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Autore: Meramadia94    04/10/2020    2 recensioni
Deborah è la giovane e competente criminologa del 12th, e per tutta la squadra è come una sorella minore. Una sera però la ragazza scompare nel nulla, vittima di un serial killer. La squadra ingaggia una terribile lotta contro il tempo per salvare la loro consulente da un terribile destino, e nessuno è più determinato del fratello a riportarla a casa e consegnare il suo carnefice nelle mani di Madama Giustizia.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jackson Hunt, Kate Beckett, Kevin Ryan, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Ai detective del 12th era bastato sapere il nome del loro sospettato e dove potevano trovarlo per andare a prelevarlo sul posto di lavoro. 
Ronsom stava organizzando una piccola festa in uno dei suoi locali, forse per festeggiare il rinvio del processo per stupro che lo vedeva implicato, proprio mentre stava per ringraziare chi aveva creduto in lui e nella sua innocenza. 
Appena i due detective ebbero fatto il nome Deborah Ryan aveva cercato di darsela a gambe, ma con l'aiuto di alcuni clienti e camerieri erano riusciti a bloccarlo per poi portarlo al distretto per sottoporlo ad un interrogatorio serrato.
- Certo, mi pare giusto...- brontolò Ronsom con aria e tono da vittima - una stronza che prova a rovinarmi la vita sparisce, ma la colpa è mia.- 
- Quindi... Deborah è una stronza rovina vite, mentre Zoria Porter è... cito la frase alla lettera '' una troietta isterica che vuole vendicarsi''.- fece Esposito con il dossier del caso Porter aperto-  Sono questo le donne per te? Stronze e troiette che godi a violentare e rapire?- 
- E' stato un rapporto consensuale.- fece Ronsom. 
- Ah si?- fece Kevin ben assai poco disposto ad ascoltare i soliti discorsi che iniziavano con '' Mi ha provocato lei'' e '' le ho dato quel che voleva'', quando sua sorella era scomparsa - e tu hai usato il GHB per un rapporto consensuale? E perchè hai offerto settemila dollari alla dottoressa Ryan perchè convincesse Zoira di aver frainteso l'accaduto?-
- Oh andiamo, quella streghetta mi stava rovinando la vita.- fece Ronsom - e l'altra le stava dando una mano, perchè pagata... le ho offerto un bonus perchè mi lasciasse in pace....-
- Ma Debby era incorruttibile.- fece Kevin guardandolo con rabbia. Per un attimo persino Javier ne ebbe paura - così l'hai fatta prelevare a forza da qualcuno, sapevi dove lavorava, hai mandato qualcuno con un finto taxi per portarla via....- 
- Io non l'ho neanche toccata!- fece Ronsom sull'orlo di una crisi.
- Mi viene un po' difficile credere che uno che gode nell'umiliare le donne non abbia fatto niente per fermare la donna che aveva spinto una vittima a dire al mondo che razza di bestia sei!- urlò quasi Ryan per poi afferrarlo con forza per il colletto della camicia per poi sbatterlo contro il muro - Tu adesso mi ridai mia sorella. Tu adesso mi ridai mia sorella, o quanto è vero Iddio...- 
Javier dovette intervenire per levarglielo dalle mani. 
-Non so dove si trovi la ragazza, vi prego di credermi...- insistè l'uomo terrorizzato. Poi vedendo arrivare Castle, Beckett ed il capitano Gates piagnucolò - aiutatemi per favore, questo mi vuole uccidere!- 
- E se scopriamo che hai mentito stai sicuro che dovrà mettersi in fila!- fece Kate guardandolo con tutto l'odio che le riusciva. Non sapeva ancora se era coinvolto o meno nella sparizione dell'amica. Le bastava sapere che aveva privato una donna della propria dignità nel modo più vile. 
...
...
...
- Il tuo comportamento lì dentro è stato inaccettabile!- tuonò la Gates contro l'irlandese. Non avevano mai visto Iron Gates così arrabbiata. All'inizio tutti pensavano che la donna urlasse contro di loro perchè era '' una stronza insensibile che pensava solo allla sua carriera''. A poco a poco si era trasformata. Di certo non in una dolce nonnina che cucinava teglie di biscotti e lasagne per i suoi nipoti, ma era diventata più aperta con tutti loro e più interessata ai loro problemi. Come quando aveva mobilitato tutto il distretto per il rapimento di Alexis, non più tardi di due mesi prima... pareva impossibile di star rivivendo la stessa situazione. Sapevano quindi che dietro la collera che mostrava in quel momento, vi era preoccupazione e sconforto per la scomparsa della '' piccola'' di casa.
- Signore, quell'uomo rischia venticinque anni di galera per stupro.- fece Kevin - ed il motivo per cui li rischia è perchè Deborah ha convinto la vittima a portare avanti la  causa.- 
- Posso confermarlo, capitano.- fece il vice procuratore - Zoria non si sentiva a suo agio a raccontare quello che le era stato fatto senza la presenza della dottoressa Ryan. Per questo le avevo chiesto di presenziare al processo stamattina.... Debby non si è presentata, la vittima non è riuscita a testimoniare e l'avvocato di Ronsom è riuscito ad ottenere un rinvio per altri sei mesi.- 
- Quindi se Ronsom sapeva che Deborah era la chiave della sua sconfitta, avrebbe avuto un signor movente per tentare di farla sparire almeno per qualche ora. - fece Esposito - Signore, io sono sicuro che se lo mettiamo sotto torchio confesserà.- 
Castle però non pareva convinto della colpevolezza di quell'uomo. Anche se avrebbe voluto spaccargli la faccia per aver drogato una donna indifesa per approfittarsi di lei, sentiva che quell'uomo non c'entrava con la scomparsa di Deborah. Se il piano di Ronsom era impedire a Deborah di arrivare in tribunale aveva mille altri modi per impedirglielo, come inscenare un tamponamento per farla arrivare tardi, o pagare un presunto tassista per portarla dall'altra parte della città e scaricarla in modo che impiegasse ore per trovare un altro mezzo di trasporto...
- Non ha senso.- fece Castle - si, quel tipo è indubbiamente colpevole di violenza carnale, rischia venticinque anni, perchè dovrebbe rischiarne altrettanti per rapimento?- 
- Forse era esasperato e non sapeva come fare.- fece Beckett. 
- Ma se il suo piano era tenerla rinchiusa per impedirle di andare in tribunale, questo avrebbe comportato di doverle impedire di andarlo a raccontare in giro.- fece Castle - Quanto ci abbiamo messo a scoprire per quale procuratore lavorava e di cosa si occupava? Venti minuti. E a trovare lui anche meno. Non mi sembra così stupido da mettere su un sequestro sapendo che la polizia e la procura l'avrebbero preso in meno di un'ora.- 
- Potrebbe aver ragione, signor Castle...- fece Gates - e poi avete visto come è crollato durante l'interrogatorio?-
Le loro ipotesi vennero interrotte dall'arrivo della dottoressa Parish.
A Kevin bastò guardarla per capire che non gli stava portando buone notizie.
- C'era un altro gruppo sanguigno sulla scena del crimine. E non può essere di Debby, lo so perchè ho isolato i cromosomi xy...- fece Lanie. 
- Quindi appartiene ad un uomo.- fece il vice procuratore - Può essere del barbone? Forse si è tagliato quando ha preso il cellulare.- 
- Ci ho pensato.- fece Lanie - così ho inserito il DNA nel database, era quasi un tentativo alla ceca... abbiamo un nome.- 
- Chi è stato?- fece Kevin andandole quasi contro.
- Lo so che sembra assurdo ma...- fece Lanie - Il DNA maschile sula scena del crimine appartiene ad un uomo che dovrebbe essere morto da almeno tre anni.... Nigel Malloy.- 
Queste parole ebbero lo stesso effetto di una fucilata unita ad un esplosione nucleare sui presenti.
Nigel Malloy. Meglio conosciuto come '' Il Tristo Mietitore''. L'implacabile serial killer che aveva torturato ed ucciso dodici donne. Ed il suo modus operandi era proprio quello di girare in lungo ed in largo con un taxi che non apparteneva ad alcuna compagnia offrendo passaggi alla prima donna che vedeva camminare da sola per strada, per poi portarla a casa sua, chiuderla nel seminterrato e torturarla finchè la vittima non supplicava di essere uccisa. Ma solo quando lui aveva deciso di essersi divertito abbastanza, poneva fine alla vita della sventurata recidendole la giugulare.
- No, non è possibile....- fece la Gates con gli occhi fuori dalle orbite - Nigel Malloy.... è morto. Ha avuto un attacco di cuore in cella, tre anni fa.- 
- Beh, di certo il suo DNA non si è depositato magicamente sulla scena di un sequestro, capitano.- fece Dominick.
- Qualche tempo fa il nome di Nigel Malloy saltò fuori in un'indagine per duplice omicidio.- spiegò Castle - abbiamo indagato in quella direzione... e alla fine abbiamo scoperto che quando è '' morto'', gli addetti del carcere hanno seppellito solo la bara perchè il cadavere era misteriosamente scomparso dall'obitorio....- 
- Quindi....- concluse Beckett con gli occhi fissi per la paura - nulla, e dico nulla, esclude... che Malloy avesse ideato l'infarto come stratagemma per evadere dal carcere... - riflettè ripensando all'intervista che aveva rilasciato poco prima di morire nella quale sosteneva di aver trovato il modo di vivere per sempre. Stava già pensando a come fingersi morto per ingannare il mondo e continuare a terrorizzare ed uccidere chiunque gli capitasse a tiro.
- Andate alla prigione dove Malloy stava scontando la pena, e chiedete le registrazioni di tutte le sue telefonate, la sua posta...- fece la Gates - non importa quanto furbo e carismatico sia Malloy, non può aver fatto niente senza l'aiuto di qualcuno da fuori.- 
- Temo che sia impossibile, capitano.- fece il vice procuratore - I documenti relativi alle sue comunicazioni personali vengono distrutti quando un carcerato muore.- 
- E' stato furbo.- fece Castle - sapeva come funzionano i carceri e se n'è servito per il suo piano di fuga.- 
Kevin però aveva smesso di ascoltare nel momento in cui aveva scoperto che Nigel Malloy, un serial killer che persino l'inferno aveva vomitato, aveva rapito sua sorella. Riusciva quasi a vederla mentre urlava e si dimenava nel disperato tentativo di fuggire, mplorando pietà, invocando disperatamente il suo nome... implorandolo di aiutarla... ma lui non era arrivato, non era venuto a salvarla come le aveva promesso.... quando si spaventava da piccola quando guardavano insieme un film che faceva paura e lui le assicurava che sarebbe intervenuto a salvarla... aveva fallito. Come poliziotto e come fratello. 
Uscì dall'ufficio del capitano a passo funebre, per rifugiarsi in break room. 
Javier gli fu subito intorno. 
- Sai.... quante volte ho sentito dire e detto ai familiari di una vittima di rapimento di stare calmi, che il panico non serve a nulla?- fece Kevin quasi spiaccicato contro la parete - solo quando capita a te ti rendi conto di quanto sia stupido dire una cosa simile.-
Javier si avvicinò alla macchina del caffè. 
- Ti preparo un cappuccino. Sei pallido come un cadavere.-
- Sto bene.- fece Kevin con la voce che tremava - Javi... è morta, non è vero?- 
Javier lo guardò allarmato e preoccupato - No Kev, no... questo non pensarlo nemmeno... se avesse voluto ucciderla l'avrebbe già fatto, l'avremmo già trovata ti pare...?- 
Quando indagavano sugli omicidi dei testimoni del processo Malloy, negli incartamenti avevano trovato anche il '' Diario degli omicidi'' di Nigel. Aveva annotato i dati di ogni singola vittima, che cosa aveva fatto ad ognuna di loro e quanto ogni ragazza ci aveva messo prima di supplicare di essere uccisa. Il suo modo di divertirsi era di aspettare che fosse la vittima a chiedere la morte per poi prolungare le sue sofferenze per altri quattro o cinque giorni. 
- E' sparita da appena un un giorno... una delle sue vittime ci ha messo una settimana prima di arrendersi.... e sai meglio di me che Deborah non è una che molla....- fece Esposito ripensando con un sorriso quando era appena rientrato dalla sospensione per aver aiutato Beckett in un'indagine non autorizzata sulla morte di sua madre. La rabbia e l'orgoglio gli avevano impedito di capire che se non fosse stato per Honeymilk alias '' Nessuno è al di sopra della legge'' in quel momento tutti starebbero ancora cercando di scoprire chi aveva fatto uccidere Kate Beckett, e lo aveva trattato come un Giuda traditore rifiutandosi di rivolgergli la parola persino per avere dei banali aggiornamenti sui casi su cui stavano lavorando. Debby, pur di costringerli a far pace, li aveva ammanettati l'uno all'altro costringendoli a stare per un giorno intero in quelle condizioni, nonostante le minacce poco convincenti sul chiuderla in archivio o farle mettere in ordine l'archivio delle prove, pur di far fare loro pace. 
- Lo sai anche tu, quando si mette in testa qualcosa è impossibile farle cambiare idea.- fece Esposito - e sappiamo che ha già tentato di scappare. Ci proverà ancora.- 
Kevin annuì provando a calmarsi. 
- Signori....?- fece il vice procuratore - Il signor Castle ha consigliato di andare a parlare con il fratello di Nigel.... so che tra dieci giorni avrà un ricorso in appello...- 
- Ci andiamo subito a parlare.- fece Kevin. 
- Vengo con voi.- fece Dominick - se vede un procuratore disposto ad offrirgli un accordo, sarà più loquace.- 
- Ok, faccia come vuole.- fece Kevin senza nemmeno guardarlo in faccia. Non aveva tempo di chiedersi come mai un collaboratore occasionale della loro squadra si desse tanto da fare per cercare una dei loro, rapita da un serial killer.
...
...
...
A diverse miglia dalla città in cemento conosciuta come The Big Apple, il sogno di qualunque americano, nel bel mezzo del nulla, Debby correva disperatamente nel tentativo di salvare la propria vita. 
Aveva solo venticinque anni. Li aveva appena compiuti, ma in quel momento chiunque l'avesse vista gliene avrebbe dati almeno dieci di più. Poco o niente rimaneva della bellezza della sua giovinezza: i suoi capelli castani, lisci e fluenti come la seta, erano disidratati, sporchi, scompigliati. 
Gli occhi color dell'ambra erano stanchi e provati dalla stanchezza e dal pianto. 
L'unica cosa che riusciva a pensare era....'' Riuscirò mai a rivedere la mia famiglia?'' . Il suo aguzzino le lasciava ben poco spazio per stare davvero da sola, e nei pochi momenti che vi riusciva il suo pensiero correva alla sua vita precedente. L'aveva lasciata da appena un giorno, ma era come fossero passati già vent'anni.
Non avrebbe mai immaginato di vedere gli anni del college, le nottate passate in bianco a studiare e a piangere in preda all'ansia di non aver studiato a sufficenza per un esame, i battibecchi con le sue sorelle, e con un fratello poliziotto che complicava non poco la sua vita sociale e le ore passate ad offrire un sostegno psicologico ai familiari delle vittime e ai superstiti, come gli anni migliori della sua vita e per i quali avrebbe dato un braccio ed una gamba, per poterli rivivere. 
Non avrebbe mai pensato di finire a morire in una riserva, braccata come un animale selvatico, al freddo e al gelo, scappando da un tizio che avrebbe dovuto essere almeno tre metri sotto terra.
Non poteva nemmeno urlare per chiedere aiuto, ne poteva piangere per sfogarsi un po'... lui l'avrebbe trovata e l'avrebbe uccisa. Anche se non immediatamente.
'' Andiamo Debby pensa, pensa, pensa....''- doveva trovare il modo di sfuggirgli. Era in giro per quella foresta già da qualche ora, ma non era ancora riuscita a trovare uno sbocco per una strada urbana.
Forse avrebbe dovuto fermarsi, arrendersi al suo destino e lasciare che le cose andassero come dovevano... poi ricordò che a casa la aspettava quella tutina da neonato viola che stava ricamando per il primogenito di Jenny e Kevin, quella donna privata della sua dignità che contava su di lei, quel libro che aveva iniziato a leggere tre giorni prima di scomparire, che quella sera sarebbe dovuta andare a cena con il suo ragazzo in quel ristorante italiano a Long Island, e che voleva essere presente quando Beckett avrebbe ammanettato Bracken per farlo scendere dal piedistallo insaguinato che si era costruito per buttarlo nella fogna dove meritava di stare.
No, doveva prendere tempo. E forse sapeva come.
Doveva far in modo che Malloy andasse a cercarla nella direzione opposta a quella che avrebbe preso lei. 
Si strappò dal collo il ciondolo d'argento con l'ametista che portava al collo e lo lanciò via, fin dove i suoi occhi potevano vedere prima di ricominciare a scappare. 
Con un po' di fortuna, Nigel Malloy avrebbe creduto che fosse tornata verso la baita e che si fosse nascosta nell'intercapedine, mentre lei continuava a scappare. 
Aveva guadagnato tempo.
Pregava solo che suo fratello e i suoi amici avessero già trovato il bandolo della matassa.
  
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