Una
piccola ff senza troppe pretese nata leggendo una lettera in
questo sito meraviglioso. Spero che a qualcuno possa piacere come a me
piace
scriverla e, ovviamente, se mi lasciate un
commentino certo non vi
crucio ^_^
Baciotti
_ki_
Cap. 1
La lettera
Ehm... non so, forse sarebbe
l’ideale iniziare con un
“Caro Draco”, o magari “Caro
Malfoy”, dato che mai ti ho chiamato per nome. Tu
che dici? Io dico che non mi va, perché sarebbe formale, o
da amici, e io non
voglio nessuna delle due cose.
Sono Hermione Granger, ti ricordi
di me? Sì, quella
che odiavi, quella che continuavi a chiamare Mezzosangue, quella che
insieme
alle altre due persone che odiavi di più al mondo ti ha
salvato la vita.
Be’... ti ricordi,
allora, di me? Io sì, mi ricordo
perfettamente di te (e ci credo, se no non mi avresti scritto, dirai
tu).
Ma perché ti scrivo?
Questa sarà la domanda che ti
porrai, certamente. Ed io non sono sicura di saper rispondere,
soprattutto
perché non sono neanche sicura che te la
consegnerò mai, questa lettera.
E dire che sono una Grifondoro...
non si direbbe, data
la mia stupida codardia. Forse, come una volta mi ha detto Harry (di
lui ti
ricordi?), è vero che fanno lo smistamento troppo presto.
Dove vuoi arrivare?, penserai tu. E
io non so come
risponderti. Perché io non ti dovrei scrivere, io non ti
dovrei neanche
parlare. Perché io non dovrei avere tutti i dubbi che mi
assillano notte e
giorno, in continuazione. O, almeno, in continuazione da quando ti ho
rivisto.
Ricordi quel giorno, poche
settimane fa, in cui ci
siamo incontrati al binario 9¾? Quando io ero insieme alla
mia famiglia, ad
accompagnare i miei bambini, e tu eri insieme alla tua, con tua moglie,
ad
accompagnare tuo figlio? Scorpius Malfoy... è un bel nome,
sai? Ed è proprio uguale
a te... Rose -mia figlia- mi ha già mandato una lettera.
Dice che tuo figlio è
in gamba, che è bravo quasi quanto lei e che è
finito a Serpeverde (come se ci
fosse stata scelta, penserai tu). Ma mi dice anche che quando vuole
è gentile,
anche se fa le tipiche battute del padre, e che ha fatto amicizia
-chissà per
quale scherzo del destino- con Albus (il figlio minore dei Potter).
Scorpius te
l’ha detto? Rose sembrava così felice quando me
l’ha detto... credo che anche a
lei piaccia tuo figlio. Infondo, come non potrebbe? È
identico a te.
Credo, però, che sto
farneticando così tanto solo
perché non voglio arrivare al punto. Ma devo, o
finirò per scrivere rotoli
interi di pergamena senza mai arrivare al dunque, e dubito che Leo II
(il gufo
di casa) riuscirà a portarli a te, dopo. Certo, questo se
riesco a trovare il
coraggio di consegnarti questa lettera.
Come posso incominciare...? Mi
sento così confusa...
Perché io amo Ron, e questo tu lo sai, ma quando ti ho
visto... Non riesco a
capire. Cosa mi è successo quando ti ho visto? Eppure non mi
sei mai piaciuto,
a Hogwarts... oh, be’, forse un po’, ma
l’ho mascherato bene. Ed ora... ora non
ci riesco. Ora non riesco a far a meno di pensarti, di sognarti... sono
pazza,
vero? Cosa mi hai fatto? Mi hai messo qualche stupido filtro
d’amore? Non
credo, a te non interesserebbe nulla una come me... una Mezzosangue.
Hai
ancora questi pregiudizi, anche se ti ho salvato la vita? Pensi ancora
questo,
di me? O hai finalmente messo da parte il tuo orgoglio e finalmente ora
ci
consideri tutti uguali?
Forse sto delirando. Infondo tu sei
Malfoy, un
Serpeverde, il Purosangue per eccellenza. E non cambierai mai.
Ma io non capisco, sono cambiata?
Quando ti ho
visto... mi sono sentita... svuotata. Perché ti vedevo con lei, con
tua
moglie. E con tuo figlio. E pensavo che quello sarebbe potuto essere mio
figlio... deliravo, è ovvio.
E non mi sono neanche minimamente
preoccupata che
accanto a me avevo mio marito, avevo i miei figli, la mia famiglia...
pensavo
solo a te. E a Scorpius.
Non capisco che mi succede.
Sicuramente mi riterrai
una pazza, leggendo, e forse per questo è meglio che questa
pergamena tu non la
legga mai. Probabilmente la butterò un qualche scatola dei
ricordi e farò come
se non fosse mai esistita.
Perché mi
passerà questo, no? Perché fra un po’
ricomincerò a pensare a Ron, ricomincerò ad
amarlo... e tu sarai solo un
ricordo sbiadito. Farò questo, no?
È così strano
scrivere queste cose... anche perché non
so quale potrà essere la tua reazione. Cioè, per
meglio dire, lo so, ma non lo
voglio accettare.
Perché già ti
vedo, seduto su una comoda poltrona di
velluto, accanto al camino scoppiettante, il mio gufo che ti svolazza
attorno,
a leggere questo poema che forse avrò avuto il coraggio di
consegnarti.
Ti vedo, ad arricciare il naso e
fare l’espressione
più schifata che ti possa riuscire. E sarai comunque
così bello...
Sono pazza.
Pazza davvero.
E ancora mi chiedo qual
è lo scopo di questa lettera.
Infondo entrambi siamo sposati, abbiamo dei figli, dei compagni che ci
amano, e
certo non vorrei rovinare tutto con questa lettera.
Ma allora perché
ti scrivo?
E perché te lo sto
chiedendo, se neanche tu puoi darmi
una risposta?
Forse per il solo fatto che spero
che anche tu, quando
hai incontrato i miei occhi, hai pensato e provato le stesse cose che
ho
pensato e provato io.
Forse perché spero che
anche tu, in queste settimane
dopo il nostro incontro, passi intere notti in bianco a pensarmi.
O forse per il semplice fatto che
voglio sfogarmi.
E poi, questa lettera probabilmente
non ti arriverà
mai.
Come ho detto prima, sono troppo,
troppo codarda.
Cerco di respirare, in questo
momento, per calmarmi e
non far uscire le lacrime che mi premono agli angoli degli occhi.
Ma perché piango? Non ho
mai pianto per te. Oh, be’,
certo, apparte ogni tanto quando mi chiamavi Mezzosangue... ma quello
non credo
c’entri. C’entra il fatto che ora piango.
E per te.
Sì, sto delirando.
Forse è
perché ho appena finito di ingozzarmi di
gelato al cioccolato (non so se lo conosci, è un cibo
Babbano, e tu non credo
che lo mangi a casa tua...) e ora sono qui, sulla mia scrivania un
po’
rovinata, a scrivere questa lettera che non ha senso.
Almeno, il senso io non ce lo
trovo. Se tu lo trovi,
ti prego di dirmelo...
Ma sentimi! Ti sto pregando! Io,
una fiera Grifondoro,
sto pregando te, uno stupido Serpeverde... sono pazza, sono pazza da
legare!
E forse farei bene a bruciare
questa lettera, subito.
Ma non ci riesco, devo consegnartela, devo farti capire... Per cosa,
poi? Per
farmi scoprire da Ron e rovinare la mia famiglia? Oh, sono
così confusa...
Forse sarebbe meglio finirla.
Insomma, ho quasi finito
un intero rotolo! Sto proprio male...
Allora è meglio che
smetto. Devo riprendermi, forse
dormire un po’ mi farà bene. Sempre che non sogni
di nuovo te... ma spero di
no. Deve passarmi questa follia, e presto.
Allora... ehm... non so come
finire. Forse...
rispondimi? Certo, se mai riceverai questa lettera, è
ovvio...
Be’... stai bene e...
ehm... non so, salutami tua
moglie e tuo figlio...
P.S.: devo scrivere la tua
Hermione, Hermione e basta
o più semplicemente Hermione Granger? Non riesco a
decidermi... forse...
Semplicemente
Hermione
Non riesco a credere a quello
che i miei occhi hanno appena finito di leggere. Una lacrima cade sul
foglio di
pergamena. Sto piangendo.
Cerco di controllarmi. Non
posso piangere, rischio che qualcuno mi scopra. In fondo, non dovrei
nemmeno
essere qui. E allora perché lo sono? Perché sono
in questa stanza, la stanza
dei miei genitori, a leggere una lettera non indirizzata a me e che non
avrei
neanche il permesso di toccare?
Tutta colpa della mia
curiosità. Curiosità che più di una
volta mi ha spinto a fare cose stupide e a
fare figure altrettanto stupide. Curiosità che spesso mi ha
messo in grossi
guai. E questa volta ne creerà ancor di più.
Perché non ho mandato
Hugo a
prendere quel maledetto album di foto? Perché sono stata
così testarda da
venire io, a cercarlo, e ritrovarmi così davanti questa
lettera? Questo non porterà a
nulla di buono, Rose,
lo dovresti sapere.
Ma io lo so! Ma è la
mia...
la mia...
La mia maledetta
curiosità, sì.
Cerco di riprendere fiato.
Non riesco più a capire bene quello che mi succede.
Nella mia mente rimbombano
diverse frasi che ho appena letto.
E pensavo che quello sarebbe potuto
essere mio
figlio...
Volevo Scorpius come figlio,
non noi...
Rose sembrava così
felice quando me l’ha detto... credo
che anche a lei piaccia tuo figlio. Infondo, come non potrebbe?
È identico a
te.
Non ci posso credere. Diceva
che Scorpius è uguale al padre... Diceva che erano uguali...
le piaceva suo
padre...
Sempre che non sogni di nuovo te...
Sognava il padre di
Scorpius...
Ma perché piango? Non ho
mai pianto per te.
Piangeva... piangeva per
lui...
E sarai comunque così
bello...
Lo considerava sempre
bello...
E non mi sono neanche minimamente
preoccupata che
accanto a me avevo mio marito, avevo i miei figli, la mia famiglia...
pensavo
solo a te. E a Scorpius.
Non le interessava papà,
neanche gli zii, o Hugo, o io... pensava a Draco Malfoy. E a Scorpius.
Perché continua a saltar
fuori il nome di Scorpius? L’ha nominato così
tante volte... non capisco.
Voleva lui? Non voleva Hugo? Non voleva me? Voleva Scorpius?
Sento altre lacrime rigarmi
il viso. Ma non devo piangere! Infondo ora non ci pensa più,
ora si vede che ci
ama... o è solo una finzione? È stata in grado di
fingere per tutti questi
anni?
«Allora Rose? Cosa stai
facendo?» questa è la voce di Hugo. Sta venendo
qui. Non deve vedermi così.
Veloce, mi asciugo il viso
dalle lacrime e intasco la lettera quasi senza accorgermene. Scendo di
sotto
veloce, cercando di riacquistare il mio solito contegno.
«Scusami Hug! Non riesco
a
trovare l’album...» dico, appena sono a portata di
voce di mio fratello. Lui mi
guarda. Anzi, mi scruta. Forse sa
che
c’è qualcosa che non va, ma non lo dà a
vedere.
«Be’... non
credo che importi
tanto, alla fine. Andiamo» e, con un sorrisino
incoraggiatore, mi tende una
mano, che afferro prontamente, e mi trascina in salotto, dove quasi
tutti gli
Weasley parlano e discutono di un miliardo di cose contemporaneamente...
Una cosa bella di avere una
famiglia così tremendamente numerosa è che quasi
nessuno fa caso a come ti
senti. Puoi essere la persona più felice del mondo, la
più arrabbiata, la più
innamorata o la più triste, ma quasi nessuno farà
particolarmente caso a te se
non vuoi proprio farlo notare. E questo è un bene che non
smetterò mai di
ricordare.
Mia madre sta parlando con la
zia Ginny. Accanto a loro ci sono i loro mariti, mio padre e zio Harry.
Discutono di qualcosa che riguarda il lavoro... bleah, come si fa a
parlar di
lavoro in un momento come questo? Quelli sono tutti pazzi...
Albus parla con Hugo di
Quiddich. Lily si è aggiunta da poco, prima stava discutendo
con Dominique di
qualcosa tipo un ballo... Dominique, invece, la sorella di Victoire,
ora sta
parlottando a bassa voce con il suo nuovo ragazzo, Denis McAlister. Non
mi
piace quel ragazzo, sembra che voglia mia cugina solo per il
bell’aspetto...
Victoire e Ted sono in un
angolino appartato a scambiarsi effusioni d’amore. Sono
proprio teneri, quei
due. E stanno divinamente insieme, non c’è che
dire.
Zio Charlie e sua moglie
stanno parlando con zio George e James. Io a volte mi chiedo come fa
quel
ragazzo a trovarsi così a suo agio con persone
così più grandi di lui...
Zia Margaret, la moglie di
zio George, sta ridendo insieme a zia Alice, la moglie di zio Percy. Le
ho
sentite che parlavano di qualche uomo carino incontrato a lavoro...
sono
proprio incorreggibili, quelle due.
Zio Percy sta giocando con la
figlioletta di Victoire e Ted, Christine, e i suoi due figli, i gemelli
Alex e
Fred. Sono tutti così piccoli... e si divertono davvero, con
zio Percy. E dire
che una volta mio padre mi ha raccontato che lo zio era così
stronzo...
Zio Bill e zia Fleur (a cui
è
comodamente appoggiata Roxanne, sorellina di Dominique e Victoire),
invece,
parlano con il nonno Arthur e la nonna Molly. Stanno discutendo ancora
de i
capelli di zio Bill... ma quand’è che la nonna
cambia? Mai, ho idea...
Poi ci sono Jack e Lara, i
due gemelli figli di zio Charlie e zia Esme, che insieme a Colin e
Edward (due
figli di zio George e zia Margaret), stanno programmando di fare una
partita a
nascondino. Insomma, Edward e Colin sono grandi, mi stupisco che
giochino
ancora con gli altri due a nascondino...
mah, che menti contorte che ho in famiglia.
Maria, la figlioletta
ultimogenita di George e Margaret, sta comodamente in braccio a
Scorpius,
venuto da noi per le vacanze di natale, e si sta divertendo un mondo a
vedergli
fare tutte quelle facce buffe...
In mezzo a questa massa di
capelli rossi con piccole chiazze di colori diversi, concentrarsi su
un’unica
persona mi pare impossibile. E io ho bisogno di concentrarmi su
Scorpius.
Sono tremendamente indecisa.
Devo dirgli quello che ho scoperto? Infondo la mia mamma parlava anche
di lui
nella lettera...
Mi prendo la testa fra le
mani. Sono seduta sull’ultimo gradino delle scale che portano
al primo piano,
ad alcune camere da letto. Siamo così in tanti, questa sera,
che stare nel
salotto è diventata un’impresa
pressoché impossibile. Ci sono alcuni
comodamente seduti sulle poltrone, altri su sedie, altri perfino sui
davanzali
delle finestre o per terra sui tappeti. Ma siamo così
tanti...
So che fra poco arriveranno i
signori Malfoy. Devo parlarci prima, con Scorpius, se voglio dirgli
quello che
ho letto. Ma mi sembra così da stupidi dirglielo... potrei
semplicemente
tenermi tutto per me, come ha fatto mia madre. Ma davvero voglio?
Davvero
voglio...
«Ehi Rose. Coma mai qua
tutta
sola?». Spalanco gli occhi che avevo chiuso in precedenza.
Eccola, quella
voce...
«Non è niente.
Pensavo» le
parole mi escono da sole, a fatica capisco che sono io a pronunciarle.
Alzo con
lentezza strepitosa il viso e fisso il mio sguardo su quegli occhi di
ghiaccio.
Ha ancora in braccio Maria, che ora mi guarda come fossi la cosa
più
interessante del mondo. La fisso di rimando, dato che non voglio
perdermi come
sempre nelle pozze ghiacciate che sono gli occhi di Scorpius.
Gli occhi della bambina sono
bellissimi, sono di un blu mare che mette in soggezione. Mi piace
guardarli,
perché a me mettono allegria.
Il mio viso, forse un po’
inconsciamente, si apre in un sorriso, mentre la bambina allunga i
braccini per
venire da me.
Non noto l’espressione di
Scorpius, mentre velocemente me la cede, sono troppo concentrata sul
faccino di
Maria.
Una delle cose belle dei
bambini è che sanno sempre metterti di buon umore. Maria ha
un modo tutto suo
per farlo.
La guardo, mentre i suoi
capelli cambiano e dal castano chiaro diventano dorati come i miei
occhi. Le
sorrido e lei ricambia.
Scorpius, intanto, ci sta
ancora guardando.
Dopo qualche attimo di
silenzio -il silenzio si espande solo per qualche centimetro dopo di
noi, dato
che dietro c’è il pandemonio-, Scorpius si siede
accanto a me.
«Tu hai qualcosa che non
va»
mi dice, fissandomi ancora con i suoi occhi chiari. Evito appositamente
di
incontrarli, troppo timorosa di quello che potrebbe leggervi.
«Non ho niente che non
va.
Sto a meraviglia» borbotto, fissando un punto sopra la spalla
di Maria, che ora
mi guarda un po’ imbronciata per lo scarso entusiasmo.
Ancora silenzio.
«Cos’è
successo?» ora il suo
tono è poco più di un bisbiglio. Cerca di
catturare il mio sguardo, ma io di
nuovo lo devio. Ho troppa paura dei suoi occhi.
«Niente»
rispondo, brusca.
Maria emette un verso a metà tra uno sbuffo e un gridolino,
facendo passare i
suoi capelli dall’oro al nero. Non ci do molto peso, fra un
po’ vorrà ritornare
fra le braccia di Scorpius e io gliela ridarò.
«Non fare la stupida
Rose.
Dimmi che hai» un ordine. Non sopporto gli ordini.
«Non ho
niente!». Grosso
errore Rose, lo hai appena guardato negli occhi.
Sì, un errore non da
poco,
dato che gli occhi di Scorpius Malfoy da sempre sono capaci di farmi
perdere il
filo del discorso -anche se lui non lo sa, ovviamente.
E, sicuramente, questa volta
non ci sarà un eccezione.
«Dai Rose. Dimmi che hai,
lo
sai che a me puoi dire tutto» no, non devo, non devo cedere.
Devo... devo...
«Ehm... io... ecco,
be’ io...».
Oh mi arrendo! E se anche glielo dico? Che succede di male?
Sto per aprire bocca, quando
Lily spunta dietro a Scorpius.
«Ehi voi due! Che fate
qui?
Sono appena arrivati zia Gabrielle e zio Horace. Ci sono anche Isis e
Julie!
Dovete vedere com’è cresciuta Julie...
venite?» sorride. È bellissima con
l’abito azzurro che si è messa oggi. Ha un sorriso
fantastico stampato in viso.
È al settimo cielo perché siamo in tanti e a lei
piace da matti stare in
compagnia.
«Certo!»
esclamo. È un’ottima
scusa per non parlare con Scorpius. E fra un po’ arriveranno
Draco e Astoria,
quindi lui sarà troppo impegnato a stare con i suoi genitori
per parlare con
me. Maria, che ho ancora in braccio, mi sorride. Deve aver sentito la
parola
“Isis”. Lei adora
incondizionatamente
Isis, anche se ha solo un anno in meno di me, perché trova
sempre il tempo di
giocare con lei e le fa fare tutto quello che vuole.
Scorpius mi guarda male. Ha
capito che vado con Lily solo per non parlargli. Non importa,
l’importante ora
è che sono fuori pericolo.
Raggiungo con Lily la porta
d’ingresso, dove sono appena entrate quattro persone.
Zia Gabrielle non è
propriamente mia zia, dato che è la sorella di mia zia
Fleur, ma io la
considero comunque tale. È bella come zia Fleur: ha lunghi
capelli dorati e un
viso gentile. Accanto a lei c’è zio Horace, suo
marito. È alto, molto più alto
di Gabrielle, ha i capelli scuri e gli occhi azzurro cielo.
È molto simpatico,
ma con le sue due figliole è un po’ severo.
Isis e Julie sono due gocce
d’acqua. Isis è la più grande, ha i
capelli come la madre e gli occhi celesti
del padre. Ha sempre un sorriso stampato in viso ed è una
ragazza molto voluta
dai ragazzi. Qualche anno fa mi faceva invidia...
Julie è più
piccola, ha solo
tre anni. Ha ragione Lily a dire che è cambiata. I suoi
capelli, prima di un
biondo quasi bianco, stanno assumendo un colore più vivo e i
suoi occhi, dello
stesso colore scuro della madre, hanno la stessa forma rotonda di
quelli del
padre. È cresciuta molto dall’ultima volta che
l’ho vista. Adesso i capelli
sono più lunghi, riesce a camminare molto bene e sorride a
tutti con la stessa
espressione allegra della sorella.
Isis, appena vede Maria,
lancia un urletto.
«Maria! Vieni qua
piccolina!»
esclama, strappandomi letteralmente di dosso la mia cuginetta. Non me
ne
dispiaccio, vedo Julie sorridere e le vado accanto.
«Ciao piccola»
le sussurro
mentre mi accovaccio accanto a lei per avere il suo viso
all’altezza del mio.
Julie emette un urletto acuto.
«Tao Rosie!»
esclama,
muovendo i piedini e abbracciandomi con i suoi braccini fini.
È dolce, la mia
piccola Julie.
«Che bello rivedorvi!
Vedo
che vi siote scià prese le piccole... come stoi
Lily?» chiede Gabrielle
stringendo Lily in un abbraccio caloroso.
«Sto benissimo Gab. Ma
dimmi,
tu come stai? È così bello vedervi di
nuovo...» e così, parlando di ciò che
è
accaduto nell’anno che è passato dalla loro scorsa
visita, zia Gab e Lily si
dirigono verso il salotto affollato. Zio Horace, dopo un attimo di
smarrimento,
sorride a me e Julie e segue sua moglie verso il resto della famiglia.
Solo in
questo momento, mentre mi giro per vederlo scomparire dietro alla porta
del
salotto, mi accorgo che Scorpius non ha seguito me e mia cugina mentre
venivamo
ad accogliere i nuovi ospiti.
Ora, però, mi sto
già dando
della stupida. È ovvio che non viene con noi, lui
è solo un ospite, non deve
fare gli onori di casa!
«Rosie...
Rosieee!» esclama
Julie, tirandomi un braccio. La guardo, confusa. «Mi plendi
in blaccio?». Dopo
un attimo, le sorrido, quindi la prendo delicatamente fra le mie
braccia.
«Che dici, andiamo dagli
altri?» le chiedo. L’urletto che emette mi fa
capire che approva. Così, mentre
la mia mente torna alla lettera che sembra scottare nella mia tasca dei
pantaloni, mi alzo in piedi e entro in salotto, dove alcune facce
sorridenti
ammiccano in direzione della piccola Julie.
Noto, appena il mio sguardo
finisce di vagare per la stanza, che Scorpius non
c’è.
Ecco, è sempre il solito associale.
Bacini
e, spero, al prossimo capitolo!! ^_^
_ki_