Domenica alle 17.00 al Come
and go, ti aspetto!
John si ficcò il telefono nella tasca del
giubbotto e cominciò a salire le scale della metropolitana. Era strano, essere
elettrizzato all’idea di incontrare una ragazza: di solito era lui a prendere l’iniziativa,
con un sorriso sghembo e un tono di voce suadente, puntando per direttissima alla
parte in cui i vestiti erano sparsi un po’ ovunque e scariche di piacere lo
percorrevano, scavando percorsi ormai sempre più profondi.
Gli piaceva considerare se stesso uno
sciupafemmine, lo faceva sentire intoccabile. Perché concedere a qualcuno il
potere di tenere il suo cuore tra le mani e farci quello che voleva?
Poi però aveva rivisto lei, e gli era
girata la testa.
Rebecca, la sua vecchia vicina di casa.
Rebecca, la sua migliore amica di quando erano
piccoli e lui si era appena trasferito, scappando con la madre e il fratello da
una vita a dir poco spaventosa.
Rebecca, la ragazzina sorridente e con gli occhi
vispi che trasmetteva calore qualunque cosa facesse.
Rebecca, l’unica che, seppure
inconsapevolmente, gli aveva spezzato il cuore trasferendosi nemmeno un anno
dopo in un altro stato con il padre.
Uscendo in strada prese un bel respiro
profondo: l’aria profumava di latte alla cannella e di mele caramellate;
Halloween era nell’aria.
Non sapeva perché aveva tutta quella smania di
rivederla: nel corso degli anni, dopo qualche incertezza, i due si erano comunque
sentiti per e-mail, e poi sui social.
Si era convinto (inutilmente) di volerla rivedere
solo per chiudere il cerchio; la realtà era ben diversa. E mentre sorpassava
velocemente le persone sul marciapiede, puntando verso due isolati più in là,
ripercorreva velocemente quelle pagine della sua vita che aveva strappato e
messo via, perché gli faceva male ricordare la luce che quella ragazza emanava;
era talmente luminosa da risultare quasi accecante.
Ma a lui piaceva.
Così, la sera prima del loro appuntamento
– Dio, quanto lo sconvolgeva definirlo tale – aveva ripercorso il loro anno
insieme, e aveva deciso di farle un regalo.
E ora se ne pentiva. Lo teneva stretto nella
mano sinistra, avvolto da un foglio di giornale, attento a non stringere troppo
forte, e si sentiva un completo idiota mentre attraversava l’incrocio, una
nuvola di capelli castani tra la folla.
Percorse l’ultimo isolato a grandi falcate e
senza neanche accorgersene: era cieco alla sua stessa impazienza, che lo stava
trasformando in un tremolio di gambe e braccia. In un sorriso talmente largo ed
esultante che sembrava quasi strappargli la faccia di largo.
Rebecca era fuori al locale, i corti capelli
ondulati scompigliati dal vento, intenta a fumare una sigaretta.
È bellissima
fu il suo primo pensiero, ma lo ricacciò indietro, troppo orgoglioso per volerlo
semplicemente ammettere.
Appena la ragazza lo vide lo salutò con il
braccio libero e si avvicinò.
Quando i due furono l’uno di fronte all’altra
però, il suo sguardo scese verso la mano di John.
«È per te» se ne uscì John, con la gola secca e
gli occhi da cerbiatto spaventato.
Un girasole. Il suo fiore preferito in
assoluto, che annaffiava sempre con un vecchio barattolo di maccheroni in
scatola. Era uno dei ricordi più vividi che aveva di lei (il più prezioso,
avrebbe aggiunto il suo subconscio, tant’è che a volte lo sognava).
«Vedi, ricordavo che fossero i tuoi preferiti. Mi
dispiace che questo si sia afflosciato.»
Rebecca scosse la testa, sfilandoglielo dalla
mano. John la ritrasse quasi istintivamente, rifuggendo dalla scossa che la sua,
di mano – piccola, aggraziata ma screpolata – gli aveva procurato sfiorandolo.
«È perfetto» disse la ragazza.
Gli sorrise, le gote tinta di rosa. E tanto bastò ad immergere nuovamente il suo mondo nel calore di una luce accecante.
Angolo dell'autrice: buonasera a tutti! Sono nuova in questa sezione, e mi presento con questo racconto, che partecipa al #writober2020 indetto da fanwriter.it con la lista pumpNIGHT. Il prompt di oggi è "girasole" e la prima cosa a cui ho pensato è: cavolo, questi due OC che sto costruendo da tempo sarebbe p e r f e t t i. Quindi eccomi qui. È meraviglioso poter vedere finalmente questi due prendere vita, sono contentissima di aver colto questa occasione. Detto questo, spero che questa one-shot sia piaciuta anche a voi e vi ringrazio per averla letta.
Alla prossima!
Frix