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Autore: betty58    03/10/2020    1 recensioni
Elizabeth Gray è una studentessa della Beacon Hills High School e a tutti è nota la sua mente brillante. La sua vita cambia drasticamente quando, una notte, si avventura con i suoi due migliori amici, Scott e Stiles, nel bosco. Qui tante cose succederanno, come per esempio vedere la persona più importante per lei venire morsa da un lupo mannaro diventandolo a sua volta. Da questo momento, Beth verrà catapultata in un nuovo mondo sconosciuto e surreale, che solo nei libri aveva mai letto. I suoi sentimenti, il suo amore, la sua devozione la porteranno a compiere particolari e pericolose azioni pur di salvare chi ama, anche allearsi con un misterioso e spaventoso licantropo, Derek Hale.
*Personaggi e battute completamente prese da Teen Wolf. Ho semplicemente aggiunto un personaggio, ma la storia seguirà perfettamente la serie, o quasi. Buona lettura! :)*
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Lydia Martin, Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*Personaggi e battute completamente prese da Teen Wolf. Ho semplicemente aggiunto un personaggio, ma la storia seguirà perfettamente la serie, o quasi. Buona lettura! :)*

 

Mi sveglio di soprassalto sentendo un fastidioso rumore continuo, proveniente dal comodino affianco al letto. Apro lentamente gli occhi girandomi, ancora mezza addormentata, verso di esso. Scopro che si tratta del telefono di casa che, una volta rincasata ieri sera, avevo utilizzato per parlare con le ragazze e in più, con mia immensa scocciatura, noto che la mia sveglia segna esattamente le 2:12 del mattino. Ma chi cavolo chiama a quest'ora? E per quale dannato motivo non rimetto mai a posto le cose quando le uso? Mamma me lo dice di continuo. Per un momento penso di lasciarlo suonare, insomma la gente dovrebbe dormire solitamente in questo momento; ma la chiamata persiste e piano piano si insinua nella mia mente l'idea che, magari, sia davvero qualcosa di urgente. 
"Pronto?" rispondo ancora con la voce impastata dal sonno.
"Ehm... Elizabeth?" mi chiede la persona dall'altro lato senza ancora identificarsi. Probabilmente in un'altra circostanza mi sarei preoccupata, ma ora sono troppo rincoglionita per capire qualcosa.
"Sì, chi cavolo è alle 2 del mattino?" reagisco intontita, mentre il nervosismo sta prendendo il possesso del mio corpo. Grande, indovinate chi non dormirà neanche questa notte? Sì esatto, proprio io.
"Scusami tanto per l'ora, sono Chris Argent. Ho urgente bisogno di parlare con i tuoi genitori" dice finalmente identificandosi. Chris Argent che chiama a quest'ora? Ma cosa siamo, un centralino aperto 24h? Anche se tutto questo mi sembra molto strano, cosa sarà successo di così urgente da telefonare nel mezzo della notte? E se fosse successo qualcosa a Alison? E se avessero scoperto qualcosa riguardo Scott e il suo mondo? Comunque sia, perché chiamare i miei genitori? Sono diventati bff ora?
"Chris? Cosa è successo di così urgente da chiamare a quest'ora? È accaduto qualcosa ad Alison?" provo a chiedere mentre mi metto seduta sul letto e accendendo la lampada sul comodino.
"No tesoro, non ti preoccupare. Alison sta bene e sta dormendo. Scusa davvero per averti svegliato, non volevo. Ho solo bisogno dei tuoi genitori. Mia sorella sta tornando da un lungo viaggio e ha avuto un problema con la macchina. I meccanici sono chiusi adesso e so che tuo padre un tempo lo era, perciò penso abbia tutti gli attrezzi necessari" mi spiega con un tono di voce ansioso, come se non avesse tempo da perdere. Per quanto sia curiosa in questo momento, la voglia di ritornare sotto le coperte mi spinge ad uscire dalla camera e dirigermi verso quella dove stanno dormendo i miei genitori.
"Certo, attenda due minuti che li sveglio" gli comunico cercando di fargli capire la stranezza della situazione. 
Allontano il telefono, in modo da non fargli sentire proprio tutto, e smuovo leggermente mio padre tentando di svegliarlo.
"Papà! Papà! Chris Argent al telefono" gli dico appena lo vedo aprire gli occhi. Mi guarda prima stranito e confuso, ma quando gli passo il telefono, lo prende e si allontana da me.
"Okay, ho capito. Arriviamo" chiude la chiamata e si dirige verso l'armadio, accendendo tutte le luci possibili. Mia madre si alza intontita e alterna lo sguardo tra me e suo marito non capendo cosa stai succedendo.
"Chris ha bisogno di noi, dobbiamo andare" enuncia semplicemente l'uomo di casa. 
Nel mentre scendo in cucina e mi prendo un bicchiere d'acqua. Che strana situazione. Chris Argent che chiama alle 2 del mattino per una questione urgente, che alla fine è solo una macchina rotta, e chiede aiuto ai miei. Dove hanno preso tutta questa confidenza? Non fraintendete sono contenta che si siano fatti degli amici, ma c'è da dire che si sono trasferiti solo una settimana fa. E poi non poteva andare a prendere semplicemente sua sorella e il giorno dopo ritornare per la vettura? Questi ragionamenti non mi fanno bene a quest'ora e mi rincoglioniscono ancora di più. Mi appoggio allo stipite della porta e li vedo entrambi mentre scendono tutti coperti di nero e con un grande cappotto lungo che li copre totalmente. Da quando si sono trasformati in agenti 007? E perché nessuno mi dice mai niente? Li guardo scioccata e li seguo fino alla porta d'ingresso.
"Dove andate? Ma avete notato l'ora?" chiedo confusa stando sempre dietro di loro. Mia madre si gira e mi prende dolcemente il viso con un'espressione che non le avevo mai visto. Sembra arrabbiata e determinata, ma al tempo stesso preoccupata per qualcosa. 
"Piccola mia, vai a letto. Non ti preoccupare, torniamo subito." mi dice semplicemente mentre raggiunge suo marito fuori nel vialetto.
"È rimasto senza benzina, una sciocchezza" continua mio padre. Salgono entrambi in macchina e si allontanano velocemente. Benzina? Restare senza carburante è un problema così urgente da far uscire tutti così tardi? Le gambe iniziano a tremarmi a causa del freddo e le palpebre non vedono l'ora di chiudersi, perciò chiudo tutto a chiave e ritorno nel mio caldo letto, dimenticando momentaneamente quello appena accaduto.

 

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Per la seconda volta di seguito arrivo di qualche minuto in ritardo alla lezione, ma per fortuna la professoressa è troppo concentrata a consegnarci i compiti, di alcuni giorni fa, per notarmi. Mi siedo alla destra di Stiles, il quale si trova dietro Scott.
"La principessa non si è alzata neanche oggi?" mi chiede sarcastico il pelato facendomi alzare gli occhi.
"Stai zitto Stiles!" rispondo a tono causando una risata da parte di Scott, il quale si volta verso di noi.
"Se Derek non è l'alfa e non ti ha morso lui, allora chi è stato?" domanda questa volta al moro di fronte a lui.
"Non lo so" risponde dopo averci pensato un po' su.
"L'alfa ha ucciso il conducente?" continua il pelato mentre io cerco di stare dietro a tutto quello che stanno dicendo.
"Non lo so" ripete il moro facendo fare a Stiles una faccia davvero tanto strana.
"E il padre di Alison sa..." non finisce neanche la domanda, che Scott si volta spazientito verso di lui.
"Non lo so!" esclama guardandosi attorno avendo attirato l'attenzione degli altri alunni. 
"Padre di Alison? Cosa c'entra?" chiedo non capendo il filo del discorso e ricordandomi di questa notte.
"Sta notte ho sentito un ululato che mi ha portato nella zona industriale. Lì ho sentito degli spari e ho visto Chris Argent insieme a una donna e altre due persone. Poco lontano da loro mi è sembrato di vedere Derek scappare" mi racconta il moro voltandosi nella mia direzione. 
"A che ora circa?" insisto sentendo l'ansia salire dentro di me, cercando di scacciare questo allarme rosso che ronza nella mia testa.
"Non lo so, forse le 3" risponde semplicemente e, scorgendo il mio cambiamento di umore, continua "Perché?"
"Niente" chiudo il discorso, prendendo in mano il compito che la professoressa mi sta passando. Un sorriso soddisfatto appare sul mio volto nel vedere una bella grande 'A+' scritta in rosso nell'angolo del foglio. Immediatamente lo volto verso Stiles che trovo nella mia identica posizione, e noto con piacere lo stesso voto. Spostiamo contemporaneamente lo sguardo verso il nostro amico e una grossa "D-", seguita da diversi segni rossi, risalta sul suo compito.
"Amico mio, devi studiare di più" gli dice il pelato mentre Scott sospira stanco.
"Scott non ti preoccupare, è solo un compito. Lo recuperi subito. Se vuoi ti possiamo aiutare a studiare" tento di confortarlo indicando me e Stiles, il quale annuisce appoggiandomi.
"No grazie, oggi studio con Alison dopo la scuola" ci comunica non staccando gli occhi dal foglio, mentre io continuo a fissarlo come quel sogno che mai potrà esaudirsi.
"Questo è il mio ragazzo" esulta il pelato dandogli una pacca sulla spalla.
"Studieremo e basta" precisa Scott guardandoci con la coda dell'occhio.
"Io non credo" continua il ragazzo alla mia sinistra.
"Tu non credi?" chiede retorico il moro girandosi definitivamente verso di lui.
"Sono costretto a vivere la mia vita attraverso la tua. Se oggi vai a casa sua e sprechi questa colossale opportunità. Io ti giuro... Ti giuro Scott che ti faccio castrare" gli dice agitato guadagnandosi una mia occhiataccia. Questo è proprio il genere di conversazione a cui non vorrei mai più partecipare.
"Siamo solo amici e mi dà semplicemente un aiuto con lo studio. Non c'è assolutamente nulla e smettila con le domande, basta" gli risponde esausto tornando dritto sulla sedia.
"D'accordo, niente più domande. Non parliamo più dell'alfa o di Derek. Specialmente di Derek. Che ancora mi spaventa" termina il discorso e concentrandoci finalmente tutti sulla lezione appena iniziata, ma la mia testa si è disconnessa e continua a rigirare all'infinito la conversazione appena conclusa.

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La mattinata passa velocemente e manca, grazie al cielo, l'ultima lezione. Non vedo l'ora di buttarmi sul letto e dormire tutto il pomeriggio. Non mi interessa di compiti, scuola, genitori assillanti, creature soprannaturali, oggi me la dormo pesantemente. Chiudo il mio armadietto, dopo aver preso libri e quaderni, e mi dirigo verso la classe di storia. I corridoi sono vuoti e beatamente silenziosi, finché un forte rumore non mi fa arrestare sul posto. Mi dirigo verso il corridoio da dove provengono le voci e vedo Derek che sta praticamente attaccando Jackson, il quale è spiaccicato al suo armadietto. Osservo la scena molto combattuta se intervenire o meno. Oh andiamo! Ma un giorno di pace è così difficile averlo? Cerco di convincere me stessa a lasciar perdere, almeno per oggi, ma la parte più razionale e altruista ha la meglio e in men che non si dica mi avvicino ai due, distaccando Derek che ha graffiato il collo del biondo con gli artigli.
"Derek calmati" gli dico una volta allontanati abbastanza. Si appoggia al muro dolorante e solo ora noto la sua pessima cera. Il suo viso è peggio di un lenzuolo bianco appena lavato ed è scosso da continui brividi. 
"Cosa ti è successo? Perché stai così?" gli chiedo leggermente allarmata dalle sue condizioni.
"Ho bisogno di parlare con Scott" mi risponde a fatica, mentre cerca un appiglio a cui aggrapparsi. Un altro dannato déjà-vu. 
"Non puoi stare qui, ti vedranno tutti. Vieni, ti porto via da qui" dopo aver controllato che il corridoio fosse vuoto, gli circondo la vita con il braccio e il suo lo poggio sulle mie spalle. Inizialmente fa un po' troppo affidamento sulla mia forza, infatti a momenti cadiamo, poi riusciamo a trovare il giusto equilibrio e traballiamo fino allo spogliatoio femminile. Le lezioni di ginnastica sono finite per questa mattina e riprenderanno solo questo pomeriggio, quindi sono sicura che non ci sia nessuno. Lo faccio sedere sulla prima panchina che vedo e lo aiuto ad alzarsi la manica del giacchetto di pelle, rivelando una stomachevole ferita. Dopo una iniziale sensazione di disgusto, mi affretto a prendere più carta possibile e un bicchiere pieno d'acqua. Mi avvicino a lui e comincio a medicarlo come meglio posso, soffermandomi sulle vene di colore nero intorno alla ferita. Le accarezzo il più delicatamente possibile e, quando sposto lo sguardo sul suo viso per chiedergli ancora una volta cosa fosse accaduto, lo vedo fare una smorfia di sollievo. Poi bruscamente toglie il braccio dalla mia presa e si allontana di qualche culata da me. 
"Okay lupacchiotto, non ti tocco più" gli dico mentre mi siedo nella panchina opposta a lui. "Scott ora ha l'ultima lezione. Se per il tuo egoismo non è un problema, possiamo aspettarlo qui o se vuoi possiamo andarci a fare una bella passeggiata all'aria fresca" tenta di mandarmi un'occhiataccia, ma un altro spasmo di dolore lo percorre. 
"Sto cercando solo di aiutarti. Se mi dicessi cosa posso fare, posso tentare..." dannazione, non riesco proprio a trattarlo male. Mi fa così pena in queste condizioni. Vorrei solo farlo star meglio, non diventare sua amica. Per un momento lo vedo esitare, ma poi mi fa segno di avvicinarmi o almeno è quello che percepisco dal suo gesto. Sta cercando di togliersi del tutto la giacca, così ne approfitto e corro in suo soccorso. Mi siedo al suo fianco, con le dovute distanze non sia mai che gli venga anche un attacco allergico, e riprendo ad accarezzargli la ferita come avevo fatto poco prima. 
"Cosa sei tu?" mi domanda semplicemente mentre tiene gli occhi puntanti sulle mie mani attorno al suo braccio.
"Una ragazza adolescente che tenta di aiutarti" rispondo leggermente irritata. Ma che domande sono? Mi sento anche un po' offesa per il 'cosa'. So per certo che un giorno il mio lato gentile e buono mi si ritorcerà contro. Lui semplicemente mi scruta attentamente in ogni mossa che faccio.
"Allora... mi vuoi dire chi ti ha sparato?" gli chiedo cercando in tutti i modi di non sfiorare, neanche per sbaglio, il proiettile ancora dentro la ferita. 
"Se lo sapessi non starei cercando Scott in questo momento, cosa dici?!" ribatte con tono duro mentre distoglie lo sguardo. Lo sento irrigidirsi appena, per poi calmarsi nuovamente sotto il mio tocco.
"Quindi ti piace Scott, eh?!" alzo immediatamente lo sguardo scioccata da quello che mi ha appena posto e i battiti del mio cuore sono aumentati notevolmente. 
"Io non ti posso chiedere chi ti ha sparato che mi rispondi come se fosse un segreto di Stato, ma tu puoi chiedermi questioni sulla mia vita privata? Mi sembra troppo ingiusto e scorretto, dato che riusciresti a sentire ogni mia singola cellula scoppiare" mi fermo per guardarlo dritto negli occhi e mi rilasso quando lo vedo fare un minuscolo impercettibile sorriso. Oh mio dio! Ma allora sei un po' umano e non di ghiaccio. Oggi grandi scoperte! Restiamo in silenzio per tutto il tempo a venire, fin quando non noto che mancano circa 5 minuti al suono della campanella. 
"Andiamo! Lo aspettiamo di fuori" gli comunico, aiutandolo a rimettersi la giacca e prendendolo nuovamente per la vita. È decisamente più pesante di prima, segno che la sua condizione peggiora ogni secondo di più. 
Lo poggio al solito muretto che utilizzo come punto di incontro con i miei due migliori amici, con la speranza che ci raggiungano in fretta. L'ultima campanella suona e, lasciando Derek seduto, mi metto a cercare con lo sguardo Scott.
"Penso di aver intravisto... Scott" gli comunico girandomi nella sua direzione, non trovando però nessuno. Lo vedo mentre sta attraversando la strada e per poco non viene investito da una Jeep azzurrina che conosco molto bene. Velocemente mi avvicino e lo afferro prima che cada a terra, mentre mi volto verso Stiles che ha iniziato a suonare incessantemente il clacson. Deficiente lo vedi che abbiamo un problema? Perché cavolo non scende da quella macchina? Mi focalizzo sul ragazzo che sto cercando, con tutte le forze, di tenere in piedi, ma sta sempre di più lasciando andare il peso e, non resistendo più, lo accompagno delicatamente a terra. 
"Ma che cavolo...?" sento Scott per poi vederlo accovacciarsi al mio fianco.
"Che ci fai qui?" chiede a Derek con un leggero tono preoccupato.
"Mi hanno sparato" risponde con molta fatica, mentre si tiene il braccio.
"Non ha una bella cera" constata Stiles. Cos'è? Vuoi concorrere per Mister Ovvio?
"Perché non guarisci?" continua il moro al mio fianco ignorando tutti.
"Non ci riesco, era un proiettile diverso" dice guardandolo dritto negli occhi.
"Era d'argento, vero?" domanda curioso ed entusiasta il pelato ancora in piedi. Dopo tutte le ricerche che abbiamo fatto, in minimo di verità ce lo meritiamo.
"No idiota" ribatte in modo poco gentile.
"Aspetta aspetta! Ha detto che ti restavano 48 ore" pronuncia Scott, come se gli si fosse accesa la lampadina, e tutti ci giriamo verso di lui.
"Che cosa? Chi? Chi ha detto 48 ore?" chiede Derek leggermente confuso.
"Quella che ti ha sparato" risponde il moro al mio fianco fissando gli occhi nei suoi. Per quale motivo non gli ha dato una mano? Quando capiranno che Derek ci serve vivo? Senza di lui non andremo da nessuna parte. Gli occhi gli si illuminano di un blu acceso e un brivido di dolore gli percorre tutto il corpo. La situazione non si mette affatto bene. Di sottofondo si sentono tutte le macchine che, a quanto pare, si divertono ad attaccarsi al clacson. È davvero un suono odioso.

 


 

"Ma che stai facendo? Smettila Derek" gli dice Scott guardandosi attorno.
"Sto cercando di dirti che non ci riesco" risponde stringendo i denti. D'istinto gli riprendo il braccio e glielo stringo piano, proprio come avevo fatto nello spogliatoio, vedendolo prendere finalmente grandi boccate d'aria. 
"Come ci sei riuscita?" mi domanda il moro al nostro fianco togliendomi la mano da Derek.
"Non lo so Scott e non è importante saperlo in questo momento. Dobbiamo fare qualcosa!" ribatto scandendo bene l'ultima frase. Libero il braccio dalla sua presa e lo rimetto dov'era precedentemente.
"Derek, alzati subito" pronuncia Scott ma, dopo che lo guardo male, continua "Facciamolo salire in macchina" prendendolo per le spalle e tirandolo su con l'aiuto di Stiles, che fino a quel momento era rimasto in piedi a fianco noi a guardare la scena. In fondo non è una novità che non gli vada molto a genio. Lo trascinano verso la macchina e lo fanno salire nel posto del passeggero, mentre io salgo dietro.
"Dobbiamo scoprire che proiettile usano" tenta di dire Derek non riuscendo quasi a tenere la testa dritta.
"E io che cosa dovrei fare?" chiede Scott con un tono un po' scocciato. Ma sono davvero l'unica che lo sostiene?
"Lei è un'Argent. Sta con loro" rivela il malato. Quindi la famiglia di Alison è tipo una caccia licantropi? Alison lo sa? Alison ne farà parte? Che coincidenza che i miei genitori siano usciti poco prima che Derek venisse attaccato, non credete? D'ora in poi indagherò di più, cercherò di tenere le orecchie ben tirate e gli occhi aperti.
"Perché dovrei aiutarti?" domanda ancora una volta il moro non del tutto sicuro.
"Perché hai bisogno di lui, come tutti noi" anticipo guardando solo il lupo di fronte a me, mentre sento lo sguardo di Stiles e Scott su di me.
"Va bene, ci provo. Portalo via" dice semplicemente il moro arrendendosi. 
"Ti odio da morire" parla per la seconda volta il pelato, mentre sale in macchina e mette in moto.

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Stiles è appena uscito per andare a ritirare il pranzo che avevamo ordinato poco fa. In macchina è sceso un silenzio strano. Devo ancora capire la figura di Derek. Credo fermamente che lui sia l'unico in grado di darci una mano, è chiaro ormai che sa molto più di noi. E perché passare una notte in bianco cercando informazioni che non avremo mai la certezza che siano vere, quando possiamo usare lui? Di certo mi intimorisce, ma per qualche ora con lui e le sue conoscenze, posso farmelo andare bene. Come ho già ribadito più volte, voglio solo che Scott stia bene e sia felice, magari senza uccidere me o qualsiasi altra persona. Continuo a fissarlo, come se potessi leggergli la mente, anche quando posa lo sguardo su di me. 
"Smettila di fissarmi" mi ordina con tono duro, mentre assume un'espressione severa.
"Sono probabilmente l'unica persona, in tutta la città, che riesce un minimo a sopportarti e che non vuole ucciderti. Non dico di diventare migliori amici, però..." lascio la frase in sospeso cercando di fargli capire il punto.
"Uccidermi? Non ci riusciresti mai" ribatte cercando di voltarsi nella mia direzione, ma si blocca a metà a causa del dolore.
"Sicuro? Nemmeno in queste condizioni?" gli domando retorica mentre lo aiuto a togliersi la giacca. 
"Smettila di starmi addosso" mi dice parecchio scocciato quando mi allontano da lui.
"Senti... per me non è così facile come pensi, okay? Non mi vai così a genio come ti dimostro e non ho la più pallida idea di come io riesca a dare sollievo al tuo continuo dolore, ma ci riesco. Non voglio essere tua amica, né nient'altro, odio semplicemente vedere le persone soffrire. Secondo te perché sono venuta in aiuto di Jackson prima? Perché mi sta simpatico? Ma per favore! E poi sono intelligentemente sicura che tu possa darci tutte le informazioni di cui necessitiamo, al contrario dei miei due migliori amici che non vedono l'ora di buttarti nel primo burrone che vedono. Perciò se, nel mio essere completamente inutile, devo sopportarti e aiutarti in un modo che reputo impossibile e stupido, lo faccio" mi sfogo non staccando gli occhi dai suoi.
"Non lo fai per me, né per te, né per quell'idiota. Lo fai solo..." inizia Derek, credendo davvero di prendermi alla sprovvista.
"Pensi davvero di sapere qualcosa di me che io già non sappia? Ti credevo più intelligente Derek, a quanto pare l'apparenza inganna" continuo a fissarlo e nel mentre prendo il suo braccio, aiutandolo per la milionesima volta in questa giornata. Ci sto prendendo troppo la mano, forse devo davvero rallentare. La sua espressione tramuta totalmente e ora mi sembra parecchio arrabbiato. Distolgo subito lo sguardo e una leggera ansia si fa spazio dentro di me, ma nonostante questa continuo con quello che stavo facendo. Sicuramente riesce a sentire i battiti del mio cuore aumentare e prova inizialmente a distaccarsi, ma rimane comunque in silenzio e si rilassa sotto il mio tocco. Un piccolo sorriso mi nasce spontaneo e, per quanto ci provi, non riesco a trattenermi.
"Comunque è la seconda volta che riesco a zittirti. Lo considero una vittoria" aggiungo tentando di smorzare la tensione, ma ricevo solo un suo secco e severo "Stai zitta" che aumenta ulteriormente la mia reazione.

 

Per fortuna entra Stiles in macchina con varie buste e noi ritorniamo al nostro posto, fingendo di fronte al pelato di non esserci detti niente
 

Per fortuna entra Stiles in macchina con varie buste e noi ritorniamo al nostro posto, fingendo di fronte al pelato di non esserci detti niente. Prendo il mio ordine e inizio a mangiare. Ho una fame assurda.
"Beth chiama Scott, chiedi a che punto è" mi dice il mio amico passandomi il suo telefono. Io? Chiamare Scott mentre è con Alison? Ma neanche morta.
"Io non chiamo Scott. Se vuoi gli mando un messaggio, ma se hai fretta gli telefoni tu" rispondo dopo una piccola risata isterica ripassandogli il telefono, mentre vedo Derek fare un odioso sorriso compiaciuto. Mi fa un segno distratto con la mano mentre riprende a guidare. 
"L'hai trovato?" mando semplicemente a Scott, sperando non mi chiami ma che risponda il prima possibile. 
"Ho bisogno di più tempo" dico leggendo al alta voce il messaggio appena ricevuto del giovane lupo.
"Eh andiamo! Ehi, smettila di sanguinare sui sedili, okay? Siamo quasi arrivati" replica Stiles dando contro a Derek e parcheggiando a lato della strada. Si gira verso quest'ultimo e continua "Che succede se Scott non trova il proiettile magico? Stai morendo?
"Non ancora. Ho un'ultima risorsa" ribatte il malato con molta fatica.
"Che vuoi dire? Quale ultima risorsa?" chiede scioccato e disperato il pelato alla guida. Derek si toglie la giacca, che prima si era appoggiato semplicemente sopra, scoprendo il buco con il proiettile e facendomi notare quanto sia notevolmente peggiorata la sua pelle. Ora è molto più pallida e le vene nere sono decisamente più marcate.
"Oh mio dio! Che cos'è? Oh, è contagioso? Forse è meglio se scendi" esclama Stiles disgustato, cercando di distogliere lo sguardo.
"Metti in moto. Ora" ordina semplicemente il lupo.
"Non credo che dovresti abbaiare ordini nelle tue condizioni, okay? In effetti penso che se volessi potrei trascinare le tue chiappe mannare in mezzo alla strada e lasciarti là" gli sbraita il pelato, facendomi alzare gli occhi. 
"Metti in moto o ti apro in due la gola" dice con calma ma con un tono che non ammette obiezioni "Con i denti" continua Derek spostando lo sguardo sul mio amico. Quest'ultimo inizialmente lo guarda in silenzio e, dopo aver distolto lo sguardo incredulo dalla situazione, accende la macchina e parte. 
Stiamo girando a vuoto da tipo due ore e non ne posso più. Da Scott neanche una parola, così come dai due davanti a me. Stiles è visibilmente irritato e spaventato, mentre Derek si aggrava a vista d'occhio. Avendo ancora il telefono del mio amico, decido di mandare un altro messaggio. Non possiamo aspettare ancora, rischia davvero di morire e non voglio avere il suo cadavere sulla coscienza. "Derek non ha un bel aspetto" e giusto per fargli capire che abbiamo davvero bisogno di quel dannato proiettile e di sbrigarsi, gli mando anche un "chiamami!!!
Dopo circa 10 minuti sentiamo finalmente il telefono del pelato suonare e, dopo aver mostrato ad entrambi che fosse Scott, Stiles si affretta ad accostare e rispondere "Che cosa dovrei farci con lui? Dimmelo
"Tra l'altro sta iniziando a puzzare" ribatte assumendo un'espressione che mi fa scoppiare a ridere e come vedo Derek guardarci male, tento di controllarmi ma è davvero complicato. 
"Puzzare di che cosa?" sento Scott, una volta che il pelato ha messo il vivavoce.
"Di morte" continua quest'ultimo mettendo a dura prova il mio autocontrollo.
"D'accordo, alla clinica veterinaria" suggerisce il moro dall'altra parte del telefono.
"Che diciamo al tuo capo?" domando intromettendomi nella conversazione.
"Se ne sarà già andato. La chiave è dentro una scatola dietro al cassonetto" ci informa concludendo con un pesante sospiro. 
"Lo hai trovato?" interviene Derek.
"Come faccio a trovare un proiettile? Ne hanno milioni. Questa casa è come un supermercato delle armi" risponde Scott con un tono abbastanza innervosito.
"Senti, se non lo trovi io sono morto, okay?" gli mette ancora più pressione, mentre io e Stiles ci guardiamo indecisi sul dà farsi. 
"Comincio a pensare che non sarebbe male" ribatte Scott facendomi scattare verso il telefono. Non può pensarlo davvero.
"Allora pensa a questo: l'alfa ti ha chiamato contro il tuo volere e lo farà ancora. La prossima volta o ucciderai con lui o ti farai uccidere. Se vuoi sopravvivere hai bisogno di me. Trova il proiettile" risponde e chiude la telefonata Derek, lasciandomi addosso ancora più preoccupazione e ansia di prima. Tutto questo è davvero surreale.

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Finalmente arriviamo alla clinica veterinaria e, con l'aiuto di Stiles, trasporto Derek fino al retro facendolo poi sedere su dei sacchi in fondo alla stanza. Lo aiuto a rimettersi la giacca, sta tremando come una foglia e delle piccole gocce di sudore iniziano a scendergli dalla fronte. 
"Aconitum Noveboracense, ti dice niente?" chiede il pelato ancora in piedi con il telefono in mano.
"È una specie rara di strozzalupo. Devo avere il proiettile" risponde il ragazzo al mio fianco con molta fatica.
"Perché?" insiste il mio amico fermandosi davanti a noi e puntando gli occhi in quelli di Derek.
"Perché senza morirò" ribatte quest'ultimo con una severità e freddezza da gelarmi il sangue nelle vene. 
Dopo aver preso la chiave, entriamo dentro la clinica e Derek si toglie velocemente la maglia. Bhe, diciamo che non è messo male il ragazzo, anzi... proprio per niente. Elizabeth, focus!!! Dobbiamo salvargli la vita, rimani concentrata. Già che combini abbastanza guai. Gli prendo il braccio per vedere la situazione e, come immaginavo, si è aggravata ulteriormente. Ora perde sangue e le vene del braccio sono ancora più nere.
"Sai, non sembra una cosetta da curare con un po' di echinacea e una bella giornata di riposo" ribatte Stiles tentando di sdrammatizzare. 
"Quando l'infezione raggiungerà il cuore, mi ucciderà" ci avvisa il più grande mentre si avvicina a un armadietto cercando qualcosa al suo interno. Io e il pelato lo osserviamo semplicemente, appoggiati al tavolo metallico. 
"Il termine 'positività' non è nel tuo vocabolario, eh?" continua Stiles, ma venendo ancora una volta ignorato.
"Se non arriva con il proiettile in tempo, c'è un'ultima risorsa" ci informa mentre continua a guardare nei cassetti.
"Questa è un'ottima notizia!" tento di trarre il lato positivo da tutta questa faccenda.
"E cioè?" chiede Stiles confuso, non staccando gli occhi da Derek che nel mentre ci mostra una mini sega elettrica. 
"Mi dovete amputare il braccio" risponde serio, lasciando sconvolti me e il pelato al mio fianco che a momenti sembra vomitare.
"Okay, una pessima notiziaLo fai tu! Io quella roba non la prendo in mano" dico velocemente alzando in alto le mani e allontanandomi velocemente.
"Non mi pare di averne discusso" esclama il mio amico girandosi verso di me.
"Faccio incubi da quando ho 10 anni, circa tre/quattro notti a settimana. Ne abbiamo discusso ora e il compito rimane tuo. E poi io l'ho aiutato e curato tutto il giorno, era tocca a te. Sei tu l'uomo" enuncio mentre gli passo la sega appoggiata su tavolo. 
"Oh ti prego, no! Che si fa se ti dissanguini?" domanda terrorizzato Stiles fissando l'oggetto nelle sue mani.
"Guarirà se funzionerà" risponde Derek mentre si lega l'elastico poco sopra la ferita.
"Senti, non so se ce la faccio" ribatte assumendo una faccia alquanto disgustata, e come dargli torto. Amputargli un braccio?!!!! Svengo, me lo sento.
"Perché no?" chiede con nonchalance alternando lo sguardo su di me e il pelato.
"Bhe, per tutto quel tagliare la carne, segare l'osso e specialmente per il sangue." enuncia lasciando trapelare il suo panico.
"Tu svieni alla vista del sangue?" domanda con tono rassegnato e preoccupato, mentre alza gli occhi sul diretto interessato.
"No, ma sai alla vista di un braccio imputato potrei farlo
"D'accordo. Facciamo così: o tu mi tagli il braccio o io ti taglio la testa" lo minaccia per la centesima volta in questa giornata, facendomi alzare gli occhi. È sempre dietro a dirgliene una, quando la smetterà? Come fai a prendertela o ad usare un tono così cattivo verso Stiles? Ma l'hai visto? È così dolce e carino. Non capisco come faccia, anche perché con me non si comporta così.
"Okay, senti non me le bevo più le tue minacce" prova a dirgli Stiles cercando di essere abbastanza convincente, ma in cambio viene aggressivamente preso per la maglia.
"Okay okay, d'accordo. Le ho bevute e assimilate. Davvero lo farò. E ora che fai?" continua velocemente vedendo la pericolosa vicinanza con il grande lupo cattivo. Entrambi ci accorgiamo della strana faccia che ha assunto Derek e, neanche tempo di avvicinarmi a lui, che si sporge vomitando sangue nero. Okay, questo è decisamente molto più disgustoso della ferita che porta al braccio. Smetteranno mai le novità di questa natura sovraumana? 
"Oh maledizione, questo che cos'è?" prende parola il mio amico, mentre io aiuto il ragazzo ad alzarsi passandogli anche dei fazzoletti trovati su una credenza.
"Il mio corpo cerca di guarire" si rimette in piedi appoggiandosi con le braccia al tavolo.
"Non sta facendo un buon lavoro" risponde sarcastico Stiles cercando di distogliere lo sguardo da quella strana melma sul pavimento.
"Adesso... Devi farlo adesso!" ordina fissando quell'oggetto spaventoso e il suo braccio. 
"Onestamente non credo di farcela" tentenna il pelato alternando lo sguardo tra Derek e la sega elettrica. 
"Fallo e basta!!!" gli urla quest'ultimo e, seppur con terrore e disgusto, Stiles posiziona lo strumento.
"Oh come faccio? Okay! Oh cavolo! E allora andiamo!" lo vedo prendere una leggera carica, ma poi non resisto più e mi copro gli occhi con le mani. Questa è una di quelle situazioni che non vorrei mai, e dico MAI, vivere. Grazie al cielo, qualcuno ha ascoltato le nostre preghiere e da lontano sentiamo la voce di Scott.
"Betty! Stiles!"

 


 

"Scott" urliamo in contemporanea io e il pelato mentre lo vediamo arrivare. Non perdo tempo e corro fra le sue braccia. Tutto ciò di cui ho bisogno in questo momento e, dopo che mi stringe maggiormente a sé, mi sento decisamente molto meglio. "Sono qui... sono qui" lo sento sussurrare al mio orecchio.
"Si può sapere che stai facendo?" domanda sconcertato notando in che situazione ci trovavamo, dopo esserci staccati. Il mio amico mette immediatamente giù tutto e tira un grande sospiro di sollievo.
"Mi hai evitato una vita intera di incubi" dice sollevato Stiles mentre si allontana dal tavolo.
"Scott ce l'hai?" chiede Derek. Immediatamente Scott tira fuori dalla tasca un proiettile particolarmente lungo e glielo passa. 
"Che cosa vuoi farci?" domanda curioso Stiles, mentre il più grande osserva attentamente la pallottola. 
"Voglio... Voglio" inizia la frase, ma non riesce a finirla che cade a terra svenuto facendo rotolare il proiettile sotto un mobile.
"No No No No" esclamiamo in contemporanea, mentre io e il pelato ci pieghiamo su Derek e Scott corre dalla parte dell'oggetto caduto.
"Derek" lo chiamo mentre gli tiro qualche schiaffo sul viso, ma non dà segni di vita. Inizio a preoccuparmi.
"Derek su, svegliati. Avanti, non farci spaventare. Scott che cosa facciamo?" continuo e nel frattempo il panico prende sempre più spazio dentro di me.
"Non lo so, non riesco a prenderlo" mi risponde mentre lo vedo allungarsi.
"Non si sveglia" enuncia Stiles con il mio stesso tono. 
"Credo stia morendo. Credo sia morto" continua alzandosi sulle ginocchia e spostando lo sguardo su qualsiasi cosa fuorché Derek.
"Tieni duro" provo a dire il ragazzo steso a terra con la speranza che mi senta, prendendogli e stringendogli la mano. Ho fatto fatica oggi ad aiutarlo, è stata una dura prova. Diciamo che non è proprio il genere di ragazzo socievole con cui è un piacere parlare. Ma di certo non merita di morire, e io non merito di vederlo così. 
"L'ho preso! L'ho preso!" esclama Scott mentre velocemente si avvicina. 
"Non mi uccidere per questo" ribatte Stiles lasciandomi confusa, ma poi subito dopo gli tira un pugno sul viso facendosi pure male alla mano, gesto che però riesce a svegliarlo. 
"Dammelo" ci ordina mentre lo aiutiamo ad alzarsi. Con i denti spezza la punta del proiettile e versa la polverina bianca, che si trova al suo interno, sul tavolo per poi dargli fuoco. Tutto questo ci lascia sorpresi e a me pure meravigliata. Da soli non ci saremmo mai arrivati. Se fosse successo a Scott tutto questo? Cosa avremmo potuto fare? Come sarebbe andata a finire? Non riesco neanche a pensarci, non voglio farlo. Non posso perderlo, è troppo importante. Devo convincere tutti del fatto che Derek ci può tornare utile. La polvere fa degli scoppietti e attorno ad essa si crea del fumo blu. Derek la prende in mano e la butta sul braccio, premendo e infilandola in profondità nella ferita dalla quale continua a uscire una strana polvere blu. Immediatamente lo sentiamo gemere dal male e subito dopo cadere a terra mentre urla dal dolore. Per fortuna le grida finisco e vediamo la ferita completamente guarita.
"Questo.È.Stato.Fantastico!" esclama con grinta Stiles mentre alza un pugno in aria. Lo guardo molto male e, dopo avergli tirato una gomitata, mi inginocchio a fianco del lupo ancora steso a terra. 
"Stai bene?" gli chiedo con tono premuroso, anche se ancora mi ritorna in mente la scena appena vissuta.
"A parte il dolore lancinante?" mi guarda e, dopo aver afferrato la mano che gli avevo posto, ci alziamo insieme. 
"La capacità di ricorrere al sarcasmo è già un buon segno" tenta di sdrammatizzare il pelato ancora in piedi al fianco di Scott, ma Derek non l'ha presa così bene, infatti lo sta guardando male, molto male. 
"Okay, ti abbiamo salvato la vita. Quindi devi lasciarci in pace, hai capito? E se non lo fai, tornerò dal padre di Alison e gli racconterò ogni cosa" prova a minacciarlo Scott, spostando gli occhi tra me e il ragazzo al mio lato.
"Ma cosa cavolo stai dicendo Scott? Ti sei fumato il cervello? Non puoi farlo." rispondo immediatamente, guardandolo completamente contrariata e scioccata da quello che ha appena detto. Non può pensarlo davvero.
"Ti fidi di loro? Credi che ti aiuteranno?" chiede Derek, mantenendo la calma anche per me. 
"Perché no? Sono molto più simpatici di te" ribatte quello stupido che mi ha rubato il cuore, anche se in questo momento vorrei dargli solo un calcio nel culo. 
"Bhe io mi fido di Derek, che per la cronaca conosce tutte le informazioni che noi non abbiamo. Poi di certo è dalla nostra parte e non ti spara dietroTi fidi davvero più di loro, che conosci da quattro giorni, che di me?" domando questa volta con tono tranquillo ma secco non staccando di mezzo secondo gli occhi dai suoi, ed è a causa di questo suo continuo silenzio che sento le lacrime pronte a scendere. La cosa che mi butta ancora più giù, è il fatto che in tutto questo Stiles gli ha sempre dato ragione.
"Ti faccio vedere io quanto sono simpatici" prende in mano la situazione Derek facendo un passo avanti, riuscendo a coprirmi.
"Che vuoi dire?" sento dire dal neo-lupo, ma senza prestarci troppa attenzione. In questo momento mi sento divisa in due parti: una è arrabbiata, furiosa nei suoi confronti, quei suoi ragionamenti insensati mi irritano parecchio; l'altra è semplicemente e profondamente delusa.

****************************

Arriviamo velocemente alla casa nel bosco di Derek e saliamo nella sua macchina nera lucido. Ma come fa ad averla così pulita anche in mezzo alla terra e alla polvere? Cerco in tutti i modi possibili di evitare Scott, ma non ci vuole così quale fatica dal momento che nemmeno lui mi rivolge né la parola né un'occhiata. Cioè ora è lui quello che fa l'incazzato? Appena ne avrò l'occasione gliene dico quattro. Incredibile come dopo sei anni di amicizia, preferisce dar retta a persone che ha conosciuto, si e no, una settimana fa. Questa cosa mi ferisce. Che abbia sbagliato qualcosa io in questi anni? Che abbia detto o fatto qualcosa di sbagliato? Che abbia deciso di chiudere con me? Che si sia stancato? Bhe almeno potrebbe dirmelo in faccia, almeno ne parliamo da persone civili, anche se non so quanto potrei reggere a tale dolore. Comunque sia io ho la coscienza pulita ora, so di non avergli mai voltato le spalle, di aver sempre cercato la soluzione migliore per lui. Se lui avesse qualcosa da dirmi, sono pronta ad ascoltarlo, ma non in questo momento. Sono troppo arrabbiata e delusa anche solo per guardarlo, figuriamoci avere una conversazione di quel tipo. La macchina parcheggia e, affacciandomi al finestrino, vedo l'insegna del centro riabilitativo di Beacon Hills. Cosa ci facciamo qui? 
"Che ci facciamo qui?" chiede appunto Scott scendendo dalla macchina, copiato poi da me e Derek. 
Una volta dentro, la segretaria all'ingresso non ci degna neanche di uno sguardo. Simpatica! Ci avviciniamo velocemente a una stanza con la porta aperta e notiamo subito un signore su una sedia a rotelle, completamente immobile. Mille brividi percorrono il mio corpo. Rapidamente le immagini del mio sogno di qualche sera fa si fanno spazio nella mia mente e, più ci avviciniamo, più tutte le sensazioni si moltiplicano. Un forte mal di testa si impossessa di me e d'istinto afferro la mano di Scott. Lui inizialmente tenta di allontanarsi ma, dopo che gliela stringo più forte, si gira verso di me. Sento il mio cuore battere all'impazzata e mi aggrappo definitivamente al braccio del mio amico, che sembra aver capito che qualcosa non va. Infatti ha iniziato ad accarezzarmi la mano con il pollice.
"Lui chi è?" chiede a Derek una volta vicini al signore ancora sconosciuto. 
"Mio zio. Peter Hale" ci risponde non staccando gli occhi dal suo parente.
"Ed è come te? Un licantropo?" domanda titubante il moro al mio fianco.
"Lo era. Adesso è a malapena umano. Sei anni fa, mentre io e mia sorella eravamo a scuola, casa nostra è andata a fuoco. Rimasero intrappolate 11 persone, lui fu l'unico a sopravvivere" racconta il più grande abbassando leggermente lo sguardo. Quello che gli è capitato è davvero triste, non pensavo minimamente che potesse aver vissuto una tragedia del genere. 
"Ma... perché sei sicuro che siano stati loro?" insiste Scott cercando di capirci qualcosa in più. Nel frattempo lo vedo posizionarsi di fronte a me, come a volermi proteggere da solo lui sa cosa. 
"Erano gli unici a sapere di noi" dice Derek girandosi verso di noi. Per la prima volta da quando siamo entrati, la mia mente cambia soggetto e ora i miei pensieri ricadono suoi miei genitori e alla loro scappatella alle due di notte per andare in aiuto di Chris Argent. Quell'allarme rosso continua a rimbombarmi in testa.
"Sei anni fa hai detto?" chiedo ripensando a quando i miei cambiarono lavoro e in risposta lo vedo annuire con il capo.
"Forse avevano una ragione" ipotizza il moro al mio fianco fissando lo sguardo sullo zio di Derek.
"Ad esempio?" ribatte il più grande facendo calare il silenzio nella stanza. Nel momento esatto in cui quest'ultimo gira la sedia, mostrando il volto del suo parente, un grosso groppo alla gola mi fa trattenere per alcuni secondi il fiato. Penso sia lui. Il tipo del sogno. Non chiedetemi da cosa l'ho dedotto, perché è impossibile da spiegare.

 


 

"E questo come lo giustifichi?" continua Derek riferendosi alla metà faccia ustionata di Peter "Dicono che uccidono solo adulti e con prove certe, ma in quell'incendio morirono anche persone normalissime. È questo che fanno e anche Alison è come loro" ci racconta, ma subito dopo veniamo interrotti da un'infermiera.
"Che state facendo? Come siete entrati?" ci domanda con una certa ansia. Bella mia stai calma, siamo solo venuti a fargli visita non a rapirlo.
"Stavamo andando via" risponde il più grande, portando via me e Scott. 
In macchina non vola una mosca e presto arriviamo a casa del mio amico. 
"Vuoi restare da me?" mi domanda quest'ultimo una volta scesi entrambi dalla vettura. Tutto il mio corpo urla un forte ed intenso "Sì!", ma per fortuna o sfortuna, i miei mi hanno trasmesso il tremendo dono dell'orgoglio. Per quanto voglia stare con lui, specialmente dopo quello appena accaduto, mi è difficile non pensare a quanto successo nella clinica. 
"Ti ringrazio, ma è meglio se torno a casa. Ci vediamo" gli dico semplicemente sedendomi poi al posto del passeggero, mentre con la coda dell'occhio vedo Scott ancora lì in piedi. Derek parte immediatamente senza aprir bocca, e lo ringrazio mentalmente per questo. Per il resto del viaggio, le uniche parole che escono sono le mie, mentre gli indico la strada per casa mia. Presto, infatti, arriviamo di fronte al mio vialetto, dopotutto non sono così distante da Scott. Nonostante abbia già spento il motore, ancora non mi decido ad uscire. Non ne so molto bene le motivazioni. Forse non voglio entrare in quella casa, dove non capisco neanche più chi siano i miei genitori. Forse non voglio andare in camera mia e pensare, sicuramente, per tutta la notte a questa giornata e in particolare a Scott. Forse mi aspetto dei ringraziamenti da parte sua, alla fine ho fatto parecchio per lui oggi. Forse, pur di non stare sola, mi accontento della sua compagnia. Anche se fa pena nei rapporti umani. Sento un forte sospiro da parte sua, che mi fa girare immediatamente verso lui. Lo interpreto molto come un "okay, scavati dalle palle", ma purtroppo per lui sono nata anche come una persona molto fastidiosa. Gli copio il gesto accentuandolo abbassando lo sguardo e scuotendo la testa. Lui mi rivolge una brutta occhiata e semplicemente gli rispondo con un sorriso innocente. 
"Okay... Grazie Elizabeth per avermi aiutato in questa giornata così difficile per me. Se non fosse stato per te, ora probabilmente avrei ucciso quell'antipatico e superficiale di Jackson e non me ne sarei nemmeno pentito. In più sarei ancora agonizzante e disperso in qualche parte del mondo alla ricerca di aiuto. O peggio ancora sarei morto. Grazie per non avermi permesso di fare male a quei due soggetti che consideri i tuoi migliori amici. Oggi ho imparato una fantastica lezione. La comunicazione e i rapporti umani. Ci dovrò lavorare un po' su, però posso farcela. Sono Derek Hale e nessuna impresa è per me impossibile. Non vorrei però che tu fraintendessi tutta questa situazione. Per pareggiare i conti, ho cercato di essere gentile con te, accompagnandoti anche a casa. Perciò... buonanotte" mi autoelogio notando che lui non accenna ad aprir bocca e, finito questo mio discorso, lo vedo alzare gli occhi spazientito.
"Bhe... Prego Derek. Credimi che è stata un'ardua impresa anche per me. Non sei per niente una persona facile e starti accanto è stata una bella prova. Ho appreso però che posso sopportare anche le persone più chiuse e forse un po' aggressive; quindi la prossima volta che Jackson mi parlerà, potrei quasi riuscire a rispondergli in modo civile al posto di insultarlo e basta. E questa è decisamente una conquista. Sai, tra tutte le cose che mi immaginavo potessero accadere entrando nel mondo del soprannaturale, il fatto di aiutare Derek Hale non era neanche preso in considerazione, però sono contenta. Sono riuscita, in qualche strano e inimmaginabile modo, a farti star bene. Non ti offendere, ma non credo che io e te potremmo mai essere amici o qualcos'altro. Il mio è stato un semplice gesto di aiuto. Non voglio niente in cambio, tranquillo" mi auto rispondo. A volte sono davvero logorroica. Devo decisamente smetterla di dire certe cazzate e senz'altro devo andare a dormire a un orario decente.

 

 Devo decisamente smetterla di dire certe cazzate e senz'altro devo andare a dormire a un orario decente
 

"Hai finito?" mi dice semplicemente, guardandomi con quell'aria da saccente. 
"Sì, ho finito. Questa è una normale e civile conversazione fra due umani" ribatto sorridendogli e in cambio lui alza gli occhi girando la testa di fronte a lui. Gli lancio un'ultima occhiata e, dopo aver raccolto le mie cose, apro la portiera per scendere.
"Comunque penso si riferisse a te" mi interrompe Derek non staccando gli occhi dalla strada davanti a noi.
"Di cosa stai parlando?" gli domando confusa, fermandomi con metà corpo dentro la vettura e l'altra fuori.
"Quando siete venuti da me per chiedermi come ricordare. Quella a cui non vuole fare male, sei tu." mi informa girandosi verso di me. Non so se credergli. Insomma quello che mi ha detto è qualcosa di grosso, di importante. Non posso di certo fare finta di niente. In fondo lui può sentire quando una persona mente, giusto? E se avesse ragione? Ma se invece mi stesse dicendo ciò solo per farmi andare via? E se volesse solo essere gentile? Senza aggiungere un'altra parola, chiudo la portiera e mi avvicino lentamente al portone di casa. Solo una volta aperto, sento la macchina di Derek sfrecciare via. Con tutta la calma del mondo, mi dirigo in camera e, dopo essermi lavata e messa il pigiama, mi infilo nel letto. Che giornata!

  
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