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Autore: storiedellasera    08/10/2020    1 recensioni
Alcuni desideri sono fatti per cercare la felicità. Altri desideri invece sono espressi per infliggere sofferenze.
Lo sanno bene Milla e Kyleen, proprietarie di una locanda molto particolare.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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La strega dei desideri

-Parte 3-



Kyleen impugnò la spada dall’elsa dorata e caricò l’anziana locandiera.
Quest’ultima non si mosse, rimase sull’uscio della sala da pranzo. Non sembrò per nulla intimorita dalla giovane barbara del nord. Ma fece un semplice gesto con la mano e per incanto la spada di Kyleen divenne incredibilmente pesante.
La ragazzina non riuscì più a sorreggere l’arma che precipitò immediatamente al suolo. L’improvviso aumento di peso della spada sembrò strattonare la piccola barbara, la quale arrestò bruscamente la sua carica, perse l’equilibrio e cadde anche lei sul pavimento.

Milla non aveva mai visto una magia. Credeva che un incantesimo richiedesse oscure formule arcane e che si sarebbe manifestato con sprizzi di luci colorate e incredibili suoni. La magia dell’anziana locandiera invece non assortì nessuno di quegli effetti.
Fu incredibilmente semplice e risolutiva.
Kyleen tentò invano di sollevare la spada ma non riuscì a spostarla neanche di un poco.
Fu in quel momento che la ragazzina del nord iniziò ad aver paura della locandiera. La sua furia e la sua baldanza scemarono rapidamente e ora i suoi occhi erano carichi di un terrore immenso.
Fissò intensamente l’anziana per poi gattonare all’indietro fino a quando non urtò con la schiena una delle colonne di legno che affollavano la sala.
Kyleen tremava così tanto che non era in grado di alzarsi o di compiere qualsiasi altro movimento.
L’anziana sembrò soddisfatta nel vedere una simile reazione da parte della barbara. Si diresse poi verso Milla, anche lei paralizzata dalla paura.
La tolse il bavaglio dalla bocca, poi iniziò a sciogliere i nodi che aveva attorno ai polsi. Ma incontrò molte difficoltà poiché si trattavano di nodi ben fatti.
"Ti prego…” Milla si rivolse alla locandiera un filo di voce “…non mangiatemi.”
Era così vicina all’anziana che poteva scorgere chiaramene ogni sfumatura argentea dei suoi occhi.
La locandiera ampliò ancora di più il suo sorriso: “e perché mai dovrei mangiarti?...” Chiese con fare beffardo “…ma guardati! Sei una bambina tutta pelle e ossa e per di più sporca di fango e terriccio. Non sei per nulla appetitosa.”
Finì di sciogliere i nodi che bloccavano i polsi di Milla.
La ruvida corda aveva scorticato la pelle della ragazzina. Lei si limitò a massaggiare le sue ferite mentre continuava a fissare l’anziana con occhi spalancati dal terrore.
 
La locandiera cambiò espressione e rivolse un dolce sguardo a Milla: “le streghe non mangiano i bambini… beh …almeno io non lo faccio. Non ho bisogno di mangiare pargoletti, la mia dispensa infatti trabocca di cibo. Ho ben sette tipi di carni, formaggio stagionato, pesce essiccato, gamberi di fiume, funghi, verdure, uova, dolci e frutta! Tanta, tantissima frutta.
Ha mai assaggiato una fragola? Almeno ne hai mai vista una?”
L’elenco di tutte quelle pietanze fecero brontolare lo stomaco di Milla, del resto la ragazzina stava morendo di fame.
Nel sentire quel brontolio, l’anziana strega levò indietro la testa e scoppiò in una fragorosa risata.

“Qualcuno mi spiega cosa sta accadendo?” Chiese la giovane Flio dall’altra parte della sala da pranzo. La piccola, poiché cieca, si era innervosita nel sentire tutti quei rumori.
Fu proprio la locandiera a tranquillizzarla.
Nel frattempo Kyleen non la smetteva di tremare dalla paura ma riuscì comunque a trovare le forze per muoversi: si chinò fino a toccare il pavimento con la fronte e blaterò qualcosa nella sua lingua madre.
“Cosa gli è preso?” Chiese Milla. La sua fu una domanda istintiva, di certo non voleva iniziare un discorso con l’anziana strega della locanda.
Ma quest’ultima rispose immediatamente: “non ci sono maghi o stregoni nel nord, bensì sciamani. A quanto pare sono uomini in grado di comunicare con gli Dei.
Per il popolo del settentrione quindi, chi sa usare la magia gode un profondo rispetto…” indicò Kyleen con un cenno del capo “…la tua amica qui sta implorando il mio perdono ora che ha capito che sono in grado di lanciare incantesimi.”
“Non è mia amica!” Ancora una volta Milla parlò istintivamente.
La strega si portò le mani ai fianchi e rispose ironicamente: “lo sapevo già! Diciamo che corde che avevi attorno ai polsi e il bavaglio mi hanno fatto capire che eri una sorta di ostaggio. Adesso però tu e la piccola barbara dovete andarvene.”
“Andare? Andare dove?” Milla fu sorpresa nel provare timore all’idea di abbandonare la locanda.
Come tutta risposta, l’anziana si avvicinò a Flio e le posò le mani sulle spalle: “io devo occuparmi di questa povera creatura. Devo trovare un rimedio per la sua cecità. Non posso di certo perdere altro tempo con due mocciose come te e quella barbara piagnucolona. Perciò… sciò, via dalla mia locanda.”
“Ma…ma…” Milla non sapeva cosa dire. Si voltò verso Kyleen, come se si aspettasse una qualche forma di supporto da parte di quella barbara. Ma quest’ultima non la smetteva di supplicare la strega restano china con la faccia contro il pavimento.
Milla tornò a guardare la strega: “non possiamo tornare là fuori. Non conosciamo la montagna o i suoi boschi. Moriremo di fame.”
“Oppure sbranate dai lupi” si limitò a precisare la strega.
Il suo commento spaventò ancora di più Milla, che avanzò con passi pesanti verso Kyleen. Le prese il fagotto che la barbara stessa le aveva rubato il giorno in cui si erano incontrate.
Milla frugò all’interno di quel sacco di stoffa e tirò fuori delle monete… le sue monete.
Le tenne sul palmo della mano e le mostrò alla strega: “avete detto che questa è la vostra locanda…” disse stringendo i denti per evitare di tremare o balbettare “…allora vi pagherò il pranzo e una stanza.”
Flio, nel sentire quelle parole, supplicò la strega di riconsiderare la sua decisione e di accogliere Milla e Kyleen nella sua locanda.
“Così sia…” esclamò infine la strega, intenerita dall’intervento di Flio “...preparerò qualcosa per le due vagabonde. Lo faccio come atto di carità, non voglio essere pagata.”
“Anche per lei?” Commentò sorpresa e irritata Milla indicando Kyleen.
“Certo” rispose la strega.
Milla però continuò a protestare: “ma… lei è una barbara del nord. Vi ha attaccato nella vostra stessa locanda. Mi ha rapita, derubata, picchiata, affamata e minacciata di morte.”
“Può essere vero…” rispose tranquillamente la strega “…ma io vi guardo e vedo solo due girovaghe bisognose di aiuto. Se non ti sta bene il mio volere puoi sempre tornare nella foresta.”
Milla deglutì e per molti secondi rimase ferma e in silenzio.
Infine annuì dimostrando di aver accettato le disposizioni della strega. Si rivolse poi a lei con tono riverenziale: “mi chiamo Milla. La barbara del nord si chiama Kyleen.”
L’anziana sorrise di nuovo: “il mio nome è Zeela, mentre questa piccolina è Flio.”



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Poco più tardi, la strega Zeela servì uno stufato di carne aromatizzato alle erbe di montagna. Si trattava di un pasto sostanzioso, l’ideale per Kyleen e Milla che erano ormai a corto di energie. Le due divorarono avidamente quella leccornia.
Per molto tempo nella sala da pranzo non si udì altro che il ticchettio dei cucchiai di legno contro le ciotole colme di stufato e il masticare delle due ragazzine.
Flio e la strega sedevano accanto a loro. Zeela era divertita nel vedere quelle due piccolette rimpinzarsi in modo così vorace.
Milla, di tanto in tanto, alzava lo sguardo verso Kyleen. La scrutava con sospetto.
Era ancora intimorita da lei, del resto era la prima volta che si trovava al suo fianco senza essere il suo ostaggio.
Kyleen improvvisamente afferrò la brocca piena d’acqua sul tavolo e bevve direttamente da quel contenitore. Milla osservò scioccata Kyleen mentre deglutiva rumorosamente tutta l’acqua.
A ogni sorso, la gola della barbara sussultava nel suo collo.
La strega ridacchiò di fronte a quella scena. Si rivolse poi a Kyleen, esibendo di nuovo la sua incredibile conoscenza della lingua del settentrione.
Zeela e Kyleen iniziarono a discutere avidamente.
Milla le osservava attentamente mentre finiva di divorare il suo stufato. Non comprese neanche una parola ma vedeva Kyleen particolarmente coinvolta… addirittura entusiasta. Parlare con qualcuno, nella propria lingua, rallegrava la barbara.
Iniziò anche a gesticolare e Milla sperava invano di comprendere qualcosa, almeno il più piccolo dei dettagli, attraverso quel frenetico movimento delle mani di Kyleen.
Quando finì di parlare, l’anziana strega tradusse quel discorso a Milla e Flio.
La barbara le aveva raccontato la storia della sua vita: disse che nel lontano e gelido nord, le famiglie erano organizzate in grandi clan. E il clan a cui apparteneva Kyleen era uno dei più forti del regno.
Era suo padre a governarlo e per tale motivo ricopriva anche l’importantissimo ruolo della guarda personale del re.
Il padre di Kyleen inoltre aveva avuto sette figli maschi prima di dare alla luce la piccola barbara.
Erano di sette uomini forti e coraggiosi, ma perirono tutti quanti nel corso delle varie guerre con altri clan del nord.
Ormai giunto alla vecchiaia, il padre di Kyleen non era più in grado di generare altri figli, così decise di educare la sua piccola figlia come se fosse un guerriero, poiché un giorno avrebbe ereditato il suo clan, diventando così la guardia personale del re del nord.
A Kyleen fu insegnato a combattere con la spada, la lancia, l’ascia e anche a mani nude. Le insegnarono a tirare con l’arco, ad andare a cavallo e persino le tattiche di guerra.

Milla fu rapita da quel racconto. Finalmente comprese come mai la giovane barbara fosse così forte fisicamente e abile nel maneggiare la spada dall’elsa dorata.
Ma la strega non aveva ancora finito di narrare tutta la storia di Kyleen.
Il padre della giovane morì circa tre mesi fa e Kyleen divenne la guardia del sovrano. Ma il re aveva un fratello minore, crudele e geloso. Egli non avrebbe mai permesso a una donna, per giunta giovanissima, di ricoprire un ruolo così importante per il regno del nord.
Decise così di assassinare suo fratello e di ereditare il trono. Secondo le leggi del nord, il corpo del defunto re sarebbe dovuto bruciare su una barca lasciata alla deriva del mare, circondato dai suoi tesori. Anche la sua guardia doveva salire sulla barca e bruciare viva, in modo da seguire il sovrano e servirlo nel mondo dei morti.
Kyleen fu preparata per il rituale. Venne addormentata con una droga per non farle sentire il dolore del fuoco e poi fu adagiata nella barca, al fianco del corpo del re.
Durante il rito funebre, la barca fu affidata alla corrente dell’oceano… ma proprio in quel momento si sollevò un violentissimo quanto improvviso vento e fu impossibile colpire l’imbarcazione con le frecce infuocate.
Il vento si tramutò in una tremenda tempesta.
Kyleen, nel suo racconto, rammentava di essersi svegliata nella piccola barca, con il cadavere del re al suo fianco. Era notte fonda e si trovava in mare aperto. Il mal tempo sollevava onde gigantesche.
L’oceano era così agitato che persino i mostri abissali si erano diretti sulla superfice.
Milla fu attraversata da un gelido brivido mentre si chiedeva quali creature potessero vivere nelle acque più profonde del mare.
Kyleen infine raccontò proprio del suo incontro con Milla.
Aveva rapito la giovane perché le serviva una guida dato che si trovava in una terra a lei sconosciuta. La giovane barbara infatti doveva allontanarsi dal mare del nord il prima possibile.
Sapeva che i guerrieri del nord le stavano dando la caccia proprio perché la barca, con il re al suo interno, non era stata data alle fiamme.
Secondo il popolo del settentrione, un tale evento è un grave presagio di sventura. L’unico modo per scongiurare tale sventura è trovare la guardia del defunto re e ucciderla.

Milla, per l’emozione, batté le mani sul tavolo e balzò in piedi. Esclamò fissando Kyleen: “quando ho trovato la barca sulla riva del mare, il cadavere al suo interno apparteneva al vecchio re del nord?”
La strega Zeela rispose al posto della barbara, limitandosi ad annuire.
Milla continuò: “ma perché questa barbara voleva raggiungere proprio questa montagna?”
La locandiera rivolse quel quesito a Kyleen per poi tradurre la sua risposta: “i monti, per gli uomini del nord, sono considerati dei luoghi sacri e spaventosi. Loro credono che sulle montagne si trovino gli Dei. Kyleen cercava una montagna abbastanza alta e lontana dal mare su cui nascondersi. E’ convinta che nessun guerriero del nord sia così folle e imprudente da raggiungere questa montagna.”
“Quindi tale monte fa proprio al caso suo” commentò Milla.
Ancora una volta, la strega si limitò ad annuire.


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Finito il pranzo, Zeela portò le tre ragazze all’aperto sul retro della locanda dato che era una giornata serena e afosa. Quel lembo di terra era circondato da moltissimi fiori dell’equinozio. Da quel punto, che si affacciava al meridione, si poteva ammirare tutta Vecchia foresta sorgere ai piedi della montagna. Milla sapeva che oltre quel bosco, a neanche un giorno di cammino, si trovava la capitale del regno. Pensò che fosse terribilmente ironico il fatto ritrovarsi così vicina alla sua casa dopo averla abbandonata.

Flio si accomodò sotto un portico mentre Zeela riempiva d’acqua un paio di botti così che Kyleen e Milla potessero farsi un bagno. Quest’ultima si lavò in fretta e uscì rapidamente dalla botte.
Si sistemò poi vicino alla strega che iniziò a fasciarle i polsi scorticati con delle bende.
Mentre veniva curata, Milla lanciò uno sguardo in direzione di Kyleen che era ancora immersa nella sua botte. Sulla schiena della barbara si trovavano delle rune marchiate a fuoco.
“E’ una preghiera per i morti” disse la strega che si era accorta della curiosità di Milla.
Lei arrossì e distolse lo sguardo dalla schiena di Kyleen.
La strega continuò: “le hanno marchiato quelle rune durante il rito funebre del suo re. Ti fanno impressione quelle ferite?”
“Si” rispose Milla quasi sussurrando. Si domandò se Kyleen era cosciente mentre le imprimevano con il fuoco quelle rune… ma non ebbe il coraggio di chiederlo, inoltre non voleva mostrare compassione nei confronti della sua rapitrice.
Si voltò verso Zeela e le rivolse un’altra domanda: “perciò… la spada dall’elsa dorata, quella che avete appesantito con la magia, è la spada del re?”
Quel discorso attirò anche l’attenzione di Flio.
La strega, mentre continuava a fasciare i polsi di Milla, rispose: “ora quella spada appartiene a Kyleen. Se qualcuno prende un oggetto da un morto diventa suo.”
“Fatemi indovinare…” commentò Milla “…è un’altra tradizione del nord?!”
“Precisamente.”
“Come mai conoscete così tanto il nord?”
“Oh, io conosco molte cose. Nella mia lunga vita ho viaggiato e visto ogni angolo del mondo.”
Dopo quell’affermazione, Milla iniziò a guardare con ammirazione la strega. Lei era -o era stata- un’avventuriera, esattamente come le donne del deserto del sud, il popolo di Milla.
La ragazzina avrebbe voluto continuare quella conversazione ma non era più in grado di tenere gli occhi aperti. Sentiva il peso della stanchezza gravare improvvisamente sulle sue spalle.
Alzò un’ultima volta lo sguardo verso Kyleen e scoprì che anche la barbara stava per addormentarsi nonostante si trovasse ancora nella botte.
Milla cadde in un profondo sonno senza neanche rendersene conto.


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Il profumo delle erbe mediche tra le bende attorno ai suoi polsi fu la prima cosa che Milla percepì mentre si svegliava. Scoprì di trovarsi in un letto comodo e morbido. Un letto tutto per lei.
Attraverso una finestra aperta vide il cielo limpido e il sole splendente del mattino. Udì il canto degli uccelli e il fruscio del vento tra le fronde degli alberi. Comprese che aveva dormito per un giorno intero.
Quel momento di beatitudine era così intenso che Milla non rammentò nulla delle sue precedenti giornate. I ricordi poi riaffiorarono lentamente nella sua testa.
Si girò più volte nel letto, assaporando quella magnifica sensazione.

Trovò i suoi vestiti puliti e rammendati su una sedia vicino a lei.
Si vestì in fretta e raggiunse la sala da pranzo della locanda.
“Salve, Milla.” La voce di Flio sorprese la ragazzina. Si trovava seduta su uno dei tavoli della sala.
“Come sapevi che ero io?” Chiese Milla.
“Dal modo in cui cammini…” rispose Flio “…ogni persona ha un modo tutto suo di camminare e io riesco a sentirlo. Immagino che sia un talento affinato in tutti i miei anni di cecità.”
Milla fu incuriosita non sono dai modi di fare di Flio ma anche dal suo aspetto: era bassa e incredibilmente minuta, con insoliti capelli verdi e corti.
“Sei nata senza la vista?” Chiese cercando di essere più educata possibile.
Flio sorrise mentre si sistemava la benda che le copriva gli occhi: “da quando avevo due anni. Un morbo mi ha privato della vista.”
“E ora quanti anni hai?”
“Sedici.”
“Sedici?...” Esclamò Milla estremamente confusa “…credevo ne avessi dodici, come me, o addirittura di meno.”
Il sorriso di Flio si ampliò: “questo perché nelle mie vene scorre sangue fatato. Sono una mezza fata. Ecco perché appaio più piccola di un normale essere umano.”
Quell’affermazione ammutolì Milla che non poté far altro che fissare Flio.
Quest’ultima continuò: “sono una maga apprendista. Conosci la congrega dei maghi del re?”
“So che vivono in un’alta torre nella capitale” Milla conosceva perfettamente quel luogo, dato che aveva vissuto nella capitale per la maggior parte della sua vita.
Flio, seppur non vedendola, si voltò verso di lei: “i maghi della torre, i miei maestri, mi hanno condotta in questa locanda nella speranza che lady Zeela possa curarmi.”
“E può farlo?”
“Chi può dirlo? Lei però ci sta provando con tutte le sue forze.”

In quel preciso momento, il suono di un paio di voci attirarono l’attenzione delle due ragazzine.
Provenivano fuori dalla locanda.
Una di quelle apparteneva e Zeela ma la seconda voce era di un uomo.
Preoccupata, Milla si diresse verso la porta della sala, la aprì un poco per sbirciare all’esterno.
Vicino alla stalla, la strega stava chiacchierando con qualcuno.
Aveva uno strano e buffo accento. Un accento che Milla non aveva mai udito e che giudicò molto divertente. L’uomo poteva avere trenta o quarant’anni, difficile capirlo.
Il suo volto riportava i segni di quella che doveva esser stata una vita difficile e piena di dolore. Ma erano proprio quei segni che donavano un certo fascino a quell’individuo.
Aveva capelli marroni e raccolti all’indietro, occhi di un intenso color nocciola, un lungo naso e una corta barba incolta su un mento affusolato.
Indossava un curioso abito di cuoio scuro, con un incredibile numero di pugnali e altre lame riposte nei foderi di diverse cinture. Al suo fianco si trovava una bizzarra spada ricurva.
Quell’uomo sembrava scherzare con la strega e questo fatto tranquillizzò Milla che decise di uscire all’aperto.
Fu proprio in quel momento che incrociò lo sguardo con Kyleen.
La barbara sedeva su un masso proprio vicino l’ingresso della locanda. Anche lei stava fissando la strega e il misterioso uomo armato di tutto punto.
Sulle prime, Milla non riconobbe Kyleen. Era la prima volta che vedeva la barbara del nord pulita e pettinata e si meravigliò di quanto fossero belli i suoi capelli dorati e i suoi occhi grandi e del colore dello zaffiro. Kyleen le rivolse uno sguardo enigmatico, impossibile comprendere le sue emozioni.

“Milla…” esclamò la strega che alzò una mano per salutarla “…ti sei svegliata, finalmente.”
Milla, ancora stupefatta dall’aspetto di Kyleen, le lanciò un’ultima occhiata prima di raggiungere la strega e lo strano uomo.
La strega lo presentò alla ragazzina: “costui è Valden.”
“Piacere” salutò lui con il buffo accento.
Milla sorrise nel sentire quella pronuncia e per questo avvampò per l’imbarazzo.
L’anziana locandiera continuò ridacchiando: “Valden è la mia guardia… anche se è venuta a mancare nel momento del bisogno!”  
“Momento del bisogno?” Chiese confusa Milla.
Zeela rispose: “non ho forse subito un’aggressione ieri? Una feroce barbara del nord è entrata nella mia locanda armata di spada.”
Milla comprese che la strega stava continuando a scherzare e sdrammatizzare.
Valden alzò lo sguardo verso Kyleen, la quale se ne stava seduta sul masso vicino la locanda a non far nulla.
“Non mi sembra una grande minaccia, quella ragazzina” commentò l’uomo e di nuovo Milla non poté trattenere un sorriso.
La ragazzina si rivolse poi alla strega: “se posso chiedere; che ve ne fate di una guardia? Ieri avete bloccato la carica di Kyleen con estrema semplicità.”
Zeela rise per poi rivolgersi all’uomo: “hai sentito, Valden? Milla pensa che io possa fare a meno di te!”
“No…” esclamò Milla terribilmente imbarazzata “…non volevo dire questo! Non… non…”
Ma Valden si era già unito allo scherzo di Zeela, guardò Milla e le disse: “volete togliermi il lavoro, piccola?!”
La ragazzina per la vergogna non riuscì più reggere lo sguardo di Valden.
Quest’ultimo smise di tormentare Milla e si voltò verso la strega: “torno ora da una battuta di caccia. Ecco perché ieri non mi trovavo nella locanda.”
“Sei stato troppo tempo lontano da qui…” Zeela sembrava un poco più seria “…cos’hai cacciato? Quale bestia ti ha trattenuto così a lungo? Cinghiali? Cervi?”
“Gemme” Rispose baldanzoso Valden.
La sua risposta fu così strana e apparentemente insensata che Milla non riuscì a trattenere una squillante quanto sincera esclamazione: “cosa?!”

L’uomo mostrò un sorriso smagliante mentre entrava nelle stalle.
Uscì subito dopo con un grosso sacco che aveva caricato sulle spalle. All’interno del sacco qualcosa tintinnava. Valden si recò sul retro della locanda, seguito immediatamente da Zeela, Milla e Kyleen.
Anche Flio raggiunse il gruppo. Ormai la mezza fata sapeva come orientarsi nella locanda senza urtare alcuna porta o altri ostacoli.

Valden, una volta nel retro della locanda, aprì il sacco.
Al suo interno si trovavano degli elmi, alcune armi, monete d’oro e una manciata di grandi gemme colorate. Erano zirconi, acquamarine, ametiste e persino dei rubini.
Milla e Kyleen si avvicinarono a quel bottino quando scorsero le gemme. Il luccichio di quelle pietre preziose si riflettevano nei loro occhi che, per l’emozione, erano completamente spalancati.
“Che meraviglia!” Commentò Milla sussurrando.
Ma Zeela fissò con sospetto la sua guardia: “dove le hai prese?” Chiese.
Lui stirò un sorriso beffardo: “ho sorpreso dei predoni a Vecchia foresta mentre si spartivano questo bottino. Li ho uccisi e ho preso il loro tesoretto.”
“Li hai uccisi?” Chiese Milla alzando un sopracciglio. Non credeva alle parole di Valden.
“Tutti quanti” rispose l’uomo.
Intervenne Zeela: “Milla, non farti ingannare dai suoi modi di fare. Valden è bravissimo con le spade e i pugnali. A dire il vero non ho mai visto nessuno combattere come lui.”
“Così mi lusinghi” rispose Valden.
“Siete davvero così bravo come lady Zeela afferma?” Chiese da lontano Flio.
Rispose la strega prima che la sua guardia potesse intervenire: “Valden viene dalla remota Vallata scarlatta, la terra dei migliori guerrieri del mondo.”
Valden ridacchiò: “solo che io non sono un guerriero. Sono un ladro.”
“Accidenti…” esclamò estasiata Flio “…e le gemme come sono?”
“Una meraviglia!” Disse Milla che non riusciva a smettere di ammirarle.

Flio, per l’emozione, iniziò a giocherellare con le dita: “quanto vorrei vederle!”
Nel sentire quelle parole, Valden si voltò di scatto verso Zeela e la fissò con occhi carichi di emozione. Quel suo gesto attirò l’attenzione di Milla e Kyleen.
Le due ragazzine compresero che stava per accadere qualcosa.
L’anziana Zeela rivolse un grande sorriso nei confronti di Flio. Sentì in quel momento la magia della locanda espandersi dentro di lei.
La strega si lasciò trasportare da quel potere e raggiunse la mezza fata. Le toccò poi la fronte con la punta del dito indice.
Un desiderio era stato espresso e Zeela l’aveva appena realizzato.
Improvvisamente il vento cessò di smuovere le foglie degli alberi e gli uccellini smisero di cantare.
Il mondo sembrò fermarsi e piombare in un silenzio surreale.
Si udì solo il respiro di Flio. Un respiro interrotto dai singhiozzi di un pianto imminente.
Terrorizzata da una speranza che non osava esprimere, Flio si portò una mano tremante verso la benda che aveva attorno agli occhi.
Il suo mento iniziò a tremolare mentre le prime lacrime le rigavano il volto.
Milla e Kyleen, confuse, rimasero in silenzio a fissare la mezza fata rimuovere la benda dal suo volto.
Flio dovette socchiudere gli occhi… poiché  la luce del sole le dava fastidio.
Vide un’ombra di fronte a lei diventare sempre più nitida, fino a prendere le sembianze della strega.
Commossa, l’anziana sorrideva alla ragazzina.
Flio sussultò per l’eccitazione prima di abbandonarsi a un pianto di gioia.
Abbracciò forte Zeela mentre continuava a piangere a dirotto.

Milla e Kyleen avevano appena assistito alla realizzazione di un desiderio.
Tremarono per l’emozione, incapaci di muoversi o parlare.


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Era passata mezz’ora dal prodigio di Zeela, eppure Flio non la smetteva di saltare, esultare e rincorrere le farfalle attorno alla locanda.
La strega si era ritirata nella sala da pranzo insieme alla sua guardia, Milla e Kyleen.
Erano tutti seduti attorno a un tavolo vicino una grande finestra.
“Non dovevo farmi scoprire…” disse l’anziana “…nessuno deve sapere che in questa locanda si esaudiscono dei desideri. Ma quando una persona ne esprime uno, la magia prende immediatamente possesso di me e non posso più controllarmi.”
Zeela spiegò a Milla i segreti della locanda e di come i desideri vengono esauditi.
Tradusse poi il suo racconto a Kyleen.
Quest’ultima si alzò di colpo dal tavolo e disse qualcosa alla strega.

Milla e Valden non riuscirono a capire neanche una parola pronunciata dalla piccola barbara. Qualunque cosa avesse detto, aveva sbalordito l’anziana locandiera… poiché fissava Kyleen con occhi spalancati.
“Cosa vi ha detto?” Chiese Milla mentre moriva dalla curiosità.
“Si…” intervenne anche Valden “…si può sapere cos’ha blaterato la mocciosa?”
La strega si voltò lentamente verso di loro: “Kyleen mi ha chiesto di poter restare in questa locanda. Vuole vivere qui. Dice che è un grande onore, per un guerriero del nord, servire e proteggere una persona in grado di usare la magia.”
Valden ridacchiò mentre indicava Kyleen: “questa piccoletta vuole giocare a fare la guerriera?”
Ma Zeela lo rimproverò: “Kyleen è stata educata dai barbari del nord per essere un’eccellente spadaccina.”
“Ah, si? Dunque mettiamola alla prova allora…” Valden batté la mano sull’elsa della spada che aveva al suo fianco “…giudicherò io stesso le sue capacità.”
La strega stirò un ghigno: “oh, caro Valden. Metterai alla prova Kyleen moltissime volte, dato che ho deciso di accettare la sua richiesta. E tu dovrai insegnarle tutto quello che sai sull’arte della scherma.”
“Cosa?” Esclamò Valden.
“Cosa?” Fece eco Milla.

La strega si voltò proprio verso di lei: “e tu, cara Milla, non vorresti trattenerti in questa locanda ancora un altro po’?”



fiore

   
 
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