BEST FRIENDS
*
Capitolo
4 – Incontri serali
*
Era
quasi metà ottobre, ma l’autunno sembrava regalare ancora qualche giornata
calda.
Molti
parigini giravano per le strade della capitale, indossando abiti puramente
estivi, che venivamo puntualmente coperti dopo le ore 16.00, oppure se il cielo
si annuvolava e il sole scompariva.
Strana
stagione.
Marinette attraversò il
parco dopo scuola per dirigersi a casa.
Quel
pomeriggio aveva molti compiti da fare e studiare, anche se era venerdì, sarebbe
stato meglio mettersi alla pari subito, in modo da avere il sabato e domenica
libero, e dedicarsi alla sua vita da adolescente.
Anche
se sapeva che non sarebbe andata da nessuna parte, metà della sua classe e di
conseguenza i suoi amici più stretti, avevano contratto la mononucleosi.
Chiedere
ad Adrien di uscire era totalmente fuori discussione, probabilmente suo padre
non lo avrebbe permesso, e poi se lo avrebbe considerato un appuntamento, lo
avrebbe accettato?
Chiederlo
a Chloè, sarebbe stato come darsi la zappa sui piedi
da sola.
Ripiegare
su Max? Anche no, avrebbero giocato tutta la sera con l’ultimo videogioco
inventato da lui, non che le fosse dispiaciuto, ma non era dell’umore adatto.
Meglio
ripiegare su dei progettini lasciati in sospeso,
aveva ancora molti carta modelli a cui dare una forma concreta.
Probabilmente
avrebbe passato l’intera giornata di sabato nel grande magazzino dedicato alle
stoffe, pizzi, merletti, bottoni e perline, a cercare quelle più adatte alla
realizzazione degli abiti e gioielli.
Passò
davanti ad un nuovo cartellone pubblicitario che ritraeva Adrien, con un nuovo
capo disegnato da padre “Ah com’è bello” sospirò, facendo comparire nei suoi
occhi dei cuoricini rosa.
“Dici
a me?” Chiese una voce dietro di lei facendole strabuzzare gli occhi,
riconoscendola, destandola da quel sogno.
“V-veramente
al vestito, si dicevo al vestito” Balbettò imbarazzata.
“Non
è uno dei miei preferiti, il modello di punta verrà rivelato tra qualche
settimana” Confessò Adrien calciando lontano un sasso.
“Capisco…me
lo farai v-vedere?” Chiese sorridendo “In foto si intende” Aggiunse.
“Certamente,
anche dal vivo se vuoi, anzi sai che facciamo? Chiederò a mio padre se ti posso
portare alla sua casa di moda” Le sorrise sghembo.
“Ahhhh! D-dici sul serio?” Chiese
meravigliata saltandogli al collo baciandolo sulla guancia.
Un gesto
che mise in imbarazzo il giovane facendolo arrossire, e comunque sempre meno di
Marinette che si scusò subito per la figuraccia che
aveva appena fatto.
“Si,
e credo che un giorno ti prenderà a lavorare con lui, metterò una buona parola,
se mi concederà un appuntamento”.
Marinette rise di gusto
“Vuoi forse farmi credere che per parlare con tuo padre hai bisogno di prendere
un appuntamento?”
“Si”
Si rabbuiò “…è sempre impegnato, e anche per dirgli che ho vinto una stupida
gara di scherma, devo aspettare” Gli mostrò la medaglia d’oro che portava al
collo.
“Sei
stato grande Adrien” L’abbracciò d’istinto, scusandosi ancora per essergli
saltata al collo pochi secondi prima.
“Tranquilla,
tranquilla. Sono contento che almeno tu l’apprezzi”
“Ma
a proposito, mi stavi seguendo?” Chiese assottigliando gli occhi.
“Ah ah, no no, stavo passando di qua e ti ho vista, ho fermato
la macchina solo per salutarti” Spiegò mettendo le mani avanti “…e forse è
meglio che vada, ci vediamo lunedì” La salutò con la mano.
“Ciao
Adrien, e congratulazioni ancora per la vittoria”.
*
Marinette diede un’ultima
occhiata alla chat di gruppo, per vedere se ci fossero delle novità, ma tutto
taceva.
I
suoi compagni erano si, in via di guarigione
dall’epidemia di mononucleosi, ma meglio che rimanessero a casa un altro po' di
giorni, in via precauzionale, lunedì sarebbero rientrati tutti.
“Marinette, vedo che non hai ancora baciato nessuno” La
schernì Chloè prendendola in giro con aria superiore,
quella mattina a scuola.
La
classe era stata decimata e gli unici presenti alle lezioni quotidiane erano
lei, Adrien, Chloè, Alix e Max.
“La
stessa cosa vale anche per te! Persino Sabrina è assente, questo vuol dire che
ha una vita più interessante della tua” Incalzò la mora.
“Io
non mi metto a baciare chi capita” Cinguettò portando il mento in alto la bionda.
“Ma
lo sapete che la mononucleosi non si trasmette solo baciando?” Affermò Max, il
secchione, aggiustandosi gli occhiali da vista.
“Sta
zitto” Lo rimproverarono le ragazze.
*
Aprì
la botola della sua camera per uscire, avrebbe finito di disegnare sotto il
cielo ricoperto di stelle, magari avrebbe avuto l’ispirazione giusta per
l’abito della recita natalizia di Adrien, mancava solo il suo all’appello.
Avrebbe
recitato la parte del mago, quindi qualcosa sullo stile “Merlino”,
sarebbe stato azzeccato, ma non doveva essere il solito outfit dozzinale che si
può tranquillamente trovare appeso sulle arelle dei grandi magazzini, doveva
essere speciale, unico.
Quatto
quatto, e senza fare rumore, il gatto nero scese dietro le sue spalle, e solo
il movimento dell’aria, fece voltare di scatto la ragazza, che fu colta di
sorpresa.
“Ahhhh” Urlò Marinette cascando
dallo sdraio “Tu sei matto, un giorno di questi mi farai venire un infarto!”
Gli sbraitò abbassando la voce.
“Marinette tutto apposto?” Chiese Sabine dalla cucina avendo
sentito urlare la figlia.
“Si
mamma, mi sono schiacciata un dito, ma sto bene”.
“Dimmi
se ti serve del ghiaccio”
“Mi
è già passato”
“Va
bene”
“Scusami”
Disse Chat Noir facendo spallucce.
“Comunque
sono contenta che sei ritornato, non mi andava di stare sola stasera”.
“In
realtà non pensavo di trovarti, ti facevo a divertirti come ogni ragazza della
tua età”
“Macchè…sono tutti ammalati” Rispose alzandosi e
scrollandosi di dosso delle foglie secche, cadute dalle piante che teneva sul
terrazzino.
“Davvero?”
Chiese sorpreso.
“Mononucleosi”
“Anche
quel ragazzo di cui mi avevi parlato la volta scorsa? A proposito com’è andata
a finire?” Ammiccò.
“Tu
sei un gatto troppo curioso, non credo che ti rivelerò mai il suo nome o se è
un ragazzo della mia scuola” Gli disse puntandogli il dito sul viso “…e
comunque se vuoi saperlo, non gli ho ancora detto nulla”.
“Dovresti,
non puoi rimanere col dubbio se anche lui prova qualcosa per te oppure no”.
“Lo
so, lo so, ma non ci riesco, non ho ancora trovato il momento adatto”.
“Sei
sicura che non vuoi dirmi chi è? Magari lo conosco e posso mettere una buona
parola”.
Marinette si appollaiò
sulla ringhiera, guardando il manifesto pubblicitario di Adrien, che si ergeva
imponente nel palazzo difronte.
“Preferisco
cavarmele con le mie forze” Disse rivolgendo lo sguardo sui suoi occhi verdi,
anche se mascherati dal travestimento, non potè fare
altro che notare quanto fossero belli, cosa che le risultava difficile quando
lei era trasformata in Lady Bug, troppo impegnata a combattere.
“Come
lei desidera” Le fece un inchino, e di tutta risposta ricevette una riverenza
con un enorme sorriso.
“Ma
ti ringrazio”
“Per
cosa?”
“Per
rispettare i miei sentimenti e non insistere tanto su questa storia”
“Ti
sto solo dando dei consigli, per quanto io ne possa sapere di queste cose”.
Marinette aveva tantissime
domande e tantissime curiosità, le sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più su
quel ragazzo, che all’apparenza sembra triste e solitario, in cerca di
compagnia, in cerca di qualcuno che lo possa comprendere.
Qualsiasi
domanda sul suo conto personale, non avrebbero di certo trovato risposta, lui e
Lady Bug sapevano benissimo quali sarebbero state le conseguenze: rinunciare al
Miraculous.
Anche
se Chat Noir una volta le disse che lo avrebbe fatto, se questo avrebbe
significato stare con lei, non gli sarebbe importato ne di Parigi, ne di
Papillon, avrebbe avuto l’amore della sua lady, e questo gli sarebbe bastato.
“Comunque
lo sai che a me puoi dire tutto, sono bravo a mantenere un segreto” Ammiccò
sorridendo passandosi una mano sui capelli biondi “…oltre che ad essere affascinante,
si intende”.
Marinette sorrise, se fosse
nei panni di Lady Bug, sicuramente quell’aria di superiorità, l’avrebbe indispettita.
“Sbruffone”.
Lo schernì.
“Senti,
ti va di fare un giro?” Le chiese tendendole la mano, come fece la prima volta,
quando le ha raccontato della sorpresa che fece a Lady Bug su un tetto di un
palazzo poco distante.
“Fammi
prendere una giacca” Gli disse scomparendo dentro la botola, per poi ricomparire
qualche attimo dopo con il capo indossato.
Chat
Noir la prese in braccio, e lei gli gettò le mani dietro il collo tenendosi
stretta.
S’inebriò
del suo profumo, un’essenza molto famigliare che non ricordava però dove l’aveva
già sentita e una scossa le percorse la spina dorsale.
Chiuse
gli occhi, non per la paura, ma per godersi appieno quel momento magico.
Mentre
balzava da un tetto all’altro con leggiadria, si chiedeva dove la stesse
conducendo e perché avesse scelto proprio lei come amica e confidente.
Che
cosa avesse di così speciale, nemmeno lei lo sapeva.
“Siamo
arrivati” Disse aiutandola a sistemarsi.
Marinette aprì gli occhi,
erano sopra il tetto di un palazzo difronte la Tour Eiffel illuminata ed
addobbata da rose rosse, fu estasiata da quell’immagine.
“Wow”
Riuscì solo a pronunciare.
Aveva
notato gli operai quel giorno lavorare sulla struttura, ma non aveva fatto caso
a cosa stessero davvero facendo.
“Se
non ti va di parlare, godiamoci almeno lo spettacolo” Disse accomodandosi ed
invitando l’amica a fare lo stesso.
“Spettac…” Non finì la parola che venne interrotta dall’inizio
di uno spettacolo pirotecnico.
I
botti proiettavano i loro colori sul volto dei giovani, facendo materializzare
un sorriso sul volto di Marinette, non si aspettava
di passare un sabato sera in compagnia, figuriamoci addirittura ad assistere ad
uno show di fuochi d’artificio in un posto di privilegio.
Si
pentì di non aver chiesto ad Adrien di farle compagnia quella sera, sarebbe
stato davvero romantico guardarli insieme a lui, e chissà, forse sarebbe stato
il momento giusto per confessare il suo amore che prova per lui.
Peccato,
un’altra occasione persa.
Un
alito di vento si posò sul collo facendola rabbrividire e Chat Noir, accorgendosene,
la tirò più vicino a se, cingendole la schiena con il
braccio.
Lei
appoggiò la testa sulla sua spalla, ed ancora quel profumo si fece strada tra
le sue narici.
Provò
a guardarlo meglio per cogliere in lui, qualche tratto famigliare, qualcosa che
potesse azionare un campanellino nella sua testa.
Niente,
solo il buio più totale.
“Tutto
bene?” Nemmeno il timbro della sua voce sembrava riconoscere in qualcuno.
“Si,
è stato solo un brivido”
“Il
tuo cavaliere è qui per questo, se non ti proteggo io, chi lo fa?” Le sorrise
sghembo.
“Nessuno”
Sussurrò abbassando gli occhi, sperando che quell’affermazione non arrivasse all’udito
sopraffino del gatto.
“Io
non sono nessuno”. La sua voce era calda e sensuale “…ti proteggerò
finché il mio cuore batterà, te lo prometto”.
Marinette alzò il volto d’istinto
e vi trovò il suo ad attenderla, si perse nelle iridi verdi e ancora un brivido
le percorse la schiena, non di freddo, una sensazione strana che le fece
torcere le budella.
Sentiva
il bisogno di assaggiare subito quelle labbra rosee, non sapeva perché, ma il
suo cuore le diceva che era la cosa giusta da fare in quel momento.
Si
avvicinarono così tanto, da poter sentire i loro respiri sui volti, quando vennero
interrotti da delle urla.
“Ahhhhh un mostro, scappiamo!”
“Mi
spiace Marinette, ma il dovere mi chiama”. Le disse
con l’amaro in bocca.
“Va
a salvare Parigi” Le ordinò.
“Prima
porto in salvo te” E senza chiederle il permesso, la prese in braccio e la
portò sul terrazzo di casa sua, adagiandola con delicatezza sul pianerottolo.
Le
stampò un dolce bacio sulla guancia, avvicinandosi molto alle sue labbra.
“A
presto allora” Le disse svolazzando leggiadro da un tetto all’altro.
Era
incredibile come Marinette fosse un’altra persona con
lui in quelle vesti, riusciva a parlare normalmente senza balbettare e a finire
una frase di senso compiuto.
Si
toccò la guancia con due dita, che portò subito alle labbra, come a voler catturare
quel bacio e non lasciarlo solo lì, come se non avesse significato niente.
Tikki uscì dalla sua
borsetta “Non stai dimenticando qualcosa?” Le chiese facendole ricordare che
Chat Noi e Parigi hanno bisogno anche dell’altra super eroina.
“Ah si giusto…ehm…Tikki trasformami”.
*
continua
*
Angolo dell’autrice: Grazie ancora
per essere arrivati alla fine del capitolo, dove entriamo nel vivo della ship Marichat.
Sembra
che Marinette, inizi a provare qualcosa per quel
gattino 😊 voi che dite?
Come
sempre vi aspetto nel prossimo capitolo, e visto che più di qualcuno me lo ha
chiesto, questa storia sarà il prologo per un’altra long che sto scrivendo,
dove i protagonisti avranno qualche anno in più.
A
presto.