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Autore: Giana_    08/10/2020    0 recensioni
Ambientato ai tempi nostri, mi sono chiesta cosa potesse succedere all'isla Muertas se i fatti descritti in Jurassic World non fossero successi. Cosa o chi ai può sacrificare per quello che è 'giusto'? E cosa è "giusto''?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Altri, John Hammond, Nuovo personaggio
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lunedì 21/05/2016 laboratori ospedale Santa Chiara, Pisa
 
Vanessa si levò il tutone bianco impaziente di toglierlo. Indossare le tute anticontaminazione era una tortura ma erano necessarie quindi cerco di levarle senza far troppo vedere quanto la scocciasse usarla. Percorse i corridoi fino al suo ufficio e, finalmente, si sedette alla scrivania con l’intenzione di rilassarsi e pranzare ma prima che potesse tirare fuori dalla borsa la sua insalata il Rettore dell’Università, sua sorella gemella Laura e due uomini in uniforme entrarono nel suo studio, chiudendo a chiave la porta. “Rettore salve, mi scusi che sta succedendo? Laura?” Lui le rivolse un sorriso tirato e disse “solo un minuto cara” e poi guardò uno degli altri due signori con lui, quello con la divisa più scura, in attesa. Ad un suo sguardo interrogativo Laura alzò le spalle indicando che non sapeva niente nemmeno lei.

L’altro uomo in divisa tirò le tende e depose dei fogli sulla scrivania davanti a lei dicendo “Firmate entrambe” Vanessa sempre più confusa e un po’ irritata si alzò in piedi e incrociò le braccia dicendo “Qualcuno mi vuole spiegare?”  La sorella prese i fogli e lesse le prime righe “Questo è un accordo di sicurezza e segretezza. Perché dobbiamo firmarlo?” “Mi dispiace signorine non possiamo dirvi altro finché non firmate. Potete anche non firmare entrambe ma in caso una decida di non farlo non può assistere al resto della conversazione” Disse uno dei militari. Laura prese una penna e firmò con poche esitazioni poi porse il foglio e la penna alla sorella invitandola a fare altrettanto. Laura era la più impulsiva delle due e anche la più curiosa impossibile che resistesse a tale tentazione. Vanessa era più cauta quindi non era molto convinta ma la sorella con lo sguardo le disse Firma tranquilla. Guardandola Vanessa si rese conto che per la sorella tutto questo non era una novità. Era una delle ricercatrici emergenti più importanti a livello nazionale e quindi anche internazionale del campo della piccola tecnologia, forse ne aveva già firmati di quegli accordi. Fidandosi del suo giudizio firmò. Mai nemmeno nei suoi sogni più nascosti avrebbe potuto immaginare il resto della conversazione.

“Ottimo Signorine. Dunque quello di cui vorrei parlarvi oggi riguarda un’isola vicina alla Costa Rica, ovvero Isla Sorna. La conoscete?” Laura alzò un sopracciglio con fare tra il dubbioso e il divertito e disse “Ma quella dei dinosauri?” “Esattamente” le due si guardarono per un secondo per accertarsi che non fosse tutto uno scherzo e Vanessa non riuscì a trattenersi dal dire “Perché esiste davvero?” "E ci sono davvero i dinosauri?" aggiunse Laura. "Si signorine. Come mai ne dubitate?" Chiese il militare con un mezzo sorriso "Signore non essendoci la possibilità di controllare o di saperne qualcosa è difficile da crederci, con tutto il rispetto" il Rettore non sembrava contento probabilmente il ‘con tutto il rispetto’ non sarebbe bastato ad evitare ad entrambe una bella ramanzina.
"Non c'è problema signorine, immagino che rientri nel carattere dello scienziato avere dubbi senza prove. Comunque presto ne avrete, forse dopo esserci state ci crederete".  "Aspetti cosa?" "Credo di aver frainteso" dissero le ragazze insieme.
"Avete capito benissimo signorine. Stiamo mettendo su un team di poche persone da mandare su Isla Sorna." "e per quale ragione?" chiese Vanessa sempre più confusa "da quando è nota la sua esistenza molta gente con pochi scrupoli è interessata a depredarne i tesori nonostante sia vietato anche solo sorvolarla." "per una buona ragione” disse Laura sottovoce mentre la sorella diceva "quindi vorreste mandare qualcuno a difenderla? tipo un gruppo di guardiacaccia?" disse Vanessa "Esatto signorina" "e come farete difendere questi guardia caccia?" chiese scettica Laura. “Non possiamo garantire la sicurezza al 100 % ma faremo il possibile per evitare pericoli. È la misura migliore di protezione degli animali a cui la società che possiede l’isola ha pensato. Comunque sono venuto qui a dirvi che ci sono due posti per entrambe con un lauto compenso per voi e per la vostra Università se accetterete. La missione partirebbe tra poco più di una settimana appena il rifugio principale sarà ultimato. Se siete intenzionate a partecipare alla missione siete invitate al meeting che si terrà domani al pentagono con il presidente dell’azienda e gli ufficiali di marina ed esercito incaricati, così potrete conoscere gli altri membri del team. Avete tempo fino a stasera per decidere se partecipare al meeting poi noi ripartiremo dall’aeroporto militare di Roma. Potete portare un piccolo bagaglio per ora.” Poi entrambi fecero il saluto militare al Rettore e alle ragazze e uscirono dalla stanza.

“Rettore spero sia tutto uno scherzo” Disse Vanessa quando i militari erano usciti da un po’ per non farsi sentire. “Direi proprio di no signorine, anche il ministro della difesa mi ha mandato una mail. A quanto pare cercavano da mesi Le persone da spedire sull’isola. Siete state scelte tra molti candidati” Disse il Rettore con sguardo fiero e soddisfatto più di se stesso che di loro. Laura sussurrò alla sorella “Che bello siamo state scelte per nutrire con i nostri corpi dei dinosauri” con sarcasmo. Vanessa soffocò un sorriso e chiese al Rettore “Ma perché siamo state scelte?” “Siamo più buone di altri ricercatori da mangiare?” Aggiunse stizzosa Laura. Il Rettore la fulminò con lo sguardo e disse “Non lo so ma è un gran bel vanto per la nostra Università. Forza andate a fare le valigie”

Entrambe lo guardarono stizzite e Laura disse “Noi non abbiamo ancora accettato niente e lei non può obbligarci!” Il Rettore si mise le mani dietro la schiena e le guardò molto serio “Ragazze mie forse non avete capito quanto pagheranno l’Università per mandarvi laggiù. Avete ragione non posso obbligarvi ma posso rendervi la vita più difficile se restate qui, siete proprio sicure di non voler ripensarci?” Vanessa lo fissò incredula con la bocca spalancata mentre la sorella strinse gli occhi dicendo “Questo è un ricatto bello e buono!” “No, anzi. è un consiglio disinteressato” Vanessa guardando la sorella si rese conto che stava per saltare addosso al Rettore per sbranarlo e si mise tra di loro dicendo “Non può pensare di cavarsela così” Lui alzò gli occhi al cielo con fare esasperato e disse “Ragazze è solo un incontro andate e valutate potrebbe essere un ‘opportunità unica! Vanessa non sarà molto difficile per lei dopo il periodo negli stati centrali dell’africa” “Sfamavo la popolazione e evitavo la diffusione dell’ebola e dell’aids Rettore non facevo da spuntino di metà mattina per dinosauri!” “Ragazze siate ragionevoli andate al meeting e poi decidete quello che è meglio per voi e per l’università. Ora vi lascio a discuterne tra di voi” Il Rettore decise di uscire velocemente dalla stanza visto che entrambe sembravano irate e desiderose di picchiarlo.

Appena si fu chiusa la porta dietro di lui Laura disse “Ci manderei lui a fare da spuntino ai dinosauri con la sua stramaledetta laurea in economia” Vanessa cercò di pensare lucidamente ma ancora non poteva credere che fosse tutto vero. Perciò si mise al computer della sua scrivania e cominciò a cercare tutto quello che poteva sull’isola e su quello che poteva esserci sopra. Mentre Laura si metteva dietro di lei per vedere le arrivò una mail da un indirizzo sconosciuto ma facente parte delle forze armate americane. Allegate a delle semplici parole:
 
Foto risalenti al 2002. Isla Sorna

C’erano almeno una 50ina di foto di bestie mai viste tra cui tirannosauri, raptor, spinosauri… Non molto rassicuranti ma bellissime. Entrambe erano estasiate e impaurite. “Cosa facciamo?” Chiese incantata e terrificata Laura.
 
Signore saremo entrambe felici di partecipare al meeting di domani. Vanessa e Laura
 
Una macchina verrà a prendervi domani mattina alle 8.00 per portarvi all’aeroporto militare. Se vi posso dare un consiglio portate pochi vestiti trucchi e simili e passate la serata con i vostri cari non è così scontato che li rivediate presto.
Ufficiale Brown

 
 
Alle 8.00 precise il campanello suonò e un sottoufficiale dell’esercito italiano venne a prelevare Vanessa e Laura. "Signorine rossi è un piacere portarvi a Roma" disse il militare. Era un ragazzo molto giovane, carino e muscoloso. Laura era troppo stanca anche solo per rispondere dopo la notte passata a fare cose indicibili con la sua ragazza quindi mise lo zaino nel bagagliaio e si mise nei sedili posteriori con gli occhiali da sole infilati per poter nascondere le occhiaie e dormire un po’ nel viaggio fino a Roma. Il ragazzo guardò tutta la scena abbastanza divertito e poi si rivolse verso Vanessa. Lei le sorrise nervosa e mentre lui le prendeva la borsa gli disse “Grazie signore, perdoni mia sorella ma non ha dormito molto stanotte” Mentre lui annuiva, Vanessa entrò nella macchina accanto alla sorella che già respirava regolarmente quindi dormiva già. Il sottoufficiale Lotti, così c’era scritto nel badge con la sua foto appeso allo specchietto, si mise alla guida e partirono.

Mentre Laura sonnecchiava, Vanessa era nervosa per fare grandi cose quindi stette una mezzoretta a guardare fuori poi, troppo nervosa, prese il suo raccoglitore, dove aveva creato una raccolta di informazioni sui dinosauri. Aveva stampato le foto a casa e sotto ad ognuna specie aveva riportato le informazioni ricavate dalle sue ricerche online. Certo le informazioni più generali come dimensioni, dieta… si potevano conoscere dai reperti ossei ma i dettagli, come le analisi dei fluidi il comportamento ecc erano ancora sconosciuti. Sull’Isla Sorna erano presenti 20 specie di dinosauri allo stato brado. Il numero di esemplari non era possibile da conoscere dato che gli animali si potevano riprodurre senza controllo.

“Metti via quella roba prima che vomiti nella macchina di questo povero ragazzo” Disse Laura improvvisamente dopo un’oretta di viaggio in cui non aveva dato segni di vita. “Mannaggia a te mi hai fatto prendere un infarto!” Disse Vanessa dandole una botta col raccoglitore. Vanessa soffriva la macchina quindi non poteva leggere solitamente in macchina. “Avrei bisogno di un caffè…” Disse Laura stiracchiandosi per quanto potesse sul sedile. Anche Vanessa pensò che avrebbe gradito della caffeina e qualcosa da mangiare quindi chiese “Signore possiamo fermarci al prossimo autogrill?” Lui sorrise divertito e uscì all’autogrill.

Laura uscì dalla macchina stiracchiandosi per bene e gettando gli occhiali sul sedile. Laura poi si avvicinò alla sorella, la prese a braccetto e le sussurrò all’orecchio “Secondo te questo qui sa dove ci stanno portando?” Poi indicò il militare che le stava seguendo ad una breve distanza guardandosi un po’ intorno quasi a studiare tutta la zona e le persone. “Boh però ci sta scortando manco fossimo spie o vip...“ Laura si staccò dalla sorella e si mise accanto al ragazzo dicendogli “Allora com’è servire il proprio paese in divisa?” Vanessa conosceva la sorella, poteva sembrare pungente come persona per chi non la conoscesse ma spesso era solo il suo tono. Fortunatamente l’ufficiale sembrava non cogliere la punta di sarcasmo ma anzi rispose “Non è un po’ quello che fate anche voi con i vostri camici e studi?” Vanessa entrò all’autogrill dirigendosi subito al bar mentre Laura diceva “Solo lei indossa un camice io al massimo guanti isolanti” “Già, lo immaginavo…” Disse il militare studiando ancora tutte le persone che gli circondavano.

Vanessa ordinò due caffè macchiati e due pasticcini poi ricordandosi delle buone maniere disse “Signore…ufficiale... Insomma tu vuoi qualcosa? Una camomilla magari così smetti di guardarti intorno come se qualcuno possa seguirci che mi stai mettendo ansia...” Laura e il ragazzo risero poi lui disse “No no grazie. Chiamatemi pure Lotti” Le ragazze bevvero il caffè e conversarono un po’ della famiglia mentre il sottoufficiale Lotti le sorvegliava. Aspettò anche subito fuori dal bagno delle signore, per assicurarsi che non scappassero dalla finestra o che cascassero nel gabinetto probabilmente.

Ripresero il viaggio verso Roma, entrambe le ragazze misero le cuffie nelle orecchie per poter estraniarsi un po’ nell’attesa di arrivare all’aeroporto Romano.

Un paio d’ore più tardi erano arrivate ma il sottoufficiale non entrò nel parcheggio normale. Si diresse verso una delle entrate di servizio mostrando il badge militare. Percorsero qualche centinaio di metri, passando accanto ad aerei fermi in attesa di partire o in manutenzione. Sorpassarono un hangar e dietro di esso videro un piccolo jet militare con un manipolo di persone nelle divise più disparate tutto intorno. Un paio di uomini dell’esercito italiano si avvicinarono subito alla loro macchina per impedirli di avvicinarsi. Il sottoufficiale Lotti fece vedere tutti i documenti in suo possesso, un pacco di fogli esagerato, e i due militari scrutarono sorpresi le ragazze nei sedili posteriori, poi le fecero scendere aprendogli le portiere. Presero addirittura i loro trolley dal bagagliaio prima che le ragazze potessero dire qualcosa. Vanessa non sapeva se questo trattamento di riguardo le piacesse o no considerando dov'erano dirette.

Le ragazze si avvicinarono all'ufficiale Brown che si ergeva con la schiena dritta e fiera anche svettando tra gli altri signori, era evidente che lui era al comando, dato che tutti gli altri eseguivano i suoi ordini. "signorine Rossi, buongiorno. Spero che il viaggio sia stato piacevole. Dobbiamo aspettare un'altra persona che dovrebbe arrivare a breve" Le due si guardarono a vicenda per capire se era il caso di chiedere chi fosse quest'altra pazza persona ma, prima che potessero dire qualcosa, un altro mezzo militare si avvicinò dietro di loro. Dal sedile posteriore scese un uomo sulla 30ina abbronzato con dei pantaloni verdi militari tutti strappati. Mentre si avvicinava Vanessa si rese conto di una cosa "Ehi ma io lo conosco..." poi, mentre si avvicinava, lui le fece un gran sorriso e urlò "Nessaa!" la prese in un abbraccio stritolante e la fece volteggiare in aria. "Charlie! Oh mio dio cosa ci fai qui?" prima che potesse rispondere, l'ufficiale Brown si intromise "il dottor Smith è un membro del team che partirà per la missione. Ora possiamo andare signori, il viaggio sarà lungo" Tutti salirono.

Le ragazze si misero una davanti all'altra, dato che il dottore si mise subito a fianco di Vanessa. L'ufficiale Brown si mise dall'altro lato dell’aereo e tirò subito fuori il computer portatile davanti a sé. Ma non prima di aver detto "signori, cinture di sicurezza prego, partiamo subito". Tutti obbedirono all'ordine, Laura con una faccia di una che viene presa per bambina e che non lo gradisce. Prima che Vanessa potesse presentarle Charlie, lui tese la mano a Laura "Tu sei la sorella di Vanessa, giusto? Io sono Charles Smith. Ho lavorato con tua sorella in Africa per qualche mese con i medici senza frontiere.” Vanessa subito disse “Lui è il dottor sorriso, Lau” “Dottor Sorriso?” Chiese Charles curioso. “Lei ti aveva soprannominato così dato che non smettevi mai di sorridere per più di 10 secondi anche nei momenti difficili” Spiegò Laura. Charles rise del soprannome fortunatamente.

“Insomma anche voi partite per una bella vacanza in Sudamerica a quanto pare” Disse Charlie “A dir la verità non siamo ancora sicure ma abbiamo pensato che informarsi a riguardo era quantomeno interessante” Disse Laura guardando di sottecchi l’ufficiale Brown che nonostante le cuffie e il suo continuo battere sulla tastiera sembrava aver fatto un mezzo sorriso alle sue parole. “Come mai invece tu vuoi partire? Pensavo tu volessi rimanere in Africa per almeno altri 2- 3 anni” “Sì quello era il piano ma un’opportunità cosi non capiterà mai più, giusto?” Laura si rivolse l’ufficiale Brown, dato che dalle sue espressioni era evidente che stava ascoltando ogni cosa che si dicevano, e chiese “Signore possiamo sapere qualcosa degli altri membri della squadra?” Lui chiuse il pc e mentre l’aereo partiva per l’America raccontò qualcosa sui loro compagni e sui loro compiti.

A quanto pare la squadra che sarebbe partita da li a pochi giorni era composta solo da 10 persone 5 civili, 2 membri dell’esercito americano, 1 della marina e 1 dell’esercito del Costarica, nazione di cui facevano parte le isole, e il loro capo squadra, consulente privato dell’azienda Ingen che aveva messo su il Jurassic Park. “Esattamente cosa dovremmo proteggere e da chi?”Chiese Laura. L’ufficiale Brown riaprì il pc e dopo qualche click girò lo schermo in modo che tutti e tre potessero vederlo. Si aprì una pagina web davvero strana che diceva qualcosa tipo “Compra anche tu uova di dinosauro! Mai oggetto più raro...” Poi l’immagine di un altro sito “La cura miracolosa a base di denti di dinosauro …” e poi un’altra “Credi di essere abbastanza coraggioso da poter uccidere un t-rex?” L’ufficiale spiegò mentre faceva scorrere le immagini “Sul dark web si può vendere tutto e qualsiasi esperienza che sia nuova o originale. Gente con pochi scrupoli ha cercato di mettere le mani sui dinosauri o su loro parti del corpo da quando è stata divulgata l’esistenza di Isla Sorna, cosa ovviamente illegale. Finora le forze militari del Costa Rica si occupavano di fermare e arrestare i malviventi ma il presidente neoeletto ha basato tutta la sua campagna elettorale sull’idea che non devono pagare loro per errori commessi da degli americani. Il governo degli stati uniti non vuole prendersi carico di questa sfida e quindi tutto ricade sulla Ingen che o se ne occupa attivamente o deve eliminare tutto.” Forse l’ufficiale Brown era riuscito nella sfida di non far sorridere Charlie per più di 10 secondi.

Tutti fissavano le immagini dei siti nelle lingue più disparate che cercavano di vendere di tutto con tanto di foto allucinanti, anche se molte si potevano riconoscere velocemente come photoshop. “Ed esattamente perché serviamo anche noi oltre a dei militari? Non saremmo molto utili a difenderci e difendere da armi puntate.” Chiese confusa Vanessa. “In un certo senso i militari non potrebbero lavorare senza di voi. Ovviamente serve un medico ma i medici militari non sembravano adatti, dato che quando si hanno paesi e corpi di difesa diversi spesso si possono creare problemi inutili. Servono ingegneri per creare un impianto di sorveglianza fissa e mobile sull’isola che sia in grado di monitorare gli animali, l’isola e i suoi dintorni. Ci serve un chimico farmaceutico in grado di maneggiare medicine, tossine sia per aiutare gli altri membri della squadra ma anche per lo studio degli animali e della vegetazione per limitare l’incidenza di un eventuale impatto umano sull’ecosistema. Gli altri due civili sono una famosa comportamentista animale e un ingegnere informatico che deve occuparsi della comunicazione con la terra ferma per ogni evenienza e di tutto il resto.”

Mentre tutti pensavano già all’importanza dei loro ruoli un’hostess portò un carrello con dei vassoi. Visto il fantastico pranzo a base di schiacciata fumante e insalata fresca con tanto di dessert, tutti decisero di accantonare per il momento le preoccupazioni e dedicarsi al cibo, con tanto di scambi di aneddoti divertenti. Vanessa toccò la punta massima di imbarazzo quando Charlie raccontò di quando al suo compleanno, la sera durante la cena in tenda con gli altri di medici senza frontiere, tutti i ragazzi si erano accordati per cantarle Tanti Auguri in una versione simile a quella di Marylin Monroe e lei era diventata rossissima. La sorella rise tantissimo al sentire la storia. Anche l’ufficiale Brown nonostante si fosse rimesso le cuffie sembrò sorridere.

Dopo il pranzo Charlie crollò a dormire, probabilmente il viaggio dall’africa era stato lungo e sfiancante. Quando il respiro regolare di Charlie confermò che era tra le braccia di Morfeo, Laura prese un fazzoletto di carta avanzato e una delle penne sulla scrivania davanti a loro e disse “Nessa come mai non mi avevi mai detto di aver fatto breccia nel cuore di cotanti giovani e cari dottori?” Lei fece segno di no alla sorella e disse “stai zitta…” Anche se sorrideva. Dopo qualche minuto Laura era ancora concentrata a disegnare qualcosa sui fazzoletti rimasti tanto che non le bastava più come spazio (stava quasi per scrivere sulla scrivania). Vanessa prese dalla borsa il blocco degli appunti e glielo passò. Già che c’era prese il suo tablet per analizzare i suoi dati e iniziare a scrivere il suo prossimo articolo, dato che quando Laura faceva così non voleva mai parlare finché non finiva. Diceva che quando le veniva l’ispirazione bastava una piccola distrazione per farla scappare, infatti non diede segno di riconoscenza per il blocchetto anche se cominciò a ricopiare tutto e a correggere ed aggiungere cose.

A metà dell’articolo Vanessa sentì Charlie batterle sulla spalla per chiederle cosa faceva e lei le fece vedere l’articolo sull’agricoltura cooperativa che stava scrivendo. In pratica con altri ricercatori della facoltà di agraria stavano testando come si potessero influenzare due piante che germogliavano molto vicine per cercare in definitiva di unire certe caratteristiche positive delle due piante madri, senza modificarne il dna nativo. Dato che se il Dna subivano modifiche potevano portare caratteristiche ignote alle generazioni di piante successive, la modifica poteva accentuarsi o cambiare fuori controllo. Aspettandosi un commento anche dalla sorella la guardò, ma vide che si era appisolata stringendo uno dei fogli tra le mani. “Secondo te cosa stava facendo lei invece?” Chiese Charlie cercando di sbirciare i foglietti di Laura ma la sua scrittura era illeggibile pure per un medico, il che era tutto dire. “Mi azzardo a dire una macchina per grattarsi i punti della schiena a cui non si riesce mai arrivare o una per uccidersi.” Disse Vanessa con leggero sarcasmo “Ci vorrebbero tutti questi fogli per questo?” Disse Charlie indicando i 10 fogli pieni di scritte e disegni sparsi sulla scrivania e Vanessa rise di gusto. 

Circa 10 ore dopo l’aereo atterrò in una base militare americana, nello stato di New York. Per loro doveva essere già notte ma li era ancora pieno pomeriggio e il sole che gli batteva sulla testa accentuava il malessere da jet-lag. Laura appena vide il sole cominciò a sentirsi male, tanto che quando si avvicinarono alla macchina, che avrebbe dovuto portarli ai loro alloggi, vomitò tutto il suo pranzo. L’ufficiale Brown parve sorpreso da tale comportamento ma ne Charlie ne Vanessa ne furono turbati. Vanessa sapeva che sua sorella rimetteva quando aveva emicranie forti e Charlie era un medico quindi non poteva turbarsi per del vomito, ma anzi entrambi dissero all’unisono “Qualcuno ha dell’acqua?” Subito uno dei militari della base passò a Laura una bottiglietta d’acqua che lei buttò giù non volente, ma sapeva che altrimenti il mal di testa e lo stordimento sarebbero durati di più.

L’auto portò i 3 e l’ufficiale Brown in uno degli alberghi vicini alla base, in modo che potessero riposarsi prima della riunione di domani con gli altri membri del team. Le due ragazze divisero una camera con due letti singoli e Charlie una camera singola accanto alla loro. Quando le ragazze entrarono in camera videro un cesto di cibo sulla scrivania davanti al letto con un biglietto. 
 
Qualche cibo che può aiutarvi con il jet-lag. Spero di rivedervi in forma domani, sono molto curioso di conoscervi.
A. 
 
Laura provò ad annusare la scatolina che conteneva qualche tisana ma solo l’odore la fece correre in bagno a rigettare. Vanessa addentò una mela mentre osservava il biglietto. Si chiese chi lo mandasse. 
Mentre la sorella riposava a letto, Vanessa scelse di scendere al ristorante per mangiare qualcosa prima di dormire anch’essa. Mandò un messaggio a Charlie per sapere se voleva scendere con lei, se era sveglio, poi si cambiò mettendosi giusto la camicetta che aveva deciso di mettersi anche per l’incontro di domani. Dopo un paio di minuti qualcuno bussò alla porta. Aprì e vide Charlie che le sorrideva, anche lui si era cambiato dato che i pantaloni sporchi di sabbia non sembravano proprio adatti alla cena in un ristorante. Indossava comunque dei jeans e una camicia bianca con le maniche arrotolate ai gomiti che lasciavano vedere le braccia abbronzate. La cosa curiosa è che c’erano due militari nel corridoio che li osservavano e controllavano tutta la zona. Charlie offrì il braccio a Vanessa e poi si incamminarono al piano di sotto. “Quanto vorrei che ci preparassero quelle padellate di verdure speziate che si mangiavano al campo. Non credo troverò mai lo stesso mix di odori…” Disse Charlie mentre scendevano le scale. Ed entrambi si persero nei loro ricordi del campo.

Una volta seduti al tavolo ordinarono entrambi un hamburger e delle patatine, non senza ridere per la stessa ordinazione contemporanea. “Tua sorella non mangia?” Chiese Charlie mentre aspettavano “Sta già dormendo. Sicuramente starà meglio domani con queste molte ore di sonno. Ha sempre sofferto di emicrania.” “Sai qualcuno si potrebbe stupire che tu abbia accettato questa sfida…ma io non più di tanto” disse Charlie mentre versava da bere. Vanessa lo guardò confusa “Tu sei la classica persona che sembra molto mite e tranquilla ma io ti ho visto in africa. Sei una ragazza intraprendente e curiosa.” Lei gli sorrise lusingata “Grazie Charles…” “se tu fossi spigliata anche con le persone avresti ragazzi che ti cascherebbero ai piedi come foglie in autunno” disse Charlie sotto i baffi mentre addentava il suo panino. Vanessa si strozzò con l’acqua che stava bevendo.
 
"I vostri genitori che hanno detto di questo viaggio?" chiese Charlie cercando di cambiare argomento, per la gioia di Vanessa. "Dato che per il contratto di riservatezza non abbiamo potuto dire praticamente niente, loro pensano che sia una semplice conferenza organizzata all'ultimo. Quindi sono contenti di vedere che facciamo le nostre esperienze e ci diamo da fare” “Se solo sapessero la vera esperienza che vi aspetta non penso la prenderebbero così alla leggera.” "direi proprio di sì" dissero e poi risero con un tono di preoccupazione nella risata. Nessuno dei due sapeva perfettamente cosa gli aspettava, stavano per addentrarsi in cammini mai percorsi. Per non concentrarsi sul loro ignoto futuro, si persero nelle chiacchiere sulle loro famiglie. Charlie non aveva più i genitori, si erano spenti qualche anno prima per una rara e grave malattia, aveva una sorella negli stati uniti che faceva l’insegnante, sposata con due bambini. I genitori delle ragazze erano un professore liceale e una proprietaria di un’associazione di beneficenza per animali. Mentre chiacchieravano finirono di mangiare, scoprirono che il conto era tutto intestato alla ingen, e presero pure un dolce prima di ritornare nelle loro camere.

Quando si salutarono con un abbraccio sincero, Vanessa si rese conto di quanto fosse piacevole avere ben due persone che conosceva e a cui voleva bene in questo team. Forse partiva già con un leggero vantaggio sugli altri.




G. M.

 
   
 
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