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Autore: ShannaInLuv    11/10/2020    2 recensioni
!AU | BakuSquad! | {Kacchako} {KiriMina} {KamiJirou} e accenni {IzuOcha}
Ochaco Uraraka si è appena lasciata con il suo storico ragazzo Izuku Midoriya ed è in cerca di un nuovo appartamento. E' grazie a Mina che ne trova uno, non sapendo che in quella casa ci abita anche il suo ex compagno di liceo Katsuki Bakugou - nonchè rivale del suo ex - che non è proprio entusiasta di averla in casa...
( Dal Prologo)
«Perchè la ragazza di Deku è seduta sul mio fottutissimo divano?»
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou, Mina Ashido, Ochako Uraraka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Roommates.

 
V. L'Evento (pt2)

§§§

 
"Qui Bakugou, se non rispondo è perchè evidentemente non ho voglia di parlare con voi fottuti extra."

" Oh, Katsuki-chan che segreteria telefonica energica. Mi piace! Ehi, ehi, senti, domani io e Camie veniamo in città, non essere troppo arabbiato per il poco preavviso! - Inasa-chan!"
"Katsuki-kun, quanto tempo! Ci vediamo domani,sì,sì,sì? Yuppie! - Io, Camie-chan, ovviamente!"


***
 
 

«... Niente, e poi è letteralmente esploso addosso a Ojiro-san. Poverino... dovremmo seriamente pensare di riorganizzare la sala relax.» Midoriya Izuku sorrise, continuando a volteggiare la mano in aria come un demente - gesto che si portava dall' asilo, santi numi! - e a sorridere allo spocchioso-figlio-di-papà di Todoroki Shouto - o, come lo chiamava lui, bastardo a metà, Scarface e tanti altri soprannomi piuttosto coloriti che contenevano un linguaggio volgare.

Un verso di stizza uscì dalle labbra di Katsuki, ottenendo pienamente l'attenzione dei due idioti che si voltarono completamente verso di lui, Deku con aria sopresa e Todoroki con un sopracciglio alzato. Bevve un sorso del suo cocktail - probabilmente il terzo, ed era ancora solo l'inizio della serata - e guardò avanti a sè, dove stavano allestendo la sfilata della serata che promuoverà il marchio in fusione tra la All Might Industries e la Endeavor Ink, giusto per non guardare i loro brutti musi.

«Voglio dire, a chi importa di uno stupido distributore di caffè e della sala relax? Dovremmo mirare a migliorare-» nessuno saprebbe mai cosa lui vorrebbe migliorare perchè Todoroki lo interruppe con il suo tono stranamente calmo ma tagliente. E, questo, a Katsuki non piacque. Per niente.

«E tu Bakugou, in qualità di quale titolo pensi che sarebbe meglio la tua idea piuttosto che quella di Midoriya o la mia?» Stronzo. Stava sottolineando il fatto che, entrambi, stanziavano un posto da co-presidente mentre lui era solo il direttore del reparto marketing. E, ovviamente, Katsuki dovette astenersi dal prendere a pugni quella faccia da idiota e allargare la sua orribile cicatrice sul suo bel faccino, di nuovo.

Strinse le dita intorno al bicchiere così forte che quasi lo ruppe. Digrignò i denti e ribattè «Non ci serve una nuova area relax. Siamo lì per lavorare, non rilassarci.» bevve un altro sorso di drink giusto perchè doveva calmarsi. O la sua fottuta carriera sarebbe andata a puttane.

Todoroki sostenne il suo sguardo: la sua espressione non mutò; se gli sguardi avessero potuto uccidere, quei due allora stavano sostenendo una battaglia mortale. E, purtroppo - ammetterlo gli costava più di ingogliare un coltellino svizzero - Todoroki era in vantaggio.

«Un team rilassato è un team con un lavoro efficente, direttore Bakugou.» rimarcò ancora il posto di Katsuki, Todoroki. «In quanto         co-presidenti, io e Midoriya, pensiamo al vostro bene. Quindi agiamo di conseguenza.»

«Ma, » continuò imperterrito Katsuki, la frase a metà tra un ringhio. Non sapeva nemmeno da dove veniva tutto questo autocontrollo e probabilmente lo doveva al fatto che, se avesse incenato un litigio adesso, sarebbe stato tagliato fuori di netto. E Deku avrebbe vinto.
Questo mai.

«Un team troppo rilassato, è un team inefficente, Todoroki.»

«Todoroki-san.» lo corresse.

Katsuki aggrottò le sopracciglia. «Tch.»

«Sono un tuo superiore, Bakugou.» Certo, e invece quello stronzo poteva permettersi di chiamarlo Bakugou, Katsuki o verme se avesse voluto. 

«Come vuoi.
» Scarface, aggiunse mentalmente con stizza.
 

«Comunque, non credo che un team rilassato sia ineficcente, che ne pensi Midoriya?» quasi cinguettò Todoroki e, questa volta, sorrise, il bastardo. Si portò il bicchiere che conteneva Jack Daniel's - il quinto, per l'esattezza - alle labbra mantenendo le labbra leggermente stirate e lo sguardo fisso su Bakugou. Deku fece saettare lo sguardo tra i due e Katsuki notò che stava iniziando a tremare, balbettando frasi sconnesse e poi si schiarì la voce:

«Ehm, uh... Todoroki-san, Kacchan-»

« E poi, sono sicuro che ne usufruirà anche lei almeno la sua ragazza potrà venire a trovarla sul lavoro. No?» continuò Todoroki, quasi ignorando Deku - il che confermava che voleva solo stuzzicare Katsuki e nient'altro - . I suoi occhi eterocromatici lampeggiarono mentre sorseggiavano il suo drink.

Katsuki sussultò - e anche Deku, questa volta - aggrottando le sopracciglia. «Ragazza? Non ho una fottuta ragazza, non sono mica all'asilo!» sbottò. Non stava forse parlando di... no, non era possibile.

«Ah no? Uraraka-san non è forse la tua ragazza?»

Katsuki potè sentire letteralmente il corpo di Deku irrigidirsi e il suo respiro tremolare, tentando di trattenere un gemito sorpreso- se avesse avuto del liquido in bocca, lo avrebbe prontamente sputato come una pistola ad acqua, ne era certo. Lanciò un'occhiata al suo rivale - e una volta amico - d'infanzia e tornò immediatamente a guardare Todoroki.

«Uraraka non è la mia fottuta ragazza. » dichiarò - non perchè volesse tranquillizare il nerd o fosse preoccupato per lui... ma perchè non voleva mettere strane voci al riguardo e, soprattutto, non finire nei fraintendimenti di quegli due idioti.

Che Uraraka si sbrigasse da sola i suoi conflitti amorosi con quell'idiota.

«Uh, se lo dici tu.» mormorò Todoroki, con tono viscido, nell'esatto momento in cui le voci si abbassavano e i fari si accendevano, segno che la sfilata stava per iniziare. E, infatti, il presentatore salì sul palco, sotto l'applauso generale degli invitati. Iniziò a straparlare eccitato, di come fosse contento che fossero tutti lì e altra merda simile che Katsuki nemmenò ascoltò perchè nel suo cervello adesso rimbombavano le frasi Uraraka e ragazza.
Le due frasi non sarebbero mai più state pronunciate nella stessa frase. Assolutamente.

Katsuki sibilò tra i denti, ritornando rapidamente in sè, e fece un passo indietro - non aveva proprio voglia di assistere a quella merda - quando si sentì strattonare la giacca elegante. Si voltò e incrociò lo sguardo di Deku, con le sopracciglia aggrottate.

«Ehm, Kacchan... »

Si strattonò dalla sua presa e Deku lo lasciò facilmente andare. Sapeva già cosa stava cercando di dirgli - o chiedergli. «Sta' zitto, idiota. Lasciami andare a prendere da bere.»

«Ma il tuo bicchiere è pieno. »

Vero.

«Lasciami andare a prendere qualcosa di più forte, allora, prima che prenda a pugni quello lì. » sibilò, lanciando un'occhiata disgustata a Todoroki che adesso aveva gli occhi fissi sul palcoscenico.

Si diresse rapidamente verso l'angolo bar in fondo alla sala, sgomitando tra i ricconi estasiati di vedere ragazze sfilare con abiti succinti e tacchi vertiginosi. Onestamente, aveva sempre odiato quel genere di cose. e odiava quel tipo di persone. Quel tipo come Todoroki e la sua famiglia.

Chiese al barista un'altro alcolico qualsiasi - non importava quale, ma importava che fosse abbastanza forte da non farlo tornare indietro a prendere a pugni quel Todoroki - ; insomma, come si permetteva ad andare in giro a fare certe allusioni?

E poi, che idee del cazzo che aveva! Come osava trattarlo a quel modo come se.... come se nessuno fosse alla sua altezza - a parte Deku, a quanto pare, il che lo faceva incazzare più di tutto il resto.

Era da sempre, da tutta la vita, che Deku restava un gradino sopra di lui e, la cosa peggiore - e che più lo faceva incazzare - era che lui ne sembrava perfino dispiaciuto! Lo guardava a quel modo così... spaventoso. Come un pezzo di merda che prima ti schiaccia  e poi ti chiede scusa.

Un coro di urla lo distrasse dai suoi pensieri rabbiosi, facendogli spostare rapidamente gli occhi sul palcoscenico dove intravede Mina Ashido ancheggiare fiera sulla passerella. Mina li avrebbe tormentati per una settimana, crogiolando sul fatto di aver sfilato in quell'evento di importanza nazionale, quasi; provò pietà per Ejiro ma, d'altronde, cercava di capire ancora che cosa ci avesse trovato in lei il suo migliore amico. Anche se, esuberanti com'erano entrambi, si meritavano a vicenda.

Emise un'altro, sonoro, sbuffo, scolandosi tutto il liquore amaro e caldo che gli scivolò giù per la gola.

Si stava annoiando.
 

«Tieni il telefono acceso.»

 

Cosa- Perchè gli tornavano in mente le parole di Faccia Tonda, adesso?
 

«Potremmo squagliarcela.»
 

Oh sì, avrebbero potuto farlo davvero. Avrebbe potuto inviarle che sì, voleva dannatamente andarsene via, ma - aspetta! Non aveva bisogno di Faccia Tonda, per andarsene! Però non aveva tutti i torti... nessuno lo avrebbe biasimato per aver accompagnato una ragazza a casa, dopotutto, poteva essere pericoloso. Niente rotture di scatole, ritorno a casa tranquillo.

Infilò la mano dentro la tasca dello smoking, giocherellando con il cellulare. Davvero? Stava per inviare un messaggio a Faccia Tonda...?

Oh fanculo, era la sua uscita pulita da quell'inferno. Sarebbe stata una buona occasione di liquidarsi da Todoroki e quel nerd.

Digitò rapidamente un messaggio e attese.
 

A: Faccia Tonda

Mi sto fottutamente rompendo le palle.


 

Passarono alcuni minuti, in cui Katsuki non fece altro che osservare distrattamente le modelle - e no, non stava facendo nessun pensiero volgare, era troppo incazzato - e sorseggiare il suo bicchiere di brandy.

Grugnì, tastandosi la fronte con la mano. Ad ogni urlo eccitato che quei ricconi emettevano, la sua testa martellava dolorosamente e gli faceva venire voglia di urlare di frustrazione.

Infilò la mano nella tasca e portò nuovamente il bicchiere alla bocca, finendo giù con un'unica scolatura l'ultimo sorso di brandy che gli era rimasto nel bicchiere, che battè sul tavolo sotto il faccione paonazzo del barista che lo guardò decisamente male.

« Ah? Che vuoi ?» sbottò e il barista, forse per paura o semplicemente perchè in quel posto nessuno osava guardare in faccia gli invitati o contraddirli - erano tutti così schifosamente obbidienti a quei ricconi - abbassò il capo e continuò a sfregare i bicchieri puliti, non aggiungendo una parola.

Katsuki guardò l'orologio- erano le undici e mezza, ciò significava che erano passati dieci minuti - o forse più - dal messaggio che aveva inviato a Faccia Tonda e lei... cazzo, non le aveva ancora risposto.

Beh, non gli importava.

No davvero.

Che gli fregava se quella stupidissima ragazza prima faceva una promessa di andare via insieme e- no, non era solo quello. Semplicemente, il fatto che Faccia Tonda fosse chissà dove - magari con Deku - e lo avesse ignorato, lo faceva imbestialire.

Ma sicuramente era solo il troppo alcool a fargli formulare quei pensieri stupidi.

A lui non interessava affatto di quella donna che sembrava una bambina di dodici anni, con il viso troppo tondo, gli occhi troppo grandi e le curve che... niente. Assolutamente niente.

Faccia Tonda era offlimits, lo era sempre stata; sin dal liceo quando aveva iniziato a orbitare attorno a quel nerd e al suo gruppo. Sempre così fastidiosamente felice, sempre con quel tono di voce troppo alto, così appiccicosa.

E, anche se c'era stato quell'episodio - quell'unico, orribile e sbagliatissimo episodio - di parecchi anni prima tra loro due, Uraraka e lui non sarebbero mai andati d'accordo. E non ci sarebbe stato mai niente tra loro - cavolo, riuscivano a malapena ad avere una conversazione civile. Non che fosse colpa sua, pensò Katsuki. Ochaco Uraraka era troppo diversa da lui.

E poi, perchè dovrebbe anche solo pensare che potrebbe - o dovrebbe- accadere qualcosa tra loro due? Anche solo l'idea, era fottutamente assurda, non sapeva nemmeno perchè ci stesse pensando così tanto. Ancora una volta, diede la colpa all'alcool.

«Ehi! » per un attimo, nel mentre che il vociferare della folla si era calmato, aveva udito quella voce strillare e, con un moto di eccitazione pensò che fosse Uraraka... quando voltò il capo e vide che proveniva dalla direzione in cui Deku e Todoroki erano rimasti.

Adesso, insieme a loro - e non potè evitare di notarlo: avvinghiata a Deku, - c'era una ragazza alta, con i lunghi capelli biondi legati una coda alta. Il fisico mozzafiato era lasciato semiscoperto dal tubino senza spalline lungo e che aderiva perfettamente al corpo.

Katsuki riconobbe immediatamente quella ragazza come Melissa Shield, la nipote del presidente dell'azienda, nonchè apparentemente la nuova fianceè di Izuku Midoriya. O la sua stupida cotta - o quel che era.

Fece una smorfia a quella scena, non potendo però evitare di essere contento che Uraraka non fosse lì. Avrebbe allungato il suo muso tondo e sarebbe scoppiata a piangere - nuovamente, e forse non si sarebbe fermata fino a un altro intervento di Kirishima - e avrebbe piagnucolato tutto il tempo.

«Disgustoso, vero?» borbottò una voce vicino a lui, facendolo sobbalzare -anche se cercò di mascherare il suo spavento con uno sguardo torvo e un grugnito.

Uraraka era di fianco a lui, che fissava la neo-coppia con la bocca arricciata. Le guancie erano leggermente arrossate - forse ci era andata giù con i drink anche lei - e il trucco leggermente sbavato. E, anche se le sue forme non erano così generose come Melissa, Katsuki pensò che fosse decisamente della bionda che aveva attirato la sua attenzione.
Tuttavia, nonostante le aspettative, gli occhi della ragazza non sembravano lucidi nè il suo muso allungato. Era forse infastidita o rassegnata - ma comunque non gli importava, l'importante era che non avrebbe dovuto sostenerla mentre piangeva perchè no: non ci sapeva proprio fare con quel genere di cose.

 Katsuki non sarebbe mai stato così spudorato - a dirle che fosse bellissima - nemmeno sotto l'effetto di mille drink, quindi si limitò a borbottare un seccato. «Disgustoso, sì. »

Ochaco Uraraka sospirò e finalmente i suoi occhi si spostarono sul biondino davanti a lei, inarcando le sopracciglia. «Dio, Katsuki, ma quanto hai bevuto?» e rise, scuotendo la testa.

Katsuki? Lo aveva appena chiamato per nome?

«Ehi non-» iniziò a protestare ma Uraraka lo zittì quando lo tirò per un braccio, trascinandolo via.

«Andiamo a casa!» strillò lei, perentoria ma con un sorriso fermo sulle labbra. Erano sempre state così attraenti? O forse era il rossetto rosso.

Decisamente.


Superarono la calca di persone - sgomitando un po' tra di loro- finchè non riuscirono ad arrivare all'atrio, ormai completamente deserto visto che tutta la gente era interessata alla sfilata oppure erano andati a bere qualcosa al bar al piano sottostante.

Oltrepassate le porte, Uraraka lasciò andare il braccio di Katsuki e camminò avanti. La ringraziò mentalmente perchè avere il suo spazio vitare completamente sottratto non gli piaceva, anche se... avrebbe fatto volentieri un eccezione, con lei-

-Eh, no.

Che cavolo stava pensando adesso?
 

Alcool, rimproverò a sè stesso, troppo alcool.

«Quiiindi...» tentennò Faccia Tonda, camminando un passo davanti a lui ondeggiando come una bambina, con le mani allacciate dietro la schiena. Katsuki infilò le mani in tasca, accellerando leggermente il passo giusto perchè, come in qualsiasi contesto, non voleva essere superato.

Avevano ormai oltrepassato il parcheggio dell'Hotel, sbucando sulla strada semibuia e praticamente deserta che li avrebbe portati a casa. Fortunatamente l'Hotel dove si era tenuto l'evento era a un paio di chilometri dal loro appartamento e quindi sarebbero potuti tornare a casa facilmente, facendo solo una lunga passeggiata, visto che non potevano utilizzare le macchine avendo bevuto così tanto.

«Hai dovuto sostenere alcune relazione pubbliche, stasera, eh?» e poi gonfiò le guancie, emettendo un lungo "pfff" che assomigliava tanto al verso di un palloncino che si stava sgonfiando.

«Uh. Che hai da ridere, Faccia Tonda!» sbottò, pestando i piedi a terra ancora più forte e, per un attimo, rischiò di perdere l'equilibrio.

«Niente, Bakugou-kun, è che non mi sembri proprio il tipo di fare relazioni pubbliche a un evento.» e Uraraka allungò la lingua verso di lui, voltando leggermente il capo. Era... tenera. Con quell'espressione innocente e scherzosa, gli occhi lucidi di chi aveva alzato un po' il gomito, le guancie leggermente arrossate.

E... arrossì.

Riprenditi demente.
(oh, perfetto adesso aveva anche un suo io interiore che lo insultava).

Voltò il capo; non appena sarebbe tornato a casa, si sarebbe bavuto undici caffè per smaltire la sbornia. Sicuro. Non era possibile che Uraraka Ochaco gli facesse un effetto simile. 

«Che cazzo fai? Hai cinque anni?» la prese in giro, tentando di non far notare il suo palese disagio. Uraraka ridacchiò, non offendendosi veramente. Ricordava che, dai tempi del liceo, erano poche le volte in cui lei si arrabbiata sul serio. Poteva essere indisposta, rispondere a tono... ma, davvero, le volte che vedeva Ochaco con le orecchie rosse - segno che era infuriata - si contavano sulle dita di una mano.

«Sai Bakugou... non sono davvero arrabbiata che Deku non mi ami più e sia... andato avanti.» l'ultima frase la borbottò dopo un'attimo di esitazione. La sua voce si fece più sottile. «Non ci amavamo più da un po'. Però... non so come...»

«Lascia stare questa merda, » la interruppe Katsuki. Avrebbe voluto aggiungere che lei era sempre stata troppo per quel nerd... anche al liceo... era sempre troppo impegnato, sempre pronto a fare altro, ad aiutare tutti... lasciandola un po' dietro di lui, esattamente sopra la sua ombra. Però, invece, disse «Midoriya è un coglione.»

«... vorrei che me ne avesse parlato.»

«Di cosa? »

«Di Melissa, Bakugou. Di Melissa. »

«Uh. Forse si sentiva solo in colpa e non lo ha fatto. »

Adesso ti metti anche a dare supporto, Katsuki?
Taci.

«Uh... »

«Senti Faccia Tonda, non continuare con questa lagna di Deku, Deku, Deku... ne ho avuto abbastanda di lui e quel Todoroki, oggi. »

«Okay. »

«Bene. »
Un grugnito.

«Parliamo di te?»

«Eh? Che cazzo vuol dire? »

«Non ci parliamo dal liceo, vorrei sapere qualcosa di più su di te. »

«Perchè mai, cazzo. »

«Viviamo insieme, Katsuki. Posso chiamarti Katsuki ?»

«No. »

«Kacchan?»

«No

«...Blasty? »

«Bakugou e basta.»

E forse, l'alcool stava davvero prendendo il sopravvento di loro due - specialmente di Katsuki - , facendogli sostenere quell'assurdo dialogo composto da botte e risposta senza senso. E gli piaceva, dovette ammettere Katsuki. Non sorridevano insieme da... quel giorno, suppose. Da quella maledetta festa al liceo di una loro ex compagna, quando vennero chiusi dentro l'armadio - che era grande quasi quanto una stanza, comunque - in cinque minuti in paradiso.

Forse fu proprio l'alcool a farli voltare insieme e a guardarsi l'un l'altra negli occhi - ripotandolo a parecchi anni prima - e far scoppiare a ridere Uraraka, ridendo così forte da tenersi la pancia, e far sorridere lui.

«Siamo così ridicoli.» cinguettò tra una risata e l'altra Uraraka, e Katsuki non fu che essere d'accordo.

«Siamo così ubriachi, cazzo. »

E tu sei stranamente docile.
Di nuovoTACI.

«Giusto.» rise lei. Poi, forse lasciandosi troppo andare, ondeggiò verso di lui - facendoli quasi ruzzolare entrambi - e si appoggiò al suo braccio. Istintivamente, Katsuki allungò il braccio destro per sorreggerle la vita, arrestando così la loro marcia verso casa.

Uraraka arrossì e mugugnò qualcosa, spingendosi un po' di più contro di lui. «...-così stanca, Katsuki.» sussurrò piano, socchiudendo gli occhi.

Katsuki non la corresse, stavolta, troppo imbarazzato da quella vicinanza inaspettata. Poteva sentire il calore del suo corpo premere contro il suo. «Siamo quasi arrivati, Faccia Tonda.»

«Sì, uh,eh. » borbottò Uraraka e alzò il capo. Si era avvicinata talmente tanto che poteva sentire il suo respiro solleticargli il mento. Forse la stava fissando troppo intensamente perchè Dio santo quelle labbra carnose sarebbero potute essere droga per lui e quegli occhi marroni... così belli. Uraraka battè le palpebre, e si allungò un po' verso di lui; non passò un secondo che anche il collo di Katsuki si stava allungando verso di lei, contro le proprie volontà.

O forse era quello il problema. che lui lo voleva talmente tanto che... Gesù Cristo il suo corpo si stava muovendo sotto l'eccessivo flusso dell'alcool.

«Katsuki... » mormorò Ochaco, a un centimetro dalla sua bocca. Katsuki poteva sentirlo il respiro caldo soffiargli sulle sue labbre, l'eccitazione stava crescendo sempre di più.

Quando... quando...

Quando qualcosa rovinò tutto.

Deku.

Il fottuto volto disgustoso di Deku gli si piazzò davanti, ricordandogli che non solo Uraraka era appena uscita da una relazione durata anni, ma che quel qualcuno era nientemento che Deku.

Il suo volto lentigginoso lo colpì come un sonoro schiaffo in viso e allora si allontonò da Uraraka, mollandola esattamente come potrebbe mollare una padella rovente nel lavandino scottato.

«Eh...?» sussultò Uraraka, colta alla sprovvista e rimettendosi in piedi. Rivolse il più innocente sguardo confuso di tutti i tempi al ragazzo biondo davanti a lei il quale dovette, per riuscire a scacciare quell'individuo dalla sua mente, socchiudere e poi strizzare forte gli occhi.

«Non posso. » sbottò rauco, la voce che si stava incrinando d'eccitazione ma che adesso era solo arrabbiata, infastidita e delusa. Ma certo, come aveva potuto lasciarsi trasportare così?

«Non posso baciarti quando sei alle prese con Deku.»

L'espressione di Uraraka cambiò e divenne prima confusa e poi arrabbiata, tanto che le sue orecchie iniziarono ad arrossarsi. «Non sono per niente alle prese con Izuku! »

Katsuki la schernì. «Oh andiamo. Vuoi dirmi che non stavi baciando me per scacciare quel nerd dalla tua mente?»

«No! Mi ferisce che tu l'abbia anche solo pensato. »

«Tch, come vuoi. » Non poteva, non poteva, non poteva ignorare Deku.

Ochaco assottigliò gli occhi, adesso le orecchie completamente rosse - e non per il freddo della tarda notte - e strinse i pugni contro i fianchi.

« Sai cosa, Bakugou,» pestò prima un piede e poi l'altro e gli lanciò un ultima occhiata furente. «Va bene se non mi vuoi baciare. Va benissimo.» ringhiò, voltandosi poi per continuare a camminare dritto davanti a lui, spedita verso casa. «Ma non mettere in mezzo Izuku, imbecille!» strillò, dopo qualche metro, sfoggiandogli un scintillante dito medio.

Per la prima volta in vita sua, Katsuki Bakugou rimase a corto di parole.

Che cazzzo è appena successo? Mi ha appena dato dell'imbecille?

AngolinoAutrice(?)

Sono viva, esausta ma viva. Chiedo immensamente scusa per i mancati aggiornamenti - tre forse? - però la mia vita privata mi ha così talmente risucchiata e la stanchezza ha preso il sopravvento su di me. Questo capitolo ci ho messo una settimanai a scriverlo! Ridicolo!

Comunque mie lamentele a parte.... ecco un inizio della Kacchako! Lo so che è un po a "combustione lenta" questa fic, però penso che sia anche giusto così, d'altronde lei è appena uscita da una relazione - anche se ormai non si amavano è comunque difficile.
Non odiatemi perchè ho interrotto il loro bacio e- SOPRATUTTO non odiatemi perchè ho reso Todoroki un po' stronzetto- io lo amo da morire ma mi serviva questo tipo di personaggio e mi serviva interpretato DA LUI, capirete poi il perchè.
E sì- spoiler not spoiler - nel prossimo capitolo compariranno Camie e Inasa. E un sacco di guai. Lascio voi a indovinare il perchè e, sopratutto quale ruolo ha Camie nella storia. Anche se mi sembra abbastanza ovvio, scrivetemi le vostre ipotesi :)

Vi ringrazio per il supporto che mi state dando fino ad ora - ho corretto il capitolo due volte, ma potrei essermi persa qualche altro errorino. In tal caso chiedo scusa! - 
Ps. Nel capitolo precedente ho scritto Vanessa anzichè Melissa, pardon se vi ho confuso, solo un errore di nome personaggio. Ahaha la confondo sempreee!
Un bacione,
Shanna.

 

   
 
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