« Senti, Weasley, ho provato ad essere quanto più gentile possibile nei tuoi confronti, ma adesso veramente mi sorge il dubbio che tu abbia qualche deficit. Ficcatelo in testa: non mi piaci, i tuoi scherzi non mi fanno ridere, fai troppo casino in giro per la scuola e non ti confondo con tuo fratello soltanto perché tu mi fissi e lui ride di te! Tutto chiaro? E adesso levati di mezzo » [...]
George si avvicinò a lui, rimasto lì imbambolato, e gli poggiò pesantemente una mano sulla spalla. « Cavolo! », commentò intelligentemente. « Perfida, la bambolina. Mi dispiace, Fred, però ti avevo avvertito: non ti degna di uno sguardo »
Quell'ultima frase sembrò risvegliare il ragazzo dal voluto e meraviglioso stato di trance in cui si era lasciato sprofondare. Guardò il suo interlocutore con occhi assenti, poi si riempirono di gioia. « "Non mi degna di uno sguardo"? Ma se sono la persona più felice del pianeta! Hai sentito che mi ha detto? »
« Che le fai schifo? », suggerì lui, incolore.
Fu come se non avesse mai parlato. Fred circondò le spalle del gemello con un braccio, guardando per aria con espressione sognante. « Non mi confonde con te, George. Persino nostra madre lo fa in continuazione! »