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Autore: Moriko_    01/10/2020    5 recensioni
[Writober 2020 | #Changectober]
La vita di ciascuno di noi è ricca di cambiamenti di ogni genere che possono avere un impatto maggiore o minore sui passi che percorriamo ogni giorno.
"Vivere è cambiare, è questa la lezione che ci insegnano le stagioni." (Paulo Coelho)
[Un lungo percorso di brevi riflessioni e ricordi aventi come protagonista Kojiro Hyuga in uno scenario What if. Primo tentativo!]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kojiro Hyuga/Mark, Maki
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction

Sommario. 
La vita di ciascuno di noi è ricca di cambiamenti di ogni genere che possono avere un impatto maggiore o minore sui passi che percorriamo ogni giorno.

“Vivere è cambiare, è questa la lezione che ci insegnano le stagioni.” (Paulo Coelho)

[Un lungo percorso di brevi riflessioni e ricordi aventi come protagonista Kojiro Hyuga in uno scenario What if.]

 

Piccola nota iniziale: ciò che seguirà per tutto il mese di ottobre sarà un esperimento per il #Writober2020, per svariate ragioni. Per la prima volta racconto di personaggi sui quali non ho mai scritto; inoltre questo sarà il primo tentativo di creare brevi storie cercando di collegarle tra loro come se fossero parte di un unico flusso di pensieri riguardanti il tema del cambiamento (lo stesso proposto dai prompt di Fanwriter.it sul #Changectober) nel corso della vita di una persona.

Non so se alla fine di questo percorso potrò dire di essere riuscita nel mio intento; intanto lo prendo come un esercizio di scrittura!

Buona lettura :)

 

 

geydmMY

New beginnings.

(#Writober2020 | CHANGEctober)

 

 

1 | Pensiero

 

 

Se avesse avuto la possibilità di tornare indietro nel tempo e avere modo di confrontarsi con il se stesso bambino, era certo che l’altro sarebbe scoppiato a ridere quando egli avrebbe iniziato a parlare del suo futuro.

A distanza di anni Kojiro Hyuga si era ritrovato lì, seduto su un divano che non era quello della sua umile dimora d’origine, così diverso da quello un po' scomodo e logoro che i suoi genitori avevano comprato con i risparmi accumulati grazie ai sacrifici che avevano fatto per lui e i suoi fratelli. Quello sul quale egli si stava rilassando nel suo unico giorno libero della settimana era un divano decisamente più comodo e pulito, ma che aveva lo stesso sapore di casa, di affetti familiari. Quello non era l’unico elemento presente nella dimora dove ora risiedeva: qualsiasi altro oggetto aveva il medesimo valore di quel divano perché era il frutto della condivisione di valori, idee e pensieri sul futuro con un’altra persona, la stessa che in quel momento dormiva al suo fianco con la testa appoggiata sulle sue gambe, Maki Akamine.

Se avesse avuto la possibilità di rivelare al suo se stesso bambino che anni dopo sarebbe finito in una casa lontano da sua madre e i suoi adorati fratelli, e in più con una donna con la quale ogni giorno sperava di continuare a vivere fino alla fine dei suoi giorni, Kojiro sarebbe stato certo che l’altro avrebbe esclamato: «Non è vero: io resterò con la mia famiglia per sempre, perché loro hanno bisogno di me!» Spesso pensava a ciò che più che un’eventualità era una cosa impossibile da realizzarsi, incontrare il se stesso fanciullo con il quale aveva condiviso la stessa strada da percorrere e l’obiettivo che aveva per il suo futuro: diventare un ottimo calciatore.

Quando da bambino aveva iniziato a pensare al suo futuro con più consapevolezza, Kojiro si era immaginato con la sua famiglia... ma allo stesso tempo da solo. Non aveva mai ipotizzato la presenza di altre persone al suo fianco, che lo avrebbero accolto quando sarebbe tornato a casa con lo stesso caloroso sorriso che gli avrebbe ricordato quello di sua madre, le stesse persone che gli avrebbero fatto trovare a tavola un pasto caldo da quello medesimo sapore di quella casa dalla quale proveniva. Kojiro pensava solo a guadagnarsi qualcosa per vivere - anzi, per sopravvivere -, a mettere da parte un po’ di denaro che poi avrebbe spedito anche ai suoi cari familiari perché, nell’eventualità in cui un giorno non avrebbe più vissuto sotto il loro stesso tetto o sarebbe finito in un’altra città del Giappone, anche quello sarebbe stato un modo per sentirli vicino al cuore.

Ma lui, quel bambino dai capelli neri - un ragazzo cresciuto troppo presto - non poteva immaginare che il futuro che stava iniziando a costruire con le proprie mani lo avrebbe premiato per la sua tenacia con qualche elemento in più che avrebbe arricchito la sua vita: qualcosa di unico, di speciale, che gli avrebbe sempre ricordato le origini e quel calore che solo la sua famiglia gli aveva saputo dare.

 

Ripensandoci, quel futuro nel quale Kojiro stava vivendo non era così male. Un futuro nel quale stava continuando a lottare per una vita che non aveva più l’amaro gusto della sopravvivenza ma che era colma di soddisfazioni, dove la sua famiglia era finalmente riemersa dalle difficoltà economiche che aveva attraversato e dove lui non era da solo, nel vero senso della parola.

Un cambiamento del tutto inaspettato, per quel sé bambino che stava iniziando ad abituarsi all’idea di un futuro costruito con le sue stesse mani ma ancora così incerto e pieno di ostacoli, nel quale l'unica via d’uscita sarebbe stata una gloriosa carriera nel mondo dello sport.

Che cosa avrebbe pensato quel bambino di lui, ormai adulto, se Kojiro gli avesse portato una testimonianza con il quale sarebbe riuscito a convincerlo della veridicità delle sue parole? Avrebbe continuato a negare l'evidenza oppure sarebbe scoppiato a piangere, incredulo del fatto che man mano quel mondo in bianco e nero nel quale era stato improvvisamente catapultato si sarebbe tinto di nuovi colori sempre più vivaci e brillanti?

 

Se avesse avuto la possibilità di tornare indietro nel tempo, Kojiro non avrebbe esitato ad approfittarne. A lui non importava se così avesse creato un paradosso: sarebbe andato incontro al se stesso fanciullo con un affettuoso sorriso, gli avrebbe asciugato le lacrime che scorrevano incessantemente sulle sue guance solo quando era lontano da tutti, e gli avrebbe sussurrato: 

«Continua a lottare. Non arrenderti mai, nemmeno quando sembra che il mondo intero ti crollerà addosso.»

 

 


 

[Angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]

Dirvi che in questi giorni mi sono letteralmente ammattita per progettare questo ciclo di storie è davvero poco. Che poi, anche ora continuo a ripetermi: proprio quest'anno che avevo deciso di non partecipare al Writober mi doveva arrivare un'idea del genere, eh? XD

Era il lontano (ma non troppo, al momento di questa prima pubblicazione) 20 settembre. Una domenica che sembrava essere come tutte le altre: una giornata di quelle nelle quali ci si rilassa, in pratica. Ma è stato proprio nel rilassarsi che, leggendo il Kaigai Gekito Hen in Calcio perché in quel momento mi andava di leggere qualcosa su Shingo in Italia... avete presente una stella cadente nel cielo limpido di una notte di agosto? Ecco: l'illuminazione mi è passata davanti proprio in questo modo!

«Ho trovato! Per il Writober scriverò una Kojiro/Maki!» Perché quando hai di fronte il capitolo 22 con tanto del mezzo busto di Maki che occupa metà pagina nei pensieri di Kojiro rispetto a tutti gli altri personaggi, cosa vuoi fare: non vuoi seguire l'illuminazione che in quel momento illumina la tua mente come i raggi del sole? Certo che no! XDD

Scemenze a parte: è proprio così che è andata. Mentre leggevo quella serie ho sentito il bisogno di scrivere qualcosa proprio su questi due personaggi, utilizzando il pretesto del Writober che mi avrebbe spronata con stesura del testo più relativa pubblicazione. Prima che mi fosse venuta in mente questa idea, avevo adocchiato la lista notturna che mi ispirava moltissimo, però non sapevo su chi e su quale fandom scrivere; quando è arrivata l'idea della Kojiro/Maki mi sono collegata di nuovo alla pagina Facebook di Fanwriter.it (per recuperare la lista)... e proprio quel giorno ho scoperto che gli admin ne avevano pubblicata un'altra sul #Changectober.

Cos'è il CHANGEctober? Lo scopo è quello di sottolineare il cambiamento e tutti i prompt hanno a che vedere con questo tema, dalle idee agli oggetti stessi. Così ho deciso di cambiare lista, e ho iniziato a mettermi al lavoro sulla progettazione delle storie che da oggi vi accompagneranno per tutto il mese di ottobre.

Alla fine, come potete aver intuito già da questa prima storia, ho cambiato leggermente il focus e così mi sono più concentrata sul personaggio di Kojiro, ma anche questo cambiamento (appunto) non è stato un caso: lui ha una storia di vita costellata da diversi cambiamenti - il primo dei quali è rappresentata dalla scomparsa del padre sulla quale io sto ancora piangendo - che da quel momento lo portano a maturare sempre più. È un personaggio che io ho sempre apprezzato proprio per un character development secondo me gestito alla perfezione... e vuoi non apprezzarlo soprattutto perché ha deciso fin da subito di occuparsi della famiglia che lo ha sempre amato, nonostante la madre insistesse sul fatto di non preoccuparsi di tutti loro? Su questo è un modello d'esempio per chiunque, decisamente. :')

Fatta questa lunga premessa, passiamo alla storia in sé. Come già anticipato nelle note iniziali, da oggi e per tutto il mese cercherò di scrivere e pubblicare non solo delle brevi storie scaturite dai prompt offerti per l'occasione del Writober, ma allo stesso tempo di collegarle tra loro come se fossero parte di un'unica storia. Questa che avete appena letto, infatti, rappresenta l'inizio di un cammino introspettivo che intraprende Kojiro in una giornata di relax trascorsa all'interno della casa nella quale vive insieme a Maki (e questo è il motivo del tag "What if", perché si tratta di un ipotetico futuro che non si è ancora realizzato nella serie canonica): entrambi si stanno rilassando sul divano, mentre Kojiro inizia a pensare e a ripensare a vari aspetti del suo passato, presente e un po' anche al futuro...

Il prompt di oggi è pensiero, e qui ho voluto interpretarlo come la dualità di pensiero differente che avrebbe potuto avere il calciatore: il pensiero del sé bambino, lo stesso che ha appena perso il padre e non sa ancora bene quale sarà il suo futuro ma già inizia a porsi come obiettivo il non lasciarsi più sconfiggere, e il pensiero del sé adulto, che sta vivendo proprio quel futuro e che ormai non ha più timore di tutto ciò che potrebbe ancora accadergli. Il cambiamento sta proprio in ciò che stava pensando il sé bambino, che era convinto di rimanere saldamente ancorato alle sue radici - la sua famiglia - anche dal punto di vista fisico, che non avrebbe ancora pensato di diventare il grande calciatore che oggi è arrivando a finire addirittura dall'altra parte del mondo (perché è pur sempre vero che Kojiro si era posto come obiettivo il diventare un invincibile calciatore, ma secondo me all'inizio non pensava di andare via dal Giappone per realizzare questo obiettivo); un cambiamento di pensiero che è avvenuto a poco a poco, anno dopo anno, partita dopo partita (il confronto con Tsubasa docet ;D) e che lo ha portato verso quel futuro quasi inaspettato che il se stesso adulto sta vivendo.

Un argomento che forse nel mio testo ha fatto il giro della ruota del criceto, ma sul quale ho pensato che sarebbe stato interessante da esporre. Se ciascuno di noi avesse la capacità di tornare indietro nel tempo per rivelare alla nostra versione bambina cosa riserverà il suo futuro, come reagirebbe il nostro se stesso più piccolo? I pensieri sono gli stessi dei nostri, oppure ne avevamo altri quando eravamo ancora dei piccoli frugoletti di soli pochi anni? Sicuramente qualcosa è cambiato: chi in maggior misura, chi in minor misura, ma nella vita di ciascuno di noi ci sono stati dei cambiamenti. ;)

Specifico che la presenza del tag OOC è per me che non penso di riuscire a centrare in pieno il personaggio di Kojiro nel corso della storia. Per me è il primo tentativo in assoluto di scrittura su di lui, per cui alzo già lo scudo in mia difesa avvertendovi che forse in alcune parti (se non in tutte) non corrisponderà alla sua versione canonica; da un lato spero che mi smentirete alla fine di questo viaggio di trentuno giorni, ma dall'altro è stato doveroso da parte mia fare questa precisazione.

Perdonatemi per eventuali errori presenti nel testo, ma chi come me partecipa a questa sfida già lo sa: lo scopo del Writober è quello di scrivere in un giorno... alla revisione ci penseremo in seguito, con più calma e lucidità. ;)

Come ultima cosa vi chiedo scusa fin da ora se nel corso di questo mese le risposte alle recensioni potrebbero arrivare con ritardo, però sappiate che mi fa sempre piacere leggere cosa ne pensate e che, per questo, cercherò di rispondervi quanto prima. E fin da ora ringrazio tutti coloro che sono giunti fino a qui, che mi leggeranno silenziosamente o meno, e che decideranno di proseguire insieme a me questo lungo percorso che ci terrà compagnia per un mese intero.

A presto!

--- Moriko

 

 

   
 
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