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Autore: Spensieratezza    03/10/2020    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sam non avesse mai perso l'anima?
Dean e Sam insieme ai loro amici, non faranno altro che attraversare salti quantici per tutta la storia e impareranno un sacco di cose su loro stessi e gli altri.
Scusate, nell'ultimo capitolo ho confuso i nomi, come al solito. Castiel non ha cambiato partner ovviamente. Sta sempre con la stessa persona, ho solo sbagliato a scrivere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lisa Breaden, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il salto quantico'
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“Guarda, Sam, c’è un supermercato!”
“Mmmmm..sei sicuro sia davvero un supermercato?”
“Sì, guarda. Ed è anche ILLUMINATO!!” disse, trascinando Sam con lui.
Le porti scorrevoli bianche si spalancarono subito.
“Non c’è nessuno.” Disse Sam.
“Come immaginavo. Stai dietro di me.”
Sam sorrise.

“Adesso sei tu a difendere me? Che tenerezza.”
“Ehi, sei tu ad essere crollato in una casa, non io.” Disse Nicholas, cominciando a dirigersi avanti.
Sarà meglio che lo tenga d’occhio, non vorrei si facesse del male azzannandosi con un pesce surgelato che si trasforma per l’occasione in un vero pescecane. Pensò Sam.
 
Inaspettatamente, però, non sembrava accadere nulla di nulla.
“Non succede niente, Sam.”

“Non abbassiamo la guardia, anche prima sembrava non dovesse accadere nulla.” Disse Sam.
“Sam, guarda!!” disse Nicholas, indicando una palla di neve.
Sam si avvicinò cautamente.
 
Sembrava una palla di neve magica come tutte le altre. Sam la fissò attentamente. Si vedeva una slitta e delle renne, un babbo natale che accarezzava una renna.

“Nicholas, non prenderla. Potrebbe essere pericolosa.”
“Non posso farne a meno..mi attrae..”
Nicholas, NO!” cercò di frapporsi tra lui e la palla, ma Nichoas lo spostò rudemente e la prese in mano.
“È così bella..”
Sam lo fissò terrorizzato.
“Visto, Sam? Non succede niente!”
“Io..non credo che…che cos’è questo freddo all’improvviso??” chiese Sam.

In effetti all’improvviso Nicholas si guardò il palmo di una mano.
“Fiocchi di neve..” sussurrò.
 
Il supermercato svanì e Sam si ritrovò all’improvviso da solo in una casa.
Sussultò quando si accorse di trovarsi in una stanza del motel in Nebraska.
Sam rivide quando aveva regalato il ciondolo a Dean, che in realtà era un regalo che aveva pensato per il padre.

“Sammy, perché non usciamo un po' oggi e non andiamo al parco? In fondo è Natale.” Disse Dean.
“Sì, mi piacerebbe, Dean!”
 
Cambio scena. Sam si ritrovò al parco e osservava i due Sam e Dean giovani entrare. Suo fratello si sedette su una panchina con una birra e un cheeseburger tra le mani. Il piccolo Sam urlava di gioia, correndo verso un suo amico.

“Meno male che ci sei, speravo di trovarti qui.” diceva Sam.
“Anche io, perché volevo darti una cosa.”
“Davvero?”
“Sì, ecco, tieni.”
Sam urlò. Era una piccola palla di neve magica.
“È  bellissima..” ma subito il suo viso si fece triste.
“Ma non posso accettarla!”
“Cosa? No! l’ho presa apposta per te.”

“Ma io non posso! Non è giusto. Io volevo farti un regalo, ma non abbiamo soldi, papà..non c’è e io..”
Il ragazzino sorrise teneramente.
“In realtà tu mi hai già fatto un regalo. Il primo regalo che mi hai fatto, forse non te lo ricordi, ma io lo ricorderò per sempre.
“Cosa? Che regalo?”
Nicholas si avvicinò a lui e gli sussurrò qualcosa all’orecchio.
“Ohhh-.” Il piccolo Sam sembrava in imbarazzo.

“Vieni, andiamo a giocare adesso.” Gli disse prendendogli la mano.
“Ma..Dean..”
“Tranquillo. Lui ci osserva da lontano.” Disse indicandolo.
Il piccolo Sam e il grande Sam osservarono Dean guardarli. Non sembrava contrariato, solo pensiero, così il piccolo Sam sorrise e andò a giocare con il suo amico.
 
 
Sam aprì gli occhi e vide che erano tornati al supermercato.

Nicholas era poco distante da lui e sembrava avere un’espressione tetra in volto.
“Ti conoscevo..
“A quanto pare!”
“Perché non me l’hai detto prima??”
“Ehi, vacci piano con le accuse, io ho visto quello che hai visto te.”
“Possibile che ci siamo incontrati e non ricordiamo niente del come??”

“Bo..magari è stato un incontro casuale, un’amicizia d’infanzia, le amicizie d’infanzia sono così, nascono e muoiono, continuamente. Velocemente.”
“Ti scivola sempre tutto addosso a te, eh?? Come fai a essere così tranquillo??”
Nicholas si sistemò meglio quello che ora ora Sam aveva notato, essere un grosso berretto che gli copriva il volto. Inaspettatamente, lo spinse contro gli scaffali del supermercato.

“Sono finito in una specie di loop di Alice nel paese delle meraviglie, aiutato da una presenza misteriosa quale sei tu, perché a quanto pare mi sono PERSO metaforicamente, presenza che a quanto pare ho già conosciuto ma non ricordo dove. Non dire mai più che mi faccio scivolare le cose addosso.”
“R-ricevuto..”
Forse dovrei provare a ucciderti adesso, così questo tormento in un modo o nell’altro svanirà.”
“Nicholas…non farlo!!” disse Sam.

Cosa sarebbe successo se davvero ci avesse provato?
Ma in quel momento Nicolas lo lasciò.
“ o forse…rimarrei qui da solo. Solo.
"Nick.."
“Non parlarmi. Non devi – parlarmi.  “ disse Nicholas, continuando ad avanzare.
 
Sam continuava a seguirlo, mantenendosi un po' distante da lui, Nicholas di tanto in tanto gli lanciava delle occhiate.

Si ritrovarono in uno scompartimento pieno di penne, quaderni e zaini.
“Non mi piace questo posto, andiamo via.”
“Ma..perchè?” chiese Sam.
“Non lo so, non mi piace,andiamo via!!” Nicholas cominciò ad agitarsi, ma d’un tratto lo scompartimento si murò in entrambi i lati.
“A quanto pare, devi affrontare qualche ombra del tuo passato, Nick.

“Io non devo affrontare un cazzo!! E NON CHIAMARMI NICK. IO E TE NON SIAMO AMICI, OK? NON LO SAREMO MAI!!”
Un dolore sordo attraversò Sam come una ventata d’aria gelida.
Subito Nicholas cominciò a buttare all’aria gli zaini, stracciare i quaderni e buttare all’aria le matite e le penne.
“Nicholas..”

Odio questo posto. Odio queste cose. ODIO TUTTO QUESTOOOOOOOO.”

NIIIIIIIIIICHOOOOOOOOOOLAAAAAAAS.” Gridò Sam. Divenne ben presto un eco.
 
 
 
 
 
Altro flashback.

Stavolta Sam stava rivivendo il tutto in prima persona. Aveva 17 anni e stava andando al college. Fuori dall'edificio, si fermò a guardare un ragazzo alto, magro, con il viso nascosto dal cappuccio, seduto sui gradini.
“Sam, stai ancora pensando a Nicholas lo strambo?? Lascialo perdere!!” disse uno di loro.
“Non chiamarlo così.” Disse Sam.

“Quello è uno strambo, te lo dico io. Dice di essere venuto qui solo per te, ma chi ci crede! Non state mai insieme, appena cerchi di avvicinarlo, ti scansa e ti tratta male davanti a tutti, ma che cazzo di amicizia è questa. Sembra di essere al liceo, amico. Ma dove cazzo vi siete conosciuti poi?”
“Non sono affari che ti riguardano. E ad ogni modo, lo conosco da tutta la vita.”

“Beh, è strano, ad ogni modo, visto che lui ti tratta come un estraneo.”
“Fa bene a trattarmi male, è colpa mia, se lui ora sta in un posto in cui non vuole stare.”
E si allontanò senza più degnare di uno sguardo l’altro individuo.
 
 
“Ehi, Nick.”

“Ah, sei tu. Vattene via, sto studiando.”
Sam si sedette comunque.
“Non ti da fastidio la luce? L’ombra ti favorirebbe la concentrazione.”
“Ho una concentrazione fissa di mio, grazie.”
“Davvero?”
Sam gli strappò il libro tra le mani.
“Ma i riflessi lenti a quanto pare.”

“Ridammelo subito, idiota.”
“Vienitelo a prendere.”
Sam si alzò.
“Io ti..”

Cominciarono a rincorrersi e Nicholas fece cadere Sam acchiappandolo per le ginocchia.
Il libro finì nell’erba.
“Se l’erba l’ha macchiato, le prendi, Sam.”
“Uhhh, che paura.” Gli fece lo sgambetto e lo fece cadere.
“Pezzo di..”
Sam si mise sopra di lui.

“Togliti..subito..”
“Altrimenti..?” Sam rise.
Nicholas lo guardò smarrito, cercò di tirargli un pugno, ma Sam gli bloccò le mani sopra la testa.
“Sei un cavallo selvaggio, e adesso cosa fai?”
“Io..ti odio, Sam..”

“Sì, l’hai già detto. Più di quanto odi questo posto?”
Nicholas lo guardò con sguardo di sfida, poi lo sguardo di Sam gli ruppe il cuore.

“No..non potrei mai..ci sono venuto per te, lo sai.”
“Io non ho mai voluto costringerti.”
“Ma l’hai fatto. Tu lo VOLEVI e io sono venuto qui. Per te. Me l’hai chiesto tu.”
Lo sguardo di Sam lo distrusse.
Sam gli arruffò i capelli in una sorta di disordinata carezza.
“Perdonami.”

Nicholas con uno slancio, rotolò con Sam e finirono abbracciati di lato.
“L’ho già fatto. Sempre lo farò.”
“Ti voglio bene, Nick..”
 
 
 
*

Era la festa della laurea. Di nuovo Sam stava rivivendo tutto come una seconda volta e non da spettatore, si stavano ubriacando tutti in un locale, Nicholas beveva, un po' troppo, per i suoi gusti.
Sam andò da lui e gli tolse la bottiglia di torno, che cadde da lui e si infranse.
“Ma che diav..Sam, tu sei tutto scemo!!”

Poi si accorse che Sam aveva gli occhi pieni di lacrime.
“Dean mi ha fatto una chiamata..era ubriaco..,non mi ha neanche risposto!! Perché le persone a cui voglio bene non possono fare a meno di essere lucide e stare a sentire che HO BISOGNO DI LORO??”
“Sam..”

Tu, Dean..siete degli idioti, insensibili. Ora si apre un capitolo nuovo sulla mia vita, io sono terrorizzato e voi siete..UBRIACHI..”
“Sam, adesso, basta, vieni qui.”
“NO. NOOOOO.” Cercò di mandarlo via, ma Nicholas lo abbracciò forzatamente e Sam continuò a piangere tra le sue braccia.
 
 
 
 
 
Sentì Nicholas sparire dalle sue braccia e riacquistò coscienza di sè e di chi era, la nebbia era tornata, si sentì come risvegliato come da un sogno, lottando per trattenere le lacrime, quando aprì gli occhi, vide che Nicholas non c’era più al suo fianco. Dove cavolo era finito? Lo chiamò un sacco di volte, ma niente.

Chi era davvero quel ragazzo? Sentiva questi ricordi appartenergli come una seconda pelle, ma allo stesso tempo gli sembrava tutto così strano. Perché non si era mai ricordato di questo ragazzo prima? Ma prima che potesse chiederselo ancora, la scena cambiò.
 
 
 
Si erano appena laureati, Nicholas lo guardava in disparte senza avvicinarsi.
“Nick, vieni con noi, è anche la tua festa, vieni!”

“In che razza di mondo sarebbe la mia festa? Lasciami, Sam!”
“No..io non potrei MAI lasciarti. Quand’è che te lo metterai in testa?”
 
 


*


Si trovavano in un'aula di tribunale e Sam era alla sua prima prova per dimostrare di poter diventare un buon avvocato.

“Lei ha detto che io la avrei uccisa, ma perché diavolo io dovrei essere responsabile per quello che una persona pensa di me?”
Sam cominciò a balbettare, non sapeva cosa dire.

“Lei è un manipolatore della peggior specie, finirà in galera!”
Signor Winchester, vada fuori immediatamente. Come si permette di reagire così!”
“Mi scusa signor giudice, il mio amico è un po' emotivo, ha un grande senso della giustizia ma difficoltà a trattenersi, lo sa benissimo anche lui che questa è un’aula di giustizia e non è giusto urlare e ingiuriare gratuitamente. Mi voglia scusare.”

Nicholas lo accompagnò in corridoio e poi gli prese il volto tra le mani.

“Sei un ragazzo buono, con l’ossessione della bontà, ma ricordati che l’ossessione della bontà può diventare infelicità e l'infelicità fa diventare dei perdenti. Se vuoi sbattere in galera questi criminali, non puoi essere un perdente! I più grandi criminali della storia sono stati presi con astuzia e TESTA, i poliziotti non provano rabbia e dolore per le vittime, se le provassero, non riuscirebbero ad avere la mente LUCIDA per fare GIUSTIZIA, SE davvero VUOI FARE GIUSTIZIA, smetti di pensare al tuo cuore, devi staccarti dalla rabbia che provi e devi mantenere a freno le tue emozioni.”
Sam incatenò i suoi occhi a quelli dell'altro ragazzo.
“Non ci sono mai riuscito con te..”

“Sì, invece..lo fai da tutta una vita…non deludermi adesso. Fai buon viso a cattivo gioco, sentiti sicuro come se avessi già vinto e non lasciare che la tua rabbia ti padroneggi, devi essere TU a prenderti gioco di lei!”
 
 

*

“Sam…”
Il presente era ritornato, Sam si sentiva spaesato.
“Mi sento..mancare..”
“Ehi..ehi..ehi..”
Nick gli prese il viso tra le mani e gli occhi di Sam cercarono il suo sguardo.
“Ora ti vedo..”

Nick aveva dei profondissimi occhi azzurri, come l’oceano, chiari e i capelli castani. Assomigliavano a qualcuno..gli ricordavano le colline e il mare e delle valli in cui era vissuto. In quel momento ricordò che anche nei suoi ricordi, poteva vederlo ma ne era talmente assorbito da non accorgersene.

“Sì, mi sono visto in uno specchio poco distante, sono contento di avere finalmente un volto anche io, amico.”
“Ora mi chiami amico..”
“Ehm..sì, mi dispiace di averi trattato così.”
“Dunque, ora ricordi?”

“Non tutto..ho ricordato la nostra vita al college..probabilmente siamo amici presumibilmente da bambini..questo sì.”
“Dunque devo forse aiutarti ma a fare cosa? E cos’è successo poi? Perché ci siamo separati?”
“Beh..è quello che succede alle amicizie d’infanzia no? Ci si perde poi..si cresce.”
“Noi NO.”

E fu così intensa quella sua dichiarazione che Nick si voltò e lo abbracciò.
“Grazie, Sam..sai, qualsiasi cosa sia successa dopo, mi basterà..mi basteranno per sempre i ricordi che ho visto ORA.”
“Non dirlo..le persone ti deludano e non so cosa possa aver fatto..magari ti ho fatto qualcosa di male e io..”
“Mi sento che qualsiasi cosa possa essere successa tra noi, non avrai agito mai con cattiveria. Me lo sento!”
 
Sam si girò e vide che il supermercato continuava.
“Guarda, ora qualcosa brilla laggiù.”
Si avvicinarono a uno scompartimento in cui c’era un perfetto modellino di una casa in miniatura, ma senza barbie.
“Guarda..sembrano..dei soldatini..” disse Nicholas, prendendone uno in mano.
Subito si ritrovarono dentro la casa.
 
 
Sam ebbe un capogiro e si trovò nel pavimento.
“Nick! Niiiick!”
“Non gridare, sono qui.”
“Che cos’è questo posto?”
“Soprattutto chi diavolo sono QUELLI.” Disse Nick.
 
In salotto c’erano dei genitori che litigavano.
“Ogni volta è la stessa storia. Cos’ho fatto di male per meritare questa famiglia.” Diceva l'uomo.

“Sei tu che non sei buono a nulla. Maledetto il giorno che ti ho sposato.”
Un bambino piangeva in un angolo, poi saliva le scale e piangeva nel letto.
Sam e Nick salirono le scale, poi si accorsero sgomenti di poter trapassare i muri come fantasmi.
“Sei tu vero?” chiese Sam.
“Credo..di sì..lo ricordo..”
Qualcuno bussò alla finestra. Era Sam, che si era arrampicato grazie alla scala lunga del cortile.
“Sam..”

Sam, come il piccolo Nick, sembravano avere entrambi sui tredici o quattordici anni.
“Stai piangendo. Io adesso vado li e li ammazzo.”
“No! No, ti prego! Non farlo.”

Nick lo abbracciò e scoppiò a piangere tra le sue braccia.

Sam pensò che erano molto teneri insieme.

“Sono venuto a prenderti, che ne dici di andare alla sala giochi? Oggi passiamo tutto il tempo fuori.”
“Mai miei genitori..”
“Fregatene!”
 

Sam e Nick li seguirono subito, intanto Sam cominciò a commentare quello che a suo avviso era una stranezza bella e buona.

“È strano..strano che Dean mi lasciasse andare in giro da solo.”

“Dean..tuo fratello, sì..me lo ricordo..mi raccontavi di lui come di un eroe.ma lui non si sentiva così..mi piaceva..anche se lui era geloso di me, perché vedeva che volevi stare sempre con me. Non sono mai riuscito a fargli capire che non ero un nemico..però credo sì..che mi volesse bene a modo suo.”
“Dean? L'hai conosciuto? Io..non lo ricordo..”

“Beh, devo dire che i nostri battibecchi non era qualcosa che ti piaceva vedere.” Disse Nick.
 
 



La scena cambiò.
Erano sempre a casa.
I bambini facevano i compiti. Stavolta erano più piccoli, Sam calcolò che avranno avuto 11 o 12 anni.
Il padre sbraitava.

“Non hai ancora pulito la casa come ti avevo detto! È tutto un macello.”
“Papà..sto studiando.”
“Che cosa ti ho detto? Prima i doveri, poi si studia. “
“Posso pulire io la casa, signore.”

“No..tu sei un ospite, Sam..e sono contento che sei con mio figlio. Lui ha sempre bisogno di compagnia, sai? Quella stronza di sua madre non c’è mai. Se ne va sempre via e torna sempre quando non me lo aspetto. Di notte, quando dormo.”
Qualche lacrima scivolò sulla sua guancia.
“Scusate..io me ne vado un po' sul terrazzo.”

Nick era mortificato.
“Mi dispiace infinitamente che devi vedere la mia famiglia incasinata, Sam.”
“Non dirlo neanche…tu sei mio amico e poi dovessi vedere quanto è incasinata la mia di famiglia.”
“Non è stato sempre così papà..una volta era diverso..sempre generale ma non così..ma da quando c’è stato il...tradimento di mamma..non  è stato più sé stesso..lui non è stato più capace di perdonarla.” Disse piangendo.
Sam lo prese tra le sue braccia.

“A volte va in chiesa a chiedere che gli spiriti maligni lascino la nostra casa..io preferirei che restasse con me a guardare la tivù, ma lui niente, non mi ascolta.”
“Sono sicuro che il tuo papà ti vuole bene, anche il nostro è un po' burbero lo sai e anche lui è ossessionato dalla mamma, ma la nostra è morta.”
Nicholas a quelle parole, sciolse l’abbraccio.
“Scusami, sono stato insensibile.”

“No, non fa niente! Volevo solo dirti che spesso i papà quando sembrano crudeli, sono soltanto ..addolorati.” disse il ragazzino.
“Sei sempre così saggio, Sam. Quando sto con te, anch’io mi sento un po' più saggio. Resta con me per sempre ti prego!”
“Nick, se tu lo vorrai..io non ti lascerò MAI.”
 
 
 


*


“Sam, maledizione, ecco dov’eri! Si può sapere perché mi fai sempre dannare?? Papà è incavolato nero, vuole che torni a casa, domani dobbiamo..beh, insomma, lo sai.”
Sam stava giocando al bowling, ai videogiochi con Nick e guardò l’amico con sguardo infelice.
“Scusami, devo andare.”
Il ragazzino gli bloccò il braccio.

“No, Sam, è presto. Tuo fratello viene a casa più tardi.”
“Scusa, ragazzino, ma non accetto..o meglio, papà non accetta un no come risposta. Se dice che dobbiamo essere a casa ora, è ORA.”
“Chiami CASA quel buco in cui stai? La vostra casa, è come le onde del mare, si sposta e cambia sempre.”
Dean lo guardò storto.

“Almeno non ci annoiamo mai. Sam, andiamo, avanti!”
Sam lo guardò dubbioso.
“No, voglio stare qui ancora un po', per favore.”
Dean serrò i pugni.
“Fai quello che ti pare! Te la vedi te con papà, quando torna a casa.”
“Dean..aspetta..” Sam stava già cominciando a piagnucolare, ma la voce di Nick lo fermò.

“Sei così ansioso di correre da papà a prenderle? Perché è con te che se la prenderà quando tornerai li.”
Dean si girò verso di lui con i pugni serrati.
“Non-provocarmi. Vuoi stare con mio fratello. Te lo sto lasciando. Goditelo finchè puoi, perché poi MIO FRATELLO torna a casa, con me, perchè è MIO FRATELLO.”
“Non ho mai voluto rubartelo, non siamo in competizione.”
Dean serrò i denti.

“No?? Passa tutto il tuo tempo con te. Devo quasi strattonarlo per farlo tornare a casa.”
Gli si avvicinò, Sam lo guardò preoccupato anche se sapeva che Dean non avrebbe mai preso a pugni un ragazzino.

“Hai mai provato a passare del tempo con Sam, invece di trascinarlo sempre a casa? Intendo passare VERAMENTE del tempo con lui.”
“Cosa?” Dean sembrava sorpreso di quello che stava dicendo.
“Sai, Sam non mi racconta cosa fate quando andate via, ma mi dice che lo lasciate sempre da solo..”
“SAM!!”
“Mi dispiace..io..”
“è troppo piccolo per la…LA COSA che facciamo…non vogliamo si faccia male.. è impegnativo..è..”

“Oh, per favore! Sam non muore dalla voglia di fare qualsiasi cosa voi facciate..lui vuole solo stare con te, ma tu vai da lui solo per confinarlo a casa. Perché non resti con lui al di fuori dei motel in cui state, qualche volta e non passi del tempo con lui?”
“Sam..lasci che lui dica queste cose di me?”
Sam si guardò le scarpe senza dire nulla.
“Cosa?? Pensi abbia ragione?? Sam, noi passiamo tutto il tempo insieme!”

“Ah sì?? Dimmi una volta in cui siamo andati insieme da qualche parte e non c’entra stare chiusi in macchina.”
Dean girò a vuoto e non riusciva a dire niente.
“Io..io..”
“Non devi essere geloso di me, Dean, lui sta in mia compagnia perché tu non vuoi stare con lui.”
“NICK, QUESTO NON è VERO!”

“So che mi vuoi bene, ma vuoi più bene a tuo fratello. A me va bene. “
“Questa conversazione è assurda…Sam..”
Sam era diventato tutto rosso ormai.
“L’hai fatto arrabbiare, io fossi in te, farei qualcosa per farti perdonare. “ suggerì Nicholas.

Dean guardò l’uno e poi l’altro, poi si leccò le labbra a disagio.
“Io..credo tu abbia la lingua un po' lunga, e ti impicci di cose che non ti riguardano. Qualcuno deve insegnarti  a stare zitto, che dici, Sam, mi aiuti a stracciarlo e a dargli una lezione?”
Nick fece a Dean un sorriso incoraggiante.
Sam annuì timidamente.

“Sarà meglio prima che avvisi tuo padre che resterai qui, se ti sarai con Sam, non si arrabbierà molto.”
“Non lo conosci bene.” sospirò Dean.
“Sam non mi dice cosa fate, ma mi ha detto che vi aiuta a dei progetti..non mi ha detto quali!!" disse subito Nicholas sotto lo sguardo di Dean. "Puoi dirgli che Sam trova che si concentra meglio qui al bowling, lo aiuta a pensare meglio.” Sottolineò-
Dean lo guardò stranito.
“Io..ehm..credo tu abbia ragione. Adesso lo chiamo.”
 


Dopo qualche minuto tornò tutto galvanizzato.

“Sai, Nick, sei un vero genietto. All'inizio papà si è domandato come facessimo a..ehm, studiare i progetti in un ambiente pubblico e perché mai li portassimo in giro, ma poi è caduto nella trappola e ha acconsentito, anche se sembrava un po' spiazzato.”
“Sì, ok, lo sapevo, adesso sei pronto a essere stracciato?”
“Sarò io a stracciare te, pivello.” Disse Dean.
 
Alla fine fu Sam a vincere, con grande disappunto dei due.
 


Ci fu un cambio di scena e Sam e Nicholas assisterono nuovamente a un litigio tra Nicholas e suo padre.
“Sei sempre il solito, non posso mai contare su di te!!”
E andò in cantina a lucidare le sue armi.
“Tranquillo, vado io.” Disse Dean e andò da Luc.
“Signore, posso aiutarla con le armi? Sa, anche mio padre ne è un appassionato. Sono abituato a farlo.”

“Sei molto gentile, ma era mio figlio che avrebbe dovuto aiutarmi.”
Dean scosse le spalle.
“Sta giocando ai videogames con mio fratello. è spiacente di averle detto di no, ma non voleva farlo rimanere male.”
“Sei un caro ragazzo. A volte mi chiedo cosa sbaglio con lui. Lui mi odia.”

“No..non la odia..è che non sa come prenderla Anche mio padre ha un brutto carattere..ma una volta Sammy, mio fratello, mi disse una cosa stupenda, mi disse che quando una persona ti rifiuta, non sta rifiutando la persona, te, ma la sua comunicazione.”
Luc lo guardò con tanto d’occhi.
“Tuo fratello mi sorprende, è così saggio alla sua età?”

“Vero? A volte penso che mio fratello è un angelo. Mi adora..ma io lo lascio sempre solo. Merita il meglio e sono contento che ha trovato Nick con cui può giocare..e che non lo faccia sentire solo.”
Gli occhi di Luc si annacquarono un po'.
“Mi lamento sempre di lui..perché è quello che fanno i genitori..ma non vorrei che fosse diverso, neanche quando lo faccio.”

“Sono certo che lui lo sa..e sono certo che troverà il modo per farglielo capire. Anche mio padre spesso litiga con noi, ma poi trova sempre il modo di farci capire che ci vuole bene.”
 
Poco più tardi, Luc si affacciò al salotto e gridò:
“Bella partita. Ditemi chi vince dopo.”
Una mezz’ora dopo, arrivarono Sammy e Nicholas a servire un vassoio.

“Abbiamo pensato che forse gradivate uno spuntino.” Disse Nicholas servendo i panini, lui servì un bicchiere di vino rosso al padre che lo guardò sbalordito.
“come sai che è il mio preferito?”
“Beh, lo bevi sempre.”
“Non pensavo mi osservassi.”

“Io ti ascolto e ti osservo sempre..anche se tu pensi di no.” disse Nicholas.
Sammy si sedette vicino a Dean, che si alzò, facendolo rimanere un po' male, ma Dean si alzò solo per rannicchiarsi seduto dietro Sam, facendolo arrossire all'imbarazzo, ma poi dopo vinse il languore che provava a sentire suo fratello abbracciarlo. Cercando di scacciare l'imbarazzo, appoggiò la testa al suo collo.
 
 
Tornarono al presente. Nick e Sam erano abbracciati, ma quando si resero conto della cosa, sciolsero l’abbraccio, sentendosi a disagio e tossendo.

“Hai visto anche tu quello che ho visto io?” chiese Sam.
“Ehm..sì..sembra davvero un film..mi sembra impossibile che io abbia scordato tutto..”
“Anche io , ma credo c’entri questo luogo.” Disse Sam confuso.
“Sam, guarda!!”
Inaspettatamente erano arrivati alla fine del supermercato, la commessa li guardò gentile.

“Come avete intenzione di pagare? Contanti o bancomat?”
“Ehm..” disse Sam.
“Non conosco questa opzione, mi dispiace, signori. Contante o bancomat?”
“Nick, tu hai soldi con te?”
“È già tanto se ho me stesso, Sam, che domande fai?”

“Uhm..mi dispiace, noi..oh, ma che diavolo! Sto parlando a una persona che non esiste! Nick, andiamocene!”
Ma appena cercò di uscire dalla porta a vetri, quella, come se fosse viva, si mosse come fosse fatta d'acqua e lo rimandò indietro con una spinta.
“Ma che diav..”
“Mi dispiace signori, ma chiunque entri qua deve pagare per il servizio.”
“Ma quale servizio! Non abbiamo acquistato nulla!”

“Questo è un supermercato speciale, avete comunque usufruito dei servizi che vanno pagati.”
“Senta, bella, non sappiamo più come dirglielo. Non abbiamo soldi, va bene?? “ gridò Nick.
“Oh, ma dovevate dirlo subito, allora questo è tutto un altro discorso. In questo caso vi servirà una banca.
Sam e Nick si guardarono orripilati a quell’esternazione.

“La trovate appena usciti dall’edificio, sempre dritto. Una volta li troverete tutto il contante a disposizione per pagare i servizi.”
“E se ci rifiutassimo?2 chiese Sam.
“Non credo vorrete sfidare i poliziotti. Vi rincorrerebbero fino a quando non avrete pagato il vostro debito.”
Questo fece scattare Nick, in un modo che neanche Sam si aspettava.

“Il MIO DEBITO. Prendetevela con me, ma LASCIATE ANDARE il mio amico!!”

Sam lo acchiappò subito da dietro.
“Nick, no, basta così, lei non c’entra niente! È una semplice commessa. Andiamo via.”
Nick si lasciò trascinare via contrariato.

“Guarda..i poliziotti..ci controllano..”
In effetti alcuno poliziotti piantonavano i lampioni, in apparenza casualmente, erano un po' dappertutto e sembravano dei cartonati ma i ragazzi erano certi che se solo avessero provato a scappare, li avrebbero inseguiti e chissà cosa gli avrebbero fatto.

“Mi sembra di essere finito in una specie di monopoli magico. Va bene, andiamo in questa maledetta banca. Ti dice qualcosa a te?”
“Uhm..non ne sono sicuro.”
“In che senso?”

“Ehm..diciamo che il tema dei SOLDI ha contornato un po' la nostra vita. Ma niente di importante, almeno credo.” Disse Sam.

Mentre camminavano, Sam cominciava a sentire un peso grave sul cuore. Si rese conto che non voleva andare avanti, non voleva scoprire cosa c’era sul fondo, perché forse sarebbe significato perdere per sempre Nick, non voleva che morisse, anche se fino a quel momento non si ricordava neanche di lui.
Ma come faceva oramai a tirarsene fuori?






















Note dell'autrice: ragazzi vediamo se riuscite a indovinare che cosa c'è di strano in Nic ehheeh è un indizio impercettibile, vediamo se riuscite a coglierlo xd
A quanto pare invece di essere un capitolo unico, sarà una specie di minitrama solo per lui ahha ma mi piace la cosa, spero solo di riuscire poi a strutturare quello che voglio strutturare, perchè ancora non ci sono riuscita xd
   
 
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