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Autore: gyikhu    07/10/2020    2 recensioni
Nathan Drake e Lara Croft incroceranno le loro strade alla ricerca dello stesso tesoro: riusciranno a collaborare? Tra trappole, mistero ed enigmi, Crossroads è una storia d’azione e d’avventura, come nei più classici dei Tomb Raider e degli Uncharted. Per chi ama sorridere e sentire l’adrenalina, e chi, tra le diverse versioni di Lara Croft, è rimasto soprattutto innamorato di quella originale e del film interpretato da Angelina Jolie. [Leggera Nathan/Lara]
EDIT! Dal secondo capitolo, sono state aggiunte delle illustrazioni disegnate dalla traduttrice che accompagnano la storia.
Dal testo in inglese: E se Lara fosse a un passo dall'ottenere quello che ha sempre voluto, ma qualcuno più veloce di lei glielo rubasse davanti agli occhi? Riuscirà a riavere ciò che è suo? - fanfiction consigliata a tutti coloro che amano l’azione. Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lara Croft
Note: Cross-over, Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Crossroads DILOGIA'
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https://www.fanfiction.net/s/6358147/10/Crossroads

NOTE DELLA TRADUTTRICE:
Un ulteriore ringraziamento speciale a ReverendBrute80 per la recensione! E mi scuso ancora della gaffe riguardo il tuo sesso! XD Non avevo mai avuto lettori maschi su EFP, tranne una volta nel lontano 2013, quindi prendo sempre per scontato che siano femmine. xD







Una volta che l’aereo raggiunse la quota prevista, Lara prese il cellulare e chiamò Bryce.
“Stiamo andando a destinazione,” lo informò.
“Stiamo? Non sei sola?” chiese Bryce.
“Oh, giusto, ho dimenticato di dirtelo. C’è anche Drake. Ho dovuto portarlo con me.”
A quelle parole, Nate alzò gli occhi al cielo. Seriamente?, pensò. Ha dovuto, certo.
“Fa’ in modo di farci avere un mezzo di trasporto quando arriviamo,” continuò Lara. “Parleremo del resto una volta arrivati.”
L'esperienza le suggerì di non menzionare la loro destinazione al telefono. Non sapeva mai chi avrebbe ascoltato. Terminata la chiamata, si tolse l'auricolare, lo mise sul tavolo e si voltò a guardare fuori dalla finestra. Era buio, non vedeva molto, ma la vista la tranquillizzò. Le nuvole galleggiavano sotto di loro compatte come un mare agitato congelato nel tempo, le stelle costellavano la parte superiore del cielo, ed un’alba nel lontano est cominciò a rischiarare tutto. Nonostante la vista mozzafiato, non riuscì a ignorare lo sguardo di Nate che chiedeva una spiegazione. Così prese la sua borsa e afferrò il diario, gettandolo sul tavolo in mezzo a loro. Il libretto scivolò sulla superficie fino a fermarsi davanti a Nate.
“Questo è ciò che cercavo nella tomba.”
Nate mantenne lo sguardo su di lei, cercando di leggerle negli occhi un qualche tipo di indizio, poi prese il diario. Girò qualche pagina avanti e indietro, e alla fine la guardò di nuovo.
“È davvero fantastico, ma spero che non ti aspetti che lo legga. Immagino che tu l'abbia già decifrato, quindi dimmi di cosa si tratta.”
“Va bene,” rispose Lara facendo un sospiro. “Questo diario è stato scritto durante i lavori di costruzione della tomba. Mi ci sono voluti tre anni per scoprire la sua ubicazione, e una volta saputo dove fosse, si è presentato il problema degli occhi di Chagatai. Non credo sia necessario che ti racconti i dettagli, basti sapere che finalmente sono entrata nella tomba e ho ottenuto il testo che mi serviva.”
“Nascondendola magistralmente da me.”
“Una donna ha pur sempre i suoi piccoli segreti. Cerca di non pensarci.”
“Sì, certo. Tu e la gloria.”
Lara aprì la bocca per controbattere, ma non replicò. Era vero, dopotutto. “Mi ci è voluto un altro po' di tempo per tradurre il testo e mettere insieme i pezzi. Non è una lingua facile, come puoi vedere tu stesso,” disse prendendo il taccuino e accarezzandone con riguardo le pagine antiche. “Alla fine sono giunta alla conclusione che la tomba deve trovarsi a Sri Lanka. Ed ecco che arriva il secondo imprevisto.”
“Immagino che sia qui che il disco entra in scena. Il pezzo d'oro che avresti ottenuto in una maniera molto creativa.”
Lara sorrise. “Non prenderla sul personale. Gli affari sono affari,” scherzò, ma poco dopo il suo volto si fece serio. “Devi capire, ho dedicato anni a questa ricerca.”
Nate la fisso con attenzione “Di cosa hai paura? Che ti stenda a terra e ti rubi il tesoro?”
“Tu non capisci, non si tratta del tesoro, ma del mistero. Tempi antichi mai trovati, risolvere gli enigmi che da secoli si celano all’interno… essere la prima.”
Nathan la capiva. Ogni cacciatore di tesori che si rispettava veniva ammaliato dal passato, dal mistero e dalla storia. Il tesoro era solo una cosa in più.
“C’è solo una cosa che ancora non so,” disse Nathan, e fece una pausa di sospensione. “Di chi è la tomba di cui parliamo?”
Il sorriso tornò sul viso di Lara. “Di Gengis Khan,” rispose, compiacendosi della sorpresa sul viso del compagno.
“Bene bene. Ora capisco perché lo volevi tutto per te. Se la leggenda è vera, quella tomba nasconde un'enorme ricchezza. Oro, argento, reliquie e Dio solo sa cos'altro. Entrarci è quasi impossibile. Ma se hai un resoconto, sarà come una passeggiata.”
“Devo deluderti. Il diario non parla dell'interno della tomba, perché chiunque l’abbia scritto non ci era mai entrato, ma sapeva dov’era l’ingresso,” spiegò Lara infilando il diario nello zaino. “E questo è tutto.”
“Interessante,” mormorò Nate concedendosi un momento per metabolizzare quello che aveva sentito. “Ti ho dato il disco e nessuno ti ha trattenuta dall’andartene. Perché mi hai portato con te?”
La domanda la sorprese e non trovò la risposta. Cosa avrebbe dovuto dirgli? Non ne era sicura.
“Sembra che non ci sia sempre una spiegazione a tutto. Sii felice di essere qui con me.”
“Ammetti che ti è piaciuta la nostra ultima avventura,” la stuzzicò Nathan. Oh, lui amava prenderla in giro, e lei si dimostrò un avversario alla pari.
“Continua a sognare, Nate. Continua a sognare,” disse Lara con un sorriso e chiuse di nuovo gli occhi. “Approfitta del volo per dormire,” soggiunse prima di abbassare lo schienale del sedile e girarsi di lato.

***

Le ruote dell'aereo scivolarono lunga l'asfalto della pista d'atterraggio, fumando e lamentandosi con l’azionarsi dei freni. Una piccola spia si illuminò indicando ai passeggeri che l'aereo era atterrato. Lara era sveglia da un po' e rifletteva sul suo piano. Cercò di memorizzare la mappa, di ricordare ogni parola del diario. Quando il suo sguardo si spostò su Nate, che ancora stava dormendo, il filo dei suoi pensieri si interruppe. Il ragazzo aveva visto giusto dicendo che non le dispiaceva averlo come compagno. Questo sentimento le era nuovo. Dopotutto, non sarebbe qui senza di lui: sarebbe annegata nella trappola mortale della tomba di Chagatai, forse. Ma chissà cosa sarebbe successo se non si fossero mai incontrati? Se fosse stata la più veloce dei due a prendere il primo occhio. Se fosse andata nella tomba di Chagatai da sola, magari evitando la trappola all’interno della grotta. E ancora tanti se. Non aveva senso rimuginare sulle incognite, il passato non poteva comunque essere cambiato. Non che lo volesse, perché le andava bene così. Aveva il disco d'oro, il diario, sapeva dov’era l'ingresso della tomba, e... e aveva Nate dalla sua parte che rendeva l'intera avventura un po' più interessante.
Quando l'aereo si fermò, lei si alzò e scosse la spalla di Nate.
“Sveglia, bella addormentata. Benvenuto nello Sri Lanka.”
Nathan si stiracchiò, sbadigliò e la guardò camminare verso un armadio. Dopo aver digitato il codice, Lara aprì le due ante.
“Bella collezione,” si complimentò alla vista dell’arsenale che si celava al suo interno. La scorse prendere una mitragliatrice, le sue solite due pistole gemelle e una granata.
“Questo è per te,” disse Lara porgendogli una pistola. “Hai bisogno di qualcos'altro?”
“Affatto,” rispose Nate controllando il caricatore pieno e rimettendolo al suo posto. “Andiamo.”
Quando uscirono dall'aereo, il calore e l'umidità li investì con una forza devastante. Una Jeep li aspettava all'uscita dell'aeroporto privato e stavolta Lara non diede alcuna possibilità di scelta a Nate: saltò sul sedile del guidatore, accese il motore e partì ancor prima che il compagno riuscisse a chiudere la portiera.
“Non c'è tempo da perdere,” spiegò Lara notando lo sguardo d’incognita di Nate.
La Jeep barcollò a tutta velocità lungo le strade sterrate della giungla, facendosi strada tra le rocce e il fango. Talvolta le ruote si erano bloccate nella melma, girando in agonia senza muovere il veicolo di un centimetro, ma Lara era sempre riuscita a disincagliarsi.
La ragazza sapeva esattamente dove voleva andare, conoscendo a memoria ogni parola del diario. Secondo i calcoli, avrebbero potuto guidare per la maggior parte del tragitto, percorrendo a piedi solo l'ultimo tratto di viaggio più ripido.
“Qual è il tuo piano?” chiese Nate, cercando di non mordersi la lingua mentre parlava.
Con una mano sola, Lara stese la mappa sul cruscotto. “L'ingresso deve essere qui,” lo informò indicando la parte settentrionale delle montagne. “Quindi aggiriamo la catena.”
La Jeep slittò sull’acqua, perse leggermente il controllo, ma Lara riuscì a controllare il tragitto ritrovando poco dopo il comando. A causa del rombare del motore, uno stormo di uccelli sbatté le ali e volò via.
“E se andassimo da questa parte?” chiese Nate puntando un dito sulla mappa, ma Lara fece segno di silenzio indicando il cellulare che vibrava. Prese le cuffie e se ne mise una all’orecchio.
“Dimmi, Bryce.”
“C'è un problema,” riferì quest’ultimo. “L'immagine satellitare mostra dell’attività insolita nella zona di destinazione.”
“Cosa vuoi dire? Che tipo di attività?”
“Un insediamento. Un sacco di camion e veicoli militari che perlustrano la zona. Mi viene in mente solo una persona che lo farebbe.”
“Johansson. Com'è possibile? Solo io e te abbiamo visto il diario.”
“Non ne ho idea.”
“Scoprilo. Non voglio altre sorprese,” tagliò corto Lara prima di staccare la linea. Guardò Drake con la coda dell’occhio. “Cambio di programma: dobbiamo camminare di più. La macchina è facile da individuare e il tuo amico è qui.”
“Johansson?”
“Ti aspettavi qualcun altro?”
Lara fermò la macchina e guardò la mappa. “Dirigiamoci da questa parte e lasciamoci la Jeep.” “Fantastico,” disse Nate togliendo la sicura della sua pistola.
La giungla si fece più fitta, la strada – se così si poteva chiamare – non era altro che una sottile striscia di terra nel verde del fitto sottobosco. Dopo trenta minuti di agonizzante viaggio, Lara parcheggiò la macchina di lato, nascondendola tra i cespugli.
“Dobbiamo fare attenzione, Johansson non deve mettere le mani sul disco,” disse dopo essere uscita mettendosi lo zaino. “Prendi la mappa.”
“Un'altra macchina destinata a rimanere nella giungla. Forse un giorno ne approfitterai,” scherzò Nathan con la mappa in mano inoltrandosi con lei nel bosco. Le zanzare lo attaccarono alla sprovvista, dandogli filo da torcere mentre cercava di liberarsi di loro. Con qualche difficoltà ci riuscì e si fece strada nel labirinto di vegetazione. Una cappa insopportabile li avvolse, rendendo la respirazione piuttosto difficile. I loro vestiti si appiccicarono sulla pelle sudata e gli stivali sprofondarono nel terreno bagnato. Lara si fermò, prese la borraccia e bevve a grandi sorsi.
Nate si pulì il viso con l’avambraccio per liberarsi dalle gocce di sudore. “Bel clima. Mi mancava,” scherzò reggendosi con una mano su un tronco, distrutto dalla spossatezza.
“Non l'avevo pianificato,” disse Lara versandosi dell'acqua in faccia. Le gocce scivolarono lungo il collo, mescolandosi con il sottile strato di sudore sulla pelle. “Riesci a sentirlo?” chiese alzando la testa e rizzando le orecchie. “Acqua,” soggiunse, e, senza aspettare alcuna reazione del compagno, si incamminò nel bosco. Nate sentì solo il fruscio provocato dalla cacciatrice di tombe mentre avanzava nei cespugli.
“Aspetta, dove stai andando?” chiese confuso Nathan, e, non avendo altra scelta, la rincorse standole a stento dietro. Era veloce, doveva ammetterlo. Seguì i rumori necessitando di qualche minuto per ritrovarla. Quando sboccò su una radura, trovò Lara immersa fino alla vita in un laghetto tra gli alberi. L’acqua sembrava meravigliosamente limpida. Attorno a lei, alcune ninfee galleggiavano sull'acqua, mentre la luce che filtrava tra gli alberi illuminava la superficie creando dei riflessi d’oro e danzanti. Un piccolo ruscello serpeggiava tra le rocce più in alto rovesciandosi nel lago sotto forma di una piccola cascata. Nathan rimase in piedi di fianco agli alberi, appoggiato con la spalla su uno di essi, e la guardava mentre si gettava l’acqua su tutto il corpo.
Il suo zaino, le armi e i suoi stivali erano stati lasciati incustoditi sulla riva.
Quando Lara si tolse la maglietta, gli occhi di Nate misero a fuoco la striscia nera del reggiseno sotto le scapole.
“Che cosa stai aspettando? Non abbiamo molto tempo e l'acqua è fantastica,” gli disse Lara senza voltarsi. “Non sono timida.”
“Sarebbe un peccato,” rispose Drake. Si avvicinò al bordo del lago, si accovacciò, prese l’acqua con le mani a coppa e si lavò la faccia. Dopo aver subito i raggi ardenti del sole e la cappa pesante, quell’acqua fu una rinfrescante panacea per i suoi muscoli indolenziti. Si tolse la maglietta e si immerse a torso nudo, e nello stesso istante Lara uscì dall’acqua e si sedette sull’erba.
“Che c’è?” chiese quando si rese conto che la stava fissando. “Immagino tu abbia già visto una donna in biancheria intima.”
La bocca di Drake si incurvò in un sorriso. “Sai cos’ho sentito dire sulla biancheria nera?”
Lara si rimise la maglietta bagnata. “Sono proprio curiosa.”
"Che le donne la indossano quando intendono mostrarla a qualcuno.”
Toccò a lei sorridere. “L'hai letto su Cosmopolitan?”
Il modo in cui lo disse era adorabile. Una presa in giro senza malizia, con un pizzico di ironia.
“Puoi riempire questo per me?” chiese la cacciatrice di tombe lanciandogli la borraccia che lui prese al volo e mise sott’acqua.
Lara si accovacciò per legarsi l’ultimo stivale, e Nate, quando fu anch’egli fuori dall’acqua, l’aiutò a tirarsi su. Il viso della ragazza era molto vicino al suo, e Drake vide l'oro nei suoi occhi nocciola. “Non avrei mai pensato che tu leggessi certa roba,” le disse con voce bassa.
“Non l’ho mai fatto.”
“Nemmeno io,” replicò Nathan sostenendo lo sguardo di lei, compiacendosi delle sue stesse parole. “Dobbiamo andare avanti,” ritenne poi passandole la bottiglia. Sull’angolo della bocca di Lara comparve un sorriso che non riuscì a nascondere. E forse non volle.
“Dopo di te,” disse Nate restituendole lo zaino e lasciandosi guidare da lei.

***

Dopo un'estenuante ora nella giungla, Nate arrestò ogni movimento e posò l’indice sulle proprie labbra guardando la compagna. Fece cenno in avanti e Lara notò la testa di un mercenario in fondo alla strada con la schiena rivolta verso di loro.
“Lo prendo io,” le sussurrò Nate avvicinandosi all’obiettivo.
“Aspetta,” cercò di fermarlo Lara, ma era troppo tardi. Un brutto presentimento le percorse la spina dorsale.
Sfruttando la via momentaneamente libera, la cacciatrice di tombe fece il giro largo osservando il compagno strisciare dietro al soldato. Nate afferrò il collo dell'uomo ma la presa non fu perfetta, e il nemico gemette forte prima di crollare a terra. Sentendo il rumore sospetto, altri due mercenari uscirono da altri cespugli e Nate cominciò a sparare. Lara sussultò al suono improvviso che squarciò la calma della giungla. Cominciò a correre. Perché gli uomini sono così fissati con le armi?, pensò.
Uno dei mercenari cadde a terra trapassato da parte a parte da un proiettile, ma l'altro riuscì a nascondersi dietro una copertura e a sparare nella loro direzione. Gli spari echeggiarono. Un proiettile rimbalzò su una roccia e sprofondò nel fango vicino ai piedi di Lara.
“Dannazione,” imprecò riparandosi dietro ad un albero e affacciandosi con la testa.
“Attenta!” urlò Drake.
Lara non capì da dove fosse venuto, ma si sentì afferrare il braccio da lui e tirare via dall’albero prima che un proiettile le colpisse la testa.
Una truppa di mercenari si unì al nemico e una pioggia di proiettili volò in direzione di Lara, la quale si gettò a terra.
“Che diavolo ti è venuto in mente? Sei pazzo?” lo rimproverò Lara mentre strisciavano insieme al riparo. “Ora abbiamo venti persone alle calcagna, e Dio solo sa quanti altri arriveranno.”
“Ok, ma adesso scappiamo!” esclamò Nathan afferrandole di nuovo il braccio precipitandosi in direzione opposta. I proiettili dei nemici penetrarono l'aria, alcuni ramoscelli e foglie strappati dai rami caddero sui loro visi mentre cercavano di scappare via dai soldati. Alle loro spalle, le grida e le parolacce si affievolirono sempre più, fino a spegnersi tra gli altri suoni della giungla.
I due avventurieri si fermarono addossati contro un enorme albero, guardandosi intorno per vedere dove si trovassero.
“Credo che li abbiamo seminati,” ritenne Drake.
“Sì, ma perdendo completamente le nostre tracce.”
Nate si piegò in avanti per riprendere fiato, sostenendosi con le mani tese sulle ginocchia. “Le ritroveremo.”
“Perché diavolo l’hai fatto?!” gridò Lara picchiando a malo modo il suo petto col dito. “Per poco non stavano per ucciderci!”
“Mi dispiace,” disse Nate alzando le mani e facendo un passo indietro. “Pensavo di riuscire a stenderlo in silenzio.”
"Non è stato così,” replicò Lara ormai senza più controllo. “Usa la testa prima di tirare fuori la pistola e fare una cosa tanto stupida.”
“Oh, ehi, è stato un errore, ok? Poteva succedere anche a te!”
Lara si voltò verso di lui ignorando i segnali di errore del GPS che non riusciva più a trovare la loro posizione satellitare. A meno di un passo da Nathan, assottigliò gli occhi e abbassò le sopracciglia. “Quello che hai fatto va ben al di là di un semplice errore. È stato uno sbaglio da principianti.”
“Intanto è stato proprio questo principiante a fregarti sotto il naso il primo occhio. Dico bene, Lady perfezione?”
“Neanch’io sono perfetta, e l’averti portato in missione con me ne è l’evidente prova!”
Nate prese il viso di Lara tra le mani e la baciò. Accadde così in fretta che Lara neppure riuscì a reagire. Sentiva solo le labbra del ragazzo sulle sue, e, prima ancora di comprendere i motivi di quel gesto, si domandò perché non lo stesse rifiutando. Chiuse gli occhi, abbandonata in quel bacio, dimenticandosi di qualsiasi cosa.
Nathan si staccò da lei, la quale sbatté esterrefatta le palpebre per schiarirsi le idee.
“Volevo solo vedere se litigare fosse l'unica cosa che fai con così tanta passione,” disse Nate sorridendo. “Non è stato male.”
“Lara, Lara,” si sentì chiamare dall’apparecchio alla cintura. La voce di Bryce le rimbombò nell'orecchio. “Esci subito da lì!”
“Che succede?!”
“I mercenari stanno arrivando da ogni direzione. Sono veloci. Dietro di te! Si stanno avvicinando!”
“Perché non me l'hai detto prima?”
“Ho avuto problemi con il satellite. Mi dispiace.”
Si disinteressò subito del gesto inaspettato e inopportuno di Nathan non appena udì le voci alcuni uomini sempre più vicine. Dimenticò la rabbia, il bacio, persino la meta. Una sola cosa le passò per la testa: doveva mettere al sicuro il disco.
Cominciò a correre, ma non andò tanto lontano. Nate era in piedi qualche metro più avanti con le mani già in alto; di fronte a loro, i mercenari vestiti in nero gli puntarono contro le mitragliatrici.
Tirando un sospiro, Lara alzò le mani e si unì a Nate. Non c'era possibilità di poter scappare.
   
 
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