.”
“Deve farsi curare le ferite.”, annunciò George.
Quindi ero ferita?
Sussultai quando un uomo bussò al mio finestrino, sembrava piuttosto furioso.
Abbassai il vetro.
“Che vi salta in mente? Frenare in quel modo! Io vi denuncio!”
Il maggiordomo rispose al mio posto.
“Ho memorizzato la sua targa, verrà presto risarcito, ora la signorina qui accanto ha bisogno di cure.”

Era la prima volta che sentivo parlare George per più di un secondo.
“Cosa credi che mi importi? Voi non andate da nessuna parte, non prima che arrivi la polizia!”

“Signorina Mitsuko, sollevi il finestrino.”, ordinò George, mentre lo fissavo confusa.
“Adesso.”, aggiunse con tono perentorio e così obbedii.

La limousine partì nuovamente, lasciandosi alle spalle l’uomo che voleva denunciarci.
“Ma George – mormorai, mentre sfrecciavamo via – non credo sia legale.”
“Ho il compito di occuparmi di lei per prima e poi tutto il resto.”
Effettivamente, sentivo il lato destro del viso pizzicare, lì dove avevo sbattuto contro il vetro del finestrino.
I miei occhi ricaddero sulle gambe e mi sorpresi nel notare un ramoscello.
Non ricordavo di averlo visto prima e tanto meno sapevo come fosse finito lì.
Lo raccolsi e lo rigirai tra le mani.
Non ebbi il tempo di pormi altre domande, poiché eravamo giunti a villa Sakamaki.

***

George mi costrinse a restare seduta, nonostante le mie lamentele, e venne ad aprirmi personalmente lo sportello, cosa che accadeva molto raramente: disponevo di entrambe le mani, non avevo bisogno di qualcuno che aprisse la portiera per me.
Scesi dalla vettura e, scortata dal maggiordomo, entrai nella villa.
George si avviò immediatamente nello studio di Reiji, conscio che fosse lui il “capo-famiglia” a cui avrebbe dovuto raccontare dell’incidente.
Attesi in salotto, cercando lo specchio più vicino.
Mi sorpresi nel notare un livido all’altezza dello zigomo: dovevo aver sbattuto con violenza.

“Cosa è successo?”
Sobbalzai, al suono della voce di Reiji, speravo non fosse troppo arrabbiato, non volevo rovinare quella bella giornata.
“George non te lo ha raccontato?”
“Voglio sentirlo da te.”, annunciò il vampiro, sistemandosi gli occhiali sul naso e osservando il mio zigomo destro.
“Credevo di aver visto un uomo in mezzo alla strada, gli ho chiesto di frenare.”
“Un uomo?”
Valutai se fosse una buona idea confessare la somiglianza con Karl Heinz.
In fondo, non avevo più motivo di mentire ai Sakamaki, Reiji stesso aveva deciso di rinnegare suo padre, dopo la morte di…

“Somigliava a Karl Heinz.”, dichiarai.
Lo sguardo del vampiro si fece più duro.
“È la prima volta che succede?”
Ripensai alla notte in cui avevamo celebrato il funerale, ma quella poteva essere semplicemente un’allucinazione dovuta al forte stress.
“Si è la prima volta.”

“Siedi in salotto.”

Annuii e camminai fino al salone, uno dei divani era occupato da uno Shu addormentato, così mi accomodai su quello di fronte.
Massaggiai la parte lesa, ma non appena feci un po’ di pressione, strinsi i denti per il dolore.
“Che diavolo ti è successo, Tavoletta?”, domandò un Ayato comparso dal nulla, sedendosi al mio fianco.

Di colpo il suo sguardo si adombrò, mentre mi annusava i vestiti.
“Sei stata con i Mukami!”, sbraitò, sollevandomi il mento e controllando che non avessi morsi freschi.
“Te l’hanno fatto loro?”
“No, Ayato!” provai a dire.

“Che le hanno fatto i Mukami?”
Subaru, comparso alle mie spalle, mi osservò il volto e notai il suo trasformarsi in una maschera d’ira.
“Io li ammazzo.”, sentenziò l’albino.
Balzai in piedi, esasperata.
“Non sono stati i Mukami!-, esclamai, - è stato un maledetto finestrino!”
I due vampiri mi fissarono interrogativi.

“Stavo tornando a casa, quando ho pensato di vedere un uomo in mezzo alla strada. Ho chiesto a George di frenare e quella frenata improvvisa gli ha fatto perdere il controllo della limousine.”
Pronunciai quella frase tutta d’un fiato, non volevo creare scompiglio tra le due famiglie di vampiri, non adesso che avevano imparato a tollerarsi a vicenda.

“Ma hai l’odore dei Mukami addosso.”, insisté Ayato.
Roteai gli occhi al cielo, pronta a subire la furia di Oree-sama.
“Mi hanno fatto… una sorpresa, poco prima che andassi via.”

Tralasciai il dettaglio di essere stata gettata in acqua da Yuma e di aver cenato assieme a Kou.
Subaru schioccò la lingua, in dissenso.
“Ah? Perché io non sono potuto venire e loro si?”, si lamentò Ayato.
Me lo aspettavo.
“Non è colpa mia, non li avevo invitati.”
“Quindi quel Kou ha veramente qualche dono speciale.”, biascicò Shu alle nostre spalle.
“Così pare.”, commentai.

Reiji entrò nel salotto, con del ghiaccio avvolto intorno ad uno strofinaccio.
Me lo posizionò sulla guancia e soffocai un gemito.
Sentii lo zigomo bruciare, ma pian piano mi abituai alla sensazione del ghiaccio sul viso.

“Mitsuko ha detto che l’uomo assomigliava a Karl Heinz.”, annunciò Reiji.
L’espressione irata di Subaru tramutò in preoccupazione.
“Sei sicura?”
“Non è che a Tokyo ci siano molti uomini che se ne vanno in giro con i capelli bianchi, lunghi fino alla schiena.”
Un mezzo sorriso curvò le labbra di Shu.

“Cosa vuole ancora?”, borbottò Ayato, dimenticando la storia dei Mukami.
Ero lieta di notare l’irritazione che i Sakamaki riservavano al proprio padre.
“Dobbiamo parlare.”, annunciò Reiji, e mi resi conto che era rivolto a Shu.

Mi ritrovai con il ghiaccio in mano, i due fratelli erano scomparsi.

Oh fantastico, riflettei hanno ricominciato a nascondermi le cose.
Tuttavia, anche Ayato e Subaru erano stati tagliati fuori dalla conversazione.

Stizzita, mollai il ghiaccio sul tavolino di legno e mi incamminai verso la mia stanza.
Mi ero fidata di Reiji e com’ero stata ripagata?
Mi tenevano fuori dai loro discorsi.
Sapevo di contare qualcosa per i vampiri, ma non capivo perché non volessero condividere con me le informazioni importanti.
D’altronde, ero io nel mirino di Karl Heinz.
Avevo il diritto di sapere.

Non era un mistero il suo desiderio di “creare una nuova razza”, probabilmente ancora si aspettava che scegliessi un Adamo.
E dire che avevo anche accettato quella proposta, ma non era stato abbastanza: lui aveva aizzato la Chiesa contro di me e dunque, a causa sua, avevo perso l’unico Adamo che avrei scelto.
Per cui non sarei più scesa a patti con lui.

Dopo aver indossato il pigiama, ovvero una t-shirt ed un paio di pantaloncini, mi abbandonai mollemente sul letto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

 

Salve gente! Scusate per l’immenso ritardo nell’aggiornare, non dipende assolutamente dalla storia, ma ci sono molti cambiamenti in corso nella mia vita, in questo periodo, comunque sappiate che ho intenzione di concludere questa storia, è la mia prima storia e ci sono molto affezionata, quindi non temete.

Grazie mille a coloro che hanno inserito la ff nelle preferite/seguite/ricordate e anche i lettori silenzioso, invito tutti a lasciare un commento, ci tengo a sapere cosa ne pensate, o se ci sono eventuali errori.

A presto, promesso, Nephy_

   
 
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