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Autore: Calime    04/10/2020    2 recensioni
[Modern!AU + Age gap]
1) Quel party che Ade voleva snobbare - Se avesse avuto parecchi anni di meno – magari fosse stato un suo coetaneo –, Ade sarebbe arrossito per la vergogna di essere stato smascherato.
7) Il segno - C’era di mezzo una donna. Ade aveva una donna, per forza.
11) Waiting for Superman - «Senti, facciamo così: ti accompagno io a casa» le propose.
12) Distrazioni - Certo, poteva anche esserselo sognato – e solo gli dèi sapevano quanto e cosa, come, chi, sognasse ogni notte –, eppure ci avrebbe messo la mano sul fuoco.
20) Più prezioso dell'oro - «Non vi pagheranno il riscatto» mormorò, poi, mettendo in chiaro quello che, probabilmente, sapeva bene anche lui.
23) Una giovane e impulsiva stagista - Ade alzò un angolo delle labbra, divertito. «Non risale alla scorsa settimana la tua ultima ramanzina?»
24) Insonnia - «È ancora presto»
25) Popolarità - Fu un gemito strozzato e Persefone alzò gli occhi su Ade, allarmata.
26) Creare la giusta atmosfera - «Così è troppo semplice» sbuffò.
Raccolta di storie scritte per l'iniziativa del Looktober 2020 di LandeDiFandom.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Persefone
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Looktober 2020'
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Iniziativa: Looktober 2020 di LandeDiFandom
Prompt: 4. Tacchi alti








04. Buone impressioni




Ahi.
Il volto di Persefone si deformò in una smorfia di dolore e si aggrappò al braccio di Ade per non cadere. Era ormai certa di avere almeno una vescica su ogni piede, ma mancava poco al parcheggio, doveva resistere un altro pochino.
Ade sospirò e la tenne dalle spalle contro il proprio petto, facendosi usare come una stampella mentre camminavano. All’uscita dal ristorante si era offerto di raggiungere l’auto senza di lei, in modo da prenderla al volo per farla muovere il meno possibile su quei tacchi che si era intestardita a indossare per la serata.
«È importante. Devo fare buona impressione» gli aveva detto.
Non credeva che “fare buona impressione” significasse suicidarsi con un paio di scarpe, così l’aveva lasciata fare.
Il risultato gli era comunque piaciuto, e molto, non aveva di che lamentarsi: se pensava di non avere alcun feticismo, si ricrebbe non appena vide quanto sensuali fossero i suoi piedi stretti nel cuoio dei sandali, quanto le slanciassero le gambe facendole sembrare chilometriche – e avrebbe voluto cavare gli occhi di tutti i clienti del locale, quando si accorse degli sguardi che attirò.
Il tacco vertiginoso, accostato a tutto il resto, abito, trucco e capelli, le davano un’aria ricercata ed elegante.
Un’aria che, tuttavia, non le apparteneva.
«Non avresti dovuto impuntarti tanto» borbottò. «Era solo una cena».
Persefone lo fulminò con lo sguardo. «Solo una cena con i tizi con cui domani dovrai concludere degli affari» puntualizzò. «E le loro mogli» aggiunse con enfasi.
Ade scosse la testa: meglio non immischiarsi in faccende femminili, né chiedere perché le donne ad ogni occasione dovessero concorrere tra loro per il titolo di più bella – l’ultima volta che Era, Atena e Afrodite ci avevano provato, era finita davvero, davvero male, per il povero Paride ovviamente.
Decise di provare a darle supporto.
«Non sarebbe cambiato niente, se avessi indossato scarpe più comode».
Lei sbuffò, dandogli ragione a metà. «Volevo essere all’altezza e far notare di meno la differenza di età».
Oh, pensò e stirò le labbra in un sorriso compiaciuto.
«Ma sei all’altezza» confermò, ed era vero: con tutti quei centimetri di scarpe Persefone gli arrivava quasi sotto il mento; ma, a parte gli scherzi, ciò che pensavano quegli imprenditori non aveva alcuna importanza per lui. «E, poi, vuoi privarmi dell’invidia degli uomini di avere una moglie così giovane?» concluse, tronfio.
Persefone lo colpì con un buffetto, ridendo. «Così sembri davvero un vecchio maniaco!»
Ade fece scivolare il braccio per poterle stringere il sedere nel palmo, a dimostrarle come lo fosse davvero, e lei saltò via con una piccola esclamazione scandalizzata.
Riuscì a sfuggirgli per poco, poiché inciampò nuovamente e lui dovette riprenderla al volo prima che cadesse.
Persefone non fece in tempo ad esplodere in una sonora risata che lui la sollevò di peso.
«Ade!» gridò, aggrappandosi alle sue spalle.
Era ebbra di euforia, sebbene non avesse ecceduto con il vino, e lui non l’aiutava a calmarsi con quello sguardo divertito e perdutamente innamorato che illuminava il suo viso.
Dimenticava tutto, quando la guardava così. Dimenticava spazio e tempo, poiché il centro del proprio universo diventava quell’uomo, suo marito.
Incorniciò il suo volto tra i palmi e ricambiò con altrettanto amore, con un sorriso quasi intimidito dalle forti emozioni che sprigionavano i suoi occhi scuri.
«La prossima volta niente tacchi vertiginosi, fastidiosi e pericolosi» gli promise con un bacetto sull’angolo delle labbra. «Anche se mi piaceva come mi guardavi» gli sussurrò all’orecchio, maliziosa.
Ade alzò entrambe le sopracciglia, sorpreso: non pensava di essere stato così poco discreto.
«Mi guardavi le gambe proprio come un vecchio maniaco», ridacchiò lei nel rimarcare l’epiteto.
Ah, era così?
Con un piccolo grugnito per lo sforzo se la caricò in spalla come un sacco di patate, così da poter riprendere a camminare.
«Questo vecchio maniaco,» la canzonò, «ti farà vedere subito quanto sia veramente poco vecchio ma molto maniaco».
Le proteste di Persefone si trasformarono in risa strozzate dagli sballottamenti causati dalle sue veloci e lunghe falcate, impaziente di raggiungere il parcheggio e dimostrarle quanto aveva detto.







   
 
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