«Quindi ci sono tre alfabeti.»
«No, sono solo due perché i Kanji non possono essere considerati come un alfabeto.»
Froy tamburella la penna contro il quaderno e arriccia le labbra: «Perché vi complicate la vita?»
«È quello che mi chiedevo anche io quando ho dovuto studiare le vostre declinazioni.» replica Hikaru, incrociando le braccia al petto mentre ridacchia.
«Sì, ma almeno noi abbiamo solo una trentina di lettere…» è l’osservazione piccata di Froy che inizia a disegnare ghirigori ai lati della pagina.
«Ma avete il corsivo: perché avere due modi diversi di scrivere la stessa lettera?»
«Il giapponese ha miliardi di caratteri però.»
«Non sono miliardi di caratteri.»
«Mi dispiace interrompere questa discussione di carattere linguistico…» inizia Shinjou, comparendo sulla soglia del salotto di casa Girikanan all’improvviso «…ma è arrivato ciò che avevate ordinato.» continua, avanzando fino al tavolo così da consegnare ai due ragazzi vari libri di grammatica giapponese «Buona lezione. Удачи_[1].» mormora poi congedandosi, mentre i due gli rivolgono un breve cenno di saluto.
Froy si allunga e, curioso, inizia a sfogliare un manuale, corrucciandosi alla vista di caratteri completamente incomprensibili, tutti diversi ma, paradossalmente, tutti tremendamente simili per lui.
Hikaru lo guarda dolcemente, poi sospira piano: «Ne abbiamo già parlato: nessuno ti costringe ad imparare il giapponese.»
Froy solleva lo sguardo da quelli che, ai suoi occhi, paiono solo scarabocchi privi di significato, poi nega con la testa: «Tu conosci la mia lingua, io imparerò la tua.»
Il nipponico gli si avvicina per poggiare la testa sulla spalla dell’altro e poi affonda il proprio volto nell’incavo del suo collo, respirando piano: «Non abbiamo più nessun problema di comunicazione, sai che riesco a capire perfettamente il russo ormai. Perché ostinarsi ad imparare una lingua che non ti serve?»
«Potrebbe servirmi in futuro.» replica l’albino, mentre continua a scarabocchiare ai margini del foglio, senza curarsi di nascondere un lieve sorriso nell’avvertire Hikaru trattenere il respiro per qualche secondo.
«Froy.»
La risposta dell’albino è una risata mal celata che si tramuta in gemito quando riceve una gomitata.
«…stiamo parlando di semplici ipotesi?» chiede il minore con voce appena tremante, mentre si solleva per guardarlo negli occhi.
«Io direi più “progetti di cambiamento”, ma non per l’immediato futuro.» mormora Froy, approfittando del momento di confusione dell’altro per sporgersi nella sua direzione così da rubargli un bacio a fior di labbra «Dicono che Tokyo sia una bella città e abbia delle ottime università, sai?»
 
 
 
_[1] l’equivalente del nostro “in bocca al lupo”
 

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Le mie conoscenze delle lingue sopracitate sono davvero minime (del tipo una manciata di parole – alcune davvero di dubbia utilità come “batterista” in russo – e qualche frase molto elementare), quindi mi sono affidata ad internet e a ciò che ho appreso negli ultimi anni grazie alle mie coinquiline. Se ci dovessero essere errori o imprecisioni, non esitate a farmelo sapere, per favore!
Grazie di essere giunti fin qui!
Marty