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Autore: crazy lion    04/10/2020    4 recensioni
A luglio di quest'anno, nel mio giardino è arrivato un gattino magrissimo, denutrito e che piangeva forte. L'abbiamo adottato e chiamato Red. In questa poesia racconto la nostra storia.
Genere: Fluff, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RED

 
Sei arrivato un pomeriggio di luglio in cui il sole scottava,
l’aria era umida e non si respirava.
Io mi trovavo in camera, ti ho udito dalla finestra aperta.
Il tuo era un pianto straziante, di chi è solo,
o ha paura, o fame e qualcuno aspetta.
Era triste, non ne avevo mai sentito uno così
e ho capito che dovevo fare subito qualcosa, sì.
 
Ho atteso per capire se fossero i miei mici,
ma loro non miagolano in questo modo, come infelici.
Quando sono scesa in giardino a controllare,
non c'era più nessuno lì a gridare.
 
Non vedo e non ho potuto fare altro,
a casa non c'era nessuno e i miei ho aspettato.
Non ti hanno visto, ma per ore dalla camera ti ho ascoltato
e per me terribile è stato.
 
Non sapevo dove fossi, non potevo fare niente
e mi sentivo orribile e impotente.
Mi dicevo che sarebbe finita come qualche anno fa, ormai,
quando io e mamma avevamo sentito un micetto,
ma, non trovandolo, avevamo sofferto più che mai.
 
Ti sei fatto vedere la sera e i giorni dopo,
eri piccolo, qualche mese, e rosso.
Soffiavi, scappavi, eri terrorizzato.
Magrissimo, affamato, abbiamo chiesto in giro,
ma non eri di nessuno, qualcuno doveva averti abbandonato.
Ti abbiamo nutrito e con te con uno spago giocato.
 
Papà ha detto che avremmo dovuto avvicinarti.
"È un cucciolo, dobbiamo farlo adesso,
o poi diventerà troppo selvatico
e andrà via, l'avremo perso."
 
Ma, purtroppo, lui non aveva tempo,
doveva lavorare, lo sapevo.
Mi ripeteva che non poteva occuparsene molto
e a me dispiaceva, ma lo comprendevo.
 
Tutte le mattine io presto mi svegliavo,
scendevo, il cibo ti davo,
poi mi sedevo a terra per farti meno paura
e da lì cantavo, ti chiamavo, ti parlavo.
 
L'ho fatto per ore, giorni, mentre tu miagolavi,
intorno mi giravi e, se muovevo la mano, scappavi.
Non vedendoti, a volte non capivo dove fossi andato,
ma poi ti udivo di nuovo, e allora comprendevo
che, in silenzio, mi avevi osservata.
Eri un maschio, Red ti avevo chiamato.
Non molto originale, ma a te sempre bene è andato.
 
Non è stato facile, ma un giorno la mano mi hai leccato,
poi ti sei avvicinato e la mano con la zampa mi hai sfiorato.
E quando, dopo eterne settimane,
non molte, ma che a me sono parse tante
per la prima volta ti ho preso in braccio,
una gioia immensa ho provato.
 
Il mio cuore di felicità ha esultato
e lacrime di felicità ho versato.
Soffro d'ansia, e stare fuori con te una mano mi ha dato
a superare un po' il disagio che stare all'aperto
questo disturbo mi ha provocato.
 
Il tuo pelo è soffice come cotone
e fin da subito ti sei mostrato
coccolone e giocherellone.
Presto a mamma ti sei abituato
e farti accarezzare da lei hai amato.
 
Furia e Stella non ti hanno subito accettato.
Lei soffiava, si arrabbiava.
Tu volevi giocare, ma anche Furia miagolava
e con forti zampate ti allontanava.
 
"Date loro tempo, è normale" ci diceva la veterinaria.
Ti ha visitato e ha scoperto che eri sano
Ho tirato un sospiro di sollievo
perché, per giorni, avevo temuto stessi peggio.
 
Sei entrato la prima volta in casa il 12 agosto
e hai riempito di più amore, gioia e allegria questo posto.
Dormi con me tutte le notti, ora anche con Furia
che si è abituato a te e ti concede
di stare sul letto,
il suo posto prediletto.
 
Stella ha iniziato a soffiare di meno.
Si stava abituando, ed eravamo felici per questo.
Ho sempre detto che siete tre fratelli
e una volta vi ho visti su una finestra insieme.
La micia non ne era molto contenta,
ma eravate così belli.
 
Il tempo è passato, ti sei abituato.
Qualche marachella hai combinato,
ma col trascorrere dei giorni sei migliorato.
Come gli altri, il padrone di casa sei diventato.
Adori dormire sul divano,
sulla poltrona saltare,
o con quel bastoncino e un filo giocare.
Sei vivace, non ti stanchi mai.
Sali sulla mia scrivania e al computer provi ad avvicinarti,
devo stare attenta e ogni volta allontanarti.
 
A volte le unghie sul divano ti fai,
c'è il tiragraffi, lo sai,
ma sembri non comprenderlo davvero mai.
Quando esci dalla porticina basculante
lo fai a una velocità impressionante.
Mordi le mie mani, le lecchi, le graffi,
ma vuoi solo giocare e farti coccolare
e so che, a tuo modo, mi ami.
 
Pochi giorni fa è successa una cosa terribile,
qualcosa che per sempre ha cambiato le nostre vite.
Stella da un'auto è stata investita,
ma l'abbiamo portata in clinica, era ancora viva.
Per qualche giorno sembrava ce la facesse
e tra pianti, preghiere, angoscia, attesa
notti insonni e giorni che sembravano anni
speravamo che infine si riprendesse.
 
Tu e Furia mi siete stati vicini.
Vi ringrazio per questo, piccolini.
Capivate che qualcosa non andava
e, quando mi disperavo e piangevo,
con fusa e leccate mi consolavate.
 
Ma con Stella il destino è stato avverso
e ciò che speravamo si è tramutato
in qualcosa di molto diverso.
Stava troppo male, non c'era soluzione
e, con un indescrivibile dolore
anche se aveva solo cinque anni
per sempre abbiam dovuto farla addormentare.
 
Sono passate poche settimane e la casa è più vuota
il dolore è forte, che sia trascorso un po’ di tempo non importa.
Furia soffre, gira qui dentro per cercarla.
Mi domando se faccia lo stesso fuori,
se continui ancora a chiamarla.
 
Ma tu, Red, sempre accanto gli stai,
fra agguati, giochi e lotte
non lo abbandoni mai.
Grazie per essere per lui un così bravo fratello,
la tua presenza gli è di conforto,
rende allegri entrambi, e vedervi assieme è bello.
 
Fa battere più forte il mio cuore,
gli dà un po' di gioia e speranza
e ringrazio ogni giorno il cielo
di avere ancora due gatti che amo nella mia vita
e che trascorrono tanto tempo con me nella mia stanza.
 
Red, ho capito fin da subito che eri un gatto speciale,
che ti avrei voluto adottare
e che il nostro incontro non è stato casuale.
Tu e Furia siete quasi dei figli, per me la verità è questa,
senza di voi non so che farei,
mi sentirei persa e in balia della tempesta.
 
Affronteremo questo dolore a nostro modo.
Spero ne usciremo, che ci riprenderemo, ma senza dimenticare.
E forse anche voi, se la sera le stelle resterete a osservare,
una più luminosa ne vedrete brillare.
Non lo capirete, ma è vostra sorella che vi sta a guardare.
 
Red, grazie per tutto quello che mi stai dando,
per il tuo amore, la tua allegria,
per avermi fatto capire, pian piano,
che di me lentamente ti stavi fidando.
Ti amerò per sempre, come i tuoi fratelli.
Tra i regali che mi ha fatto la vita, tu sei uno dei più belli.
   
 
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