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Autore: Ninfea Blu    07/10/2020    9 recensioni
Una raccolta di piccole storie, non troppo impegnate, per sorridere un po' e non pensare a questo momento brutto che stiamo attraversando. Coppie improbabili oppure canoniche, dipenderà dall'estro del momento.
Protagonisti, un po' tutti i personaggi di VnB.
Piccole one-shot, storie brevi, divertenti, comiche o parodistiche, indipendenti l'una dall'altra... e potrebbe pure esserci qualche traccia di fantasy, oppure crossover, eventualmente lo segnalerò, sempre in base al mio estro, ma senza esagerare.
Stiamo tutti a casa... lo farei anch'io, se potessi...
Genere: Commedia, Fantasy, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una donna forte per Victor
 

 
Victor de Girodelle, consumato uomo di mondo – ma solo quello aristocratico di cui faceva parte - credeva di essere avvezzo a tutto, immune a qualsiasi turbamento; soprattutto, pensava che la sua segreta ammirazione per Oscar, non potesse essere offuscata da niente.
Invece, erano bastati due grandi occhi azzurri, limpidi come un lago di montagna a far traballare tutte le sue certezze.

Il suo temporale emotivo l’aveva sorpreso e travolto a corte, forse in un paio di occasioni, sempre accompagnata da madamigella Oscar.
La prima volta che aveva visto il colonnello delle Guardie Reali presentarsi a corte in compagnia di una fanciulla sconosciuta, era rimasto notevolmente spiazzato.
Più che altro era stato il ruolo di Oscar, per lui inconsueto, a turbarlo.
Tutrice della giovane parente, così si era definita a chi chiedeva notizie della frequentazione a Palazzo Jarhayes, di quella fanciulla.
Una giovane timida e delicata, bionda con due occhi azzurri, luminosi come il cielo estivo, dove parevano riflettersi tutte le mille luci del giorno, pronti a offuscarsi di sdegno e rabbia impensabili in un simile sguardo innocente.

Girava voce che la gentile e tanto onesta fanciulla, in preda ad un raptus convulso, avesse preso a ventagliate violente le guance della viziata, antipatica – anche a lui – contessina di Polignac, rampolla arrogante di quella sanguisuga della madre, che si era attaccata alle tasche della regina Maria Antonietta.

Tutto gli era stato raccontato da un’amica, vecchia fiamma presente al fattaccio; l’aneddoto lo aveva talmente divertito che Girodelle si trovò a provare un moto di autentica simpatia per questa temeraria parente di madamigella Oscar, che aveva osato offendere un tale personaggio.

Il gesto poteva essere considerato volgare e di cattivo gusto, ma lui non riusciva a considerarlo tale; piuttosto, gli pareva l’indizio di un carattere deciso, pronto al contrattacco. Insomma, il sangue non mente, e la fanciulla pareva una degna parente del colonnello Oscar, e Victor si sentiva affascinato dalle donne forti, come dimostrava la sua ammirazione per il biondo colonnello delle Guardie Reali.

Tutto ciò che riguardava quella ragazza, aveva iniziato a suscitare il suo interesse e curiosità, convinto che si trattasse di una giovane molto diversa dalle solite damine svenevoli e maliziosette che infestavano la corte in cerca dei migliori partiti da accalappiare.
Ne sapeva qualcosa, lui; aveva già dovuto schivare con abilità consumata, acrobazie, tatto e diplomazia, varie giovani e meno giovani pretendenti, alcune decisamente attempate anche per lui.
Pratica divertente, giocare a fare il rubacuori, almeno all’inizio, ma a lungo andare seccante.
Dopo Oscar, si disse, non poteva esserci soggetto più interessante da conoscere, e magari corteggiare.
Fu proprio quest’ultimo pensiero a mandarlo in ambasce, come se avesse dovuto chiedere la mano alla figlia del suo diretto comandante. In effetti, era un po’ quella la situazione.

Così eviterà di dichiararsi ad Oscar per ricevere uno spietato due di picche.
Ma come fare ad avvicinare la fanciulla, e soprattutto, come presentarsi a Oscar? Con che intenzioni? Come convincerla della propria buona fede?
Avvicinarla era l’ultimo dei problemi, poteva farlo a corte, magari approfittando proprio della presenza sulla scena di Oscar.
E così fece il risoluto Victor.
In occasione di un gran ballo a Versailles, dove per fortuna non aveva fatto la sua comparsa l’odiosa contessa di Polignac – altrimenti, altro che ventagli, sarebbero volati i coltelli, tutti in direzione della contessa – Girodelle avvicinò la delicata fanciulla, accompagnata come sempre da madamigella Oscar.
“Comandante, scusate il mio ardire, vorrei avere l’onore di essere presentato alla vostra deliziosa protetta.”
“Ma certo tenente Girodelle. Questa fanciulla si chiama Rosalie Lamorielle, e vi ringrazio per l’interesse che le dimostrate.”
Così Victor e Rosalie ballarono insieme tutta la serata, scatenando l’invidia e la curiosità di tutte le pretendenti del bel conte Di Girodelle, che per la prima volta dimostrava un palese interesse verso una ragazza che non aveva neppure cercato di civettare con lui.

Nelle settimane successive, a qualsiasi ballo Rosalie mettesse piede, scatenava sempre la gelosia di chi la vedeva comparire ora con Oscar, ora con Girodelle.
Invidia a cui Rosalie opponeva sempre una decisa e battagliera opposizione, armata del suo minaccioso ventaglio, con cui zittiva immediatamente qualunque cattiveria sul nascere.
“Incredibile! Questa contadinotta rissosa si prende sempre i partiti migliori! Quale sarà il suo segreto?” fu l’ennesimo commento maligno della piccola Polignac, che badò bene di non farsi udire dalla lanciatrice di ventagli, appurato che non sbagliava mai un colpo.
Di sicuro, avrebbe avuto la carriera assicurata in un circo. Semmai un giorno, avesse dovuto lasciare Palazzo Jarjayes, avrebbe trovato di che sopravvivere dignitosamente.
Nell’ordine, aveva già colpito e affondato pretendenti di Oscar, sia maschi che femmine, dame pettegole e bugiarde che la calunniavano dicendola invaghita della sua generosa benefattrice, damine varie che ronzavano intorno al tenente belli capelli.
Tante erano le dame a corte, che avrebbero avuto bisogno di una sventagliata sul muso, ma Rosalie per rispetto di Oscar e amore di Girodelle, qualche volta si tratteneva dall’esternare il suo caratterino collerico. Piangeva soltanto, quando qualcuno chiedeva di sua madre; in quel caso, ovunque fosse, di fronte a chiunque, esplodeva in un pianto isterico e imbarazzante che metteva in fuga il malcapitato di turno.
Era anche un modo per sbarazzarsi di certi pretendenti indesiderati, infatti qualche volta piangeva a comando, ma non ditelo in giro.
Era incredibile quanto piangesse in certe circostanze, non c’era verso di consolarla; smetteva di colpo solo se qualcuno la derideva definendola piagnona o salice piangente, allora esplodeva la collera a cui seguiva il lancio dell’arma contundente, o qualunque altra cosa fosse a portata di mano, una bambola, un busto di marmo di Luigi XV, un vaso di fiori (la Du Barry insegna).
A corte ormai era stata indetta perfino una lotteria e scommettevano su chi sarebbe stato il futuro bersaglio della piccola Rosalie: quello più quotato era quel fetente del Duca di Germaine. Rosalie quando per caso incontrava il nobilastro lungo i corridoi di palazzo, ripensava al piccolo Pierre colpito a morte, e le prudevano le mani.
Girodelle, ormai innamorato di questa fanciulla dolce eppure energica, prese a frequentare la dimora di Oscar, come pretendente della sua protetta; quando scoprì che la giovane aveva anche imparato l’arte della scherma, con fervente entusiasmo si offrì di allenarsi con lei, comprendendo finalmente cosa provava André quotidianamente.
Solo che Rosalie non era Oscar; con la spada non era brava come col ventaglio, quindi Victor vinceva facile, il che era un toccasana per il suo orgoglio maschile, ma da vero gentiluomo, non le faceva mai pesare la cosa.
Fu in una di queste occasioni, dopo l’ennesimo gioioso duello, in cui Rosalie finiva sempre a mollo nella fontana, che il tenente finalmente si dichiarò.
“Rosalie, io vorrei misurarmi con voi per il resto dei miei giorni. Volete concedermi la vostra mano e diventare mia moglie? Pensate a quanti duelli potremmo fare insieme, e state tranquilla: per amor vostro mi lascerei sconfiggere.”
Così Rosalie e Victor si fidanzarono, mentre Oscar poté tirare un sospiro di sollievo; oltre ad evitare l’imbarazzo di rifiutare un uomo a cui avrebbe dato ordini per molti anni ancora, Rosalie avrebbe smesso di allenarsi per sfidare a colpi di ventaglio (quello che usano i guerrieri ninja) la madre degenere che l’aveva concepita - con il Duca D’Orleans, ricordate?
 
E Bernard?
 
Beh, lui dovrà mettersi l’anima in pace, in fondo gli abbiamo evitato una grana; per lui c’è sempre Diane, sicuramente piange di meno, non lancia ventagli, né nasconde coltelli sotto le gonne. Dovrà solo stare attento a non far incavolare il fratello. Uomo avvisato.
 

*****

 
Ecco qui, un’altra delle mie storie assurde. Scusate l’enorme ritardo, ma proprio non ne volevo sapere di scrivere.
Come sempre spero di avervi divertito almeno un po’. Un saluto a tutti.

   
 
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