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Autore: _Zaelit_    02/10/2020    1 recensioni
Come cambierebbe la storia di Final Fantasy VII se un'altra creatura aliena fosse caduta sul pianeta, anni fa, oltre a Jenova?
Il Progetto Yoshua R porta alla creazione di una ragazza all'apparenza normale ma che, in realtà, dovrebbe incarnare il potere dei Cetra e uguagliare la forza fisica dei prodotti del Progetto Jenova.
Rainiel non sa di essere nata da un esperimento, esattamente come non lo sa Sephiroth, ma i loro destini percorrono la stessa strada e sono pronti a incrociarsi.
- La Fanfiction è ambientata durante le vicende di Crisis Core ma gli eventi sono stati cambiati per comodità della trama. Alcuni personaggi potrebbero risultare lievemente OOC. Vi è la presenza di coppie canon e noncanon e di personaggi OC. -
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Heiress of Yoshua'
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«L'addestramento è andato bene?»
Rainiel aspettava Zack fuori dal simulatore, con due caffè in mano, appena presi dal bar e ancora fumanti.
«Abbastanza, direi. I pivelli di terza classe non sono male, ma se ci fosse stato anche Cloud sarebbe stato più divertente.» sospirò il ragazzo, prendendo la sua bevanda e iniziando a camminare con lei. Ora abitavano in camere vicine e tornare a casa a tardo pomeriggio era sempre una scusa per chiacchierare un po'. «La prossima volta potresti partecipare almeno tu, non credi? Avresti molto da insegnare ai meno esperti.»
«Io?» Rain scosse la testa. «Non saprei nemmeno da dove iniziare.»
«Sei stata allenata dai SOLDIER più forti mai esistiti. Qualcosa avrai pur imparato.» la punzecchiò Zack, senza pensarci.
Rainiel abbassò la testa, stringendo le mani attorno al bicchiere di cartone del bar che conteneva il caffè fumante. In un certo senso aveva ragione, aveva imparato molto. Tra l'altro, negli ultimi tempi aveva avuto modo di migliorarsi ancor di più con le sue sole forze.
Era passato un mese dalla sua promozione alla prima classe. Ora Rainiel aveva dato una sistemata alle sue Aikuchi, migliorandone lama e impugnatura senza mai cambiare definitivamente arma, e aveva scelto un suo abbigliamento personalizzato.
Una corta giacca rossiccia a maniche lunghe e dal colletto alto e rialzato copriva una maglia aderente bianca abbastanza scollata sovrastata da cinghie orizzontali - due spallacci le coprivano le spalle. Un cinturone nero come i pantaloni stretti ospitava lo stemma di SOLDIER,e infine degli alti stivali dello stesso colore della giacca si chiudevano suo polpacci fin sotto il ginocchio.
Con quell'armatura non solo Rain si sentiva più libera di muoversi e combattere, ma aveva anche inconsciamente messo in risalto la femminilità del suo corpo. Forse era per questo motivo che molti SOLDIER, ultimamente, sembravano interessarsi a lei, chiedendole di allenarsi insieme o ponendole comunque proposte del genere.
Lei aveva provato a distrarsi, in qualche modo, e dopo un mese di tentativi sperava di essere finalmente riuscita a dimenticare quell'unica persona che avrebbe voluto accantonare per sempre... ma si sbagliava.
Non appena si svegliava, quando tornava a dormire, ogni volta che restava sola con i suoi pensieri... il ricordo di Sephiroth tornava a farle visita. Quell'uomo era sempre il suo pensiero più costante e importante. Anche se cercava sempre di associarlo a una forma di rancore che, ai diceva, avrebbe dovuto provare per forza.
«Preferisco allenarmi da sola.» mentì quindi, anche se sapeva che Zack la conoscesse meglio di quanto lei conoscesse se stessa.
«Certo... ultimamente però ti vedo spesso al simulatore in compagnia. Com'è che si chiama quel SOLDIER biondo che ti ronza sempre attorno?» insinuò, per farla ridere un po'.
Rainiel, però, sollevò solo un sopracciglio.
«Parli di Narcisse?»
«Proprio lui. Che nome altisonante...»
«È solo un conoscente e un collega. Si preoccupa per me.»
«Si preoccuperà di invitarti a cena, prima o poi?»
Invitarla a cena? Come aveva fatto qualcun altro prima di lui?
Rainiel si fermò e socchiuse gli occhi, gesticolando in sua direzione.
«Zack, ascolta... so perché lo stai facendo.» sospirò, senza nessuna intenzione di accusarlo o di litigare. «So che vorresti... che io andassi avanti, che voltassi pagina. Lo apprezzo davvero molto, fai sempre il possibile per me.»
La ragazza si avvicinò a una parete, seguita da lui, e appoggiò le spalle a un muro.
«È solo che io...»
Di nuovo, i ricordi la assalirono.
Anni passati a rincorrere un sogno, e secondi trascorsi a baciare per la prima e ultima volta un uomo che avrebbe voluto restasse sempre al suo fianco. Cosa le era rimasto, di tutto ciò?
«... io non sono ancora pronta a fingere che tutto quello che ho alle spalle non sia mai successo. Non sono capace di sostituire i vecchi ricordi con dei nuovi come se nulla fosse.»
Cercò di spiegarsi il meglio possibile.
Allenarsi con altre persone, trascorrere il suo tempo con altri uomini... non era la stessa cosa. Non lo sarebbe mai stato.
Il suo cuore era sprofondato in un abisso da cui sarebbe riemerso molto difficilmente e solo con il tempo, sempre ammesso che lo facesse davvero.
Né Narcisse né nessun altro avrebbe mai potuto riempire il vuoto che Sephiroth aveva lasciato in lei. Mai. E questa consapevolezza le faceva male.
Zack le poggiò una mano sulla spalla, per confortarla.
«Lo so, Rain... cerco solo di strapparti un sorriso, è quello che mi riesce meglio.» ridacchiò lui, per un attimo, riuscendo nell'intento di divertirla almeno un po', «E sarò sempre con te, non importa quanto ci vorrà per veder tornare la Rainiel testona e vivace che conosco che anni.»
Le scompigliò un po' i capelli e l'amica gli diede un buffetto sul braccio, scherzosa.
Poco dopo vennero interrotti da un rumore di passi e da una voce sempre più vicini.
«SOLDIER di prima classe Rainiel!»
Un tono avuto attirò l'attenzione della guerriera, che si girò incuriosita nella direzione da cui proveniva.
Notò una ragazza che probabilmente aveva qualche anno in meno di lei, anche se all'aspetto sembrava davvero una ragazzina, che la raggiunse a grandi passi e la fissò con occhi luccicanti d'ammirazione.
«Sei tu, non è vero? Si parla molto di te in giro!» continuò a dire.
Rainiel, confusa, guardò lei e poi Zack, il quale le scoccò un occhiolino per invitarla a conversare e mosse un passo indietro, per non disturbarle.
«Uhm...» Rainiel guardò di nuovo la più giovane, curiosa. «Sì, sono io. Mi stavi cercando?»
«Sì! Conoscerti era il mio sogno!» la ragazzina, una giovane dai lunghi capelli castani e un grande paio di occhiali, saltellò sul posto allegramente, «Sono una tua grande ammiratrice! So che sei stata allieva di Genesis, Angeal e Sephiroth, che hai preso parte a moltissime missioni e hai persino rischiato la tua stessa vita per evitare la tragedia durante l'incendio qui alla Shinra, un mese fa! Quando ho sentito parlare di te ai notiziari, mi hai subito ispirata. Non si sente quasi mai parlare delle gesta di donne SOLDIER che danno il massimo, ma tu sei riuscita a farti valere!» raccontò.
Rainiel era stupita. Non sapeva nemmeno che i notiziari avessero parlato così tanto di lei.
«Oh... in realtà non ho fatto nulla di che, ma mi fa molto piacere sentirtelo dire. Come ti chiami?»
«Senna! Il mio nome è Senna, sono stata promossa solo ieri a SOLDIER di terza classe! Ho subito cercato di unirmi alla divisione quando ho sentito parlare di te, vengo dai bassifondi!»
La ragazza mostrò un sorriso a trentadue denti. A quanto pareva, era più forte di quanto sembrasse. Non aveva armi con sé, per cui probabilmente non aveva ancora neppure iniziato gli allenamenti.
«Piacere di conoscerti, Senna.» Rain le rivolse un accogliente sorriso, senza aggiungere altro.
Zack si schiarì la voce, probabilmente invitandola a essere un po' più socievole, cosa che non riusciva molto bene a Rain, specialmente in quel periodo.
«Io... non vorrei sembrare sfacciata, ma motivo dalla voglia di chiederti una cosa!» di nuovo, Senna dimostrò di essere molto emozionata e di provare una grande ammirazione nei suoi confronti.
«Mh? Oh... nessun problema, chiedi pure.» accettò l'altra.
«Il mio sogno è quello di arrivare in prima classe e diventare una SOLDIER famosissima, giuro che ce la farò prima o poi! Però vorrei davvero un aiuto da una persona più esperta per riuscirci...»
La ragazzina si fece un po' imbarazzata, e abbassò la testa, prima di piegarsi in una specie di inchino.
«Quindi volevo chiederti, SOLDIER Rainiel... quando migliorerò, diventerai la mia insegnante? Per favore!»
La più grande strabuzzò gli occhi e persino Zack sollevò le sopracciglia, sorpreso ed entusiasmato.
La giovane donna parve rifletterci molto, non sapendo come rispondere.
Diventare una mentore a sua volta... era in prima classe da un mese e già qualcuno le chiedeva di esser preso come allievo. Questo la riempiva di orgoglio, certo. Un tempo quello sarebbe stato il massimo della sua felicità: ispirare gli altri a diventare eroi ed eroine, SOLDIER coraggiosi che proteggessero la gente.
Ma ora che conosceva la verità...
«Per me sarebbe un onore poter trasmettere quel che so a una giovane SOLDIER come te, Senna, credimi.» rispose allora.
La ragazzina spalancò la bocca in un sorriso, convinta che stesse accettando.
«... Ma in realtà non ho nulla da offrirti. Non ho nulla da offrire a nessuno. Non sono l'eroina che descrivono nei notiziari... solo solo una ragazza che ha creduto in un sogno irreale.» sospirò.
Zack le rivolse uno sguardo confuso e provò ad avvicinarsi per interromperla, ma lei proseguì comunque.
«La mia idea è quella di lasciare la Shinra appena possibile. Qui non c'è più nulla per me. E se potessi dare un consiglio a qualcun altro, sarebbe quello di fare la stessa cosa. SOLDIER sembra un'élite audace e ricoperta di gloria... ma non è altro che un covo di mostri.»
L'espressione di Rainiel era cupa e stanca.
Quella di Senna... la rappresentazione di una giovane anima volenterosa che resta di colpo delusa.
«Non farti troppe ambizioni riguardo questo posto, Senna. C'è sicuramente un modo migliore di impiegare le tue capacità e la tua forza d'animo. Sicuramente... migliore di allenarsi con una persona come me.»
La conversazione finiva lì. Rain salutò in fretta e si allontanò, mentre Senna accennava un timido "arrivederci" con le braccia conserte e il viso triste.
Zack le mimò uno "scusala" con le labbra e poi corse dietro l'amica.
«Rain!»
«Avanti. Dillo.»
«Perché le hai detto in quel modo?!»
«Perché è la verità. Se qualcuno l'avesse detta a me, tempo fa, mi sarei risparmiata tanta sofferenza.»
«Era solo una ragazzina!»
«Sì, appunto.»
Rainiel arrivò in quel preciso istante sulla soglia della propria camera e si volse a guardare Zack, agitata.
«E non voglio che una ragazzina soffra a causa dello stesso sogno in cui credevo io. Non sa nulla degli esperimenti condotti alla Shinra, della verità dietro l'incendio, dei mostri a piede libero che abbiamo affrontato in queste settimane. Vuoi che diventi anche lei una cavia da laboratorio come me? O magari che si faccia quasi uccidere da un Generale pazzo che crede di essere il messia?»
Alzò la voce, con gli occhi lucidi.
Zack abbassò i suoi, non sapendo come rispondere.
«Sembrerò anche cattiva, Zack, ma se ho fatto quello che ho fatto è perché non voglio che altre persone innocenti conoscano il dolore che ho provato io... il dolore che continuo a provare ogni giorno.» terminò lei, con voce spezzata.
Zack la guardò negli occhi e, prima che entrasse nella sua nuova camera, capì: Rainiel non avrebbe mai dimenticato Sephiroth. La ferita nel suo cuore non si sarebbe mai rimarginata.
Per quanto provasse ad aiutarla... la Rainiel che conosceva era morta in quell'incendio, sulla fredda lama della Masamune, e non sarebbe più tornata.

 

   
 
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