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Autore: Pandora_chan    07/10/2020    1 recensioni
{Questa storia partecipa al #Writober2020 indetto dal sito “Fanwriter.it”}
Quando i miei pensieri sono ansiosi, inquieti e cattivi, vado in riva al mare, e il mare li annega e li manda via con i suoi grandi suoni larghi, li purifica con il suo rumore, e impone un ritmo su tutto ciò che in me è disorientato e confuso.
[Rainer Maria Rilke]
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Prompt:
Capitolo 1 - MARE
Capitolo 2 - CORDA
Capitolo 3 - BROMANCE
Capitolo 4 - OCCHIO + COINQUILIN
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ash Lynx, Eiji Okumura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa storia partecipa al #writober2020 indetto dal sito Fanwriter.it
Prompt 7 – Bromance
 
We just need each other
 
Avevano ancora del tempo da trascorrere a Cape Cod. Ibe-san e Max ancora non erano riusciti a riparare il furgone per partire in direzione di Los Angeles e le scatole con dentro le cose di Griffin erano già pronte, mancava solo di caricarle sul mezzo insieme alle altre cose che avevano scaricato quella mattina stessa. Avrebbero dovuto passare lì la notte e ripartire immediatamente alle prime luci dell’alba. Era quasi ora di pranzo e si accorsero di non aver comprato nulla di commestibile da mangiare.
Sentirono bussare alla porta di ingresso e Ash andò ad aprire. Si trovò davanti Jennifer con due cestini di vimini e del cibo.
«Siete tutti uomini e ho pensato che non aveste pensato al vostro stomaco…» sorrise mentre porgeva i cestini in mano ad Ash.
«Ti ringrazio per esserti presa cura della casa. Non penso che il vecchio fosse d’accordo… ma ti ringrazio lo stesso.»
«No Ash non è così… io ecco… Sapevo quanto voi due teneste a questo posto e lasciarlo marcire così mi avrebbe fatto male. In fondo… ho sempre sperato che voi tornaste…E sono felice di vedere che, nonostante tutto, tu stia bene.»
Era la donna più onesta e sincera che avesse mai conosciuto. Sempre, da quando arrivò in casa loro non gli hai mai mentito. Lo ha sempre trattato con dolcezza, anche dopo aver saputo cosa faceva quel bimbo di soli otto anni tutto il giorno fuori casa.
 
***
 
Mangiarono fuori vista la giornata soleggiata e poi ognuno di loro tornò ai propri impegni. Chi si occupò di sistemare il furgone, chi di scattare alcune foto, chi di riordinare le cose prima di sera.
Ash si occupò di svuotare e sistemare i cestini di Jennifer. Nel fondo, sotto diversi stradi di tessuto, tastò un pezzo di carta. Era rettangolare e dalla forma sembrò essere una lettera*. La tirò fuori, nessun nome scritto fuori.
La aprì e cominciò a leggere, i suoi occhi restarono incollati a quel foglio e rilesse per diverse volte le frasi riportate la sopra. Nero su bianco. Era tutto lì quanto aveva da dire e quanto, forse, aveva bisogno di sentire in quel momento.
Shorter era lì, a pochi metri da lui e lo fissava. Le sue mani erano prima strette in un pugno e poi rilassate, i suoi occhi prima arrabbiati e poi lucidi.
Erano amici da quando lui approdò per la prima volta a China Town con quel suo fare da americano perfetto e strafottente. Aveva le spalle coperte, e lo sapeva anche lui. Eppure, quando si trattò di schierarsi per una scorribanda di quartiere non ebbe dubbi su cosa fare.
Fu quello il loro primo incontro, e fu quello che segnò la loro fedele amicizia.
«Ehi Capo…» si avvicinò ad Ash con calma cingendogli le spalle con il suo braccio.
«Shorter… quante volte ti ho detto che non sono il tuo capo? A dire il vero non sono il capo di niente…»
La malinconia e la rabbia segnarono quella frase della lince.
«Beh per me resti sempre il Capo Ash! Sai anche Skip diceva che eri un capo fantastico… a trovarne di capi come te!»
Skip…Il piccolo e dolce Skip. Era un bambino speciale, non si era tirato indietro quando si è trattato di proteggere lui ed Eiji.
«Shorter…» lo ammonì Ash. Odiava parlare del passato, odiava parlare delle morti che si era lasciato alle spalle. Sapeva che la colpa era sua e l’unico modo che aveva per rendere omaggio a quelle morti era far fuori Papà Dino e i suoi vermi di scagnozzi.
«Va bene, va bene. Alzo le mani, sei solo Ash. O forse sarebbe meglio che da oggi ti chiamassi Onee-chan?» Prese a ridere alla fine di quella frase e intanto indietreggiava consapevole che Ash si sarebbe girato di lì a breve per tirargli un calcio.
«Shorter!» Presero a rincorrersi prima dentro casa e poi fuori. Correndo verso il promontorio che avevano davanti la casa e continuando a sbeffeggiarsi.
«Onee-chan, onee-chan dai! Basta ti prego. Sono sfinito.»
Shorter alzò le mani in segno di resa e si buttò sull’erba fresca. Aveva il fiatone e non riusciva a trattenere le risate nel vedere lo sguardo severo di Ash.
«Piantala brutto idiota! Onee-chan cosa! Mica siamo in Giappone qua eh…»
Ash con il fiatone riuscì a malapena a rispondere a Shorter e si sdraiò accanto a lui.
Shorter sapeva riconoscere quando era malinconico e quando triste, e i suoi occhi verdi erano per lui come un libro aperto. Lo guardò fissare quello sfondo che, non tante ore prima, si soffermò ad osservare in compagnia di Eiji. Li aveva visti vicini, li aveva visti abbracciati.

Si alzò e poggiò le mani sull’erba ed allungò le gambe. Continuò a fissare il mare anche lui.
«Perché vorresti dirmi che non ti piacerebbe andare in Giappone almeno una volta nella vita?»
Il volto di Ash si girò quasi meccanicamente verso Shorter. Andare in Giappone… quante volte da quell’incontro lo aveva pensato e desiderato? Tanto, troppo per uno come lui che non si legava a niente e nessuno. Tanto, da farlo capire anche a quello zuccone di Shorter.
«Mi piacerebbe sì… hai ragione. Hanno dei luoghi magici e del cibo che vorrei provare… Mi piacerebbe tanto visitarlo…»
«Visitarlo... o viverlo? Ash, puoi scegliere ciò che vuoi. Non sei obbligato a continuare questa battaglia. Puoi scegliere una vita diversa, la tua vita. Puoi scegliere tranquillamente lui
Non ebbero bisogno di dirsi altro. Stettero ancora un po’ lì seduti, ad assaporare la tranquillità che in quel momento li avvolgeva.

 
"If I lay here
If I just lay here
Would you lie with me
and just forget the world?"

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NdA: Il nuovo capitolo è online. In questo pezzo di storia ho voluto introdurre Shorter, pilastro importante nella vita e nella storia di Ash. Non ho mai affrontato o scritto di questa tematica e spero di essere riuscita a rendere bene il prompt offertomi da Fanwriter.it per questo #writober2020 :)
L'asterisco che vedeve nel testo fa rifermento alla Flashfic "Father and Son" in cui si può leggere il contenuto di quella lettera, perciò si potrebbe collocare subito dopo questo capitolo. Potete non leggerla, ma se volete sapere cosa Jim Callenreese avesse da dire al figlio, fate pure :)

La strofa alla fine del testo è presa dalla canzone di Snow Patrol "Chasing Cars".

buona lettura e grazie a chi passerà di qua!
PS scusate per eventuali errori... prometto che appena finito questo mese rileggerò a correggerò dove necessario <3 ^__^
   
 
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