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Autore: SilkyeAnders    12/10/2020    1 recensioni
"Sparizioni nel mondo atletico: ricercato il colpevole".
Sta accadendo qualcosa di strano a Jump City, e non solo lì, i Titans si trovano di fronte ad una nuova sfida.
Riusciranno a sventare questa minaccia o sarà la fine per loro?
(Questa fanfiction contiene personaggi da me creati abbinati ai personaggi della serie animata, si incentrerà sulle coppie RobStar e BBRae).
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Teammates capitolo 9 prima il cuore Capitolo 9: Prima il cuore



Ma come era successo? Se lo chiedeva insistentemente da quella mattina.
Come aveva potuto lasciare che una cosa del genere accadesse? Proprio lui che si vantava di avere un ottimo sesto senso per quel genere di situazioni.
La preoccupazione aveva preso il sopravvento piuttosto in fretta e non solo Robin si sentiva colpevole di ciò che era successo.
Raven scandagliava la stanza dell'amica con attenzione, era stata lei a scoprire il rapimento.
Le chiazze di ghiaccio violaceo si spargevano per l'interezza della camera, non sembravano essere state lasciate volontariamente dato come erano posizionate ma in quel momento poco importava.
Ciò che premeva a tutti quanti era ritrovare Starfire il prima possibile e riportarla a casa sana e salva.
C'era un biglietto sul letto della giovane aliena, era scritto con una grafia a dir poco illeggibile ma Cyborg era riuscito a decifrarlo: prima il cuore.
-Ma cosa diavolo significa?- sbottò nervoso il moro.
-Non lo so Robin- rispose titubante il mezzo-robot.
Le parole scritte su quel foglietto vorticavano nella testa di Robin come un tornado impedendogli di ragionare lucidamente, non era solo quella frase a rendergli complicato ogni pensiero logico chiaramente.
Il rapimento di Starfire era per lui una colpa e nient'altro.
-Robin, smettila adesso. Cerca di calmarti- disse atona Raven.
Il ragazzo non faceva che disegnare solchi circolari sul pavimento camminando freneticamente avanti e indietro.
-Calmarmi? Come puoi chiedermi di calmarmi?- esclamò.
Raven scosse il capo :-Non pensi che vorremmo tutti permetterci il lusso di perdere la ragione?- lo rimproverò.
-Scusa se te lo dico ma voi non avete nessuna responsabilità. Sono io il leader, io avrei dovuto assicurarmi che una cosa del genere non succedesse, io avrei dovuto...-
-Ma Star è anche amica nostra!- gridò infastidita la maga.
Il silenzio piombò nella stanza dai colori tenui dell'aliena.
Nessuno osava parlare, nessuno osava nemmeno muoversi.
Rimase tutto così, statico.
Se avessero detto anche solo una parola, se si fossero mossi anche solo di un passo non erano certi di riuscire a mantenere il sangue freddo che avevano riacquistato.
-Ok- mormorò Cyborg dopo qualche minuto :-Ora calmiamoci tutti e cerchiamo di capire come ritrovare Star-.
-Provo a vedere se percepisco una traccia olfattiva- comunicò BeastBoy mentre si trasformava in cane.
Raven si mise in un angolo della stanza, incrociò le gambe e chiuse gli occhi :-Provo a stabilire un contatto- informò.
-Nel frattempo io e te cerchiamo di capire dove portano queste impronte- disse Cyborg con fermezza.
A Robin non dispiaceva che fosse lui a prendere in mano la situazione, si sentiva in colpa e non era lucido e Cyborg era un buon leader. Se non altro riusciva a mantenere la compostezza che a lui mancava quando si trattava di Starfire.
Prima il cuore, quella frase lo attanagliava.
Non riusciva a capirne il senso, eppure non avrebbe dovuto essere così difficile.
Si disse che se c'era un prima allora c'era anche un poi, quindi? Qual era il significato di quel maledetto messaggio?
Prima il cuore.



Starfire sentiva la pelle bruciare, ironicamente.
Non capiva cosa stesse succedendo, o meglio, lo capiva ma non sapeva dare una motivazione a quella situazione.
Il dolore che le corrodeva la pelle era un dolore nuovo per lei, ne aveva provati sicuramente di peggiori ma in quel momento non riusciva nemmeno a ricordarseli.
-Fatti vedere se hai coraggio- ringhiò a vuoto.
Si disse che forse il suo rapitore non era lì in quel momento.
Non sentiva più il suo corpo, aveva freddo... Era una sensazione orribile, si chiedeva se sarebbe morta così o se l'avessero salvata in tempo.
Non aveva nemmeno idea di dove si trovasse in quel momento.
Forse il laboratorio abbandonato? No, non sembrava nessuna delle stanze che aveva visto quando era andata ad indagare con gli altri.
Non poteva muoversi molto, per non dire che non poteva farlo affatto, ma distingueva qualche particolare immerso nella penombra.
Il luogo che riusciva a vedere non le diceva nulla... Non ci era mai stata, o almeno, così le sembrava.
-Ma dove mi trovo?- si chiese in un mormorio.
Ogni parola iniziava a costarle una fatica disumana, le faceva male la gola per aver gridato tanto durante la mattinata e il suo corpo era scosso da brividi di freddo esagerati.
La testa iniziava a farsi pesante e faceva davvero molta fatica a tenere gli occhi aperti, la sua mente iniziava ad andare alla deriva trascinandola nell'oscurità totale.



-Non riesco a sentirla- sbottò Raven.
L'ansia nella sua voce era evidente il che, se possibile, spinse gli altri a preoccuparsi ancora di più.
Robin voltò istintivamente il capo verso il mutaforma del gruppo sperando che, almeno lui, avesse una traccia tra le mani.
-Riesco a sentire il suo odore ma non per molto... Percorre solo un breve tratto-.
-E' almeno qualcosa, una volta capito dove si interrompe magari potremo seguire le impronte di ghiaccio lasciate dal nostro criminale- esordì Cyborg speranzoso.
Robin pensò che, effettivamente, quella flebile fiamma di speranza era meglio di nulla e scelse di aggraprsi ad essa con tutto se stesso.
Era tormentato all'idea di perdere Starfire, e se l'avesse persa senza nemmeno averle detto ciò che provava realmente per lei non se lo sarebbe mai perdonato.
Aveva sempre pensato di avere tempo, una marea di tempo a disposizione da trascorrere con lei e ora ogni convinzione gli scivolava via dalle dita come sabbia.
Il cuore era stretto in una morsa fin troppo familiare per lui, se fosse riuscito a riportarla a casa sana e salva avrebbe seguito il consiglio di Barbara, le avrebbe confessato ogni cosa anche la sua vera identità.
Iniziò a pregare, non lo faceva mai ma se questo poteva aiutarlo a trovarla prima che le accadesse qualcosa di brutto allora aveva intenzione di provare ogni possibilità.
-Coraggio Rob, andiamo- lo incitò il mezzo robot.
Il leader si riscosse dai suoi pensieri e seguì gli altri verso l'atrio della torre e poi all'esterno, le tracce di Starfire terminavano in un vicolo apparentemente cieco non troppo lontano dal centro di Jump City.
Anche le tracce del criminale sembravano terminare lì e i ragazzi realizzarono di essere punto e a capo.
Robin non poté evitare di lasciarsi sfuggire un ringhio frustrato, diede un calcio alla parete e tanto era furioso che non sentì il minimo dolore.
-Siamo in una caccia alle streghe- sbuffò Raven.
-Com'è possibile che le impronte finiscano qui? E' un vicolo cieco! A meno che il tizio non sappia volare...- esclamò nervoso BeastBoy.
-Non lo so...- sbuffò Cyborg.
Iniziavano tutti a sentire il peso di quella situazione, non solo il rapimento ma tutti i crimini commessi da quell'individuo.
Era come se ogni volta che riuscivano a compiere un passo in avanti lui li spingesse due passi indietro.
-Non disperiamo, abbiamo ancora le informazioni recuperate nel vecchio laboratorio. Abbiamo l'indirizzo di quel tipo che potrebbe saperne qualcosa in più di noi su tutta questa storia- cominciò Cyborg.
Robin non disse nulla, semplicemente voltò le spalle ai suoi amici e riprese a camminare verso casa.
Ognuno dei Titans sapeva cosa significava quando Robin iniziava a comportarsi in quel modo: sensi di colpa.
Nessuno di loro si sentiva realmente di biasimarlo però, stavolta aveva perso qualcosa di importante proprio da sotto il naso ed era normale che non riuscisse a perdonarselo.
Una volta rientrati alla torre, ciascuno si divise per preparare l'occorrente per la nuova indagine.
Se volevano trovare la loro amica non potevano fermarsi nemmeno un istante.
Robin passò prima dalla stanza di Starfire e si sistemò sul letto di lei, Silky era immobile sul cuscino e sembrava piuttosto abbattuto. Riprese il biglietto fra le mani rigirandolo su di esse più e più volte.
Prima il cuore, si costrinse un'ultima volta ad analizzare quella frase.
Pensò a Starfire e alla sua personalità, indubbiamente lei era la parte emotiva del gruppo, la parte senza la quale l'organismo non avrebbe potuto funzionare: il cuore.
Quindi se prima fosse scomparso il cuore voleva dire che man mano sarebbero scomparsi gli altri organi che componevano il team.
La mente di Robin iniziò a lavorare a cento all'ora, mille ipotesi iniziarono a farsi largo nel suo cervello il che non gli fece venire alcun dubbio su quale parte fosse lui: la testa.
Probabilmente sarebbe stato l'ultimo a cui il criminale avrebbe dedicato la sua attenzione, se alla testa togli pezzi importanti del corpo non rimane nulla se non un cervello che non può muoversi, che non può funzionare correttamente.
Quindi, prima il cuore e poi?
Per quanto provasse a ragionarci su Robin non riusciva a cavare un ragno dal buco, sarebbe rimasto solo molto presto se non fosse riuscito a prevedere le mosse del suo avversario.
Non era affatto facile prevedere le mosse quando era così coinvolto sentimentalmente.



Starfire aprì gli occhi, le palpebre erano davvero pesanti e il viso le prudeva.
Non era familiare alla sensazione di freddo ma si chiese se fosse così per tutti, faceva persino fatica a muovere la bocca per parlare.
Prima aveva perso i sensi, la sua testa era così pesante... Non sentiva più nulla.
Non riusciva nemmeno più a provare panico, era troppo stanca.
Si chiese se i suoi amici si fossero accorti della sua scomparsa, si chiese se la stessero già cercando, se avessero già iniziato a seguire qualche pista. Iniziò a sperare di vederli presto, sentiva che la vita scorreva rapidamente fuori dal suo corpo senza che lei potesse fare nulla per impedirlo.
Cercò di raccogliere quanta più fiducia in se stessa poteva e provò a generare uno dei suoi dardi ma fu tutto inutile.
Le sue energie erano totalmente drenate e si maledisse mentalmente per aver sprecato così tante forze a divincolarsi.
Si lasciò sfuggire un sospiro che era più simile a un gemito di dolore.
Sperava solo che i suoi amici arrivassero in fretta e la togliessero da quella brutta situazione.
Il sonno s'impossessò di nuovo di lei.



-Ancora non senti nulla?- chiese Robin rompendo il silenzio dentro l'auto.
-No, è strano... E' come se la sua mente mi bloccasse- rispose Raven.
-Lei non ti bloccherebbe mai volontariamente- rispose BeastBoy.
-Lo so, è questo che mi risulta strano-.
-Non mi piace, non mi piace per niente- borbottò Cyborg.
Robin sospirò, tutta quella storia iniziava a farlo davvero arrabbiare.
Non avevano nulla per le mani, o meglio, quello che avevano non bastava.
Ripensò a quanto erano stati felici il giorno prima, è proprio vero che la felicità è effimera... Quando pensi che non potrebbe andare meglio arriva una batosta che ti toglie tutto ciò che ti aveva messo di buon umore.
Era difficile cercare di non pensare quando proprio il cuore del gruppo non era presente, in fondo che cos'è una persona senza il suo cuore? Solo un guscio di organi meccanici e che eseguono azioni programmate, prevedibili.
BeastBoy provò a smorzare la tensione :-Sapete che vi dico? E' estate e va benissimo voler eliminare un po' di calura ma penso davvero che questa sottospecie di ghiacciolo ci abbia preso fin troppo gusto-.
Raven si lasciò sfuggire un sorriso che nascose prontamente sotto al cappuccio, Cyborg scosse il capo alzando gli occhi al cielo e Robin lo fulminò con lo sguardo.
Nessuno disse nulla ma, in effetti, si sentivano tutti un pochino più leggeri, più sostenuti.
Era come se quella battuta così scema avesse impedito loro di crollare in quel momento, di accasciarsi al suolo senza possibilità di movimento.
Robin pensò che forse BeastBoy era la struttura ossea del gruppo, gli sembrava calzante per lui: qualcosa che ti tiene in piedi anche quando senti di voler cadere.
Quindi prima il cuore e poi?
Quando sarebbe toccato alla struttura ossea?
Quando sarebbe toccato a lui?

   
 
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