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Autore: moira78    11/10/2020    7 recensioni
Ormai alle soglie del nuovo millennio, Candy racconta a sua figlia e sua nipote la storia della sua vita. Ho cercato di riempire il vuoto lasciato dal finale sibillino dei romanzi dell'autrice originale, tentando di cogliere lo spirito dei personaggi e scrivendo in modo più dettagliato ciò che è accaduto dalla scoperta dell'identità del Principe della Collina in poi.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Tutto quello che poteva andare storto, quel giorno, andò storto. Il destino si stava accanendo su di me o forse mi stava solo dando chiari segnali di cosa dovessi fare: ma fu comunque crudele.

Quando Terry scese dalla banchina c'era molta gente e anche dei giornalisti che lo avevano riconosciuto, nonostante lo scialle di seta intorno al viso. Il mio primo sentimento appena lo vidi fu sconcerto. Sì, sconcerto, perché non mi preoccupai di non potergli volare tra le braccia in quanto era accerchiato, ma mi preoccupai di non riuscire a trovare un posto tranquillo dove parlargli in pace. Albert era rimasto poco dietro di me, discreto ma presente.

Approfittai della confusione per analizzarmi profondamente: ricordai il giorno in cui partì con una nave e io corsi tutta la notte su una carrozza, non riuscendo comunque a raggiungerlo; rividi, chiaro come il sole, il suo viso e i capelli sferzati dal vento mentre un treno lo portava via da me; e ripensai a quell'incontro in stazione a New York, prima che la tragedia di Susanna dividesse nuovamente le nostre strade.

Infine, ripensai all'addio dopo il nostro divorzio, a quel bisogno fisico di fonderci insieme un'ultima volta.

Chiusi gli occhi, rievocando le immagini una ad una e capii: capii che quell'amore era irrimediabilmente corrotto, logorato da anni di incomprensioni e che ne avevamo esaurito ogni aspetto meraviglioso. Rimanevano l'amarezza e la nostalgia dei tempi andati.

E quel figlio, quel figlio che ci avrebbe comunque uniti per sempre.

"Candy, finalmente! Forse è meglio se troviamo un posto più...". Le parole gli morirono sulle labbra mentre realizzava quanto fosse teso il mio vestito sottile all'altezza del ventre. Il colore fuggì dal suo volto mentre alzava lo sguardo e fissava un punto lontano.

"Terry, io... è proprio per questo che volevo parlarti e ti ho mandato a cercare. Ma andiamo veramente altrove, Albert mi ha dato un passaggio e io...".

"Sì, lo vedo che Albert ti ha dato un passaggio", disse a voce alta.

Poi calò il silenzio e tutto si fermò. Persino i giornalisti, che erano tornati all'attacco, si fermarono e tacquero. Terry mi si avvicinò e mi resi conto che aveva bevuto, probabilmente poco prima di scendere dalla nave. Non era ubriaco, ma sospettai che lo avesse fatto per prendere coraggio prima di affrontarmi di nuovo.

Mi voltai verso Albert e notai un'espressione pericolosamente vicina al panico sul suo volto. Ora anche io ero preoccupata, Terence stava travisando la situazione in modo orribilmente distorto: "Oh, no, Terry, non è come pensi! Lascia che ti spieghi ma andiamo da un'altra parte, qui è pieno di giornalisti!". Lo presi per un braccio ma lui lo strappò via come se lo avesse toccato Eliza in persona, e non io.

"E perché mandarli via, rendiamoli partecipi, invece! Avvicinatevi, guardate: eccola, ma mia dolce ex mogliettina! Non ci siamo neanche lasciati che si è fatta mettere incinta da, nientemeno che, il rampollo capofamiglia degli Ardlay! Che è anche il suo patrigno!".

L'orrore mi offuscò la vista e temetti di svenire. Le braccia pronte di Albert mi sostennero appena in tempo: "Ma che diavolo stai dicendo, razza di stupido! Sei ubriaco, forse?!". Lo sentii tremare e sospettai che lo avrebbe preso a pugni se non ci fossi stata io in mezzo a loro.

"Credevo che fossimo amici, invece non hai esitato neanche un po' a infilarti nel suo letto ancora caldo, vero?".

Il pugno arrivò, passando sopra la mia testa e io gridai. Non avevo mai visto quell'odio nei suoi occhi, mai. Neanche quando incrociava per sbaglio Neal ed Eliza alla Saint Paul School. E quell'odio era per me. Forse non lo amavo più come prima, ma di certo non avevo mai odiato Terry.

"Signor Terence, lei sospetta che sua moglie la tradisse anche durante il vostro matrimonio?", si fece avanti un giornalista, con il viso rosso dall'emozione per lo scoop imminente.

Terence si asciugò il labbro sanguinante e non rispose. Rivolse il suo odio ad Albert che ancora tremava di rabbia: "Tu l'hai sempre amata, sei il suo principe della collina, vero? Ora è tutto chiaro!", poi si rivolse ancora a me. "Ecco perché volevi che io non rinunciassi alla mia carriera, perché così potevi accoglierlo nella nostra casa tutte le volte che ti pareva, non è così? E io stupido che pensavo mi amassi davvero! Anche il primo era suo? Dimmi la verità Candy!". Tentai di parlare ma la sua cieca gelosia mi ammutoliva come un maleficio, un anatema che si era riversato su di me. Mi strinse le spalle e Albert lo afferrò brutalmente, trascinandolo via.

"No!", gridai mentre cominciavano a picchiarsi.

Dietro di me udivo i giornalisti mormorare ma non me ne importava nulla: volevo solo che quell'incubo finisse.

"Devi chiudere la bocca, capito? Tu non sai neanche lontanamente cosa stai dicendo! E non ti azzardare a toccarla!", lo ammonì Albert, mentre Terence reagiva e lo colpiva a sua volta.

"Certo, a quello ci pensi tu, non è vero? Vigliacco!". Un altro pugno.

"Basta, basta, per l'amor del cielo!", gridai portandomi le mani al ventre. Un dolore acuto si stava impossessando delle mie viscere e capii che non andava affatto bene.

Albert gli sferrò un pugno più potente degli altri e Terence perse i sensi sul selciato. Il problema era che stavo per perderli anch'io. Il mio amico di sempre mi si avvicinò tirandomi su dolcemente: "Ora ti porto in ospedale ma devo prima risolvere questa situazione. Ci stanno guardando tutti e qualcuno ha anche preso appunti. Ti fidi di me?".

Annuii tra le lacrime, appoggiandomi a lui.

Parlò con voce forte e chiara perché tutti i giornalisti potessero sentirlo: "Ascoltatemi bene! Io e Candice siamo regolarmente sposati, quindi questo figlio è legittimo!".

Mi si mozzò il respiro, mentre i miei occhi andavano a Terence, che si stava muovendo come se stesse per rialzarsi.

"Dopo il suo divorzio con Terence Graham ho provveduto a revocare l'adozione e ora è mia moglie, ma non volevo che si sapesse così presto. Tutto quello che ha insinuato il suo ex marito sono solo illazioni".

Non udii più nulla, sentii solo le sue braccia sollevarmi e portarmi via. Con l'ultimo barlume di lucidità cercai Terence con lo sguardo e mormorai: "Non è vero... non è vero, è tuo figlio...". Lo vidi volgersi verso di noi, mentre Alberti mi adagiava sul sedile posteriore e metteva in moto.

A lungo ignorai se avesse udito veramente le mie flebili parole.
   
 
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