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Autore: Moriko_    02/10/2020    4 recensioni
[Writober 2020 | #Changectober]
La vita di ciascuno di noi è ricca di cambiamenti di ogni genere che possono avere un impatto maggiore o minore sui passi che percorriamo ogni giorno.
"Vivere è cambiare, è questa la lezione che ci insegnano le stagioni." (Paulo Coelho)
[Un lungo percorso di brevi riflessioni e ricordi aventi come protagonista Kojiro Hyuga in uno scenario What if. Primo tentativo!]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kojiro Hyuga/Mark, Maki
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction

New beginnings.

(#Writober2020 | CHANGEctober)

 

 

2 | Scarpe

 

 

Lo sguardo di Kojiro ricadde sul piccolo getabako che la coppia aveva montato all’ingresso della loro abitazione.

Quando si erano trasferiti in quella casa, Kojiro e Maki avevano fatto in modo di ricreare lo scenario al quale entrambi erano stati abituati da piccoli, in modo tale da mantenere il forte legame con le loro origini: dalla cucina, dove al centro era stato posizionato un kotatsu, alla stessa camera da letto dove vi erano due larghi tatami sui quali era stato adagiato un morbido futon.

Insieme al genkan dove si trovava, quel getabako non costituiva un’eccezione, anzi: era il primo elemento che lo accoglieva in quella casa come se fosse stato uno di famiglia, come se ogni volta il calciatore facesse l'ingresso nella sua vecchia dimora e non in una casa nel cuore dell’Europa...

 

Quando si era trasferito in Italia, la prima cosa che Kojiro aveva notato nelle case era la totale assenza del getabako. O, per meglio dire, scarpiere di qualsiasi genere e forma erano presenti in qualsiasi abitazione ma non nella posizione al quale era abituato: all’ingresso. Pochissime persone avevano avuto la premura di avere un armadietto proprio in quel punto, invitando silenziosamente gli ospiti a togliersi le scarpe - proprio come da tradizione in Giappone; ma nella maggior parte dei casi egli aveva visto elementi del genere solo nei ripostigli o addirittura nelle camere da letto, stanze che spesso si trovavano dalla parte opposta della casa. Inoltre, dalle prime esperienze che aveva avuto in Italia in materia di "ospite in dimore di altri", a Kojiro era sembrato che in certi casi non si invitasse nemmeno l’ospite a togliersi le scarpe all’ingresso e indossare almeno un paio di ciabatte: quasi sempre aveva visto gli inquilini delle rispettive abitazioni con le ciabatte, ma non si poteva dire lo stesso di coloro che erano entrati in quelle case per un pranzo o anche solo per una piacevole chiacchierata.

Tutti con le scarpe.

Così, la prima volta che una cosa del genere era capitata proprio a lui, Kojiro si era sentito sprofondare.

 

«Dai, Hyuga: puoi entrare!»

... con le scarpe? 

Questo era ciò che aveva pensato il calciatore giapponese, non appena aveva varcato la soglia d’ingresso della dimora di uno dei suoi compagni di squadra. In quella casa non vi era alcuna traccia di un getabako accanto alla porta, anzi: non sembrava nemmeno esistere quello spazio tradizionale per togliere e riporre le scarpe al quale egli era abituato nella sua terra natale.

In quel momento, Kojiro non sapeva bene cosa fare: poteva continuare a restare fermo come una statua di marmo, oppure chiedere con gentilezza se il suo compagno potesse prestargli un paio di ciabatte per la sua permanenza. Alla fine aveva optato per la seconda scelta, e la risposta non si era fatta attendere.

«Scusa... non è che avresti un paio di ciabat–»

«Ah... sì, che sbadato che sono! Certamente: seguimi, sono nel bagno!»

Devo camminare con le scarpe... fino al bagno?! 

Niente da fare: per quanto ci stesse provando, sembrava che le scarpe che il calciatore avesse avuto ai piedi - un paio di sneakers nere - sarebbero dovute rimanere incollate alla pianta del proprietario. Senza muovere le sue gambe di un solo passo, Kojiro aveva scosso la testa e si era passato una mano tra i capelli con velato imbarazzo.

«Per favore, non... non prendertela,» aveva chiesto al suo compagno di squadra, «non è che potresti... potresti portare qui le ciabatte? Non... non voglio arrivare fino al bagno con queste scarpe...»

L'altro lo aveva guardato con grande incredulità, e dopo qualche secondo era scoppiato in una fragorosa risata. Poi era tornato da lui, indicandogli le scarpe che portava ai piedi. «Hai paura di sporcare il pavimento? Non devi preoccuparti per questo: una lavata a terra, e si sistema tutto! Tranquillo, fai come se fossi a casa tua!»

 

Fare come se fossi a casa mia... che scemo! Anni dopo, guardando proprio il suo piccolo getabako dal divano dove si stava riposando, Kojiro cercò di trattenere le risate di fronte a quel ricordo che era apparso nella sua mente.

Quando era arrivato in Italia, il calciatore non poteva ancora immaginare che tra i cambiamenti che avrebbe dovuto affrontare ci sarebbe stato anche un paio di semplici scarpe. E con il passare del tempo quel getabako era diventato un forte memento del fatto che, ovunque sarebbe andato, non avrebbe mai rinunciato alle sue semplici abitudini di vita... così come i suoi attuali compagni di squadra non avrebbero mai rinunciato alle loro.

 

 


 

[Angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]

Ed eccoci al secondo prompt del CHANGEctober, scarpe.

Questa volta non ho granché da raccontare: tutti noi conosciamo le abitudini dei giapponesi, che si tolgono le scarpe prima di entrare nelle case o nelle scuole, nella tradizionale anticamera di ingresso dal nome genkan dove si trova il qui citato getabako, cioè la scarpiera.

Dal punto di vista delle nostre abitudini, conoscendo un po' quelle di alcune persone sono giunta alla conclusione che in fondo noi italiani non siamo stati molto "rigidi" come i giapponesi. In questi anni raramente ho visto le scarpiere in un angolo all'ingresso delle abitazioni, raramente il padrone di casa ti fornisce un paio di ciabatte non appena entri, e a volte le stesse si trovano in luoghi che non sono proprio a due passi dalla porta d'ingresso; noi possiamo essere abituati a vedere cose del genere, ma immaginate un giapponese come Kojiro (perché prima di essere un calciatore è un giapponese, prima di tutto) che arriva in Italia, lo invitano per la prima volta a casa di compagni di squadra... e scopre che già le abitudini sul modo di entrare in casa con le scarpe sono leggerissimamente diverse. Non sentirebbe un po' di disagio iniziale, secondo voi? :3

Nell'ottica del protagonista questo non è un cambiamento da poco, ragion per cui da quel giorno si rafforza il suo legame con un semplice oggetto, quel getabako all'ingresso della sua nuova casa che gli ricorda delle sue origini e che allo stesso tempo gli fa presente che "paese che vai, usanza che trovi". (E sicuramente, a poco a poco, sul nostro modo di "accogliere gli ospiti" Kojiro ci avrà fatto l'abitudine... sicuramente ;D)

Però, a tutto questo voglio aggiungere un dato importante. Nel particolare periodo storico nel quale ci troviamo, questa nostra "abitudine" si sta affievolendo: leggendo qualche articolo sul web ho scoperto che già prima della pandemia c'era stato un aumento delle persone che avevano scelto di togliersi le scarpe non appena entrati in casa; ora, proprio in seguito all'esplosione della pandemia, questo aumento è stato decisamente maggiore e così ho pensato che, forse, un giorno anche tutti noi che abitiamo in Italia avremo a che fare con questa abitudine di "togliersi le scarpe proprio all'ingresso dell'abitazione" (che di certo male non fa!)

Forse oggi ho raccontato una cosa un po' scema mettendo il povero Kojiro in mezzo, ma ci ho provato.

A presto!

--- Moriko

 

 

   
 
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