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Autore: Irony_Rocks    12/10/2020    0 recensioni
Lui è un esperto agente doppio 0 con una passione per le Aston Martin blu intenso e i cacciavite high-tech. Lei è un’ex ladra di gioielli imprigionata per un omicidio che dice di non aver commesso. Quando lei fugge di prigione per aiutarlo a rintracciare i Gioielli della Corona rubati, scopriranno di avere in comune molto più di quanto avessero immaginato.
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 1, Doctor - 11, River Song, Rory Williams
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A Game of Equals

 

VI


Il sole di metà mattina splendeva caldo sul suo viso quando il Dottore si svegliò. 

Sentiva l’amaro sapore di qualcosa nel retro della gola e si spinse lentamente fuori dal letto. Aveva ferite e bende in diversi punti, che rendevano i suoi movimenti lenti e dolorosi, ma il Dottore non si lamentò. Poggiandosi con una mano sul muro, camminò goffamente lungo un corridoio sconosciuto. A quanto pareva avevano di nuovo cambiato nascondiglio mentre era fuori gioco. Si era svegliato già una volta, prima, per metà sotto l’effetto nebbioso dei sedativi, ma non aveva ricordato molto di ciò che aveva detto o fatto. Immaginò di aver sofferto di una concussione, qualche costola ferita, qualche lacerazione alla faccia e al corpo - era riuscito ad evitare la maggior parte dei frammenti di proiettile, a quanto pareva.

Trovò Jack in cucina, intento a preparare loro - cosa? Il pranzo? La colazione? Il Dottore era disorientato sull’orario, quando Jack sollevò lo sguardo e lo osservò. “Dovresti essere a letto, a recuperare le forze.”

“Dov’è Amy?”

Jack chiuse la bocca e distolse lo sguardo. “E’ sul retro. La lascerei stare per un po’. Lei è…”

In lutto.   

A parte il prezzo che pagavano normalmente per fare affari nel loro mondo, il colpo della morte di Rory era qualcosa che non riusciva a scrollarsi di dosso e sapeva che non ci sarebbe riuscito per un bel po’ di tempo. Il lutto aveva sempre l’abitudine di rimanere testardamente attaccato e il Dottore era anche troppo abituato al suo tanfo pungente. Dalle varie parti in gioco che aveva eliminato personalmente, a quei suoi colleghi che erano venuti a mancare nell’adempimento al proprio dovere - non era ancora capace di guardare Rose negli occhi dopo l’assoluto disastro che era stata la loro ultima missione insieme. E in quel momento il giovane matrimonio di Amy era solo un’altra aggiunta ai fallimenti del Dottore; Rory Williams - che Dio lo abbia in gloria.

Per un attimo, il Dottore strofinò il proprio viso con una mano e guardò oltre la porta aperta, chiedendosi come avrebbe mai potuto guardare in faccia la giovane donna che aveva assunto come partner in quegli ultimi anni. Amy sarebbe sopravvissuta alla morte di Rory, ma la domanda era come.

“Dove siamo?”

“Da me,” rispose Jack, prima di estrarre un bicchiere dal e di versarci un po’ d’acqua dentro. Fece scivolare il bicchiere sul bancone verso il Dottore e quest’ultimo lo accettò con gratitudine senza dire una parola perché la aveva la gola secca. “Dottore, dovresti sapere - i Gioielli della Corona.”

Il Dottore sollevò lo sguardo rapidamente. “Cosa gli è successo?”

“Erano spariti quando siamo tornati al tuo appartamento. Ecco perché ci siamo spostati qui; il tuo loft è andato. Il Silenzio ci ha messo le mani.”

Il Dottore s’interruppe. “O quello, o River Song ci si è intrufolata e li ha presi.”

Jack divenne teso. “Non lo farebbe. Lei sta dalla nostra parte.”

“Tu non eri con noi quando ci ha lasciati a morire.”

Fu solo dopo che quelle parole ebbero lasciato la sua bocca che il Dottore si rese conto del livello di acredine che le caratterizzava. Di solito era capace di separare le sue emozioni dalle situazioni; poteva anche odiare i suoi nemici, ma non agiva mai in balia della sua furia. Avrebbe solo reso le cose complicate. Ma questa volta? Oh, era assolutamente furibondo. River li aveva lasciati a morire, se l’era data a gambe quando la situazione si era fatta difficile. Prese un respiro, ricomponendosi così da calmarsi e optare per una rabbia fredda e burrascosa. Era stato un folle solo per aver seguito River o per aver creduto anche solo ad una delle cose che aveva detto, eppure non l’aveva presa per una voltagabbana pura e semplice.

Jack lo stava guardando con attenzione. “Tu non la conosci,” disse, fermamente, ma senza provocarlo, come se avesse riconosciuto la rabbia che ribolliva in lui. “River potrà essere un gran numero di cose, ma di certo non è una codarda.”

“Credi di conoscerla così bene?”

“Dieci anni, Dottore,” disse Jack. “In cui uomini come te sono andati e venuti; io sono stato costantemente presente per lei.”

Il Dottore si chiese che cosa intendesse con “uomini come te”, ma ancora una volta, non gliene sarebbe dovuto importare. Quel tale misterioso, John, senza dubbio. Molto probabilmente il padre di Melody. Lasciò che quel pensiero s’inasprisse per qualche secondo prima di voltarsi.

“Lo sapevi?” chiese il Dottore. “Di Melody?” Jack s’interruppe, voltandosi - una risposta più che sufficiente. “Vedi? Non ti aveva neppure detto di avere una figlia. E credi di conoscerla?”

“Nessuno conosce River,” scattò Jack, improvvisamente, voltandosi di nuovo in un attimo di rabbia. “Quella donna è invischiata in più segreti di qualsiasi altra persona io abbia mai incontrato, ma arriverà il momento in cui capirai quello che io ho impiegato molto per capire - che il suo fidanzato ha impiegato ancora più tempo per capire.”

“Cosa?” chiese il Dottore.

“Non devi per forza sapere tutto su River Song per fidarti di lei.”

Il Dottore s’interruppe, lasciando che quell’affermazione riempisse quel momento di silenzio. Il suo tradimento aveva bruciato, ancora di più di quanto il Dottore avrebbe voluto ammettere persino a se stesso. Forse era quella la ragione per cui era così arrabbiato? Una parte di lui voleva quasi credere a Jack e alla sua preghiera, ma il Dottore non riusciva a pensare ad una sola ragione accettabile per cui lei avesse potuto abbandonarli là dentro. Rory era morto. Come poteva essere giustificata una cosa del genere?

Il mal di testa dietro il suo occhio destro ebbe un’impennata e il Dottore lo strofinò stancamente prima di prendere un altro sorso d’acqua, poi spostò lo sguardo sul corridoio che portava sul retro. Amy era lì. Il Dottore sapeva che avrebbe dovuto affrontarla prima o poi, ma quella prospettiva lo aveva lasciato temporaneamente privo di coraggio. L’aveva condotta ad una trappola, le aveva portato via l’uomo della sua vita - e adesso doveva fare i conti con le conseguenze. Era davvero come rivivere da capo quello che aveva passato con Rose.

Più che camminare, zoppicò lungo il corridoio. L’appartamento di Jack era piccolo, quindi non gli ci volle molto per trovare Amy in una delle camere per gli ospiti, seduta su un angolo del letto. C’era una fila di armi disposta sulle coperte - due Glocks, una carabina smontata, una piccola borsa con coltelli da lancio e due bombe a mano. Era impegnata a pulire una delle sue pistole, con uno strofinaccio sporco tra le mani e la camera di scoppio aperta. Le sue nocche e braccia erano ricoperte di lacerazioni, e nonostante una cortina di capelli rossi nascondesse la sua faccia, il Dottore riusciva ad intravedere delle bende bianche al di sotto della sua maglia, proprio sotto il colletto. Girò attorno al letto e la guardò in faccia.

 

Lei rimase seduta, immobile. “Dottore,” lo salutò.

 

“Amy.” S’interruppe. “Come stai?”

 

“Meglio di te, mi sembra. Nessuna costola rotta o concussione.”

 

Non era quello che il Dottore le aveva chiesto e lo sapevano entrambi. Con cautela si lasciò cadere nella poltrona in un angolo, facendo una smorfia nell’allungare una gamba difronte a sé. Rimasero in quel modo per un po’, entrambi senza aprir bocca. A corto di parole, la studiò mentre lei continuava a pulire le armi in suo possesso. Quel compito serviva evidentemente da distrazione e lui le concesse almeno quello. In qualche modo, lui ancora pensava a lei come Amelia Pond, quell’agente del tutto giovane e inesperta che era stata mandata sulla sua strada anni addietro - e il Dottore aveva avuto immediatamente una particolare simpatia per lei, prendendola sotto la sua ala e addestrandola come sua protetta. Negli anni era divenuta come una sorella minore per lui, l’unica a cui il Dottore premetteva di canzonarlo bonariamente, un profondo e forte legame si era creato tra i due.

 

Quando Rory era entrato in gioco, il Dottore era rimasto un po’ spiazzato da quell’aggiunta alle loro dinamiche. Con suo sommo imbarazzo, per qualche tempo era divenuto persino un po’ territoriale, ma poi tutto era sembrato sistemarsi senza alcun problema. Rory era divenuto parte della loro squadra come se ne avesse sempre fatto parte, e adesso, ecco cosa rimaneva: il Dottore e Amy Pond, e l’enorme vuoto che Rory aveva lasciato come un abisso gigantesco nello spazio vuoto tra di loro.

 

Non era più Amelia Pond, non lo era più stata da tempo. Infatti, c’erano state volte in cui il Dottore aveva notato barlumi di qualcosa di forte e oscuro in Amy che lo spaventavano, perché gli ricordavano un po’ troppo i suoi stessi demoni interiori. Il Dottore non aveva mai voluto che lei seguisse le sue orme, non del tutto. Adesso, si chiedeva cosa ne sarebbe stato del suo futuro. Amy aveva scalato i ranghi dell’MI6 con un talento innato, ma aveva ancora del lavoro sporco da compiere. Era del tutto inesperta da quel punto di vista. Guardandola pulire e aprire le sue armi con una naturalezza che avrebbe reso nervosi veterani di quel campo, d’un tratto il Dottore s’immaginò il futuro della ragazza.

 

Per raggiungere il rango di agente doppio zero, tra le altre certificazioni, un agente doveva completare due uccisioni in una missione. Solo due. Le uccisioni del Dottore stesso erano avvenute un decennio prima, in un’infausta operazione che si era conclusa con numerose vittime. Il Dottore era cambiato a seguito di quel fatidico giorno e da allora le sue mani non avevano fatto altro che divenire sempre più macchiate di sangue. Non era questo che voleva per Amy, ma riusciva a vederlo così chiaramente adesso.

 

Bella e talentuosa, Amy Pond sarebbe stata un’agente doppio zero eccezionale. I più avrebbero creduto che fosse troppo gentile per diventarlo, ma comunque, era quello che un tempo avevano detto anche del Dottore. 

No, la morte di Rory l’avrebbe resa più forte, l’avrebbe galvanizzata nel diventare un’agente capace di compiere azioni necessarie per la Regina e la Nazione. Vi erano solo due omicidi sulla sua strada, e il Dottore aveva capito dai movimenti rapidi ed esperti delle sue mani mentre puliva una Glock, che quei due omicidi erano all’orizzonte. Molto vicini.

 

Il Dottore si sentì nauseato da quella realizzazione, in un silenzioso momento d’epifania. Non proferì parola. Non compì alcuna azione. Ma se ne rese conto comunque e il suo cuore andò in mille pezzi.

 

“Mi dispiace,” disse infine, rompendo il silenzio.

 

Amy s’immobilizzò. “Non è colpa tua,” disse semplicemente lei.

 

Era un’affermazione caritatevole. Aveva più che legittime ragioni per ritenerlo responsabile, ma lei era Amy Pond - fiduciosa e leale. Aveva sempre perdonato il Dottore per qualsiasi sua trasgressione, persino quelle volte in cui il Dottore era certo di non meritare una tale indulgenza.

 

Quel momento venne interrotto dal forte rumore della porta d’ingresso che veniva spalancata, e poi, improvvisamente, udì la voce di River Song chiamarli dal salotto.

 

“Aspetta qui,” ordinò a Amy.

 

Il Dottore fu sopraffatto da un’accesa rabbia nel muoversi avanti, ignorando le sue dannate ferite.

 

_________________________

 

River aveva bisogno di qualcosa di forte, disperatamente.

 

Sanguinante per una ferita da taglio piuttosto dolorosa allo stomaco, River crollò inelegantemente sul divano del salotto di Jack, e poi chiamò qualcuno nelle vicinanze. Premette una mano sul proprio stomaco, fermando momentaneamente il flusso di sangue. Le si appannò la vista e si prese un momento per ritenersi fortunata ancora una volta nell’udire il suono di passi in avvicinamento. Jack, suppose, ringraziando Dio, perché aveva bisogno di cure mediche e Rory—

 

Dove diavolo sei stata?” ruggì in pratica il Dottore, facendo lunghi passi verso di lei. “Ti avevo avvisata quando ci siamo incontrati per la prima volta che ti ne saresti pentita, se avessi mai scoperto che ti prendevi gioco di me.”

 

Lei sbatté le palpebre in sua direzione. “Scusami?”

 

“Ci hai lasciati,” disse. “Ogni volta che hai avuto bisogno di me, io c’ero. Dov’eri quando avevo bisogno che tu—“

 

“Dottore,” l’interruppe Rory, sulla soglia della porta.

 

“Non adesso,” disse il Dottore, occhi e orecchie su River. “Dov’eri quando eravamo in quell’edificio? Delle persone sono morte! Rory è morto! Hai proprio una bella faccia tosta a mostrare la tua faccia qui—“

 

“Um, Dottore,” tentò di nuovo Rory.

 

“Ho detto non adesso, Rory!” scattò di nuovo. “Beh, cos’hai da dire in tua difesa, River Song?”

 

Lei fissò il Dottore, ed era veramente impressionante, considerato che stava sanguinando per una ferita allo stomaco e tutto il resto, che potesse riuscire ad esserne distratta, ancora meno così e presa di sorpresa dalla pura rabbia emanata dal discorso del Dottore. Inarcò visibilmente un sopracciglio, aspettando che il Dottore si rendesse conto dell’ovvio.

 

“Penny lanciato,”

 

“Cosa?” chiese il Dottore.

 

Jack arrivò dal corridoio sul retro e si fermò immediatamente a fissarli. “Oh, porca vacca.”

 

Rory sollevò una mano, salutando. “Um, ciao.”

 

“Penny caduto,” disse River, mentre il Dottore si voltava trovandosi faccia a faccia con l’uomo più giovane.

 

Amy emerse dal corridoio, poi si fermò del tutto, lo sguardo fisso su suo marito. Per un momento si limitò a fissarlo, senza parole, prima di riuscire finalmente a dire, con voce strozzata e incredula, “Rory?” 

 

“Amy,” rispose Rory, felicemente sollevato. “Oh, sei una gioia per gli occhi.”

 

La accolse tra le sue braccia prima che Amy fosse riuscita a superare quel totale senso di shock. Lentamente, con le lacrime agli occhi, in parte ancora incredula, Amy ripeté il suo nome, e l’attimo dopo stava singhiozzando, aggrappandosi sul serio alle spalle di suo marito di rimando. River li guardò, con un leggero sorriso che si estendeva sul suo viso, mentre Amy e Rory cominciavano a blaterare, parole d’incoraggiamento che si mischiavano a lacrime e impetuosi abbracci, che si scioglievano in baci - qualche bacio. Una pomiciata, in realtà.

 

Oh Dio, prendetevi una stanza. E’ come guardare i miei genitori limonare.

 

“Ehi,” li richiamò River, ironica. “Non che non siate adorabili, ma servirebbe un po’ d’aiuto anche a me. Di tipo medico.”

 

Jack si mise in ginocchio difronte a lei, osservando la ferita. Fece una smorfia, ma disse, “Non è mortale, almeno. Bendala e starai bene.”

 

“Quanta preoccupazione da parte vostra,” sottolineò River, alzando gli occhi al cielo. “No, no, prego, il vostro affetto in questa stanza è soffocante.”

 

Amy si ritrasse, osservando suo marito. “Come? Eri intrappolato, Rory. Pensavo che fossi—“

 

“River mi ha salvato,” rispose Rory.

 

Il Dottore sussultò, apparentemente senza motivo.

 

River si limitò a lanciargli un’occhiataccia, guardandolo agitarsi e arrossire, spiegando, “Ho usato il secondo ascensore per afferrare l’equipaggiamento che avevo lasciato entrando nell’edificio. Poi ho fatto uscire Rory facendolo passare attraverso la botola dell’ascensore, e ci siamo arrampicati lungo sette piani fino alla hall. Siamo usciti di lì con meno di cinque minuti d’anticipo sull’esplosione. Abbiamo provato a cercarvi tra la folla, ma c’era il caos.”

 

Anche se, adesso che ci pensava, si era resa conto di come potesse esser sembrato dal loro punto di vista - il fatto che fosse sparita in quel modo. Non aveva avuto tempo di spiegare, ogni secondo troppo prezioso per essere sprecato, e poi, dopo l’esplosione era stata troppo occupata a sfuggire  ad uno dei tirapiedi i Madam Kovarian. Era riuscita a malapena a fuggire con Rory, e poi aveva speso le ultime ventiquattr’ore impegnata in fastidiose sparatorie una dopo l’altra. Ragazzo acuto, quel Williams. Rory si era dimostrato un complice meraviglioso, ma l’ultimo scontro non era andato come avrebbe voluto, com’era ovvio dallo stato della sua maglia sporca di sangue.

 

Il Dottore si avvicinò a Rory, salutandolo imbarazzato con una pacca sulla spalla, e poi lanciò uno sguardo di sottecchi verso River.

 

“River Song,” disse Amy, priva delle riserve che invece aveva il Dottore, “Ti darei un bacio.”

 

“Grazie, tesoro, ma non sei il mio tipo,” rispose lei. Lanciò uno sguardo al Dottore, che sembrava fare del suo meglio per mimetizzarsi con la carta da parati. “Anche se, a quanto pare, il mio tipo sembra non essere molto all’altezza delle aspettative.”

      

“River—“ cominciò il Dottore, impacciato.

 

“Risparmiatelo,” lo interruppe lei, impaziente. “Ho bisogno di cerotti, antidolorifici e un bel po’ d’alcol prima di poterne parlare.” Chiuse il discorso con il Dottore alzandosi di nuovo in piedi, con l’aiuto di Jack, e poi camminò verso il bagno per ripulirsi. “Dimmi che hai dell’alcol, Jack.”

 

Jack le lanciò uno sguardo scandalizzato, comunque carico d’affetto. “Con chi credi di star parlando.”

 

Quando raggiunsero il bagno Jack l’aiutò a infilarsi nella vasca. Tornò indietro e chiuse la porta, poi cominciò a cercare nella cassetta del pronto soccorso.

 

“Quindi,” iniziò, in modo colloquiale. “Un’altra bella giornata per te, eh?”

 

“Oh, sai, che settimana sarebbe senza qualche sparatoria e un edificio in fiamme? Se dovessi sentire al notiziario di un autobus rubato e di un inseguimento attraverso un orto botanico, sappi solo che era del tutto necessario e che non avevo davvero intenzione di mettere sotto nessuna di quelle persone. Beh,” s’interruppe, facendo una smorfia. “Forse solo quel mimo.”

 

Jack le si accovacciò di fianco, alzando delicatamente un piccolo angolo della sua maglia, così da poter vedere di nuovo la ferita. River sapeva che non era grave, ma faceva un male cane e sarebbe servita un’intera scatola di cerotti senza anestetici. In più, se ci avesse pensato Jack al bendaggio, sarebbe venuto fuori incasinato e irregolare, ma non era che avesse voce in capitolo al riguardo. L’ospedale non rientrava certo nelle sue opzioni.

 

“Non prenderla male,” sottolineò Jack. “Ma se non fossi già sanguinate, mi verrebbe voglia di causarti ancora un po’ di dolore io stesso. Gesù, River.”

 

Lei alzò gli occhi al celo. “Non ho mai avuto intenzione di abbandonarli!”

 

“Lo so questo!” Esclamò Jack, incontrando il suo sguardo. “Sto parlando di Melody.”

 

River s’immobilizzò. Passò un attimo di silenzio e non seppe cosa rispondere. Ovviamente il Dottore avrebbe detto a Jack di Melody, e ovviamente Jack aveva tutto il diritto di essere arrabbiato per il fatto di esserne stato tenuto all’oscuro durante tutti quegli anni. Per anni, forse durante tutta la sua vita, era stato l’amico più intimo che lei avesse mai avuto - e lei gli aveva mentito proprio come aveva fatto con tutti gli altri. All’inizio non era stata sua intenzione di nascondere a Jack l’esistenza di Melody, ma lui non si era fatto vivo quando era nata e poi la prigione li aveva separati.

 

A un certo punto, era diventato più facile continuare ad omettere la verità piuttosto che rivelargliela.

 

“John lo sapeva?” le chiese piano Jack.

 

“Sì,” rispose lei con un nodo in gola. “Glielo dissi un mese prima che morisse. Ero incinta di due mesi, al tempo.”

 

Jack le offrì un sorriso dispiaciuto. “Come l’aveva presa?”

 

“Lo conosci. Andò nel panico, rise, pianse - raggiunse livelli epici di monologhi riguardo le sue intenzioni nei confronti di sua figlia. Lo sapeva, anche allora, che avremmo avuto una bambina. Non gli passò nemmeno per la mente che potesse essere un maschio.”

 

Ed ecco cosa aveva permesso che capitasse alla loro piccola.

 

Aveva visto Melody soltanto il giorno prima ma quel ricordo sembrava già un peso che River aveva sopportato per tutta la vita. Pallida, ed evidentemente maltrattata - era un’immagine che avrebbe distrutto qualsiasi madre. River sentì un nodo alla gola e cercò di ricomporsi facendo un respiro profondo.

 

Jack premette una mano sopra la sua; parlare di Melody era più doloroso di una coltellata nello stomaco. “Perché non me lo hai mai detto?”

 

“Io… non te l’ho detto, all’inizio, perché non potevo,” gli disse, sincera. “Poi quando potetti, io… non volevo esserti di peso. Il Silenzio cercherà di usarla, e non mi fermerò davanti a niente pur di salvarla dalle loro grinfie. Sarà un casino, ma non è una tua battaglia.”

 

Un’ombra gli passò sul volto. “E’ la cosa più stupida che tu mi potessi dire.” Lei ebbe la decenza di allontanare lo sguardo. “Senti,” disse lui, sospirando. “Non ho intenzione di dirti come vivere la tua vita, ma un giorno o l’altro, River, dovrai lasciare che qualcuno si avvicini a te, perché non potrai tenere da sola tutti questi segreti per sempre. Sono il tuo migliore amico, ma a volte persino io sento di conoscerti a mala pena.”

 

Lei si risentì, perché quell’affermazione l’aveva ferita, ma suppose di essersela meritata. Dopo tutto era la verità.

 

“So che quello che è successo a John… ti ha ferita,” disse Jack, il suo tono di voce che si ammorbidiva. “Ma non puoi andare avanti così. Devi cominciare a fidarti di nuovo delle persone. Trovati qualcuno. Non devo per forza essere io, ma Dio, River - qualcuno.”

 

“Non è così semplice,” affermò lei.

 

“La vita non lo è mai,” Jack. “Ma non hai mai lasciato che questo ti fermasse.”

 

Era facile a dirsi, ma più difficile a farsi. Sapeva che Jack aveva a cuore solo il suo bene, e che le aveva parlato così non perché mosso dalla rabbia per esserne stato tenuto all’oscuro per tutti quegli anni, ma bensì perché era preoccupato e le voleva bene. Era solo che proprio non riusciva a cambiare così di punto in bianco. Non era sempre stata così. Jack aveva ragione; perdere John l’aveva cambiata, e non in meglio.

 

“Avrò bisogno dell’alcol più prima che dopo,” gli disse.

 

Jack sorrise, allentando la presa per il momento ed alzandosi. “Vado a prendere la roba buona. Nel frattempo pulisci la ferita meglio che puoi.”

 

Lei annuì e Jack uscì, lasciandola ai suoi nel bagno vuoto. Fece una smorfia di dolore nell’iniziare a sbottonarsi la camicia, procedendo cautamente dall’alto verso il basso. Si tolse la camicia sporca dalle spalle con attenzione, rimanendo in reggiseno e pantaloni. Si sporse per prendere l’asciugamano sul lavandino, facendo una smorfia di dolore subito dopo per aver stirato la ferita. Sussultando, chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, rimanendo immobile e muta per un attimo affinché passasse il dolore.

 

“Uh, hai bisogno d’aiuto?” Lei sollevò lo sguardo e vide il Dottore star fermo sulla soglia. Teneva lo sguardo ben lontano da lei, anche se, dato che aveva le guance arrossate, lei si rese conto che un’occhiata o due gliele aveva date - e il fatto che il rossore avesse raggiunto anche le orecchie, le faceva pensare che fosse stata più di un’occhiata. “Posso tornare dopo?” le chiese con rapidità.

Stava tentando, e fallendo miseramente, di nascondere il suo imbarazzo, le braccia immobili ed agitate subito dopo, quando gli cadde lo sguardo sulla figura di lei, registrando appena la sua immagine, per poi distoglierlo di nuovo con rapidità.

Lei si prese un secondo per riflettere sull’inconsistenza di quell’uomo: la cui professione consisteva nello spionaggio, che aveva flirtato con lei spudoratamente come se fosse nato per quello, ma che nel trovarsela davanti semi svestita cominciava ad arrossire come una matricola al primo anno di università. Il Dottore era una contraddizione vivente da così tanti punti di vista.

River da parte sua, rimase impassibile. Ci sarebbe voluto molto più di un uomo che l’aveva vista mezza nuda per farla arrossire. “Entra o rimani fuori, ma prima che te ne vada, passami l’asciugamano, così mi asciugo.”

Lui esitò, dondolando sui talloni, come se fosse combattuto - o come se stesse aspettando che lei. Alla fine fece qualche passo avanti ed afferrò l’asciugamani, porgendoglielo e distogliendo sapientemente lo sguardo dalla sua figura.

Sospirando, lei alzò gli occhi al celo, “Seriamente, Dottore, dimmi che hai già visto una donna nuda prima d’ora?”

Lui balbettò, “Sì, e molte, per tua informazione!”

“Davvero? Così tante?”

Lui esitò. “Un gentiluomo non si vanta delle sue conquiste.”

Lei sollevò un sopracciglio, ma lasciò perdere. Si scoprì improvvisamente troppo stanca per protrarre oltre la normale sciarada del loro flirtare, e ad essere sinceri una parte di lei era ancora ferita dalle accuse che le aveva rivolto prima. La feriva rendersi conto di quanto fosse bassa l’opinione che aveva di lei - come se davvero avesse potuto abbandonarli in quel modo. Suppose che, data la situazione e il fatto che a mala pena si conoscevano, non fosse così sorprendente. Eppure, ciò la feriva lo stesso.

Silenziosamente, passò l’asciugamano sotto il getto del rubinetto della vasca. Con una smorfia di dolore, cercò di rimuovere velocemente il sangue e si rese conto che il flusso dell’emorragia era un po’ rallentato, ma non era affatto ansiosa di sottoporsi alla procedura che Jack avrebbe messo in pratica per darle i punti. Un attimo dopo delle mani maschili si unirono alle sue e lei sussultò vedendo, nel sollevare lo sguardo, che il Dottore stava cercando di aiutarla con l’asciugamano.

“Posso?” chiese con esitazione.

Non avrebbe dovuto avere una così elevata consapevolezza delle dita di lui sulle sue, o del calore della sua presa. Con un sospiro, lasciò fare a lui. Le sue mani erano decise ma gentili, nel cominciare a ripulirla dal sangue attorno alla ferita. River si ritrovò a studiarlo da una distanza ravvicinata; non era la prima volta che lo faceva. Avevano già ballato, lottato verbalmente, persino combattuto fisicamente a un certo punto, quindi aveva avuto moltissime occasioni di studiarlo da vicino. Questa volta però, c’era qualcosa di… diverso.

Forse non era tanto progressista come aveva creduto? Rimanere imperturbabile di fronte allo sguardo di un uomo pur essendo mezza svestita. O forse, solo forse, era perché si trattava di quest’uomo in particolare? Dubitava fortemente che il suo battito cardiaco sarebbe aumentato così rapidamente se fosse stato Jack a prendersi cura delle sue ferite.

“Mi dispiace,” disse lui improvvisamente, a bassa voce.

Incontrò lo sguardo di lei, con un tono che suonava abbastanza contrito, ma era soprattutto il modo in cui la guardava a cogliere River Song di sorpresa. Era uno sguardo intenso, deciso e profondo - la fece sentire improvvisamente intrappolata.

“Non dovresti,” riuscì a dire - senza sembrare esitante, sperava. “Non ci si può aspettare che quando una ragazza gioca così tanti tranelli, un ragazzo non cada in almeno uno di questi.”

Lui esitò, come se avesse voluto dire qualcosa, poi ci ripensò e distolse lo sguardo. Posò il panno sul mobile. Allungò il braccio verso il kit del pronto soccorso, e a quanto pareva aveva l’intenzione di metterle i punti lui stesso. Ci fu un momento in cui si chiese se sarebbe stato più bravo di Jack, ma sembrava sapere il fatto suo riguardo gli aghi, tanto quanto bastava. Disinfettò la ferita, e River si ritrovò a trasalire per il dolore, spostando lo sguardo verso la porta.

Vide Jack che se ne stava sulla soglia, una bottiglia di tequila tra le mani e un sopracciglio alzato in modo eloquente. Anche se l’alcol era allettante, gli fece segno di andare scuotendo la testa e Jack sembrò recepire il messaggio. Si voltò andandosene senza una parola, e per tutto il tempo, il Dottore rimase ignaro dello scambio di sguardi avvenuto oltre le sue spalle incurvate.

“Farà male,” la informò il Dottore, senza che ve ne fosse bisogno.

Prese un respiro profondo e poi aggrottò lo fronte, sentendo i primi punti che le venivano messi, quando lui cominciò il suo lavoro.

“Che?”

“Ventiquattro ore per provare di essere solo una pedina nella cospirazione internazionale di un’organizzazione ultra-fascista.” disse, rivolgendole un sorriso. “Hai spaccato l’ora, sei in anticipo, in effetti.”

Lei sbatté le palpebre, rendendosi conto del fatto che avesse ragione. Era passato un altro giorno, ma aveva avuto la sua conferma dalla stessa Madame Kovarian. Non c’era modo di negarlo, adesso, anche se rimaneva un mistero quale fosse esattamente la cospirazione.

“I Gioielli della Corona,” disse. “Posso supporre che li abbia tu?”

Lei sollevò di scatto lo sguardo verso di lui. “E’ quello che credi?”

Lui fece una smorfia. “Sono stati prelevati dal mio appartamento. Speravo li avessi tu. Se non è così—“

Lei imprecò. “Allora significa che li ha presi il Silenzio. Dannazione. Erano la nostra unica merce di scambio.”

“Sì,” concordò il Dottore, leggermente accigliato. Poi le rivolse un sorriso incoraggiante. “Ma non ti preoccupare. Sappiamo più adesso di due giorni fa, ed è per questo che abbiamo un vantaggio ora.”

Confusa gli chiese, “Come? Ma se non sappiamo proprio niente!”

“Sbagliato,” affermò, continuando a metterle i punti con fare altezzoso. “Sappiamo qualcosa. Sappiamo che hanno bisogno della corona, e di tua figlia. Le due sembrano collegate, in qualche modo. Il problema è capire come. Sappiamo anche che i loro piani a Rio sono stati portati a termine, perché Mme Kovarian ha fatto saltare in aria il suo stesso quartier generale senza battere ciglio. Inoltre, hanno fatto allontanare Melody in elicottero. Un elicottero, non un aereo, il che significa che la loro base secondaria è probabilmente a cinquecento miglia da qui. Questo ci fornisce una circonferenza, qualcosa su cui possiamo lavorare. Adesso dobbiamo solo trovare la proprietà più grande che il Silenzio ha in quella zona.” Non seppe resistere, sorrise e lui di rimando. “Che c’è? Credevi che fossi arrivato dove sono per il mio aspetto?”

“Non è stato di certo per quel farfallino che a volte indossi,” lo accusò con affetto. “Ho visto delle foto.”

“Ehi! I farfallini sono forti!”

Lei roteò gli occhi, poi esitò. “C’è di più, Dottore. Rory alla fine è riuscito a fuggire con il file Raven’s Nest.”

“Vuoi dire che non era solo un pretesto per convincerci a infiltrarci nella base?” Le domandò sorpreso.

“Non ho una tale faccia di bronzo,” gli disse, e lui sollevò un sopracciglio, facendola ridere. “Beh, non del tutto, comunque. I file non erano così importanti come vi avevo fatto credere, ma sono importanti. Sfortunatamente, sono anche altamente criptati, quindi non sono stata capace di capirci qualcosa.”

Il Dottore tacque, pensieroso. “Conosco uno specialista che potrebbe esserci d’aiuto.”

“Bene, avremo bisogno— ahi” sussultò per il dolore, quando il Dottore le toccò i punti un po’ troppo forte.

“Scusa,” disse rapidamente, sussultando per empatia. “Temo che nonostante il mio nome, questo mestiere non mi si addica affatto. È da un po’ che non metto punti a qualcuno.”

Lei abbassò lo sguardo sul lavoro che aveva fatto fino ad allora. “Stai facendo meglio di Jack. Finisce sempre per darmi dei punti che sembrano dati da un ubriaco.”

“Pensavo che un tipo d’uomo come lui avesse sempre alcol in corpo.” disse sfacciatamente, rispondendo al suo sguardo con un sorriso.

Lei notò che il rossore sul viso di lui si era attenuato, anche se era sempre lì, nascosto dal leggero colore delle sue guance. Teneva lo sguardo discretamente fisso sul suo compito, o sui punti o sugli occhi di lei, quando le parlava. Dato che era letteralmente a pochi centimetri dal suo petto e che River sapeva di essere una donna prosperosa, questo la diceva lunga sul carattere di lui. Tuttavia, lei capiva altrettanto facilmente quanto fosse dura tale impresa, perché di tanto in tanto, l’aveva proprio visto faticare per non guardare.

Quando un ciuffo di capelli gli ricadde sugli occhi, distraendolo dal suo lavoro, sbuffò una o due volte, a bassa voce, prima di scostarselo dal volto. Notando il suo fastidio, River sorrise e si sporse per spostarlo con il pollice. L’aveva fatto con intento ironico, come tutto il resto, ma quando lui sollevò sguardo, la sua intensità era tutt’altro che ironica.

Per un attimo, lei pensò che avrebbe potuto baciarla - e River non era sicura di cosa lei avrebbe dovuto fare in tal caso, perché quella cosa col Dottore era iniziata come un gioco, un modo per metterlo in difficoltà, ma improvvisamente non era più sicura che si trattasse di un gioco. Improvvisamente, sembrava anche troppo reale.

Quel momento fu rotto dalle voci di Rory ed Amy che venivano dal corridoio, diventando sempre più forti. “Dottore,” cominciò Rory apparendo sulla soglia, bloccandosi improvvisamente, la bocca aperta in una “O” quando vide il Dottore prendersi cura di una River Song mezza nuda. “Torneremo più tardi,” fu la rapida risposta strozzata di Rory,.

Al suo fianco, Amy sorrise. “Bene, bene, bene,” cominciò ironicamente.

River roteò gli occhi, mentre il Dottore lanciava un gridolino indignato “I punti! Le sto dando i punti!”

“Sì, ma certo,” disse Amy, prendendolo chiaramente in giro. “River, volevo solo ringraziarti ancora per aver portato mio marito fuori di lì. A quanto pare ti sei proprio divertita a sparare contro un mucchio di persone nelle ultime ventiquattr’ore?”

River le fece l’occhiolino. “E il tuo uomo è stato una buona compagnia per tutto il tempo.”

Amy rise. “Ne sono certa. Comunque grazie, e se avessi bisogno di un favore in qualunque momento, devi solo chiedere. Per qualunque motivo.”

“Parole pericolose da dire a una donna con la mia reputazione,” la avvertì River.

Il sorriso sul volto di Amy era spavaldo. “Lo so.”

Tirò via suo marito senza dire altro, mentre Rory proferiva con voce strozzata un’altra rapida scusa per la loro interruzione. Scomparvero lungo il corridoio. River si ritrovò a ridere difronte alle dinamiche di quella coppia sposata, un po’ per il divertimento e un po’ per il sollievo dato da quella loro interruzione provvidenziale. Ma nella sua risata, ad essere completamente sincera, c’era anche un pizzico di delusione. Sollevò lo sguardo su quello del Dottore, di nuovo concentrato sul suo compito. Lei si consolò pensando che tutto questo era solo il naturale effetto collaterale del flirtare con il Dottore come fossero stati Bonnie e Clyde.

Non era niente di più di questo, e inoltre, non sarebbe potuto essere niente di più.

Flirtare e l’attrazione erano una cosa; ma andare oltre in qualunque modo era impensabile, perché River aveva già avuto l’amore della sua vita, e niente l’avrebbe rimpiazzato.


 

   
 
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