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Autore: broken93    19/08/2009    2 recensioni
Tom,il sexgott che tutti conosciamo...ma se si comportasse così solo perchè non può amare,a causa di una maledizione lanciata sulla sua famiglia,a causa di una debolezza di suo nonno?Questo riassunto non è granchè,per saperne di più leggete il primo capitolo,e commentate!!Ciao a tutti baci!!^^
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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note senza amore
Note senza amore
Stringimi forte...

-Kris...hai fatto le analisi la settimana scorsa...ed oggi mi sono arrivati i risultati...vieni nel mio studio...così parleremo bene...ciao a dopo!- la segretaria del mio dottore aveva lasciato un messaggio sulla segreteria telefonica...circa un'ora fa...da quel momento il mio respiro, il mio cuore si erano fermati, dal tono, sembravano brutte notizie...e io lo sapevo, sarebbero state brutte notizie.
-Jessica, vado dal dottore, tu e Bryan state con Simone, insieme a Christopher, tornerò appena possibile, ciau-
-Ok, stai tranquilla, so che andrà tutto bene...deve andare tutto bene-mi baciò sulla guancia e mi diede una carezza sulla schiena, mai come in quel momento avrei voluto Tom al mio fianco, solo lui sapeva darmi quel pizzico di speranza che mi serviva in quel momento...ma lui, era lontano, da circa quattro mesi, telefonava la sera, piangeva insieme a me al telefono, cercava più volte di prendere il treno, o l'aereo per correre da noi, ma glielo impedivo, quello era il suo lavoro, il suo sogno, e noi eravamo sempre qui a Berlino ad aspettarlo, lo sapeva.
-Salve!-
-Buon pomeriggio Kris, entra subito nel mio studio, per favore, io ti raggiungo subito...Tom non c'è?-
-No è in giro per il mondo..sa com'è!- tentai un sorriso, ma mi resi conto di aver fatto solo una stupida smorfia.
-Sei venuta sola?-
-Si...è un problema?-
-Spero di no, vedremo...-
Tra me e me, cominciai a collegare i sintomi che mi tenevano compagnia ogni giorno, vomito, mal di testa assurdi, e tanta, tanta stanchezza, potevo dormire venti ore di fila, ma ero sempre stanca, ormai facevo fatica anche ad alzare il piccolo, era una sensazione così deprimente, guardarsi allo specchio, vedere il tuo volto giovane, ma sentirti dentro come un anziano di cent'anni.
Mi sedetti sulla schiena davanti alla scrivania di mogano lucida, piena di fogli e cartelle cliniche, in quel momento desideravo solo fuggire, correre e non fermarmi più, ma sapevo che potevo fare solo un metro, poi sarei crollata a terra tramortita, durante le telefonate con Tom, la sera, evitavo di parlare e dirgli come mi sentivo, ma sapevo che Jessica, lo diceva a Bill, si preoccupava terribilmente, sia per me, sia per il figlio che sarebbe dovuto nascere a giorni con un bel po' di ritardo, sulla tabella di marcia della ginecologa che l'aveva in osservazione.
-Kris, sarò schietto, perchè non sei venuta prima?-
-E' così grave?-
-Abbastanza...-abbassò lo sguardo.
-Ho un cancro non è vero?- i miei occhi cominciarono ad arrossarsi, e attorno a me tutto sembrava una giostra, ogni cosa volteggiava nell'aria, niente era più come quando ero entrata.
-Kris...si hai un cancro...al cervello...e...-mi venne incontro, mentre mi misi le mani in testa e cominciai a tremare.
-Quanto ho rimasto da vivere dottore? Perchè lo so, lo sento, che il mio corpo mi sta abbandonando, lo sento che pur avendo 25 anni, dentro sono un' anziano di novanta...non c'è nessuna cura?-
-Possiamo provare la kemio, ma non ti assicuro niente, non si parla di settimane Kris, ma di mesi, anche anni, ma prima o poi, anche se sconfiggerai questo, il pericolo è dietro l'angolo, tua madre e tuo padre, sono morti di cancro, e purtroppo...-
-Era scontato che sarei morta di questo...-mi misi a piangere.
-Ora stai calma, se vuoi chiamo Tom, chiunque tu voglia, ma dobbiamo agire in fretta, Kris hai un figlio, lotta per lui, lotta per la tua famiglia...-
-C'è la possibilità che anche Christopher un giorno ne abbia uno a causa mia?-
-No, quando è nato ho chiesto alla ginecologa di darmi tutte le informazioni su di lui, per ora, è salvo, non ha come si dice "preso da te e dalla tua famiglia"-
-Oh grazie a Dio...almeno lui...-mi sentivo morire, al solo pensiero che a causa mia potesse rischiare anche lui.
-Calmati Kris ti prego...devo chiamare qualcuno, non posso farti tornare a casa così-
-Chiami mia suocera...anzi no...Dio....non lo so...non so chi chiamare!-
-Dammi il numero di Tom, per favore..-
-NO, lui no è al lavoro, non posso farlo tornare, mi odierebbe...-
-Lei crede che lui ami più il suo lavoro che lei? Se lo scordi, mi tengo in contatto con lui ogni tanto, gli ho sempre detto che le cose andavano così così, sa che sta male, ma non gli ho ancora detto quello che ho detto a te oggi, è il tuo compito farlo, è la persona con cui hai deciso di creare una famiglia, deve saperle queste cose-
-Lo so...ma ho paura...-
-Di Cosa Kris??-
-Che a dirlo sia tutto più vero...di quanto già non è...- mi prese le spalle, e chiamò un infermiera, mi fece stendere in un lettino e chiamò Simone.
Dopo venti minuti erano tutti lì, Jessica, Simone, e i due piccoli, odiavo portarli in posti come quello, tetri e tristi.
-Kris cos'è successo? Cos'hai??- arrivò un infermiera e portò i bambini nel reparto giochi, per faci stare da sole e parlare, sotto ordine del medico.
-Ho..io ho un cancro...al cervello, mio padre e mia madre sono morti di tumore, e io sono predisposta, ad averlo...devo fare la Kemio, ma non sono sicura che funzionerà, e se ce la farò stavolta, il dottore ha detto che molto probabilmente ne arriverà un altro...anche se lui spera ancora di potermi salvare, so che non è possibile...-mi abbracciarono mentre le lacrime sgorgavano dai nostri occhi come un fiume in piena, non avrei mai voluto vederle così, non avrei mai immaginato una peggiore fine di questa.
-Lo dirai a Tom, vero? Perchè noi non lo faremo Kris, chiamalo ora, immediatamente, non puoi aspettare che torni, non puoi!-mi disse tra i singhiozzi Simone.
-Ma sta lavorando...-
-Al diavolo il lavore Kris, per l'amore del cielo chiama Tom...non possiamo affrontare tutto questo da sole, abbiamo bisogno di loro, e lo sai, tu più che mai...per favore chiamalo-mi porse il suo cellulare...lo presi tremando, e composi il numero-
"Hey Jessica, si sono problemi??"disse con la sua voce squillante e allegra.
"Tom, sono io Kris..."
"KRIS...cos'è successo??? Stai bene?? Perchè non mi rispondi???"
"Tom, puoi tornare a casa? Per favore??"
"Kris, è il piccolo sta male lui??KRIS DIMMI COS'è SUCCESSO" sentivo la tensione salire, la sua gola chiudersi, stava scoppiando, potevo immaginarlo, dall'altra parte del mondo, seduto su una sedia, mentre si teneva stretti i lunghi rasta biondi con una mano e con l'altra reggeva il cellulare, mentre tutto attorno a lui sembrava un sogno, un incubo si stava insediando nel suo cuore, mentre tutti attorno a lui erano felici, lui stava morendo, per colpa mia....
"NO TOM...sono io...ssono io...torna ti prego...ti aspetto a casa...non posso parlartene qui...sappi solo che è grave, mi dispiace Tom" riattaccai, in quel momento doveva essere a New York, se non mi sbagliavo..o forse in Spagna?
Tornammo a casa...in macchina. Il silenzio attorno a noi, gli occhi bagnati, mentre con tutta la forza che ci rimaneva cercavamo di sorridere ai piccoli, perchè loro stessero tranquilli, perchè loro non captassero alcun segnale di dolore.
Non potevo immaginare una vita senza Tom e Christopher...non volevo morire sola...non volevo guardarli dall'alto...non volevo lasciar dietro di me una striscia di lacrime e cuori infranti...e sapevo cos'avrebbe provato mio figlio, perchè seppur piccolo,aveva bisogno di vedere la madre che lo aveva messo al mondo, la prima persona che aveva visto quando era nato...ma io non potevo stargli a fianco così a lungo...non potevo...e in quel momento mi ritornarono in mente le parole della strega, della maledizione...l'avevo dimenticata ormai, cancellata, per me non esisteva, non c'era più, ma la realtà era che era sempre stata con noi, vicino a noi, ed ora stava ridendo probabilmente di ciò che stava capitando perchè era opera sua...la stava facendo pagare a me...stava vincendo.
"Tornerò..." lo aveva fatto nel peggiore dei modi...nel peggiore dei momenti...quando tutto sembra perfetto...sembra un puzzle finito e incredibilmente stupendo...arriverà sempre qualcuno...a distruggerlo...e a portarne via un pezzo...è sempre così...sarà sempre così.

Alle due esatte, del pomeriggio successivo...Tom suonò alla porta...non trovò la stessa accoglienza di quando ci aveva lasciati, mi venne incontro e mi strinse forte, mentre dai nostri occhi, tornarono quelle lacrime che credevo finite ormai, ma che in realtà erano ancora lì...gli raccontai tutto mentre gli altri andarono a fare un giro per la città...mi strinse forte, di nuovo...mi disse che ce l'avrei fatta...non si rendeva conto in realtà, che il tempo stava sfuggendo, il tempo non si sarebbe fermato...sapevo che stavolta, nemmeno lui avrebbe retto, sapevo che dovevano stargli vicino, perchè nessuno sarà mai così forte da poter vedere la persona che ami, morire piano piano, ogni giorno, vicino a te, nessuno...

Stringimi forte Tom...ancora, ancora, e ancora una volta...stringimi forte, per darmi un po' più di forza...stringimi forte Tom...perchè i nostri incubi peggiori stanno prendendo il sopravvento.


  
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