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Autore: Demy77    04/10/2020    2 recensioni
Ad un anno di distanza dalla messa in onda delle ultime puntate della quinta stagione di Poldark sono stata ispirata proprio da questa parte della storia.
La vita dei Romelza si intreccia con le trame dei rivoluzionari francesi e ne è messa a dura prova…ma ho immaginato un possibile sviluppo alternativo ed un finale diverso da quello visto in tv.
Bugie, inganni, colpi di scena rischieranno di allontanare per sempre i nostri eroi, ma il vero amore, si sa, trionfa sempre!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Che cosa ti ha chiesto, esattamente?” – chiese Jacka, sorseggiando avidamente un boccale di birra in un angolo del Red Lion.
“Te l’ho già detto – rispose Tess – mi ha promesso che mi darà un bel gruzzolo in cambio di qualche informazione su Ross Poldark. Devo cercare di farlo cantare, in pratica. Raccontargli cose, ascoltare cosa risponde, e poi riferirlo a Lagrande. Secondo me non si fida di lui, e vuole sapere se è veramente dalla loro parte”.
“Se non fosse dalla loro parte, sarebbe un completo idiota – replicò l’uomo, pulendosi la bocca con il dorso della mano – sai quanti soldi perde con il metallo che gli rubiamo? Se avesse qualcosa da ridire ci avrebbe già denunciato e non perderebbe il suo tempo dietro agli stranieri”.
“Cosa vuoi che sia perdere un po’ di denaro, per i padroni! Non è mica come per noi disgraziati! Comunque Ross è cambiato da quando è morto il suo amico, quel mezzo pazzo che ha salvato la vita di tuo figlio quando ci fu il crollo alla miniera di Warleggan. Da allora non è andato più a Londra, vorrà pur dire qualcosa, o no? Per me ha combinato qualcosa per cui lo hanno cacciato dal Parlamento, e si vuole vendicare dando una mano ai francesi”.
“Me lo ricordo quell’uomo, come no! Gran brutta fine che ha fatto… secondo me invece Poldark è fuggito dalla capitale per paura di essere tirato in ballo con la storia del tradimento al re in cui era coinvolto il suo amico; magari l’amicizia dei francesi gli fa comodo se le cose si dovessero mettere male. E sentiamo, come pensi di farlo cantare, il tuo gallo? Sta sempre per i fatti suoi e non ti fila neanche di striscio!” commentò  l’uomo, ricevendo di rimando uno sguardo storto  ed una risposta  piccata della ragazza.
“Non è vero che non mi fila, e poi ora ho un asso nella manica… ti ho detto che la sgualdrina di Illugan ha preso il largo? L’ha lasciato, a quanto pare. È andata in Europa, non si sa se e quando tornerà.”
“Davvero? Allora può essere la volta buona che riesci a portartelo a letto! Magari ci rimedi pure un marmocchio e ti sistemi per la vita!” – sghignazzò in maniera volgare Jacka Hoblyn.
“Se è per questo, ieri sera ho avuto già un primo assaggio…”- ammiccò Tess, enfatizzando quanto in realtà era accaduto. L’altro rise di gusto, rischiando di farsi andare la birra di traverso, e si congratulò con la compagna per la sua fortuna, facendo tintinnare i bicchieri in un allegro brindisi. Poi aggiunse: “Ascolta, ma secondo te i francesi cosa vogliono sentirsi dire?”
Tess non comprese la domanda e chiese all’amico cosa intendesse.
“Per i francesi sarebbe meglio che Poldark fosse dalla loro parte o no? Meglio scoprire di avere a che fare con un traditore o avere la certezza che sia loro alleato?”
“Che domande fai, Jacka, non ti capisco! Lagrande vuole sapere la verità, suppongo, non posso mica rifilargli una frottola qualsiasi!”
“Saresti quindi disposta a dire la verità ad ogni costo? E se scopri che Poldark sta mentendo ai francesi, cosa farai? Raccontare tutto a Lagrande equivale a condannarlo a morte. A quel punto, altro che sua amante! Te lo dovresti proprio dimenticare!”
“Non ho nessuna intenzione di mettere in pericolo Ross - riflettè la ragazza, e furbescamente aggiunse: “a meno che non sia lui a costringermi, è chiaro”.
Mentre i due continuavano a conversare, all’angolo opposto del locale altri due avventori di ben altra estrazione sociale sorseggiavano i loro liquori.
“Maledetto clima inglese! Eppure siamo a maggio! Ho l’umidità fin dentro le ossa!” – si lamentò Ralph Hanson, stringendosi nell’elegante cappotto.
“Pazientate ancora qualche giorno, signor Hanson – gli rispose George Warleggan – e potrete ritornare ai vostri amati Caraibi, dove non vi mancheranno sole, caldo e zanzare!”
“Partirò, certo, ma non prima di aver verificato l’esito della votazione del Parlamento sulla questione che tanto ci sta a cuore!”
“Un esito assolutamente scontato, tanto più che la sparuta minoranza che sostiene l’abolizione della schiavitù ha perduto uno dei suoi più accaniti fautori”- rispose l’altro.
“Poldark – scandì Hanson, facendo risuonare in quelle sillabe tutto il suo disprezzo per la persona cui apparteneva il cognome  - siete proprio sicuro che non prenderà parte alla seduta?”
“Ha altro a cui pensare. Ieri alla sua miniera c’è stato un crollo, il suo uomo  di fiducia è stato gravemente ferito, dicono che si sia salvato per miracolo. E poi, a quanto sembra, ha dei problemi in famiglia: pare che la moglie lo abbia lasciato”.
“La sguattera? – chiese Hanson allibito – deve essere un uomo terribile, questo Poldark, per farsi abbandonare da una serva! Cos’avrà mai combinato?”
George scosse la testa. “Non per difendere Ross, tutt’altro, ma devo dire che la donna in questione è una impudente di prima categoria. Non mi meraviglierei che se ne fosse andata per aver trovato un pollo migliore da spennare. Del resto, è noto che a tutti i balli cui è invitata ama mettersi in mostra, civettando con altri uomini”.
“Non la conosco, ma non mi stupisce affatto quel che mi raccontate, considerato il suo basso lignaggio – replicò Hanson - Non tutti hanno la fortuna di trovare una donna di classe, raffinata ed integerrima come la vostra defunta sposa”.
George assentì in silenzio, cercando di sgombrare la mente dal triste ricordo dei sospetti sulla paternità di Valentine che avevano avvelenato gli ultimi anni della vita di sua moglie e la sua. Cancellò lo sgradevole pensiero, tornando a concentrarsi sugli affari importanti che lo attendevano a breve: dopo pranzo la sua carrozza lo avrebbe condotto a Londra, e tre giorni dopo ci sarebbe stata una delle sedute più importanti del parlamento, in cui, in qualità di Lord, avrebbe preso la parola per esprimere la sua contrarietà alla proposta di abolizione della schiavitù proveniente dalla fazione di Poldark. Già si immaginava su quegli scranni a pronunciare con enfasi il suo discorso: l’unico rammarico era che se, come probabile, quel bellimbusto non si fosse presentato, si sarebbe perso la soddisfazione di vederlo sconfitto ed umiliato ancora una volta.
***
L’incontro con Basset era andato meglio del previsto. Con franchezza, da buon uomo pratico, il lord aveva fatto intendere a Ross che, per quanto comprensibili fossero le sue ragioni per tenersi lontano dalla capitale, il voto alla proposta sull’abolizione della schiavitù per la quale si era tanto adoperato nei mesi precedenti era un atto doveroso, anche in memoria dell’amico Ned che in Centroamerica si era battuto per questioni analoghe.
Anche Basset proveniva dal mondo delle miniere, capiva in quali difficoltà si trovava Ross e quale debito morale sentisse nei confronti dei suoi lavoranti: tuttavia, la questione dell’abolizione della schiavitù era di vitale importanza per il futuro della nazione e dell’umanità in generale. Basset si offrì, a dispetto delle ragioni di concorrenza, di inviare il capitano della sua miniera presso la Grace per qualche tempo, in modo tale da dare a Ross un po’ di respiro. L’altro declinò l’offerta; assicurò che sarebbe stato presente in Parlamento e ringraziò Lord Basset, ma non necessitava di alcun aiuto con la miniera, considerato che la sua assenza sarebbe durata pochissimi giorni. Paul Daniel avrebbe potuto occuparsi di tutto. Già quella mattina erano state effettuate le riparazioni più urgenti in miniera e lui e Ross erano scesi in perlustrazione, sgombrando a mani nude parte del pietrisco franato il giorno prima. Il proprietario della Grace si era molto tranquillizzato rispetto al tragico quadro che gli si era prospettato la sera precedente e confidava nella rapida ripresa delle attività.
Ultimato l’incontro con Basset Ross aveva deciso di passare dalla Leisure. Per sgombrare il campo da ogni sospetto aveva comunicato a Lagrande che nei prossimi giorni non avrebbe potuto collaborare, dato il suo incombente londinese. Pensò che in fondo ai francesi, che predicavano il principio dell’uguaglianza e fraternità, non poteva che far piacere il suo voto a favore dell’abolizione della schiavitù. A quella notizia lo straniero non aveva obiettato nulla; Ross si era informato se ci fossero novità, se in quei giorni erano previsti sbarchi di armi e di uomini e se avessero bisogno di lui in qualche modo; Lagrande gli aveva risposto di no e si erano amichevolmente salutati, anche se Ross aveva notato un atteggiamento più guardingo del solito nel francese.
In sella a Seamus stava ora ritornando a casa, desideroso di fare un bel bagno caldo, cenare, organizzare il bagaglio per Londra e poi mettersi a letto.
Aprendo la porta, però, si trovò di fronte uno spettacolo del tutto inatteso.
Al centro della stanza, in una tinozza fumante, era comodamente sdraiata Tess.
“Che ci fai qui? Come sei entrata?” – le chiese Ross, a malapena ripresosi dallo stupore.
“La signora Martin è venuta a cucinare e dare da mangiare agli animali. Mentre era nel fienile ha lasciato la porta di casa socchiusa, io sono entrata e mi sono nascosta al piano di sopra. Lo stupido cane di tua moglie, ricordandosi di me, non ha nemmeno abbaiato. Quando la Martin se ne è andata, sono scesa qui ad aspettare il tuo ritorno. Ho trovato un calderone di acqua bollente in cucina, suppongo lo avesse lasciato pronto per il tuo bagno, così ne ho approfittato… se vuoi unirti a me, prima che si freddi” – spiegò, facendogli l'occhiolino.
“La tua intraprendenza non finisce di sorprendermi… “– disse Ross, mentre si liberava del borsello, del tricorno e del soprabito. Si sentiva come un topo in trappola e cercò di prendere tempo, chiedendo alla ragazza come fosse andata con i francesi quella mattina.
Tess rise, e gli rispose che gli avrebbe raccontato tutto se si fosse avvicinato.
Vedendo l’uomo esitante, si sollevò in piedi, lasciando che mille rivoli d’acqua scorressero lungo il suo corpo nudo, e gli tese la mano, invitandolo a raggiungerla.
  
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