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Autore: _Zaelit_    11/10/2020    1 recensioni
Come cambierebbe la storia di Final Fantasy VII se un'altra creatura aliena fosse caduta sul pianeta, anni fa, oltre a Jenova?
Il Progetto Yoshua R porta alla creazione di una ragazza all'apparenza normale ma che, in realtà, dovrebbe incarnare il potere dei Cetra e uguagliare la forza fisica dei prodotti del Progetto Jenova.
Rainiel non sa di essere nata da un esperimento, esattamente come non lo sa Sephiroth, ma i loro destini percorrono la stessa strada e sono pronti a incrociarsi.
- La Fanfiction è ambientata durante le vicende di Crisis Core ma gli eventi sono stati cambiati per comodità della trama. Alcuni personaggi potrebbero risultare lievemente OOC. Vi è la presenza di coppie canon e noncanon e di personaggi OC. -
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Heiress of Yoshua'
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Rain si coprì il viso con le braccia e ragionò in fretta. Stava cadendo nel vuoto molto velocemente, e con lei anche Zack. Quando aprì gli occhi, sapeva cosa fare.
La parete rocciosa fu bucata da radici appena nate che in pochi millisecondi crebbero e si protesero rapidamente nell'aria. Robuste e salde, accolsero i due corpi in caduta libera salvandoli da morte certa.
Rainiel, però, fece male i conti. Quando giunse ai grandi rami creati dal suo potere, alcuni di questi risultarono ancora troppo fragili e si spezzarono. La sua caduta mortale fu solo ammortizzata e resa meno pericolosa, ma la ragazza piombò comunque sul terreno arido guadagnandosi altri lividi e tagli.
«Rain!!!» Zack si affacciò dal ponte di arbusti, «Stai bene?!»
Rainiel ci mise un po' a sentire di nuovo i propri arti, qualche secondo a muoverli. Non si era rotta nulla, per fortuna, ma l'impatto non era stato piacevole. Si sollevò suo gomiti e poggiò a terra le ginocchia, sollevando un pollice in risposta.
Non vedeva Zack, ma lo sentì urlare.
«Attenta!!! Spostati da lì!»
Rain era ancora disorientata a causa del dolore, ma riconobbe l'ombra che oscurò il terreno su cui si trovava. La belva stava per schiacciarla, tornando al suolo.
Provò a muoversi ma una caviglia fallì nell'impresa e la ragazza cadde di nuovo a terra.
Fortunatamente qualcuno la afferrò e la spinse via, atterrando accanto a lei subito dopo.
Rain riconobbe il viso preoccupato di Cloud circa un metro sopra di lei, il ragazzo stava controllando che stesse bene.
Lei tirò un sospiro di sollievo.
«Grazie, Cloud. Mi hai salvata.» disse rimettendosi in piedi.
Lui scosse la testa, un po' timidamente.
«Avresti fatto lo stesso per me.»
«Puoi giurarci.»
Accanto a loro arrivò presto anche Zack, che era sceso nuovamente nella conca percorrendone il muro roccioso.
I fanti sconfitti dalla belva erano al sicuro, lontani ormai dalla zona dove si erano spostati.
Rainiel aveva ancora le sue Aikuchi, recuperate prima che Cloud la portasse via, salvandola, così strinse le dita sull'elsa di entrambe.
«Siete entrambi tutti interi? Niente di rotto, spero.»
«Freschi come due rose.» commentò Rain sarcasticamente, «Ora distruggiamo il nemico.»
I tre si lanciarono alla carica mentre il mostro li cercava. Rain vide nei suoi occhi scuri ricordi di un tempo non troppo lontano ma che sembrava appartenere a una vita precedente:
La notte del viaggio verso Darefall, le visioni avute che stavano per portarla alla morte. Ora capiva che era il contatto con il sangue del mostro a darle quelle strane allucinazioni, per cui sapeva come evitare di distrarsi inutilmente. Quella stessa creatura aveva ferito il potente Sephiroth, distratto dall'intenzione di proteggere la sua allieva.
Aveva fatto del male a entrambi e per questo Rain la odiava più di quanto non odiasse le altre già incontrate e sconfitte.
Scoprì i denti in un grido di battaglia e le lanciò contro l'incantesimo Fulgor, più per avvertirla di ciò che le stava per accadere che per ferirla effettivamente.
Cloud sparò in direzione delle ali, per impedire che volasse via o che le usasse per attaccare, mentre Zack scivolò sotto il suo mento, attaccando una delle sue zampe e inferendo un danno non da poco con la pesante spada Potens. Rain, invece, balzò di nuovo in aria e vorticò rapida come un fulmine verso il suo viso. Le Aikuchi colpirono il becco e accecarono un occhio del mostro, dopodiché la ragazza atterrò con attenzione a terra.
Le gambe e i fianchi le facevano male a causa della caduta di poco prima, ma neanche questo l'avrebbe fermata.
«Allontanatevi!» gridò a Zack e Cloud, che stavano ancora colpendo il corpo della bestia assediata.
Mentre quest'ultima si lamentava per il dolore e attaccava alla cieca senza buoni risultati, Rain poggiò a terra un ginocchio e lasciò che le sue mani toccassero il suolo polveroso.
I sue due compagni si posizionarono alle sue spalle.
Cloud era molto confuso.
«Rainiel... che hai intenzione di fare?» domandò.
Zack evitò che le si avvicinasse di più, bloccandogli la strada con una mano.
«Fermo, Cloud. Lascia fare a Rain. Ora assisterai a un curioso spettacolino.» rise già sicuro della vittoria.
Il più giovane annuì e indietreggiò, mentre Rainiel si concentrava e respirava a fondo. Sollevò le palpebre con sicurezza meno di cinque secondi dopo, fissando gli occhi decisi proprio sulla creatura avversa.
«Sprofonda.» 
Il suo parve un malvagio augurio ma, in realtà, era come un ordine. Il terreno sotto le sue mani vibrò, iniziò a tremare, ed eseguì il suo volere.
Rainiel aveva ereditato il dono di Yoshua, quello di piegare la natura alla sua volontà, persino di farla nascere. Probabilmente le intenzioni dell'alieno caduto sul pianeta migliaia d'anni prima erano di ripopolare il mondo con il verde dell'armonia, ma nulla impediva alla sua discendente umana... di trasformare quel potere in un'arma.
E così, Rainiel creò un vero terremoto. Due enormi faglie spaccarono il terreno e si avvicinarono rapide al mostro alato, che se ne accorse e provò inutilmente a volare via, mentre le sue zampe ricadevano però inevitabilmente nei grandi spacchi.
Rain si morse le labbra, concentrata, e premette con più forza i palmi contro il terreno. Aveva un'idea in mente, ma controllare i suoi poteri non era semplice. Aveva imparato a farlo nel tempo, specialmente da sola per evitare di ferire accidentalmente qualcuno, e per utilizzarli solitamente catalizzava le sue emozioni negative utilizzandole come carburante per la creazione di un effetto dedito all'offensiva. Ricordando la rabbia e la sofferenza degli ultimi mesi, le faglie e il terreno si fecero più morbidi, o per meglio dire fin troppo, diventando vere e proprie sabbie mobili.
La belva gridò e Zack e Cloud mossero altri passi indietro, preoccupati. Il ragazzo più giovane, in particolare, non capiva assolutamente cosa stesse succedendo.
Mentre il mostro veniva risucchiato dalla terra, però, con un urlo furente sollevo una delle enormi ali in aria e, con i piccoli artigli alle loro estremità, sferrò un colpo in direzione di Rain, che non riuscì ad accorgersi subito del pericolo, dato che si stava concentrando unicamente nell'uso del suo dono.
Zack, però, comprese che se l'avesse colpita l'avrebbe ferita gravemente. Corse verso di lei, afferrandola per le braccia e provando a tirarla via, ma gli artigli si chiusero su di loro, proprio sulle gambe, ancorandoli entrambi al suolo. Inevitabilmente, anche i due iniziarono a essere risucchiati verso la grande voragine.
Rain non aveva scelta: rese di nuovo il terreno solido come prima e bloccò la belva in esso. Unico problema: né lei né Zack riuscivano a liberarsi dalla sua stretta.
Il mostro continuò a tirarli a sé, talmente arrabbiato da pensare a ucciderli anziché a divincolarsi e sopravvivere. Spalancò il becco e Rainiel guardò impallidendo file di denti lunghi e affilati che non vedevano l'ora di serrarsi su di lei.
Doveva pensare a qualcosa. E in fretta.
   
 
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