Strazianti lamenti,
nel tormento di un’esistenza non vissuta.
Imprigionato in un abbraccio morente,
ricordi della sua bellezza,
risorta dalle ceneri per appagare l’ossessione.
Il suo nome impresso nella mente,
come le lacrime che versò per una promessa spezzata.
Visione violata,
cercando di appagare la lussuria non ancora risanata,
Ardente amore,
nascosto dalla pallida luce notturna,
utopia non terminata.
Sogni abusati,
sepolti da un manto di gelo,
rigato dal sangue scarlatto.
Disperato aiuto,
per l’impossibilità di fuga dall’ esistenza,
paralizzato in una sonnolente illusione.
Assaporando l’oblio,
in questo Eden negato,
ricercandoti nel silenzioso enigma.
Ti prendo, nel sonno più recondito,
per graffiarti nel profondo,
toccandoti,
prima che la tua anima scomparve.
Giunse l’Inverno con la sua desolata serenata,
le Estati morirono.