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Autore: meiousetsuna    09/10/2020    6 recensioni
Partecipa al contest 'Fast 'n' Flash writober' indetto da Carmaux sul forum di EFP
Pacchetto: “Pipistrello”
Prompt: Tatuaggio
Avvertimento: Gijinka (un oggetto diventa animato)
[Personaggi: Il tatuaggio a forma di serpente; implied!Crowley/implied!Aziraphale]
Una flash dal sapore d’autunno, dal profumo di legna che brucia nel camino, di pioggia grigia ma non necessariamente triste. Crowley e Aziraphale hanno un ospite, un serpentello fatto d’inchiostro nero, ma con un piccolo cuore che segue quello del demone suo proprietario. Il fuoco lo riscalda, ma altre cose lo fanno meglio.
Un bacio ardente, vostra Setsuna
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Crowley, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Partecipa al contest 'Fast 'n' Flash writober' indetto da Carmaux sul forum di EFP
Genere: Generale, sentimentale
Prompt: Tatuaggio
Avvertimento: Gijinka (un oggetto diventa umano o animato)
Personaggi: Il tatuaggio a forma di serpente; implied!Crowley/implied!Aziraphale   

in-me-thou-see

 

C’è un sottile piacere nello srotolarsi di fronte al robusto fuoco di un camino, portatore di memorie imbevute della malinconia dell’autunno. Le fiamme mi piacciono, non le temo in alcun modo.
Quelle infernali mi sono congeniali, prodotte dall’uomo mi scaldano, e persino quelle che accendono di potenza divina la spada dell’angelo non mi incutono paura; non le userebbe mai contro di me.
Non ho un nome, ma non importa, perché anch’io ho una fervida immaginazione, e ne uso tanti, o nessuno. Qualche volta mi sposto, striscio sul viso di questo demone innamorato mentre riposa, mi nascondo tra le piume nere, mi perdo tra i capelli del colore delle foglie che cadono nella stagione del declino. Naturalmente lui ne è consapevole, ma lo trova divertente.
Adesso che sono fermo sulla sua tempia, osservo la scena, silenzioso ospite.

La risata leggera di Aziraphale, che mangia un cucchiaio di budino di castagne cosparso di glassa fondente e rum, con l’aria di chi commette un dolce peccato.

È un attimo di godimento, un piccolo rimorso per la tentazione che provocherà.

La luce color del tramonto che sembra brace negli occhi di Crowley, che lo guarda come la visione più bella del creato, che farebbe qualunque cosa per lui.

Perché dovrebbe provare rimorso nel baciare quelle labbra che sanno di cioccolato?

Del legno di sandalo arde nel fuoco diffondendo un profumo amaro, unito a quello asprigno del vino nuovo bollito con la cannella, i chiodi di garofano e scorza di limone. L’ho assaggiato una volta, è buono! Ho tuffato la lingua biforcuta nella tazza e devo essermi ubriacato, ma non per l’alcol.
Sapeva dell’unione delle loro bocche, di qualcosa di eterno e più forte della Morte.
Fuori dalla finestra il cielo piange grevi lacrime, un ramo spoglio batte piano il tempo sui vetri come un rimando della fine, simile alle Sue dita scheletriche. Lei non l’hanno sconfitta, è inevitabile, ma è giusto così. Attende nell’ombra di antichi cimiteri nelle cappelle abitate dai pipistrelli, sorride dietro una maschera di Halloween; è pregata, è bandita.

Ma non è qui. Fuori l’estate è precipitata nell’oblio, ma in questa stanza tutto è calore.
I libri antichi, le lampade a olio, la coperta a quadri ― ho scoperto che si chiamano “tartan” ― sul pavimento… Crowley protesta contro la sua bruttezza, ma quando si sdraiano vicini non gli importa più. Adesso una mano dell’angelo mi sta accarezzando e un brivido attraversa il mio freddo cuore di rettile, si riversa nelle spire d’inchiostro, mi addomestica.

È un sogno, è un senso di colpa che si spegne in cenere.

Mentre i respiri diventano affannosi, scrivendo parole d’amore sui vetri appannati, Londra vive, ride sotto gli ombrelli capovolti dal vento, ignara di essere salva per miracolo.

Una colpa è meglio di un rimpianto?

Scivolo intorno alle dita di Aziraphale, mi trasformo in un anello che rivaleggia col suo cerchio d’oro; lui posa le labbra su di me, poi con un sospiro si lascia andare.
L’autunno non è mai stato così pieno di sole.

Note: Questo contest mi ha dato la prima ispirazione dopo un forte blocco — che ormai è la mia malattia, sono felice di essere riuscita a scrivere, e parlando di un “personaggio” che adoro.
Titolo: Shakespeare, sonetto 37. Ovviamente ho solo usato l’argomento autunno, e non la fine triste del sonetto, visto che non arriveranno vecchiaia o morte per gli Ineffabili. D’altra parte, non c’è nulla di più bello o più inglese…


Quella stagione in me scorgi che gialle
foglie – o nessuna, o poche – ai rami pendono
tremuli contro il freddo, spogli cori
famosi, ov'eran prima i dolci canti.
Vedi in me dopo il tramonto un crepuscolo
svanire ad ovest, che la nera notte
porta via, alter ego della morte,
lei che tutto sigilla nel riposo.
Vedi in me sulle ceneri giacere
della sua giovinezza una tal fiamma,
come il letto su cui deve spirare,
in ciò che la nutriva consumata.
Ciò tu senti, e al tuo amore dà più forza,
d'amar più quel che devi lasciar ora.

  
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