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Autore: Nikita Danaan    04/10/2020    2 recensioni
[La Bella e la Bestia AU!]
"C’era una volta, tanto tempo fa, uno splendido castello in cui viveva un principe di bell’aspetto. Aveva i capelli neri come le ali dei corvi, occhi profondi e scuri, ma era terribilmente egoista e senza cuore, tanto che una notte una vecchia chiese asilo nel suo castello. Inuyasha – questo era il nome del principe crudele – glielo negò, inorridito dal suo aspetto.
Quest’ultima, adirata, rivelò il suo vero aspetto, ovvero quello di una sacerdotessa nera che aveva venduto l’anima ai demoni per poter acquistare la bellezza e la vita eterna.
Tsubaki, la sacerdotessa, gli disse “Non bisogna mai giudicare una persona dall’aspetto esteriore”."
***
Kagome è una ragazza molto bella che adora leggere. Immergersi nei libri è l'unico modo che conosce per vivere una vita piena di avventure. Un giorno il nonno, mentre si reca ad una esposizione sulla scienza, si perde e finisce prigioniero in un castello. La ragazza lo andrà a cercare ma si imbatterà in una creatura, che tutti definiscono una bestia.
[GLI AGGIORNAMENTI SARANNO LENTI]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il signor Higurashi era in viaggio sul suo vecchio cavallo Entei. Quella creatura era insieme a lui e sua nipote da anni. Ricordava come Kagome da piccola adorasse salire su Entei, quando era ancora un puledro, e fingesse di essere un cowboy, ossia un mandriano, come il protagonista di un libro che le piaceva leggere in quel periodo.
Sorrise al ricordo della nipote: aveva sempre avuto una fervida immaginazione, la sua Kagome.
Un po’ come sua figlia. Anche a Yume piaceva molto leggere e sognava di fare la scrittrice. Da un lato era molto contento che la nipote avesse ereditato da sua madre questa passione.
La sua piccola Kagome aveva sempre desiderato viaggiare in lungo e in largo, tra le terre immaginarie che esplorava nei suoi libri o quelle che creava lei da zero. Non gli aveva mai fatto pesare il fatto che vivessero in un paesino rurale di campagna, dove gli abitanti li ritenevano pazzi ed eccentrici, perciò allo stesso tempo si sentiva in colpa per non riuscire ad aiutarla nel realizzare il suo sogno, ovvero quello di vivere mille avventure.
Giurò a sé stesso che appena sarebbe tornato dalla fiera della scienza avrebbe aiutato Kagome, con ogni mezzo necessario, a farle realizzare il suo sogno. Magari era la volta buona che lasciavano anche quel maledetto villaggio, dove decisamente non avrebbero sentito la loro mancanza e finalmente sua nipote si sarebbe liberata di quel perdigiorno di Koga.
Sperava che con la sua nuova invenzione avrebbe guadagnato qualcosa da mettere da parte e così spostarsi con più serenità.
Purtroppo lui e Kagome non navigavano nell’oro. Lei faceva di tanto in tanto qualche lavoretto come aiutante in cucina, donna delle pulizie, aiutava il signor Totosai in libreria, mentre lui si arrangiava riparando arnesi e oggetti vari per gli abitanti del villaggio, ma lo facevano giusto per guadagnarsi i soldi necessari a comprare solamente da mangiare e i vestiti, visto che i libri Kagome fino a quel momento li aveva presi in prestito e basta, per cui se avessero dovuto intraprendere un viaggio, anche per raggiungere il villaggio il più vicino possibile al loro avrebbero avuto comunque bisogno dei viveri.
Al pensiero che la nipote non avesse nemmeno una piccola libreria per i suoi libri gli riempì il cuore di tristezza.
Strinse con più forza le redini del cavallo.
“Eh sì mio caro Entei” sospirò “Farò in modo che Kagome sia felice”.
L’animale nitrì in tutta risposta e continuò a trottare nel bosco.
 
Passò un tempo imprecisato. Il signor Higurashi sapeva di essere dentro al bosco da un po’, ma aveva come la netta sensazione che stesse girando in tondo.
Sbagliava o quell’albero di magnolia l’aveva già visto già tre volte?
Poteva essere che in quel bosco gli sembrasse tutto uguale, perché fondamentalmente c’erano solo alberi di vario tipo, foglie secche, qualche cespuglio e ogni tanto si sentiva il verso di qualche animale notturno, per esempio le civette.
Si guardò attorno ancora un paio di volte, prima di sbuffare affranto “Entei, mi sa che ci siamo persi”.
Ad un certo punto il cavallo nitrì in una maniera strana e fece un movimento brusco che per poco non disarcionò il signor Higurashi. L’anziano si aggrappò come poté alla sua criniera bianca “Entei, piano! Così mi fai cadere!” lo rimproverò l’uomo.
Ma il cavallo era tutto concentrato a fissare l’albero di magnolia, allorché si sporse per vedere meglio cosa lo turbasse tanto in quella pianta. All’apparenza era un albero come un altro. Non vedeva sulla di strano.
“Su, Entei, andiamo! È solo un normalissimo albero di magnolia, non è un mostro assetato di sangue”.
L’uomo non fece nemmeno in tempo a dare al cavallo due colpetti con le redini per farlo ripartire, quando il cavallo nitrì di nuovo.
Stavolta era davvero terrorizzato, tanto da scaraventare a terra il signor Higurashi. Il cavallo corse via scalpitando più veloce che poté.
“Aspetta Entei, non lasciarmi qui!” urlò invano allungando una mano rugosa verso la creatura, che parve non sentirlo minimamente.
Il povero vecchio vide una cosa che lo sconvolse. Al centro del tronco dell’albero le righe che percorrevano la corteccia formarono una forma circolare.
Il vecchio guardava la scena sconvolto, non avendo il coraggio di alzarsi da terra. Egli tremava dal terrore e non riusciva nemmeno a muovere le dita di una mano.
All’interno del cerchio, esse si mossero come fossero un mulinello d’acqua e crearono una forma simile ad un volto. Infatti dentro di questo due rughe si aprirono e si allungarono.
Sgranò gli occhi non credendo a ciò che stava guardando.
Erano degli occhi!
Degli occhi dal taglio vagamente a mandorla che lo stavano fissando.
Il signor Higurashi gridò e scattò in piedi allontanandosi il più velocemente possibile da quel luogo.
Era davvero pazzo? L’aveva visto davvero o stava sognando?
Non ne aveva idea. L’unica cosa che sapeva in quel momento era che doveva scappare il più lontano possibile da quella cosa, sia che fosse un miraggio sia che fosse reale, anche se incredibilmente era molto più propenso a credere alla seconda opzione, dato che nemmeno la sua piccola Kagome avrebbe mai immaginato un albero con gli occhi, men che meno lui!

Angolo dell'autrice
Cowboy=spiego questo termine perché nel mondo della fanfiction ho immaginato che non fosse un termine di uso comune.
Yume=nome che ho dato alla mamma di Kagome, il cui significato è "sogno".            
Magnolia= è l'albero-demone Bokusenwo che appare in una puntata dell'anime.
   
 
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