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Autore: _Zaelit_    11/10/2020    1 recensioni
Come cambierebbe la storia di Final Fantasy VII se un'altra creatura aliena fosse caduta sul pianeta, anni fa, oltre a Jenova?
Il Progetto Yoshua R porta alla creazione di una ragazza all'apparenza normale ma che, in realtà, dovrebbe incarnare il potere dei Cetra e uguagliare la forza fisica dei prodotti del Progetto Jenova.
Rainiel non sa di essere nata da un esperimento, esattamente come non lo sa Sephiroth, ma i loro destini percorrono la stessa strada e sono pronti a incrociarsi.
- La Fanfiction è ambientata durante le vicende di Crisis Core ma gli eventi sono stati cambiati per comodità della trama. Alcuni personaggi potrebbero risultare lievemente OOC. Vi è la presenza di coppie canon e noncanon e di personaggi OC. -
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Heiress of Yoshua'
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Dopo qualche minuto di viaggio e in seguito alla chiamata che permise alla Shinra di inviare supporto medico ai fanti privi di sensi rimasti nella conca, i quattro guerrieri raggiunsero la zona di cui Sephiroth aveva parlato poco prima.
Ridiscesero una piccola altura arida da cui poterono vedere che tipo di posto fosse: una curiosa macchia di verde sorgeva nell'area desertica, con tanto di piccolo laghetto, sicuramente di natura artificiale. La chiazza fiorita ospitava, inoltre, una grande magione in legno che aveva tutta l'aria di essere una villa disabitata.
«Che razza di posto è, questo?» chiese Zack confuso e ammaliato da quel panorama, mentre camminava proprio dietro Sephiroth.
Rainiel era alle sue spalle e, ancor più dietro, Cloud chiudeva la fila. Entrambi erano silenziosi e determinati a raggiungere la villa prima di perdersi in chiacchiere.
«La Shinra la chiama Oasi.» spiegò il Generale, stando attento come sempre a dove metteva i piedi, evidenziando una strada sicura che i tre più giovani, alle sue spalle, avrebbero potuto percorrere subito dopo di più. «Inizialmente era pensata come luogo di sperimentazione per la fertilità del terreno, ma pare che questo pretesto fosse solo una facciata per mascherare la verità che si nasconde nella villa.» 
«E quale sarebbe?» continuò a chiedere il ragazzo dai capelli neri.
«L'Oasi non è che un distaccamento del dipartimento scientifico. Vale a dire che Hojo ha condotto alcuni esperimenti proprio qui. Ho trascorso l'ultimo mese nella magione, e ho trovato abbastanza prove da dire con certezza che parte del Progetto Yoshua si è svolta fra quelle mura.»
Rainiel sussultò, colpita. Pensava non ci fosse più nulla da sapere sulle sue origini, ma come al solito si sbagliava. Quel progetto aveva radici ben più profonde e a quanto sembrava non era legato solo a Midgar ma anche ai territori circostanti e quelli più lontani, come per esempio Darefall.

 
La camminata terminò qualche minuto più tardi, quando tutti e quattro si trovavano ormai nell'Oasi. L'ingresso della magione presentava una grande scalinata in legno che conduceva a una stradina sterrata circondata dal prato verde.
«Perché proprio questo posto?» continuò a dire Zack, impaziente. Non si fidava ancora di lui e, pertanto, non trovava invitante l'idea di entrare nella villa prima di conoscere tutta la verità.
Sephiroth, qualche gradino più in alto, gli rivolse uno sguardo da sopra uno degli spallacci di ferro della sua divisa.
«Quando ho lasciato la Shinra, la mia unica idea era quella di costringermi all'esilio. Non è mai stata mia intenzione fare ritorno... anche se forse avrei dovuto accertarmi di alcune cose, prima di sparire.»
Non guardò Rainiel direttamente, ma lei sapeva a cosa stesse facendo riferimento. Non voleva certo dire che doveva assicurarsi di averla uccisa... solo che aveva trascorso l'ultimo mese con la preoccupazione che forse la sua allieva fosse morta a causa sua. Era forse questo il motivo per il quale Sephiroth le aveva rivolto quell'intensa occhiata quando l'aveva rivista per la prima volta, dopo tutto quel tempo? Sembrava che fosse davvero lieto di sapere che stesse bene, almeno fisicamente.
«Ad ogni modo, mi sono imbattuto in una delle Copie-R. Dopo averla sconfitta ho capito che avrei almeno potuto contribuire al vostro lavoro da lontano, eliminando le creature di mako. Sapevo dell'Oasi ma non della sua vera natura, e quando ho raggiunto questo posto ho trovato al suo interno un dispositivo di localizzazione di quelle belve. Pare che le Copie-R siano state create nei sotterranei di questa villa.» rivelò.
«Quindi... questo è un laboratorio.» comprese Zack.
«Non all'apparenza, ma lo è.» rispose l'altro, «Per questo vi ho condotti qui. Il nostro incontro è stato solo un caso, anche se sapevo che prima o poi sarebbe avvenuto. Il motivo per il quale volevo che mi lasciaste spiegare...»
Ancora in cima a uno dei gradini, il giovane uomo rivolse loro uno sguardo determinato.
«... è che voglio aiutarvi. Dopodiché, le nostre strade si separeranno per sempre.»
Rainiel sentì ogni muscolo del proprio corpo irrigidirsi.
Sephiroth non aveva invocato il perdono di nessuno, non aveva chiesto loro di fidarsi di lui. Voleva solo unirsi a loro per il tempo necessario a eliminare le ultime creature mako rimaste e, dopo, non avrebbero più sentito neppure parlare di lui. Probabilmente a Midgar si sarebbe diffusa la voce che era morto in missione, o disperso. Lo shock avrebbe colto l'intera città per i primi tempi... ma in seguito le acque si sarebbero calmate. Come se lui non fosse neppure mai esisto. Sarebbe stato... solo un ricordo.
Rainiel non amava affatto quell'idea. E, in cuor suo, sapeva perché. Fece per parlare, ma Cloud fu più rapido di lei.
«Scusate... Copie-R? Progetto Yoshua? Non capisco di cosa stiate parlando...» fece notare. Sembrava molto stanco, era malconcio a causa dell'ultima lotta e aveva ancora molte ferite in bella vista. Probabilmente necessitava di un meritato riposo.
«È davvero una lunga storia, Cloud. Una non così tanto felice...» sospirò Zack, raggiungendolo. «Te ne parlerò a tempo debito, ma prima devi recuperare le forze. E penso sia meglio fare un'occhiata a quelle tue ferite...»
«Sto bene! Mi riprenderò in fretta!»
«Apprezzo il coraggio, ma devi davvero riposare.»
Sephiroth allungò una mano verso la porta.
«Al piano superiore troverete delle camere  da letto. Zack, potresti portare lì Cloud.»
«Cosa?!» il ragazzo dai capelli corvini sussultò.
Rainiel, stavolta, riuscì a intervenire.
«Sephiroth ha ragione.» esclamò, cogliendo tutti di sorpresa, persino il diretto interessato, «Così potrai curarlo e spiegargli tutta la situazione con calma.»
Zack era più confuso di prima.
«Se lo dici tu... allora andiamo, devi riposare anche tu.»
«Io resto qui.»
Rain sembrava abbastanza determinata.
Sephiroth le rivolse un'occhiata curiosa, non comprendendo a cosa stesse mirando. Per qualche ragione, quella ragazza continuava spesso a rappresentare un mistero per lui. Forse era per questo che riusciva a interessarlo così tanto.
Zack piegò la testa, ora sostenendo Cloud con un braccio. Il ragazzo era privo di forze.
«Pensi che ti lascerò da sola con lui?» quasi rise, protettivo e sarcastico al contempo.
Il "lui" al quale si riferiva sembrò persino offendersi per un momento a causa del modo in cui era stato apostrofato, ma non osò parlare in propria difesa. Aveva ragione a dubitare della sua lealtà in un momento simile.
«Lo farai.»
La ragazza puntò i piedi a terra e guardò il suo migliore amico con aria decisa. Non sembrava in vena di discuterne proprio adesso.
«Io e Sephiroth dobbiamo discutere di alcune cose. In privato.» terminò.
In un altro contesto, Zack si sarebbe limitato a scoccare qualche altra fastidiosa battutina che potesse rendere strana la frase appena pronunciata, ma non si azzardò a scherzare su quanto aveva udito.
«Ma... è pericoloso!»
«Non mi torcerà un capello, te lo assicuro.»
«Come fai a esserne certa? Devo ricordarti cosa ha fatto in passato?»
«Zack!» Rainiel sospirò, spazientita, e lo guardò dritto negli occhi. «Dammi retta, per favore. Sai che per me...»
La ragazza si pentì di quella frase, che non continuò.
"Sai che per me è molto importante" era ciò che avrebbe voluto dire, e fu ciò che Zack comprese al volo. Ormai la conosceva da una vita, i suoi sentimenti e i suoi pensieri non erano più un segreto per lui, capace di comprenderla dal singolo sguardo o dai suoi movimenti.
Sephiroth ascoltava pazientemente, ancora attendendo di essere seguito all'interno dell'edificio. Ascoltò con piacere il modo in cui Rain difendeva se stessa, sicura che lui non le avrebbe fatto del male. Non perché si fidasse di lui, ma perché se solo avesse tentato l'impresa, lei avrebbe fatto in modo che se ne pentisse subito dopo. Questa sua grinta gli era mancata, e apparteneva a una Rain che gli ricordava molto quella di un tempo.
«D'accordo...» accettò Zack, prima di fulminare il Generale con un'occhiata cupa, «Questo non significa che io mi fidi di te. Non provare neanche solo a pensare di finire il lavoro che hai iniziato nell'archivio scientifico.» minacciò intimidatorio, deciso a proteggere la ragazza che per lui era come una sorella, più che una semplice amica.
Sephiroth sollevò il mento.
Come se avessi bisogno di sentirmelo dire da te, furono probabilmente le parole che gli guizzarono in mente.
Senza controbattere, entrò nella villa in religioso silenzio. Alle sue spalle, i tre guerrieri lo seguirono cauti.

 

   
 
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