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Autore: _Zaelit_    02/10/2020    1 recensioni
Come cambierebbe la storia di Final Fantasy VII se un'altra creatura aliena fosse caduta sul pianeta, anni fa, oltre a Jenova?
Il Progetto Yoshua R porta alla creazione di una ragazza all'apparenza normale ma che, in realtà, dovrebbe incarnare il potere dei Cetra e uguagliare la forza fisica dei prodotti del Progetto Jenova.
Rainiel non sa di essere nata da un esperimento, esattamente come non lo sa Sephiroth, ma i loro destini percorrono la stessa strada e sono pronti a incrociarsi.
- La Fanfiction è ambientata durante le vicende di Crisis Core ma gli eventi sono stati cambiati per comodità della trama. Alcuni personaggi potrebbero risultare lievemente OOC. Vi è la presenza di coppie canon e noncanon e di personaggi OC. -
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Heiress of Yoshua'
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Rain era stata dimessa dall'ospedale da poco tempo, ma vi aveva trascorso svariati giorni. Erano passate più di due settimane dall'incendio nell'archivio e dalla scomparsa del suo mentore, e ancora il suo corpo doleva a semplici movimenti, specialmente il braccio, che i medici avevano salvato per il rotto della cuffia. Aveva riportato anche alcune fratture dovute alla caduta degli scaffali e ai colpi ricevuti, ma Rain si stava riprendendo con una velocità impressionante, come d'altronde capitava spesso anche durante la sua infanzia. Ora sapeva che quella velocità della rigenerazione del suo corpo era dovuta alle cellule di Yoshua che vi erano all'interno.
Il giorno stesso che riuscì a uscire dall'ospedale, tornò al piano dove si trovava la sua stanza, già sapendo di dover ricominciare con la propria vita, anche se l'unica cosa che desiderava in quel momento era dire addio alla Shinra e ritirarsi altrove, per condurre la mediocre vita di rimorsi che la aspettava. L'unico motivo per il quale non poteva ancora arrendersi, sapeva, era il dover localizzare e uccidere le rimanenti bestie di mako che vagavano in libertà e minacciavano la sicurezza dei civili.
Scrollandosi quel pensiero di dosso con una mossa delle spalle, a cui seguì un piccolo lamento, uscì dall'ascensore e iniziò ad attraversare quei corridoi tanto familiari da evocare ricordi che le facevano male, come quello della sera dell'appuntamento.
"Accidenti, Rain..." si rimproverò da sé, quando l'immagine di due mani strette fra loro le sfiorò la mente, "Zack ti ha detto di non pensarci. Datti un contegno. Quello è il passato... un brutto incubo da dimenticare..."
Se lo ripeteva spesso, in realtà, senza mai riuscire a dare ascolto alla sua voce interiore.
"Odialo. Devi odiarlo." continuava a imporsi, senza risultato.
Avrebbe voluto farlo, davvero. Ma non ci riusciva. Non riusciva a odiare Sephiroth per quanto ci provasse. La nostalgia di lui prendeva sempre il sopravvento e ancora, molto spesso, quando la notte si rannicchiava sotto le coperte e chiudeva gli occhi tornava a domandarsi dove fosse andato e perché non tornasse, almeno per scusarsi. Per spiegarle i motivi di ciò che aveva fatto.
Ma lui non tornò mai. Non aveva nessuna intenzione di farlo.
«Lo avete saputo anche voi?» bisbigliò un ragazzo appartenente a SOLDIER che faceva parte di un gruppetto a qualche passo da lei.
«Sì, me lo ha detto un mio amico, della prima classe. Quindi è tutto vero?» replicò sconvolto un altro, «... il Generale Sephiroth è scomparso?»
«Girano molte voci, solo i piani alti della Shinra lo sanno per certo. C'è chi dice che non sia ritornato da una missione.»
«E se fosse morto?»
«Che scemenze vai blaterando?! Il Generale è il SOLDIER migliore che esista. Niente e nessuno al mondo saprebbe batterlo.»
«Ma se non ha fatto ritorno... un motivo deve esserci.»
«Cosa ne sai? Forse è malato e se ne sta solo in camera sua.»
Ovviamente, l'ambiente in cui viveva non facilitò le cose a Rainiel. L'assenza di una persona tanto rilevante come Sephiroth non poteva certo passare inosservata. Si vociferava da giorni, le avevano detto i suoi amici durante le varie visite in ospedale, ma a causa della scusa inventata da Zack giorni prima nessuno di loro aveva accennato più di tanto.
Decise di smetterla di origliare discussioni che non la riguardavano e di tornarsene in camera.
«Prima Genesis, poi Angeal... e ora anche lui. Ma che succede ai SOLDIER d'élite, qui?!»
«Non vorrai davvero pensare che ci sia un complotto dietro la faccenda?»
Le discussioni del gruppo, composto forse da cinque o sei ragazzi, assunsero un tono sempre più incuriosito.
Rain poté percepire lo sguardo di uno di loro posarsi su di lei. Ovviamente riconoscerla lì non era difficile: probabilmente era l'unica donna su quel piano, e i suoi capelli rossastri e le bende avvolte attorno a braccia e gambe non le rendevano facile mimetizzarsi con ciò che le stava attorno.
«Oh? Quella non sarà mica la SOLDIER che usciva con lui?»
«Ma chi, Rainiel? E da quando Sephiroth esce con la sua allieva?»
«Tu non sai mai niente. Perché non ti rendi utile e vai a chiederle qualche informazione al riguardo?»
«Huh? I... Io? Non esiste che vada a infastidirla!»
«Avanti, amico! Che dovrebbe mai farti?»
Rain si sentì offesa e molto, molto infastidita. Non solo quei ragazzini stavano bellamente parlando di lei senza preoccuparsi del fatto che li sentisse, ora volevano persino raggiungerla e punzecchiarla con scomode domande a cui lei non avrebbe risposto nemmeno se sotto tortura.
Fortunatamente indossava una larga felpa al posto della divisa, quel giorno - o si sarebbe fatta male al petto -, quindi sollevò il cappuccio sulla testa e aumentò il passo per svanire nell'area dormitori il prima possibile.
Non sapeva se quel gruppo di colleghi la stesse seguendo, ma mentre correva notò qualcuno tagliarle la strada e posizionarsi proprio di fronte a lei.
A quel punto calò il cappuccio e batté un piede a terra, pronta a litigare. Non aveva proprio voglia di essere disturbata per parlare di qualcosa - o qualcuno - che voleva solo dimenticare.
«Stammi a sentire, io non-»
«Rainiel Chanstor, giusto?»
La ragazza sollevò lo sguardo e si ritrovò davanti un giovane uomo che non faceva parte del gruppo di pettegoli incontrato poco prima. Era chiaramente una persona più seria, a giudicare dall'aspetto sobrio e dall'abbigliamento personalizzato che chiaramente non era riconducibile a un comune SOLDIER di seconda classe. Tra l'altro, quel viso non le era affatto nuovo.
Una chioma bionda gli incorniciava il viso e dei sottili occhi color rubino la squadravano vivacemente.
Rain finì di osservarlo e sospirò.
"Chanstor"... quel cognome era tutto ciò che le restava della sua famiglia.
«Sì, sono io. Ci conosciamo?»
«Adesso sì.» rise per un po' il giovane, poggiando una mano sul fianco. A una cinghia della cintura posta sui pantaloni scuri vi era appesa una curiosa balestra che ospitava uno spazio occupato da varie forme di materie. Sicuramente si trattava di un combattente esperto. «Sono Narcisse della prima classe. Spero di non averti disturbata. Andavi di fretta?»
Il fatto che avesse usato il verbo al passato le fece presto capire che, comunque, che fosse davvero di fretta o no non avesse poi tanta importanza.
«... più o meno.»
«Nessun problema. Ti ruberò poco tempo. Ti stavo cercando, sai?»
Rainiel batté rapidamente le palpebre. Comprese che Narcisse non era lì per chiacchierare con lei di dove fosse finito Sephiroth, e questo fu un vero sollievo.
«Per quale motivo?» domandò infatti.
Il ragazzo, comodo e sorridente, rispose subito al suo dubbio.
«I superiori mi hanno chiesto di portarti una notizia. Pare che il presente Shinra sia molto occupato, ultimamente, ma ci tenevano comunque a fartelo sapere.»
«Il... il presidente Shinra, hai detto?!» Rain scolorì sul posto, «Perché mai dovrebbe contattarmi? Cos'è che vuole farmi sapere?»
«Pare che una certa Rainiel Chanstor abbia messo in pericolo la sua vita per salvare molti civili, nell'incendio di qualche settimana fa, per cui la compagnia ci tiene tanto a premiare questa formidabile eroina per le sue gesta. Pare proprio... che tu ti sia guadagnata un posto d'onore nella prima classe di SOLDIER!» comunicò con una certa teatralità.
«Come?!»
Rainiel non poteva credere alle sue orecchie. Il sogno covato per tutta una vita si era improvvisamente avverato.
«Hai sentito bene.» esclamò ancora Narcisse, sollevando un pollice in segno di congratulazioni. «Sarà meglio che tu ti trasferisca presto ai piani alti... SOLDIER di prima classe Rainiel. E complimenti per il traguardo!» si sgranchì le spalle pronto ad allontanarsi, «A dir la verità in prima classe ci si annoia spesso comunque, ma c'è sempre bisogno di qualche prodigio in più che dia una mano qui e là. Spero di vederti presto in giro... collega!»
Narcisse la lasciò da sola in corridoio, tornando ai suoi impegni, mentre Rain ancora cercava di elaborare quanto le era stato detto.
SOLDIER di prima classe Rainiel Chanstor.
Aveva sognato quel titolo per così tanti anni che non ricordava neppure quando, di preciso, avesse iniziato davvero a portare avanti il suo desiderio di unirsi a SOLDIER.
Un'altra persona, probabilmente, si sarebbe messa a fare i salti per la gioia e sarebbe corsa a festeggiare la sera stessa, portando la buona notizia ad amici e parenti. Lei, però...
Si strinse tra le sue stesse braccia, confusa.
Perché non riusciva a sentirsi felice neanche un po'?
Era deludente sapere che ciò per cui aveva lavorato tanto ora non sembrava avere più nessuna importanza.
Aveva raggiunto quell'obiettivo solo dopo aver abbandonato ogni speranza e voglia di realizzarlo. Tutto ciò era... crudele.
Non aveva senso... diventare finalmente una SOLDIER di prima classe non aveva alcun senso. Aveva atteso, immaginato, sperato quel momento moltissime volte... ma in un modo ben diverso.
Immaginava i calorosi abbracci dei suoi genitori, che le avrebbero fatto visita a Midgar per la prima volta e avrebbero gioito per la loro bambina, finalmente soddisfatta e realizzata. I complimenti dei suoi amici e conoscenti a Darefall, il suo ritorno trionfante da celebre eroina in paese, i bambini che le avrebbero fatto festa tutt'attorno e si sarebbero ispirati a lei.
Aveva immaginato anche Sephiroth in quel suo piano di gioia e allegria. Sperava di dimostrargli quanto valesse, e che fosse lui a raccomandarla per quella promozione, prima o poi. Sarebbe stato il piacere più grande, quello di strappargli un sorriso orgoglioso dopo averla vista portare lo stemma della divisione da sua pari. Voleva combattere al suo fianco, non più come mentore e allieva, ma come sua collega ed eguale.
Ma nulla... nulla di tutto ciò si sarebbe mai potuto avverare.
Il suo era un sogno bellissimo, che non avrebbe mai visto la luce.
Tornò in camera, ma non per chiamare i suoi amici e celebrare l'occasione. Doveva cambiarsi d'abito e tornare al simulatore. Doveva allenarsi. Ora una responsabilità ancor più grande gravava sulle sue spalle. Avrebbe lasciato presto SOLDIER, ad ogni modo, ma prima sarebbe diventata la guerriera di prima classe che tutti si aspettavano di vedere in lei, e avrebbe difeso gli innocenti dai pericoli che minacciavano le loro quiete vite.
La sua vita doveva procedere... anche oltre le aspettative di un sogno andato in frantumi.

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