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Autore: pampa98    09/10/2020    1 recensioni
[Questa raccolta partecipa al Writober di Fanwriter.it]
Una storia al giorno con protagonista Jaime Lannister, ambientate nell'universo canonico o in AU.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Cersei Lannister, Jaime Lannister, Tyrion Lannister
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incest
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Prompt: Coinquilini
Numero di parole: 1185
Note: Modern!AU
 
IL NUOVO COINQUILINO




Brienne rientrò a tarda sera, con una busta piena di cibo surgelato tra le mani. Era dovuta stare tutto il pomeriggio in facoltà solo per scoprire che il professore non c’era e di conseguenza non poteva sostenere l’esame. E come se non bastasse i mezzi pubblici avevano deciso di indire uno sciopero proprio quel giorno, pertanto era dovuta restare ferma davanti alla fermata dell’autobus per quasi due ore. Era sfinita e l’unica cosa che voleva era scaldare la sua pasta precotta e mettersi sotto le coperte. Quando entrò in casa, si diresse subito in cucina per accendere il microonde e, con suo orrore, scoprì che l’ambiente era identico a quello che aveva lasciato la mattina – anzi, peggiore, dal momento che il suo coinquilino ci aveva cenato.
«Lannister!» gridò, mentre faceva spazio sul lavello per appoggiare la busta. «Lannister!»
«Calma, ti avevo sentito la prima volta» brontolò l’uomo, entrando in cucina. Aveva i capelli scompigliati e indossava solo i pantaloni del pigiama. Sembrava innervosito.
«Scusa, non avevo sentito risposta. Cosa ti avevo detto prima di uscire?»
«“Buona giornata, Jaime”?»
Brienne sbuffò.
«No. Ti avevo gentilmente chiesto di pulire il porcile che tu e i tuoi amici avete fatto ieri sera.»
«Uno è mio fratello e l’altro un collega» specificò Jaime.
«Ed evidentemente nessuno di voi tre sa cosa sia la civiltà.»
«Ma perché devi essere così acida, donzella? Mi hai svegliato solo per questo?»
«Non ti avrei svegliato se tu avessi fatto il tuo dovere. Sappi che qui le pulizie di casa le facciamo entrambi
Jaime sospirò.
«Sì, lo avevo intuito dalla stupida tabella che hai appeso al frigorifero» rispose, indicando il foglietto appuntato con uno sticker di Stitch su cui erano segnati, per ogni giorno della settimana, i compiti che ognuno di loro doveva svolgere.
«Ogni tanto potresti sforzarti di guardarla e fare quello che dice.»
«Senti, donzella, scusa se non riesco a essere sempre il perfetto padrone di casa, ma sai com’è, io ho un lavoro da mandare avanti.»
«Sì, ho visto come hai lavorato ieri» borbottò Brienne, aprendo l’acqua per lavare i piatti. Non avrebbe pulito tutto, ma le serviva comunque qualcosa su cui mangiare.
«Va bene, lascia.» Jaime le tolse il piatto di mano, cominciando a sciacquarlo a sua volta. «Hai un aspetto peggiore del solito, vatti a sistemare. Qui pulisco io, maestà
Brienne decise di considerare e apprezzare solamente l’aiuto che le stava offrendo e ne approfittò per andare a farsi una doccia veloce. Il bagno era l’unico luogo che Jaime riusciva a tenere pulito perché, semplicemente, non era un animale e non aveva molto oltre a un pettine e uno spazzolino da denti. Non aveva bisogno nemmeno della lacca per i suoi capelli, dal momento che erano perfetti per natura, come tutto il resto del suo corpo. Renly usava invece molti più prodotti per l’igiene personale, ma sapeva comunque cosa fosse l’ordine e l’unica differenza rispetto a prima era che l’armadietto del bagno era semivuoto.
A Brienne mancava Renly. Era il coinquilino perfetto, gentile, pulito e ben disposto a impegnarsi per mantenere quel luogo abitabile. Veniva dal ceto medio come lei e, come lei, era uno studente universitario. La loro convivenza era trascorsa a meraviglia, ma Loras aveva deciso di chiedere al suo ragazzo di andare a vivere con lui e Renly aveva accettato. Brienne ne era stata dispiaciuta in un primo momento, perché non le andava di dover trovare un altro coinquilino – da sola non poteva permettersi l’affitto – ma quando aveva visto quanto era felice Renly nella sua nuova casa, lo era stata anche lei. E lo era stata ancora di più quando il ragazzo le aveva detto che il fratello di un suo amico stava cercando un appartamento in cui vivere. La sua gioia era svanita nel momento in cui aveva conosciuto tale persona. Jaime Lannister, avvocato di successo alla Lannister’s, aveva recentemente avviato un’attività in proprio per allontanarsi dalla sua famiglia e, per risparmiare e mantenere un profilo più basso, aveva deciso di trasferirsi in un appartamento fuori dal centro di Londra.
All’inizio non era sembrata una pessima scelta. Jaime sapeva alternare momenti di estrema crudeltà ad altri di incredibile gentilezza, che ogni volta destabilizzavano Brienne. Tuttavia si era mostrato da subito poco incline alle faccende di casa. Non aveva idea di come si usasse una scopa, di come si cucinasse – e quello vale anche per lei – o di come si passasse uno straccio. E non solo non era in grado di farlo, ma non gli andava nemmeno di imparare. Le uniche cose che faceva erano buttare la spazzatura, tenere in ordine la sua stanza – e questo punto non aveva molta importanza per Brienne, visto che lei non doveva usarla – e, quando gli andava, lavava i piatti. Il vero problema, per lei, era notare con quanta semplicità svolgesse certi compiti se solo si fosse impegnato. Nel tempo di lavarsi e mettersi il pigiama, Jaime aveva ripulito la cucina dalle lattine di birra e i piatti sporchi lasciati il giorno precedente, aveva apparecchiato la tavola e stava sfornando la cena.
«Hai fatto presto» disse Brienne. Il pavimento era ancora sporco, ma una passata di cencio sarebbe stata sufficiente a rimuovere tutti i residui.
Jaime annuì, borbottando qualcosa tra sé e sé.
«Siediti. La cena è pronta.»
Brienne obbedì. Si accorse che la tavola era imbandita per due.
«Ecco qua. Ho visto che era una porzione per due e ho pensato di approfittarne. Se ti va bene.»
Lei annuì. Jaime era entrato in modalità gentile.
Le servì metà delle lasagne e prese l’altra metà per sé. Aprì una bottiglia di vino rosso da quattro soldi del supermarket e si riempì il bicchiere, provando poi a fare lo stesso con lei.
«No, grazie. Preferisco non bere.»
«Cosa c’è? Temi che voglia farti ubriacare così da potermi infilare nel tuo letto indisturbato?»
Brienne diventò paonazza, facendolo ridere di gusto.
«Scherzo, donzella. Coraggio, fai un brindisi con me per stasera, non ceniamo mai insieme.»
Brienne sbuffò.
«Sai che non mi piace quel nome.»
«A me invece sì. Ti si addice. Forza, togli quella mano prima che le lasagne si raffreddino.»
Brienne obbedì, facendogli riempire solo metà bicchiere. Jaime sorrise soddisfatto.
«A cosa vorresti brindare?»
«Non saprei. Alla bellezza e l’amore delle nostre vite.»
Brienne aggrottò le sopracciglia.
«O più semplicemente al fatto che non mi hai ancora buttato fuori di casa.»
«Mi sorprende che questo ti preoccupi. Non è che fai molto per evitarlo.»
«Non sono abituato a svolgere mansioni domestiche» si giustificò Jaime. «E… tra tutti i nostri impegni, non c’è molto tempo perché io, ecco, impari.»
«Vorresti farlo?» chiese lei, sorpresa.
Jaime abbassò lo sguardo sul suo piatto, a disagio, prima di fissarla nuovamente con la sua arroganza.
«Brindiamo e basta, donzella, che qui la cena sta ghiacciando.»
Brienne sbuffò, facendo scontrare il suo bicchiere con quello di Jaime. Bevvero e mangiarono in silenzio per alcuni minuti.
«Domenica mattina siamo liberi entrambi» commentò Brienne.
Jaime alzò lo sguardo verso di lei. Gli bastò la spiegazione dei suoi occhi per capire la proposta implicita.
«Va bene» annuì, finendo le sue lasagne. «Magari ora potresti già farmi vedere come funziona la lavastoviglie.»
   
 
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