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Autore: parveth    11/10/2020    1 recensioni
[Imma Tataranni - Sostituto procuratore]
[Imma Tataranni - Sostituto procuratore]La segretaria di Vitali e' testimone di tutto cio' che accade in procura...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza si chiamava Rita Lovaglio aveva quindici anni e frequentava il secondo anno, quando Imma e il maresciallo arrivarono la trovarono sveglia con
accanto medico 
genitori.

 

“Buonasera, sono il sostituto procuratore Imma Tataranni e lui e' il maresciallo Calogiuri, posso chiederle come sta la ragazza?” disse Imma rivolgendosi al dottore.

 

“Ha entrambe le gambe rotte e una costola incrinata: ne avra' per almeno un mese ma poteva andare peggio visto il salto che ha fatto” le rispose.

 

“Se la sente di parlare? O preferisce che torniamo domani mattina?” chiese Imma rivolgendosi alla ragazzina.

 

“Vuoi riposare tesoro? Vuoi che la dottoressa ed il maresciallo tornino domani?” le chiese la madre carezzandole il viso.

 

“No mamma, possono rimanere, voglio raccontare tutto” disse Rita cercando di mettersi seduta.

 

“Non si preoccupi, rimanga pure stesa se ha dolore” disse Imma.

 

La ragazza fece un sorriso tirato ed inizio' a raccontare.

 

E man mano che proseguiva il procuratore sentiva i ricci drizzarglisi in testa senza sapere se era per la rabbia o per il raccapriccio.

 

Quella storia, come d'altronde sapevano gia', andava avanti da anni ed anni.

 

“Inizia sempre tutto con qualche presa in giro abbastanza innocua, in quarta o quinta elementare”

 

Poi se gli artefici volevano la cosa proseguiva, allargandosi ai social: Whastapp, facebook, Instagram, non c'era modo di salvarsi.

 

“Mi scusi se la interrompo signorina ma da quello che so queste applicazioni permettono di segnalare e bloccare questa tipologia di utenti” disse Calogiuri.

 

“E' cosi: ma quelli che ci hanno provato hanno cominciato a subire richieste di soldi: prima poca roba, dieci o quindici euro e poi sempre di piu', fino a cinquecento o ottocento euro” rispose Rita.

 

“Cosa succede se non si hanno abbastanza soldi?” chiese Imma

 

“Vieni picchiato, anche da cinque o sei persone contemporaneamente a meno che non decidi di sottoporti ad una delle prove di coraggio che loro decidono per te”

 

“Come avete fatto tu e Simona?”

 

“Si… nel mio caso dovevo solo calarmi da un balcone all'altro mentre Simona doveva saltare da un tetto ad un altro”

 

“ E tu come lo sai?” disse Imma raddrizzandosi sulla sedia.

 

“Qualche giorno dopo mentre ero a scuola ho sentito due di loro parlarne mentre tornavo dal bagno”

 

“Ma tesoro, perche' non hai detto niente a nessuno?” le chiese il padre.

 

“Perche' non avevano nominato esplicitamente Simona, ci ho pensato solo piu' tardi. E poi a scuola ci vado io non voi” rispose Rita in tono grave.

 

“E temevi che si rivalessero su di te se avessi parlato. Te la senti di dire tutto questo in tribunale?”

 

“Si signor procuratore, credo sia ora che questa storia finisca: meta' dei ragazzi di Matera conosce, almeno per vie traverse questa storia ma nessuno ha il coraggio di fare niente per non avere altri problemi e i genitori di questi non vedono o non vogliono vedere”

 

“Lo credo anche io” disse Imma alzandosi.

 

 

La mattina dopo in procura Monica trovo' cosi' tanta coda che per un attimo temette di aver sbagliato e di essere finita in posta il giorno delle pensioni, riusci' a raggiungere il suo ufficio e a chiudercisi dentro poco prima di sentire Imma urlare come se fosse rimasta impigliata in una tagliola e penso' di andare a chiedere se avesse bisogno di qualcosa ma ci rinuncio' quando vide Diana che non si muoveva dalla sua scrivania, segno inequivocabile che la procuratrice aveva qualcuno nel suo ufficio.

 

Mentre iniziava a scrivere Monica si chiese chi potesse essere oggetto di tanta ira visto che Vitali ancora non si era visto.

 

Dopo circa un paio d'ore la coda pareva essersi esaurita e lei si era alzata per svuotare il cestino nel grande bidone nell'angolo dell'ufficio quando attraverso la porta socchiusa vide passare Romaniello che blaterava qualcosa riguardo il fatto che la Tataranni fosse pazza e che non doveva permettersi di convocare suo nipote in tribunale, tutti si erano fatti qualche canna da ragazzini e sicuramente non si era mai reso colpevole di atti di bullismo.

 

“Beh la mela non cade mai troppo lontano dall'albero” sentenzio' Monica nemmeno troppo ad alta voce.

“Mi scusi signorina, sa dirmi dov'e' il bagno?” chiese Romaniello entrando nel suo ufficio.

 

“Certo, in fondo a destra” rispose in tono sostenuto senza neanche guardarlo.

 

“Il suo capo non le ha insegnato a portare rispetto a chi sta piu' in alto di lei?” le chiese a bassa voce facendola voltare e palpandole il seno.

 

Monica resto' raggelata ma lo guardo' negli occhi.

 

“E a lei non hanno insegnato che prima si chiede immagino...ma sa com'e', nove volte puo' andarle bene ma alla decima...” e gli mollo' una ginocchiata ai genitali facendolo piegare in avanti.

 

 

“Che sta succedendo qui?” chiese una voce secca dalla porta.

 

Imma Tataranni aveva negli occhi lo sguardo piu' folle che Monica avesse mai visto in una persona.

 

“Mi ha molestata” rispose con una voce che sembrava non appartenerle.

 

“Maresciallo Calogiuri arresti immediatamente il dottor Romaniello per molestie sessuali” disse Imma in tono gelido.

 

“Sta scherzando? E lei crede a questa ragazzina? Dove sarebbero le prove? “ ghigno' Romaniello.

 

“Non si preoccupi che quelle le recuperiamo in fretta: bastera' visionare i video delle telecamere di sorveglianza qui poste. E mi spiace per lei ma non puo' neanche appellarsi alla privacy essendo questi cartelli sparsi per tutta la procura” rispose lei indicandone uno posto proprio sul muro sopra la scrivania di Monica.

 

“Signorina Parisi, intende sporgere denuncia?” chiese Imma.

 

“Certamente procuratrice” rispose Monica mettendosi al suo fianco.

 

“Lo porti via Calogiuri” disse Imma guardando Romaniello negli occhi.

 

“Sta bene?” chiese a Monica dopo che Calogiuri e Romaniello furono usciti.

 

“Si…non si preoccupi...non mi ha fatto niente” rispose respirando a fondo.

 

Imma si sporse verso di lei e la strinse in un abbraccio mentre Monica le piangeva disperatamente su una spalla.

  
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