Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: pampa98    06/10/2020    0 recensioni
[Questa raccolta partecipa al Writober di Fanwriter.it]
Una storia al giorno con protagonista Jaime Lannister, ambientate nell'universo canonico o in AU.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Cersei Lannister, Jaime Lannister, Tyrion Lannister
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Prompt: 1k + 2 ha la febbre, un personaggio a vostra scelta si prenderà cura di lui. Genere!Bonus: fluff
Numero di parole: 1244

 
CURE FRATERNE




«Stai aspettando qualcuno, Jaime?» sbottò Tywin Lannister, dopo l’ennesima volta in cui suo figlio si era voltato verso la porta.
«Tyrion non è ancora arrivato.»
«Starà ancora dormendo, quel fannullone. Non è un tuo problema» disse Cersei, mentre suo padre storceva la bocca con quell’aria infastidita che aveva sempre quando si parlava del suo figlio minore.
«Di solito è puntuale. Forse non sta bene.»
«La premura che dimostri nei confronti di tuo fratello è ammirevole» commentò Tywin. «Se sei tanto preoccupato, perché non vai a cercarlo?»
Jaime non se lo fece ripetere. Si alzò, nonostante Cersei avesse allungato un braccio verso di lui da sotto il tavolo per trattenerlo, e si diresse verso la camera di suo fratello.
La stanza era ancora avvolta nella penombra, ma il letto era vuoto.
«Tyrion?»
«Qui.»
Lui lo raggiunse girando intorno al letto, con la maglietta infilata per metà nei pantaloni. Barcollava e Jaime gli si avvicinò per aiutarlo a sostenersi.
«Ehi, stai… Accidenti, sei bollente!» esclamò, non appena lo toccò.
Tyrion scosse una mano davanti alla sua faccia.
«Sto bene» biascicò. Aveva il volto arrossato e sudato.
«No, non stai bene. Hai la febbre.»
Tyrion continuò a negare.
«Vado a chiamare il maestro.»
«Non serve disturbarlo per cos- coff coff! così poco.»
«Certo, certo. Tu rimettiti a letto» gli ordinò Jaime.
Tyrion mise il broncio.
«Non ne ho bisogno.»
«Davvero?»
Un altro colpo di tosse, seguito da un’altra rassicurante conferma che Tyrion stava bene.
Jaime si strinse nelle spalle.
«Come preferisci.»
Afferrò suo fratello sotto le ascelle, tirandolo sul letto e avvolgendolo nelle coperte.
«Jaime!»
«Scusa, ma mi hai costretto tu. Ora sta’ qui buono.»
Uscì in fretta dalla stanza e, svoltando in corridoio, si imbattè in Cersei.
«Ah, eccoti qui» lo schernì lei. «Il mostriciattolo è scomparso e lo devi cercare?»
«Nostro fratello è malato. Senti, puoi stare con lui finché non trovo Creylen?»
«Non ci penso nemmeno. Vuoi che mi ammali anch’io, per caso?»
«Non devi dormirci insieme, Cersei. Stai solo nella stanza. Fammi questo favore, coraggio» le disse, scostandole una ciocca di capelli dal volto.
Lei alzò gli occhi al cielo, allontanando la sua mano.
«Va bene, lo faccio. Ma poi ricordati che mi devi un favore.»
Jaime sorrise, dandole un veloce bacio in fronte, e riprese la sua corsa verso le stanze del maestro.
 
Nonostante le lamentele di Tyrion, anche Lord Tywin era stato avvisato dello stato di salute del figlio minore. I Lannister erano tutti radunati nella sua stanza, mentre Creylen visitava il bambino.
«Allora? Cos’ha?» chiese subito Tywin, quando lui li raggiunse.
«Solo un raffreddore. Non è troppo grave, ma vista la sua, ehm, condizione, andrà tenuto sotto controllo più del solito. Tuttavia sono fiducioso che in un paio di giorni sarà nuovamente in ottima salute.»
«Bene. Allora dagli ciò di cui ha bisogno e basta.»
«La sua medicina è già pronta sul comodino, mio signore» rispose lui a testa bassa. Restò in silenzio, ma era evidente che aveva altro da aggiungere.
«Cosa?» chiese Jaime, l’unico in quella stanza a cui importasse davvero del benessere di Tyrion.
«Ecco… Per sicurezza, sarebbe meglio se per oggi, notte inclusa, qualcuno restasse al suo fianco.»
«Non possiamo esporre tutti al rischio di contagiarsi» intervenne Cersei. «Sono sicura che Tyrion sia abbastanza grande da controllarsi da solo.»
«Resto io con lui» disse Jaime con decisione.
«Tu no. Sei il futuro della famiglia, non possiamo permettere che ti accada qualcosa.»
«È solo un raffreddore, padre. E comunque io ci sono già stato a contatto: potrei benissimo essere infetto in questo momento. Tenerci nello stesso posto è più sicuro per tutti.»
«Non hai le competenze per questo compito.»
«Cosa dovrei fare?» chiese Jaime direttamente al maestro.
L’uomo spostò lo sguardo tra lui e Tywin, mentre gocce di sudore imperlavano la sua fronte.
«Ehm, ecco… Dunque… Dovresti controllare che respiri regolarmente e… e aiutarlo a bere la pozione.»
«Ottimo» Jaime si sedette sul letto di Tyrion, il quale era in uno stato di semicoscienza. «Sono in grado di farlo.»
Stava andando contro la volontà di suo padre di fronte a Cersei e al maestro: gli sarebbe spettata una punizione, ma in quel momento la cosa più importante era la salute di suo fratello.
«Bene» disse Tywin a denti stretti. «Abbi cura di tuo fratello.»
Uscì a passo spedito dalla stanza, seguito dal maestro. Cersei si trattenne un altro momento.
«Vuoi veramente rischiare di ammalarti?» gli chiese.
«Un raffreddore non mi ucciderà di certo. Anzi, quasi quasi farò in modo di prenderlo, così poi tu potrai curarmi con amore.»
Lei scosse la testa.
«Certe volte mi sembri più bambino di quell’essere. Passa una bella giornata, fratello.»
 
Jaime si pentì solo di non aver portato con sé la sua spada, così da potersi esercitare anche al chiuso. Tyrion dormì per la maggior parte del pomeriggio e, le poche volte in cui era sveglio, era comunque troppo debole per parlare.
Aveva trovato un libro sui Targaryen sul tavolo e aveva passato il tempo cercando qualche racconto che gli interessasse. Scoprendo il nome di Ser Duncan l’Alto tra quelle pagine, passò un paio d’ore leggendo le sue avventure e quelle del suo scudiero Egg – meglio conosciuto come Aegon V Targaryen.
Verso sera, una delle cameriere del castello li raggiunse per portare la cena – seguita da un volto inaspettato.
«Zia Genna? Non sapevo saresti venuta a farci visita» la accolse Jaime, scattando in piedi.
Lei lo abbracciò, rischiando di soffocarlo contro i suoi grandi seni, e gli strizzò le guance con fare affettuoso.
«Volevo farvi una sorpresa» spiegò. «Quando sono arrivata ho saputo cos’è successo al piccolo. Come sta?»
«Ha dormito per tutto il tempo.»
Genna gli sorrise, passandogli una mano tra i riccioli.
«Sei davvero un bravo fratello. Tua madre sarebbe fiera di te.»
Jaime arrossì. Quando Joanna aveva saputo di aspettare un figlio, gli aveva detto che gli avrebbe dovuto volere bene e averne cura, perché erano una famiglia. In quel momento a Jaime era sembrato un dovere tedioso da portare a termine, ma quando aveva visto Tyrion – e, soprattutto, l’odio che gli altri nutrivano nei suoi confronti – aveva capito quanto sarebbe stato importante per lui che mantenesse la promessa fatta alla madre. Senza contare che Tyrion gli piaceva davvero e passare del tempo con lui era divertente e piacevole.
«C-Comunque» disse, «è meglio se non stai troppo qui, potrebbe contagiarti.»
Genna annuì. Gli strinse nuovamente le guance – Jaime voleva bene a sua zia, ma odiava il suo modo di salutare – e uscì, lasciando nuovamente i due fratelli da soli. Prendendo il vassoio con le due zuppe, Jaime andò a sedersi accanto a Tyrion.
«Fratellino» Jaime gli scosse la spalla. Lui aprì lentamente gli occhi, stropicciandoseli per allontanare il sonno.
«Ciao» disse con la voce impastata.
«Ciao» Jaime si sedette accanto a lui. «Riesci a mangiare?»
Tyrion annuì, mettendosi seduto contro i cuscini.
«Sto già meglio» lo rassicurò.
«Ho imparato che non devo fidarmi di te su certe cose.»
«Dico davvero. Senti!»
Gli prese una mano e se la posò in fronte. Era ancora tiepido, ma niente in confronto a quella mattina. Jaime sorrise, scompigliandogli i capelli.
«Perfetto, allora! Ecco, mangia un po’ di zuppa, così domani sarai di nuovo in forze e pronto a farti stritolare da nostra zia.»
Tyrion lo fissò con gli occhi sgranati.
«Possiamo dirle che sto ancora male? Così non mi distrugge la faccia.»
«Magari mi invento anch’io che mi sono preso qualcosa» disse Jaime, facendogli l’occhiolino. «Così potrà elargire il suo affetto solo a Cersei.»
 
   
 
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