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Autore: Demy77    27/09/2020    2 recensioni
Ad un anno di distanza dalla messa in onda delle ultime puntate della quinta stagione di Poldark sono stata ispirata proprio da questa parte della storia.
La vita dei Romelza si intreccia con le trame dei rivoluzionari francesi e ne è messa a dura prova…ma ho immaginato un possibile sviluppo alternativo ed un finale diverso da quello visto in tv.
Bugie, inganni, colpi di scena rischieranno di allontanare per sempre i nostri eroi, ma il vero amore, si sa, trionfa sempre!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva vissuto altri momenti difficili nel corso della sua avventurosa vita , ma  di giornate campali come quella in cui Demelza e i bambini erano partiti Ross ne ricordava poche. Come se non bastassero i suoi problemi in famiglia, durante la sua assenza vi era stato un crollo in miniera: erano rimasti coinvolti dieci minatori, Zacky era stato quello messo peggio, con un femore rotto. In mancanza di Dwight, era stato necessario ricorrere – naturalmente dietro lauto compenso – ai servigi del dottor Choake, che fortunatamente era intervenuto subito e non aveva commesso né errori di diagnosi né danni, anzi si era prodigato per il ferito come se si trattasse di uno dei suoi migliori clienti. Aveva immobilizzato la gamba con una salda steccatura, aveva prescritto uno sciroppo alla belladonna per calmare il dolore e soprattutto un lungo periodo di riposo. Ross aveva non solo pagato l’onorario di Choake, ma aveva tranquillizzato la signora Martin: Zacky avrebbe ricevuto il suo salario ogni settimana, come sempre, finchè non fosse guarito.
Gli altri minatori se l’erano cavata con qualche ammaccatura ed avrebbero voluto riprendere il lavoro immediatamente, ma Ross lo aveva vietato. Paul Daniel si incaricò di acquistare delle travi a Truro e lui, Ross ed altri due minatori esperti il giorno successivo si sarebbero occupati della messa in sicurezza della galleria che era stata interessata dal cedimento, senza  mettere a rischio nessun altro. L’infortunio di Zacky era davvero un grosso inconveniente: il valente capitano della miniera sarebbe stato fuori gioco per almeno un mese e Ross non aveva persone di fiducia ed altrettanto esperte cui affidare il compito di gestire la Grace.
Per di più, rientrando a Nampara a tarda sera aveva trovato una lettera di Lord Basset che lo invitava il pomeriggio seguente a casa sua, probabilmente per discutere della questione del Parlamento, che Ross disertava ormai da mesi.
Gli fu immediatamente chiaro che non poteva partire per il Portogallo, abbandonando tutto il resto. Demelza era la cosa più importante della sua vita, certo, insieme ai suoi figli, ma la miniera era la loro fonte di sostentamento, l’unico patrimonio che aveva, oltre alla casa e alle terre. Quando era a Londra per seguire i lavori parlamentari Demelza e Zacky facevano le sue veci, ma ora non poteva contare né sull’una, né sull’altro, e non poteva mandarla in rovina.
Anche la questione dei francesi non era di poco conto. Aveva preso un impegno con loro, malgrado tutto, e proprio nel momento in cui si stava per concretizzare il loro piano non poteva tirarsi fuori adducendo un problema personale che a tutti gli effetti sarebbe apparso la scusa per una fuga.
Persino il confronto con Basset e Falmouth non poteva essere più rimandato: aveva preso un impegno con i suoi elettori, ed era giusto assumersi le conseguenze derivanti dall’averlo tradito. Non era mai fuggito dinanzi alle sue responsabilità e non lo avrebbe fatto ora.
Al di là di tutti questi ottimi motivi che lo trattenevano in patria, mentre rifletteva a mente fredda su quello che era successo, Ross si trovò a pensare che forse Demelza aveva il diritto di cercare una vita migliore lontana da lui, che in fondo non era mai stato capace di donarle la serenità che meritava.
La amava, di questo era sicuro, ma poteva bastare? Quante volte le aveva promesso di essere più prudente, più diplomatico, meno impulsivo? Quante volte, nonostante i suoi consigli, sulla base della smania di un momento  aveva rischiato di distruggere quanto di bello e di buono possedeva? Che senso aveva ritornare da lei senza essere cambiato? Demelza aveva perfettamente ragione: la passione non era sufficiente: per ritrovare quel tipo di intesa bastava un attimo, ma la fiducia ed il rispetto non si ricostruivano a parole. Troppe volte l’aveva delusa, e non poteva certo presentarsi da lei con la questione dei francesi ancora irrisolta, altrimenti le settimane di bugie per tenerla ai margini di quella pericolosa situazione sarebbero state un vano sacrificio.
Guardò Garrick, accoccolato davanti al camino; accarezzò il pelo dell’anziano animale, la fedele bestiola di Demelza, grazie alla quale si erano incontrati venti anni prima a Truro. Doveva mancare molto alla sua padrona, pensò Ross, contento di non essere rimasto completamente solo in quella dimora silenziosa.
Tirò fuori dalla dispensa il pasticcio di carne che gli aveva preparato per cena la moglie di Zacky Martin. Era ancora tiepido ed emanava un odore assolutamente invitante. La signora Martin si era offerta di aiutarlo per ricambiare le cure che Ross aveva pagato al dottore e gli stipendi che avrebbe continuato a versare a Zacky in corso di convalescenza. Ross aveva deciso di accettare per non metterla in difficoltà, e poi aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse con le faccende domestiche, visto che Prudie non era più disponibile. Sperò che la voce della partenza di moglie e figli non si fosse ancora diffusa in paese. Ross aveva tutta l’intenzione di mantenerla riservata: con tutti i problemi che aveva, non era proprio il caso di alimentare pettegolezzi in proposito. Solo a Zacky e a sua moglie aveva confidato una mezza verità, dicendo che Demelza era dovuta andare in Portogallo a trovare sua cugina Verity e si era fatta accompagnare da Prudie per avere un aiuto con i bambini.
Aveva appena terminato la cena che sentì bussare alla porta.
Non aspettava nessuno a quell’ora, si avvicinò titubante alla soglia e dall’interno chiese chi fosse.
Era Tess.
Ross, sorpreso , era quasi indeciso se farla entrare, ma la giovane diede subito prova di sapere che era solo in casa.
“Hanno visto tua moglie imbarcarsi su una nave per il Continente stamattina, carica di bauli….Abbiamo la casa a disposizione… perché non mi hai avvisato prima?” – chiese maliziosa appena le fu consentito l’ingresso, mentre mille pensieri mulinavano nella mente dell’uomo, nel tentativo di tirarsi fuori da quella situazione.
“Gli uomini sposati non portano le loro amanti in casa, ed io non faccio eccezione”- replicò, cercando di mantenere un contegno e mascherare il proprio nervosismo.
“Non ti facevo così sentimentale! – continuò la donna, girandogli intorno vezzosa e sfiorandogli il torace con la mano – e poi non ho mai detto di volerlo fare nel vostro letto. Andrà benissimo anche qui, davanti al camino.”
“Scherzi? È pieno di peli di cane! Quello è il posto d’onore di Garrick! – rise Ross, ancora incapace di trovare una via d’uscita.
“Cosa vuoi che me ne importi! – sbottò Tess – mandalo via, quel cane pulcioso... ogni volta che siamo soli trovi una scusa per allontanarmi... dici di desiderarmi, ma ti comporti in maniera opposta! Non mi starai forse prendendo in giro? Attento a quel che fai, Ross Poldark, o me la pagherai!”
Ross sapeva che era vero. Quella donna era pazza di lui, odiava ferocemente Demelza ed era capace di tutto. Capì che doveva giocare d’astuzia. 
“Non potrei mai prenderti in giro – rispose, prendendole dolcemente il viso fra le mani - Non ho mai conosciuto una donna come te… per me non sei solo un ripiego…è per questo che ho sempre desiderato che la nostra prima volta insieme fosse speciale! Questo però non è il luogo adatto… è la casa in cui vivo con mia moglie e i miei figli… cerca di capirmi! E poi non sono dello stato d’animo giusto: è stata una giornata tremenda, tra la partenza di Demelza , l’incidente alla miniera, la preoccupazione per la salute di Zacky!”
“Ah, sì, ho saputo – rispose distrattamente lei, sfiorando con una mano la mensola del camino – Come mai tua moglie è andata via di casa? Sospetta di noi?”.
“Non so, può darsi – fece Ross evasivo, versandosi un bicchiere di vino –le cose non andavano bene tra di noi già da tempo”.
“Non ho mai capito cosa ci hai trovato in quella pezzente ripulita. Una presuntuosa… io almeno non fingo di essere diversa da quello che sono. Non mi vergogno delle mie origini”.
“Nemmeno Demelza si vergogna – la difese istintivamente Ross – e non capisco perché la odi tanto.”
“Chissà – replicò avvicinandosi a Ross e togliendogli il bicchiere di mano– forse perché non mi piace il colore dei suoi capelli, o il suo modo di atteggiarsi a gran signora e di dare ordini, dimenticandosi chi è e da dove viene, o forse mi dà fastidio perché divide il letto con te…Chissà quand’è che concederai quest’onore anche a me!”
E così dicendo lo baciò sulle labbra.
Mentre il bacio rischiava di divenire sempre più profondo, Ross, che era stato travolto da quell’iniziativa, chiese mentalmente perdono a Demelza e disse a se stesso che doveva assolutamente farsi venire in mente qualche idea: non poteva finire a letto con quella donna, ma non poteva neppure rifiutarla apertamente.
Con un gesto fermo, quasi brusco, allontanò Tess da sè, ma stemperò il tutto con un sorriso ammaliante.
“Non tentarmi in questo modo…altrimenti non saprò resisterti!” – finse – è meglio che tu vada a casa. Domani per me sarà una giornata impegnativa. Ti chiedo anzi la cortesia di avvisare Lagrande che domani non potrò passare alla Leisure”.
“Infatti io non voglio che tu mi resista…” – insistette la giovane, provando a slegare i lacci del corsetto.
“ Stasera no, Tess. – la fermò immediatamente Ross, bloccandole le mani e riportandole lungo i fianchi dopo avervi posato un delicato bacio – Fa’ come ti ho detto, te ne prego”.
Tess sbuffò e gli lanciò uno sguardo cupo.
“Me ne vado, ma sappi che non mi piace essere rifiutata in questo modo. Se tu non riesci ad apprezzarmi, mi rivolgerò altrove. Ho altri estimatori, cosa credi? Anche tra i francesi… a proposito, riferirò il tuo messaggio a Lagrande. Devo vederlo domani mattina all’alba, per un incarico importante. Saremo solo io e lui. Ha detto che si fida solo di me.” – disse maliziosa, sperando di ingelosire Ross.
“Che incarico? È previsto qualche sbarco?” – chiese incuriosito l’uomo.
“Non posso dirtelo. È un segreto.” –  gli sussurrò all’orecchio, e con un gesto repentino, approfittando della posizione che aveva assunto, gli prese la pelle del collo tra le labbra e succhiò con forza, lasciandogli un evidente marchio rosso.
“Così ti ricorderai di me, nei prossimi giorni” – concluse uscendo e sbattendo la porta.  
Ross, sollevato per essere uscito da una situazione imbarazzante, si guardò il collo allo specchio. Fortuna che Demelza non c’era, altrimenti non sarebbe riuscito a trovare una spiegazione plausibile per quel segno inequivocabile.
Andò a coricarsi, esausto e preoccupato, non solo per l’atteggiamento avuto da Tess, ma anche quello che gli aveva detto, in merito ad attività dei francesi in cui non era stato coinvolto e  di cui doveva rimanere all’oscuro. Qual era il motivo? Che non si fidassero di lui? E se avessero voluto organizzare uno sbarco senza che lui ne fosse informato? Dopo tutto quello che aveva rischiato e stava rischiando per colpa loro, sarebbe stato il colmo! Ora più che mai, pensò, bisognava fare chiarezza in quella storia. Ma ci avrebbe pensato tra qualche giorno: adesso, aveva solo un gran bisogno di dormire.
  
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