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Autore: _ki_    19/08/2009    1 recensioni
Rose Weasley scopre un giorno una lettera di sua madre di quattro anni prima. Una lettera d’amore verso una persona che non è il marito. Come la prenderà la piccola Rosie? Cosa succederà dopo quel giorno? Un nuovo arrivo ad Hogwarts. Chi sarà la nuova arrivata? Come si comporterà? E soprattutto, per quale assurdo motivo conosce già Rose Weasley?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Rose Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una piccola ff senza troppe pretese nata leggendo una lettera in questo sito meraviglioso. Spero che a qualcuno possa piacere come a me piace scriverla e, ovviamente, se mi lasciate un commentino certo non vi crucio ^_^

Baciotti _ki_

Cap. 1

La lettera

 

Ehm... non so, forse sarebbe l’ideale iniziare con un “Caro Draco”, o magari “Caro Malfoy”, dato che mai ti ho chiamato per nome. Tu che dici? Io dico che non mi va, perché sarebbe formale, o da amici, e io non voglio nessuna delle due cose.

Sono Hermione Granger, ti ricordi di me? Sì, quella che odiavi, quella che continuavi a chiamare Mezzosangue, quella che insieme alle altre due persone che odiavi di più al mondo ti ha salvato la vita.

Be’... ti ricordi, allora, di me? Io sì, mi ricordo perfettamente di te (e ci credo, se no non mi avresti scritto, dirai tu).

Ma perché ti scrivo? Questa sarà la domanda che ti porrai, certamente. Ed io non sono sicura di saper rispondere, soprattutto perché non sono neanche sicura che te la consegnerò mai, questa lettera.

E dire che sono una Grifondoro... non si direbbe, data la mia stupida codardia. Forse, come una volta mi ha detto Harry (di lui ti ricordi?), è vero che fanno lo smistamento troppo presto.

Dove vuoi arrivare?, penserai tu. E io non so come risponderti. Perché io non ti dovrei scrivere, io non ti dovrei neanche parlare. Perché io non dovrei avere tutti i dubbi che mi assillano notte e giorno, in continuazione. O, almeno, in continuazione da quando ti ho rivisto.

Ricordi quel giorno, poche settimane fa, in cui ci siamo incontrati al binario 9¾? Quando io ero insieme alla mia famiglia, ad accompagnare i miei bambini, e tu eri insieme alla tua, con tua moglie, ad accompagnare tuo figlio? Scorpius Malfoy... è un bel nome, sai? Ed è proprio uguale a te... Rose -mia figlia- mi ha già mandato una lettera. Dice che tuo figlio è in gamba, che è bravo quasi quanto lei e che è finito a Serpeverde (come se ci fosse stata scelta, penserai tu). Ma mi dice anche che quando vuole è gentile, anche se fa le tipiche battute del padre, e che ha fatto amicizia -chissà per quale scherzo del destino- con Albus (il figlio minore dei Potter). Scorpius te l’ha detto? Rose sembrava così felice quando me l’ha detto... credo che anche a lei piaccia tuo figlio. Infondo, come non potrebbe? È identico a te.

Credo, però, che sto farneticando così tanto solo perché non voglio arrivare al punto. Ma devo, o finirò per scrivere rotoli interi di pergamena senza mai arrivare al dunque, e dubito che Leo II (il gufo di casa) riuscirà a portarli a te, dopo. Certo, questo se riesco a trovare il coraggio di consegnarti questa lettera.

Come posso incominciare...? Mi sento così confusa... Perché io amo Ron, e questo tu lo sai, ma quando ti ho visto... Non riesco a capire. Cosa mi è successo quando ti ho visto? Eppure non mi sei mai piaciuto, a Hogwarts... oh, be’, forse un po’, ma l’ho mascherato bene. Ed ora... ora non ci riesco. Ora non riesco a far a meno di pensarti, di sognarti... sono pazza, vero? Cosa mi hai fatto? Mi hai messo qualche stupido filtro d’amore? Non credo, a te non interesserebbe nulla una come me... una Mezzosangue. Hai ancora questi pregiudizi, anche se ti ho salvato la vita? Pensi ancora questo, di me? O hai finalmente messo da parte il tuo orgoglio e finalmente ora ci consideri tutti uguali?

Forse sto delirando. Infondo tu sei Malfoy, un Serpeverde, il Purosangue per eccellenza. E non cambierai mai.

Ma io non capisco, sono cambiata? Quando ti ho visto... mi sono sentita... svuotata. Perché ti vedevo con lei, con tua moglie. E con tuo figlio. E pensavo che quello sarebbe potuto essere mio figlio... deliravo, è ovvio.

E non mi sono neanche minimamente preoccupata che accanto a me avevo mio marito, avevo i miei figli, la mia famiglia... pensavo solo a te. E a Scorpius.

Non capisco che mi succede. Sicuramente mi riterrai una pazza, leggendo, e forse per questo è meglio che questa pergamena tu non la legga mai. Probabilmente la butterò un qualche scatola dei ricordi e farò come se non fosse mai esistita.

Perché mi passerà questo, no? Perché fra un po’ ricomincerò a pensare a Ron, ricomincerò ad amarlo... e tu sarai solo un ricordo sbiadito. Farò questo, no?

È così strano scrivere queste cose... anche perché non so quale potrà essere la tua reazione. Cioè, per meglio dire, lo so, ma non lo voglio accettare.

Perché già ti vedo, seduto su una comoda poltrona di velluto, accanto al camino scoppiettante, il mio gufo che ti svolazza attorno, a leggere questo poema che forse avrò avuto il coraggio di consegnarti.

Ti vedo, ad arricciare il naso e fare l’espressione più schifata che ti possa riuscire. E sarai comunque così bello...

Sono pazza.

Pazza davvero.

E ancora mi chiedo qual è lo scopo di questa lettera. Infondo entrambi siamo sposati, abbiamo dei figli, dei compagni che ci amano, e certo non vorrei rovinare tutto con questa lettera.

Ma allora perché ti scrivo?

E perché te lo sto chiedendo, se neanche tu puoi darmi una risposta?

Forse per il solo fatto che spero che anche tu, quando hai incontrato i miei occhi, hai pensato e provato le stesse cose che ho pensato e provato io.

Forse perché spero che anche tu, in queste settimane dopo il nostro incontro, passi intere notti in bianco a pensarmi.

O forse per il semplice fatto che voglio sfogarmi.

E poi, questa lettera probabilmente non ti arriverà mai.

Come ho detto prima, sono troppo, troppo codarda.

Cerco di respirare, in questo momento, per calmarmi e non far uscire le lacrime che mi premono agli angoli degli occhi.

Ma perché piango? Non ho mai pianto per te. Oh, be’, certo, apparte ogni tanto quando mi chiamavi Mezzosangue... ma quello non credo c’entri. C’entra il fatto che ora piango.

E per te.

Sì, sto delirando.

Forse è perché ho appena finito di ingozzarmi di gelato al cioccolato (non so se lo conosci, è un cibo Babbano, e tu non credo che lo mangi a casa tua...) e ora sono qui, sulla mia scrivania un po’ rovinata, a scrivere questa lettera che non ha senso.

Almeno, il senso io non ce lo trovo. Se tu lo trovi, ti prego di dirmelo...

Ma sentimi! Ti sto pregando! Io, una fiera Grifondoro, sto pregando te, uno stupido Serpeverde... sono pazza, sono pazza da legare!

E forse farei bene a bruciare questa lettera, subito. Ma non ci riesco, devo consegnartela, devo farti capire... Per cosa, poi? Per farmi scoprire da Ron e rovinare la mia famiglia? Oh, sono così confusa...

Forse sarebbe meglio finirla. Insomma, ho quasi finito un intero rotolo! Sto proprio male...

Allora è meglio che smetto. Devo riprendermi, forse dormire un po’ mi farà bene. Sempre che non sogni di nuovo te... ma spero di no. Deve passarmi questa follia, e presto.

Allora... ehm... non so come finire. Forse... rispondimi? Certo, se mai riceverai questa lettera, è ovvio...

Be’... stai bene e... ehm... non so, salutami tua moglie e tuo figlio...

 

P.S.: devo scrivere la tua Hermione, Hermione e basta o più semplicemente Hermione Granger? Non riesco a decidermi... forse...

 

Semplicemente Hermione

 

 

Non riesco a credere a quello che i miei occhi hanno appena finito di leggere. Una lacrima cade sul foglio di pergamena. Sto piangendo.

Cerco di controllarmi. Non posso piangere, rischio che qualcuno mi scopra. In fondo, non dovrei nemmeno essere qui. E allora perché lo sono? Perché sono in questa stanza, la stanza dei miei genitori, a leggere una lettera non indirizzata a me e che non avrei neanche il permesso di toccare?

Tutta colpa della mia curiosità. Curiosità che più di una volta mi ha spinto a fare cose stupide e a fare figure altrettanto stupide. Curiosità che spesso mi ha messo in grossi guai. E questa volta ne creerà ancor di più.

Perché non ho mandato Hugo a prendere quel maledetto album di foto? Perché sono stata così testarda da venire io, a cercarlo, e ritrovarmi così davanti questa lettera? Questo non porterà a nulla di buono, Rose, lo dovresti sapere.

Ma io lo so! Ma è la mia... la mia...

La mia maledetta curiosità, sì.

Cerco di riprendere fiato. Non riesco più a capire bene quello che mi succede.

Nella mia mente rimbombano diverse frasi che ho appena letto.

E pensavo che quello sarebbe potuto essere mio figlio...

Volevo Scorpius come figlio, non noi...

Rose sembrava così felice quando me l’ha detto... credo che anche a lei piaccia tuo figlio. Infondo, come non potrebbe? È identico a te.

Non ci posso credere. Diceva che Scorpius è uguale al padre... Diceva che erano uguali... le piaceva suo padre...

Sempre che non sogni di nuovo te...

Sognava il padre di Scorpius...

Ma perché piango? Non ho mai pianto per te.

Piangeva... piangeva per lui...

E sarai comunque così bello...

Lo considerava sempre bello...

E non mi sono neanche minimamente preoccupata che accanto a me avevo mio marito, avevo i miei figli, la mia famiglia... pensavo solo a te. E a Scorpius.

Non le interessava papà, neanche gli zii, o Hugo, o io... pensava a Draco Malfoy. E a Scorpius.

Perché continua a saltar fuori il nome di Scorpius? L’ha nominato così tante volte... non capisco. Voleva lui? Non voleva Hugo? Non voleva me? Voleva Scorpius?

Sento altre lacrime rigarmi il viso. Ma non devo piangere! Infondo ora non ci pensa più, ora si vede che ci ama... o è solo una finzione? È stata in grado di fingere per tutti questi anni?

«Allora Rose? Cosa stai facendo?» questa è la voce di Hugo. Sta venendo qui. Non deve vedermi così.

Veloce, mi asciugo il viso dalle lacrime e intasco la lettera quasi senza accorgermene. Scendo di sotto veloce, cercando di riacquistare il mio solito contegno.

«Scusami Hug! Non riesco a trovare l’album...» dico, appena sono a portata di voce di mio fratello. Lui mi guarda. Anzi, mi scruta. Forse sa che c’è qualcosa che non va, ma non lo dà a vedere.

«Be’... non credo che importi tanto, alla fine. Andiamo» e, con un sorrisino incoraggiatore, mi tende una mano, che afferro prontamente, e mi trascina in salotto, dove quasi tutti gli Weasley parlano e discutono di un miliardo di cose contemporaneamente...

 

Una cosa bella di avere una famiglia così tremendamente numerosa è che quasi nessuno fa caso a come ti senti. Puoi essere la persona più felice del mondo, la più arrabbiata, la più innamorata o la più triste, ma quasi nessuno farà particolarmente caso a te se non vuoi proprio farlo notare. E questo è un bene che non smetterò mai di ricordare.

Mia madre sta parlando con la zia Ginny. Accanto a loro ci sono i loro mariti, mio padre e zio Harry. Discutono di qualcosa che riguarda il lavoro... bleah, come si fa a parlar di lavoro in un momento come questo? Quelli sono tutti pazzi...

Albus parla con Hugo di Quiddich. Lily si è aggiunta da poco, prima stava discutendo con Dominique di qualcosa tipo un ballo... Dominique, invece, la sorella di Victoire, ora sta parlottando a bassa voce con il suo nuovo ragazzo, Denis McAlister. Non mi piace quel ragazzo, sembra che voglia mia cugina solo per il bell’aspetto...

Victoire e Ted sono in un angolino appartato a scambiarsi effusioni d’amore. Sono proprio teneri, quei due. E stanno divinamente insieme, non c’è che dire.

Zio Charlie e sua moglie stanno parlando con zio George e James. Io a volte mi chiedo come fa quel ragazzo a trovarsi così a suo agio con persone così più grandi di lui...

Zia Margaret, la moglie di zio George, sta ridendo insieme a zia Alice, la moglie di zio Percy. Le ho sentite che parlavano di qualche uomo carino incontrato a lavoro... sono proprio incorreggibili, quelle due.

Zio Percy sta giocando con la figlioletta di Victoire e Ted, Christine, e i suoi due figli, i gemelli Alex e Fred. Sono tutti così piccoli... e si divertono davvero, con zio Percy. E dire che una volta mio padre mi ha raccontato che lo zio era così stronzo...

Zio Bill e zia Fleur (a cui è comodamente appoggiata Roxanne, sorellina di Dominique e Victoire), invece, parlano con il nonno Arthur e la nonna Molly. Stanno discutendo ancora de i capelli di zio Bill... ma quand’è che la nonna cambia? Mai, ho idea...

Poi ci sono Jack e Lara, i due gemelli figli di zio Charlie e zia Esme, che insieme a Colin e Edward (due figli di zio George e zia Margaret), stanno programmando di fare una partita a nascondino. Insomma, Edward e Colin sono grandi, mi stupisco che giochino ancora con gli altri due a nascondino... mah, che menti contorte che ho in famiglia.

Maria, la figlioletta ultimogenita di George e Margaret, sta comodamente in braccio a Scorpius, venuto da noi per le vacanze di natale, e si sta divertendo un mondo a vedergli fare tutte quelle facce buffe...

In mezzo a questa massa di capelli rossi con piccole chiazze di colori diversi, concentrarsi su un’unica persona mi pare impossibile. E io ho bisogno di concentrarmi su Scorpius.

Sono tremendamente indecisa. Devo dirgli quello che ho scoperto? Infondo la mia mamma parlava anche di lui nella lettera...

Mi prendo la testa fra le mani. Sono seduta sull’ultimo gradino delle scale che portano al primo piano, ad alcune camere da letto. Siamo così in tanti, questa sera, che stare nel salotto è diventata un’impresa pressoché impossibile. Ci sono alcuni comodamente seduti sulle poltrone, altri su sedie, altri perfino sui davanzali delle finestre o per terra sui tappeti. Ma siamo così tanti...

So che fra poco arriveranno i signori Malfoy. Devo parlarci prima, con Scorpius, se voglio dirgli quello che ho letto. Ma mi sembra così da stupidi dirglielo... potrei semplicemente tenermi tutto per me, come ha fatto mia madre. Ma davvero voglio? Davvero voglio...

«Ehi Rose. Coma mai qua tutta sola?». Spalanco gli occhi che avevo chiuso in precedenza. Eccola, quella voce...

«Non è niente. Pensavo» le parole mi escono da sole, a fatica capisco che sono io a pronunciarle. Alzo con lentezza strepitosa il viso e fisso il mio sguardo su quegli occhi di ghiaccio. Ha ancora in braccio Maria, che ora mi guarda come fossi la cosa più interessante del mondo. La fisso di rimando, dato che non voglio perdermi come sempre nelle pozze ghiacciate che sono gli occhi di Scorpius.

Gli occhi della bambina sono bellissimi, sono di un blu mare che mette in soggezione. Mi piace guardarli, perché a me mettono allegria.

Il mio viso, forse un po’ inconsciamente, si apre in un sorriso, mentre la bambina allunga i braccini per venire da me.

Non noto l’espressione di Scorpius, mentre velocemente me la cede, sono troppo concentrata sul faccino di Maria.

Una delle cose belle dei bambini è che sanno sempre metterti di buon umore. Maria ha un modo tutto suo per farlo.

La guardo, mentre i suoi capelli cambiano e dal castano chiaro diventano dorati come i miei occhi. Le sorrido e lei ricambia.

Scorpius, intanto, ci sta ancora guardando.

Dopo qualche attimo di silenzio -il silenzio si espande solo per qualche centimetro dopo di noi, dato che dietro c’è il pandemonio-, Scorpius si siede accanto a me.

«Tu hai qualcosa che non va» mi dice, fissandomi ancora con i suoi occhi chiari. Evito appositamente di incontrarli, troppo timorosa di quello che potrebbe leggervi.

«Non ho niente che non va. Sto a meraviglia» borbotto, fissando un punto sopra la spalla di Maria, che ora mi guarda un po’ imbronciata per lo scarso entusiasmo.

Ancora silenzio.

«Cos’è successo?» ora il suo tono è poco più di un bisbiglio. Cerca di catturare il mio sguardo, ma io di nuovo lo devio. Ho troppa paura dei suoi occhi.

«Niente» rispondo, brusca. Maria emette un verso a metà tra uno sbuffo e un gridolino, facendo passare i suoi capelli dall’oro al nero. Non ci do molto peso, fra un po’ vorrà ritornare fra le braccia di Scorpius e io gliela ridarò.

«Non fare la stupida Rose. Dimmi che hai» un ordine. Non sopporto gli ordini.

«Non ho niente!». Grosso errore Rose, lo hai appena guardato negli occhi.

Sì, un errore non da poco, dato che gli occhi di Scorpius Malfoy da sempre sono capaci di farmi perdere il filo del discorso -anche se lui non lo sa, ovviamente.

E, sicuramente, questa volta non ci sarà un eccezione.

«Dai Rose. Dimmi che hai, lo sai che a me puoi dire tutto» no, non devo, non devo cedere. Devo... devo...

«Ehm... io... ecco, be’ io...». Oh mi arrendo! E se anche glielo dico? Che succede di male?

Sto per aprire bocca, quando Lily spunta dietro a Scorpius.

«Ehi voi due! Che fate qui? Sono appena arrivati zia Gabrielle e zio Horace. Ci sono anche Isis e Julie! Dovete vedere com’è cresciuta Julie... venite?» sorride. È bellissima con l’abito azzurro che si è messa oggi. Ha un sorriso fantastico stampato in viso. È al settimo cielo perché siamo in tanti e a lei piace da matti stare in compagnia.

«Certo!» esclamo. È un’ottima scusa per non parlare con Scorpius. E fra un po’ arriveranno Draco e Astoria, quindi lui sarà troppo impegnato a stare con i suoi genitori per parlare con me. Maria, che ho ancora in braccio, mi sorride. Deve aver sentito la parola “Isis”. Lei adora incondizionatamente Isis, anche se ha solo un anno in meno di me, perché trova sempre il tempo di giocare con lei e le fa fare tutto quello che vuole.

Scorpius mi guarda male. Ha capito che vado con Lily solo per non parlargli. Non importa, l’importante ora è che sono fuori pericolo.

Raggiungo con Lily la porta d’ingresso, dove sono appena entrate quattro persone.

Zia Gabrielle non è propriamente mia zia, dato che è la sorella di mia zia Fleur, ma io la considero comunque tale. È bella come zia Fleur: ha lunghi capelli dorati e un viso gentile. Accanto a lei c’è zio Horace, suo marito. È alto, molto più alto di Gabrielle, ha i capelli scuri e gli occhi azzurro cielo. È molto simpatico, ma con le sue due figliole è un po’ severo.

Isis e Julie sono due gocce d’acqua. Isis è la più grande, ha i capelli come la madre e gli occhi celesti del padre. Ha sempre un sorriso stampato in viso ed è una ragazza molto voluta dai ragazzi. Qualche anno fa mi faceva invidia...

Julie è più piccola, ha solo tre anni. Ha ragione Lily a dire che è cambiata. I suoi capelli, prima di un biondo quasi bianco, stanno assumendo un colore più vivo e i suoi occhi, dello stesso colore scuro della madre, hanno la stessa forma rotonda di quelli del padre. È cresciuta molto dall’ultima volta che l’ho vista. Adesso i capelli sono più lunghi, riesce a camminare molto bene e sorride a tutti con la stessa espressione allegra della sorella.

Isis, appena vede Maria, lancia un urletto.

«Maria! Vieni qua piccolina!» esclama, strappandomi letteralmente di dosso la mia cuginetta. Non me ne dispiaccio, vedo Julie sorridere e le vado accanto.

«Ciao piccola» le sussurro mentre mi accovaccio accanto a lei per avere il suo viso all’altezza del mio. Julie emette un urletto acuto.

«Tao Rosie!» esclama, muovendo i piedini e abbracciandomi con i suoi braccini fini. È dolce, la mia piccola Julie.

«Che bello rivedorvi! Vedo che vi siote scià prese le piccole... come stoi Lily?» chiede Gabrielle stringendo Lily in un abbraccio caloroso.

«Sto benissimo Gab. Ma dimmi, tu come stai? È così bello vedervi di nuovo...» e così, parlando di ciò che è accaduto nell’anno che è passato dalla loro scorsa visita, zia Gab e Lily si dirigono verso il salotto affollato. Zio Horace, dopo un attimo di smarrimento, sorride a me e Julie e segue sua moglie verso il resto della famiglia. Solo in questo momento, mentre mi giro per vederlo scomparire dietro alla porta del salotto, mi accorgo che Scorpius non ha seguito me e mia cugina mentre venivamo ad accogliere i nuovi ospiti.

Ora, però, mi sto già dando della stupida. È ovvio che non viene con noi, lui è solo un ospite, non deve fare gli onori di casa!

«Rosie... Rosieee!» esclama Julie, tirandomi un braccio. La guardo, confusa. «Mi plendi in blaccio?». Dopo un attimo, le sorrido, quindi la prendo delicatamente fra le mie braccia.

«Che dici, andiamo dagli altri?» le chiedo. L’urletto che emette mi fa capire che approva. Così, mentre la mia mente torna alla lettera che sembra scottare nella mia tasca dei pantaloni, mi alzo in piedi e entro in salotto, dove alcune facce sorridenti ammiccano in direzione della piccola Julie.

Noto, appena il mio sguardo finisce di vagare per la stanza, che Scorpius non c’è.

Ecco, è sempre il solito associale.

Bacini e, spero, al prossimo capitolo!! ^_^

_ki_

   
 
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