Iniziativa: Looktober 2020 di LandeDiFandom
Prompt: 4. Tacchi alti
04. Buone impressioni
Ahi.
Il volto di Persefone si deformò in una smorfia di dolore e
si aggrappò al braccio di Ade per non cadere. Era ormai
certa di avere almeno una vescica su ogni piede, ma mancava poco al
parcheggio, doveva resistere un altro pochino.
Ade sospirò e la tenne dalle spalle contro il proprio petto,
facendosi usare come una stampella mentre camminavano.
All’uscita dal ristorante si era offerto di raggiungere
l’auto senza di lei, in modo da prenderla al volo per farla
muovere il meno possibile su quei tacchi che si era intestardita a
indossare per la serata.
«È importante. Devo fare buona
impressione» gli aveva detto.
Non credeva che “fare buona impressione”
significasse suicidarsi con un paio di scarpe, così
l’aveva lasciata fare.
Il risultato gli era comunque piaciuto, e molto, non aveva di che
lamentarsi: se pensava di non avere alcun feticismo, si ricrebbe non
appena vide quanto sensuali fossero i suoi piedi stretti nel cuoio dei
sandali, quanto le slanciassero le gambe facendole sembrare
chilometriche – e avrebbe voluto cavare gli occhi di tutti i
clienti del locale, quando si accorse degli sguardi che
attirò.
Il tacco vertiginoso, accostato a tutto il resto, abito, trucco e
capelli, le davano un’aria ricercata ed elegante.
Un’aria che, tuttavia, non le apparteneva.
«Non avresti dovuto impuntarti tanto»
borbottò. «Era solo una cena».
Persefone lo fulminò con lo sguardo. «Solo una
cena con i tizi con cui domani dovrai concludere degli
affari» puntualizzò. «E le loro
mogli» aggiunse con enfasi.
Ade scosse la testa: meglio non immischiarsi in faccende femminili,
né chiedere perché le donne ad ogni occasione
dovessero concorrere tra loro per il titolo di più bella
– l’ultima volta che Era, Atena e Afrodite ci
avevano provato, era finita davvero, davvero male, per il povero Paride
ovviamente.
Decise di provare a darle supporto.
«Non sarebbe cambiato niente, se avessi indossato scarpe
più comode».
Lei sbuffò, dandogli ragione a metà.
«Volevo essere all’altezza e far notare di meno la
differenza di età».
Oh, pensò e stirò le labbra in un sorriso
compiaciuto.
«Ma sei all’altezza» confermò,
ed era vero: con tutti quei centimetri di scarpe Persefone gli arrivava
quasi sotto il mento; ma, a parte gli scherzi, ciò che
pensavano quegli imprenditori non aveva alcuna importanza per lui.
«E, poi, vuoi privarmi dell’invidia degli uomini di
avere una moglie così giovane?» concluse, tronfio.
Persefone lo colpì con un buffetto, ridendo.
«Così sembri davvero un vecchio maniaco!»
Ade fece scivolare il braccio per poterle stringere il sedere nel
palmo, a dimostrarle come lo fosse davvero, e lei saltò via
con una piccola esclamazione scandalizzata.
Riuscì a sfuggirgli per poco, poiché
inciampò nuovamente e lui dovette riprenderla al volo prima
che cadesse.
Persefone non fece in tempo ad esplodere in una sonora risata che lui
la sollevò di peso.
«Ade!» gridò, aggrappandosi alle sue
spalle.
Era ebbra di euforia, sebbene non avesse ecceduto con il vino, e lui
non l’aiutava a calmarsi con quello sguardo divertito e
perdutamente innamorato che illuminava il suo viso.
Dimenticava tutto, quando la guardava così. Dimenticava
spazio e tempo, poiché il centro del proprio universo
diventava quell’uomo, suo marito.
Incorniciò il suo volto tra i palmi e ricambiò
con altrettanto amore, con un sorriso quasi intimidito dalle forti
emozioni che sprigionavano i suoi occhi scuri.
«La prossima volta niente tacchi vertiginosi, fastidiosi e
pericolosi» gli promise con un bacetto sull’angolo
delle labbra. «Anche se mi piaceva come mi
guardavi» gli sussurrò all’orecchio,
maliziosa.
Ade alzò entrambe le sopracciglia, sorpreso: non pensava di
essere stato così poco discreto.
«Mi guardavi le gambe proprio come un vecchio
maniaco», ridacchiò lei nel rimarcare
l’epiteto.
Ah, era così?
Con un piccolo grugnito per lo sforzo se la caricò in spalla
come un sacco di patate, così da poter riprendere a
camminare.
«Questo vecchio maniaco,» la canzonò,
«ti farà vedere subito quanto sia veramente poco
vecchio ma molto maniaco».
Le proteste di Persefone si trasformarono in risa strozzate dagli
sballottamenti causati dalle sue veloci e lunghe falcate, impaziente di
raggiungere il parcheggio e dimostrarle quanto aveva detto.