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Autore: gyikhu    02/10/2020    2 recensioni
Nathan Drake e Lara Croft incroceranno le loro strade alla ricerca dello stesso tesoro: riusciranno a collaborare? Tra trappole, mistero ed enigmi, Crossroads è una storia d’azione e d’avventura, come nei più classici dei Tomb Raider e degli Uncharted. Per chi ama sorridere e sentire l’adrenalina, e chi, tra le diverse versioni di Lara Croft, è rimasto soprattutto innamorato di quella originale e del film interpretato da Angelina Jolie. [Leggera Nathan/Lara]
EDIT! Dal secondo capitolo, sono state aggiunte delle illustrazioni disegnate dalla traduttrice che accompagnano la storia.
Dal testo in inglese: E se Lara fosse a un passo dall'ottenere quello che ha sempre voluto, ma qualcuno più veloce di lei glielo rubasse davanti agli occhi? Riuscirà a riavere ciò che è suo? - fanfiction consigliata a tutti coloro che amano l’azione. Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lara Croft
Note: Cross-over, Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Crossroads DILOGIA'
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Link al settimo capitolo in lingua originale:
https://www.fanfiction.net/s/6358147/8/Crossroads

NOTE DELLA TRADUTTRICE:
Un ulteriore ringraziamento speciale va a devil_may_cry_wrath_92m e ReverendBrute80 per le loro recensioni! Come vedete, sto aggiornando piuttosto frequentemente <3 E ho un'altra bella notizia: ho scoperto da poco che questa fanfiction di 13 capitoli ha anche UN SEQUEL di 16: si chiama Crossroad - Back Again. Ho già iniziato la prima stesura di traduzione! :D Intanto, godetevi questo capitolo. Buona lettura!







“Qual è il tuo piano?” chiese Bryce fissando la traduzione del diario mongolo sul monitor. “Vuoi convincere Drake a restituirti il disco solare?”
Lara passeggiava per la sala computer riflettendo con una mano sotto il mento. Quando finalmente era riuscita a risolvere l'enigma del diario, le si era presentato un nuovo ostacolo. Ne aveva abbastanza degli intoppi che sopraggiungevano sulla sua strada per la tomba di Gengis Khan. Se avesse incontrato Drake per chiedergli del disco, avrebbe subito capito che aveva qualcosa in mente, facendo di tutto per partecipare, o, chissà, per rubarle la gloria. E su questo lei non avrebbe transatto: Gengis Khan sarebbe stato suo e suo soltanto. Si fermò.
“Chi ha parlato di convincerlo?” disse Lara con un sorriso furbo. Ormai aveva preso la sua decisione, e cercare di fare un accordo con Drake non rientrava tra i piani. “Controlla nel mercato nero. È improbabile trovarci il disco solare, ma tentar non nuoce.” Raggiunse la parete di vetro e tornò indietro. “Fammi sapere se trovi qualcosa.”
Bryce aspettò che lei parlasse di nuovo, ma Lara aveva già altre cose per la testa. Nella sua mente si stava formando un piano piuttosto pericoloso. Era debole e composto più da supposizioni che da sicurezze, e se anche una fosse stata sbagliata avrebbe senz’altro fallito. Non poteva permetterselo. Avrebbe riavuto il disco a qualsiasi costo.
Trascorse un'altra ora a riflettere sui dettagli, poi tornò nella sala computer per cercare aiuto da Bryce.
“Non ho trovato niente,” le disse senza essersi mosso dallo schermo neppure un attimo.
“Lascia perdere,” sancì Lara sedendosi sul divano con lo sguardo fisso su quello di lui. “Scopri dove vive Drake. Devo fargli una visita. Ma fa’ attenzione, non voglio che sappia delle mie intenzioni.”
Bryce smise di scrivere. “Non ti capisco. Vuoi incontrarlo senza che lui sappia che sei lì?”
“Non voglio incontrarlo, è questo il punto.”
Bryce sbatté le palpebre un paio di volte, poi si massaggiò la faccia. “Vuoi rubare quella cosa, vero?”
“Esatto.”
“Cristo, Lara, sai quant’è rischioso?” imprecò Bryce allontanandosi dal tavolo scivolando all’indietro con la sedia con le rotelle. “E se il disco non ci fosse? Se l'avesse venduto? O l'avesse dato a quel tale di nome Sully?”
“È possibile, ma devo fare un tentativo. L'ha portato con sé, perciò potrebbe essere a casa sua. È la mia unica possibilità.”
“Non lo è. Puoi contattarlo e fare un accordo. Non devi dirgli perché hai bisogno di quella cosa.”
Lara agitò una mano per aria. “Andiamo, Bryce, Drake non è un idiota, capirebbe subito che sto tramando qualcosa.”
Si alzò in piedi e si mise a camminare per la stanza. Anche senza bisogno che lo dicesse, Bryce sapeva che il piano era folle. Aveva un sacco di incognite e una bassa probabilità di successo. “Ci proverò comunque. Dammi l'indirizzo.”
Bryce alzò arreso le mani. “Se è ciò che vuoi,” borbottò tornando al computer. “Se dovessi fallire, puoi sempre provare a parlargli.”
“Vedremo.”
Lara lasciò la stanza dei computer e cominciò a vagare senza meta per la villa. Perché le era successo di nuovo? Nathan Drake che le ruba da sotto il naso il primo occhio, e ora anche il disco. Quando avevano trovato la tomba di Chagatai si rese conto che in fondo non le dispiaceva lavorare con lui. Drake era un professionista e insieme formavano una buona squadra. Ciò la sorprese perché in tutti quegli anni neppure le affiorò l’ipotesi di avere un compagno, e non fu così male. Ma con Gengis Khan era un’altra storia. Era un’ossessione che la perseguitava da anni e Lara non sarebbe scesa a compromessi.
Le tornarono in mente le parole che Drake stesso aveva usato con lei: Lara Croft ottiene sempre quello che vuole. E aveva ragione, pensò tra sé e sé con un sorriso mentre si preparava al viaggio.

***

4 giorni dopo, Boston

Lara era seduta all’angolo di un bar di fronte al palazzo di Nathan Drake. L'aveva osservato per giorni al fine di studiare le sue abitudini, prendendo appunti ed escogitando un modo per entrare nel suo appartamento. La situazione sembrava buona. Drake trascorreva le sue giornate nella monotonia: era spesso a casa, non riceveva quasi mai visite, ma se ne andava in giro ogni sera per diverse ore. Era più che sufficiente per Lara.
Dietro la copertina di un giornale, portò un binocolo agli occhi e lo guardò uscire di nuovo alla stessa esatta ora di ogni sera. Trascorse un paio d’ore era di ritorno a casa, ma stavolta non solo.
“Guarda guarda chi c’è,” sussurrò Lara in cuffia. Il dispositivo inviava un'immagine dal vivo ad alta risoluzione al computer di Bryce. “Riesci a vedere anche tu?”
“Se intendi la donna, sì, la vedo. Carina.”
“Non ti sembra familiare?” chiese Lara regolando il binocolo e zoomando su di lei.
“Aspetta un attimo... ora che mi ci fai pensare...”
“Esattamente. È l'assistente del dottor Theodor,” disse Lara. “L'ho vista ogni tanto a qualche conferenza.”
“Quel dottor Theodor? Quello che ha scritto l’articolo sugli occhi di Chagatai che avevamo trovato?”
“Proprio lui. Ora sappiamo dove Drake ha preso le sue informazioni. Molto originale. Trova un ricercatore che abbia una bella assistente e ottieni da lei quello che vuoi. Ti fa risparmiare un sacco di tempo.”
Lara perse i due bersagli di vista quando entrarono all’ingresso nell'edificio. “È una fortuna che Theodor non abbia trovato il collegamento tra gli occhi e Gengis Khan.”
“La prossima volta proverò anch'io il metodo di Drake,” scherzò Bryce.
“Vado a prepararmi. Stasera, dopo che Drake se ne sarà uscito, entrerò e cercherò il disco.”
Lara mise via il binocolo e assottigliò gli occhi. Quella sarebbe stata la sera che avrebbe rimesso in moto le sue ricerche.

***

Erano le 22 quando Drake lasciò l'edificio, salì su un taxi e si diresse in città. Lara puntò il binocolo alle finestre del suo appartamento, controllando che tutte le luci fossero spente. Nei dieci minuti successivi, non notò alcun movimento; per sicurezza ne aspettò altri quindici per assicurarsi che Drake non tornasse. Ripose il binocolo nello zaino, si mise in spalla quest’ultimo e si avviò.
Il portone d’ingresso non era chiuso a chiave. Dopo essersi assicurata che non ci fossero telecamere nella hall, premette il pulsante dell'ascensore. L'edificio era vuoto e non incontrò nessuno. Era la prima volta che doveva fare un lavoro così facile. Sorpassò le porte delle varie abitazioni finché non trovò il suo nome scritto su di un pezzo di carta incollato sulla cornice.
“Carino,” sussurrò inginocchiandosi e spingendo un dispositivo acuminato nella serratura. Dopo qualche secondo e alcuni movimenti praticati, la porta si aprì silenziosamente. Un'altra occhiata in giro ed entrò nell'appartamento, chiudendo la porta dietro di sé.
L'abitazione la sorprese. Considerando che ci alloggiava un solo uomo, era organizzata e ordinata. Nessun piatto vuoto in soggiorno, niente biancheria appesa sullo schienale della poltrona, contrariamente a ciò che si aspettava. Lara accese la torcia elettrica e la direzionò lungo tutte le pareti. Notò un quadro appeso al muro e lo scostò, ma non c'era niente dietro.
“Dove potrebbe essere la cassaforte?” si chiese camminando a passo felpato. I pochi libri sullo scaffale erano veri, non un camuffamento. Trovò alcune foto che ritraevano Drake su una nave, poi da qualche parte in Tibet e nella giungla con Sully. Osservando quest’ultimo le tornò in mente il giorno dell’asta a Londra e i suoi tratti caratteristici: un sorriso sfrontato, baffi folti e un sigaro in mano.
Una cosa era certa: Drake non aveva speso i suoi soldi per l’appartamento.
Lara si spostò nella camera da letto sul retro. La vista la sorprese di nuovo: il letto non era sfatto, il pavimento era pulito, le lenzuola fresche. Guardò sotto la base, poi aprì la cabina armadio, trovandola piuttosto sprovvista. Drake non era certo un maniaco della moda, pensò Lara scostando un bomber imbottito, alcune camicie, jeans, scarpe da ginnastica e stivali.
Alla fine trovò finalmente quello che cercava: una cassaforte abbastanza grande da contenere qualche manufatto. Tracciò con un dito guantato la parte anteriore, valutando la fattura e lo spessore. Non sembrava un lavoro facile.
“Non sono sicura di riuscire a decifrarlo in pochi minuti,” disse avvicinando la cuffia.
“Ti avevo detto che era una pessima idea.”
Si tolse lo zaino. “È troppo tardi per ripensarci.”
“Non è troppo tardi. Puoi ancora uscire da lì e provare a fare a modo mio.”
“Sì, il modo noioso,” ribatté Lara mentre disfaceva lo zaino. “Pensavo mi conoscessi meglio di così.”
“Allora mettiti al lavoro in fretta. Spero di non doverti tirare fuori da una stazione di polizia di Boston...”
“Molto divertente.”
Usando un trapano professionale, Lara si mise al lavoro. Le costò un'ora e tre teste di trapano per arrivare abbastanza in profondità. Le venne solo allora in mente che rubare a Drake non era una cosa carina da fare, ma scacciò il pensiero. Con tutte le cose che aveva sgraffignato alla tomba di Chagatai, sottrargli quel solo pezzo non avrebbe fatto differenza. Quando finalmente raggiunse la serratura, spense il trapano e si asciugò il sudore sulla fronte.
“Che cassaforte impegnativa,” disse Lara afferrando la minuscola telecamera endoscopica per inserirla nel foro. “Riesci a vedere?”
“Alla perfezione,” rispose Bryce. “Spostala più all'interno, non riesco ancora a vedere la serratura. Più a destra. E ora pazienta, ho bisogno di un secondo per avere le informazioni.”
“Non ho molto tempo.”
“Lo so più che bene,” rispose Bryce battendo sulla tastiera. “Due minuti.”
Un suono improvviso di passi e chiacchiericcio animato filtrò dalla sala e si avvicinò all’appartamento: erano colpi di tacchi cadenzati e la risata di una donna che si mescolava ad una voce maschile molto familiare. “Non mi è rimasto neppure un minuto a disposizione,” avvisò Lara non appena riconobbe la voce di Drake. Tirò fuori la telecamera endoscopica dal foro e infilò velocemente l'attrezzatura nello zaino.
Fu in procinto di scappare dalla finestra quando Drake aprì la porta dell'appartamento, riempiendolo con voci e risate. Lara non ebbe altra scelta che chiudersi nell’armadio sperando che non gli venisse l'idea di cambiarsi.
“Sono in trappola,” sussurrò nella cuffia mentre si ritraeva verso l'angolo.
“Cristo, Lara,” sibilò Bryce.
“Shh...”
Sentì la voce della donna. “Solo un drink, ok? Domani devo lavorare.”
Lara avrebbe dovuto capirlo che se Drake aveva l’appartamento così pulito e ordinato era per invitarci una donna. Si maledisse per non averci pensato.
“La notte è ancora giovane,” rispose Drake. “E quale lavoro può essere così importante per rimandare?”
“Lo sai che sto lavorando a una ricerca. Conosci la leggenda di Chagatai?” chiese la donna mentre tintinnavano i bicchieri.
Lara roteò gli occhi al cielo. Che gioco divertente. Non le fu difficile immaginarsi quella volpe di Drake fare lo gnorri e rispondere alla donna con sguardo bonaccione di non aver mai sentito parlare di quel Chaga-come-diavolo-si-pronuncia.
“Sì, me l'hai detto. Quel progetto è ancora in corso?” chiese con voce neutrale. Lara tese un orecchio: i dettagli interessavano anche a lei.
“È affascinante,” ridacchiò la donna e Lara alzò di nuovo gli occhi al cielo. “Non siamo andati granché avanti, ma il dottor Theodor pensa che siamo a una svolta.”
Oh sì, pensò Lara. Una svolta. Ma prima ancora di comprendere quale fosse, la tomba di Chagatai sarebbe stata esposta nei musei col suo nome tra i ricercatori che l’avevano scoperta. E quello di Drake, indubbiamente. Ma questo non aveva importanza. Quello che voleva era Gengis Khan.
“Sembra eccitante,” rispose Drake con voce ovattata. Probabilmente era impegnato in qualcosa di diverso dal parlare. “Mi farai sapere se scoprirai qualcosa di nuovo?”
“Certo... oh, Nate, smettila,” ridacchiò la donna e Lara si addossò all’angolo quando li sentì avvicinarsi alla camera da letto. I passi incerti le dissero che Nate stava tentando la fortuna con la donna. Sperò di non dover assistere all'intero spettacolo. “Smettila. Devo essere all'università domattina presto.”
“L'università non scappa.”
Oh cielo, pensò Lara con un misto di divertimento e irritazione. Puoi fare di meglio, Drake.
Per un po’ ci fu il silenzio, poi Lara sentì un sospiro di resa.
“Andiamo, Lizzy. Non puoi lasciarmi qui da solo.”
Per un attimo, Lara pensò che la donna avrebbe ceduto, ma fu sorprendentemente forte e uscì dalla camera da letto. Tirò un sospiro mentale, visto che ascoltare i due mentre erano a letto non sembrava un programma serale divertente. Anche Nate uscì da camera, e non li sentì per un po'.
“Ci vediamo domani?” chiese Nate sulla porta.
“Vedremo. Ti chiamerò,” rispose la donna, poi se ne andò. Il rumore dei tacchi si affievolì man mano che si avvicinava all’ascensore.
La porta si chiuse e i passi fecero capire a Lara che Drake era tornato in camera da letto. Le molle scricchiolarono sotto il suo peso.
Lara si concentrò sui piccoli rumori che potevano aiutarla a capire cosa stava succedendo. Quella sera non avrebbe avuto la possibilità di aprire la cassaforte, ma la priorità, in quel momento, era uscire di casa senza essere scoperta.
Una musica improvvisa le colpì le orecchie, ma venne sostituita da un chiacchiericcio nevrotico, poi ancora musica e infine un commentatore che gridava qualcosa che non capì. Che diavolo, pensò, realizzando che Nate stava facendo zapping tra un canale televisivo e l’altro. Trattenne un’imprecazione, costringendosi a calmarsi con l'irritante pensiero di non poter intromettersi. Appoggiandosi contro il muro, chiuse gli occhi e aspettò. Passarono alcuni minuti, poi mezz'ora e infine, dopo due ore, la stanza divenne silenziosa. Lara aprì gli occhi e guardò l'orologio. Erano le due del mattino.
Per nascondere i segni della sua visita, spalmò nel buco della cassaforte un materiale speciale color metallo che si indurì in pochi minuti. Con lo zaino in mano, si avvicinò di soppiatto all’anta, la socchiuse e sbirciò fuori. Vide le sagome dei mobili tracciati dal chiaro di luna e la figura di Nathan sul letto. Il suo respiro era fermo e lento. Approfittando delle sue scarpe di gomma, Lara si avvicinò in punta di piedi alla porta d’ingresso, con gli occhi fissi sul letto. Quando Nate si mosse, Lara si bloccò, e lui si voltò nel sonno dall'altro lato. La ragazza trattenne il respiro mentre superava a passo felpato il letto. Il silenzio si fece pesante, quasi assordante. Lara posò una gamba in avanti, ma, quando adagiò il piede, il legno del parquet scricchiolò: in quel silenzio assoluto sembrò un forte urlo nella notte. Congelò i muscoli, sbirciando Nate per appurare che non si fosse svegliato. Era rimasto nella stessa posizione. Ci era mancato poco.
Nel momento in cui fece un altro passo, una luce inondò la camera da letto e le accecò gli occhi. Maledizione, pensò fermandosi all'ingresso. Sarebbe stato da codardi scappare. Il letto scricchiolò sotto il peso del suo ex compagno di avventure che fece una torsione col busto.
“Lady Lara Croft,” disse lui in tono divertito. “Chi avrebbe mai pensato che ti avrei rivista in questa circostanza.”
Lara imprecò a denti stretti all’idea della sua espressione sbruffona.
“Cosa ci fai nella mia camera da letto nel cuore della notte?” chiese in tono eloquente.
La sua mente non riuscì a trovare una risposta adeguata, e si maledisse per non essersi preparata per questa evenienza. Aveva bisogno di una storia plausibile per giustificare l’improvvisa presenza nella sua camera da letto, a un continente di distanza dal suo maniero.
Non avendo trovato nulla di meglio, disse le prime parole che le vennero in mente...
   
 
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