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Autore: FragileGuerriera    13/10/2020    0 recensioni
Un missing moment su Takeshi Gojyo, giovane attore, grande amico di Sana e promettente stella del cinema, che scopre poco prima di morire di essere il padre della ragazzina e in quel momento ricorda come ha conosciuto Keiko Sakai, la madre biologica di Sana e quel passato che li ha uniti al punto da generare una figlia di cui lui era rimasto all'oscuro fino al tragico giorno della sua ultima ripresa televisiva.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Buonasera a tutti, stavolta sono tornata molto prima del previsto :-)

Auguro a tutti buona lettura, ringraziandovi per seguirmi nonostante l'incostanza con cui sto aggiornando la storia, ringraziando chi ha inserito questa fanfiction tra le seguite

Buona settimana a tutti.

5. Quarta diapositiva: “Ti stavo aspettando”.


Takeshi rifletté molto sull'accaduto. Perchè le aveva dato quel bacio e perchè si era lasciato convincere a darle anche tutti gli altri? Ripensò al suo volto e agli occhi tristi, la causa che lo spinsero a cedere. Tante domande gli affollavano la mente. Quelle prime due in testa. Seguite da una terza: perchè continuava a pensarla? Il fatto era che più la pensava più la sua giovinezza, spensieratezza, almeno in apparenza, la rendevano angelica ai suoi occhi. Nonostante desiderasse ancora con tutto sé stesso allontanarsi dalla ragazza e metterla al riparo da quel forte sentimento che sentiva per lei, il pensiero che non l'avesse richiamato da quel giorno lo assillava. Eppure doveva fare una scelta: o lasciarla perdere definitivamente o ignorare il senso di colpa e accogliere le parole che gli aveva detto davanti al fiume; stare con lei o stare con Yumi, come l'etichetta comune avrebbe voluto...

Alla fine la chiamò stupendosi del fatto che tutto quel tempo, eterno per lui, era consistito di sei giorni soltanto. -E' bastato come tempo per pensare o mi vuoi dire che ti servono altri giorni?- Takeshi, a quelle parole scoppiò in una risata liberatoria, la sua voce aveva messo fine ai suoi tormenti ed era sorprendente di come, pur tredicenne, sapesse quello che voleva. Keiko voleva lui ed era tanto sicura di sè, pur sapendo di non poter competere con le ragazze adulte quanto a sensualità, che si aspettava già la sua telefonata. E quello gli faceva battere il cuore di gioia solo per lei.


Alla fine sopraffatto da quel sentimento di affetto immenso e grande tenerezza lasciò Yumi dopo tre mesi che la sua mente di divideva tormentata fra lei e... Keiko. Ora poteva dirlo. La sua fidanzata non capì perchè di punto in bianco avesse deciso di lasciarla. Stavano insieme da quasi due anni e, a parte gli ultimi mesi in cui era diventato ombroso e sfuggente (soprattutto sul piano dell'intimità), le sembrava che stesse andando tutto bene. Lui non le spiegò molto, anche perchè nemmeno lui sapeva spiegarsi come poteva essere successo. Era successo e basta. Lui che non aveva mai creduto ai colpi di fulmine era semplicemente stato folgorato da Keiko dalla prima volta che la vide. -Sono abbastanza certo che i miei sentimenti per te non sono più gli stessi, mi dispiace.- fu il motivo e così si sciolse da Yumi che si allontanò da lui con gli occhi lucidi e l'imminenza di un pianto sul proprio volto.


Non si fidanzarono ufficialmente a causa della differenza d'età, ma si impegnarono seriamente. Takeshi la portava ovunque lei volesse, ma in pubblico non si baciavano e non avevano alcun contatto che li potesse tradire. A chi domandava qualcosa rispondevano sempre di essere cugini. Keiko gli donava sempre tanti pensieri e gli dedicava molte canzoni, mentre lui ogni volta che la portava fuori a pranzo le regalava un fiore diverso e si preparava sempre numerose e divertenti gag alle quali si aggiungevano quelle improvvisate all'ultimo momento, mostrandole così per la prima volta il suo lato comico. Avrebbe voluto farle regali più importanti, ma se glieli avesse fatti la famiglia di lei si sarebbe insospettita e loro avrebbero corso guai grossi. Doveva aspettare alcuni anni prima di potersi presentare come il ragazzo di Keiko, essere accettato e quindi poterle fare tutti i regali che fino ad allora non aveva potuto farle. Ridevano, ma parlavano anche sempre tanto. Keiko, sicuramente anche a causa della sua condizione famigliare, ragionava come una ragazza adulta e per questo si trovavano sempre molto in sintonia. In più occasioni si trovarono a confessarsi le impressioni che avevano avuto entrambi le prime volte che si videro e si parlarono. Fu così che Takeshi apprese che anche lui era piaciuto a Keiko da subito e in particolare cosa di lui l'avevano colpita fin dall'inizio.

Con il tempo quel grandissimo affetto e quella forte tenerezza che Takeshi sentiva per lei confluirono in un solo sentimento che non temeva più di ammettere. Era amore. Si sentiva un idiota, gli sembrava di non ricordare di essere stato pervaso da quel sentimento come in quell'occasione, ma poi si convinceva sempre che forse era solo l'euforia del momento a fargli sembrare tutto più amplificato delle altre volte. Anche quando stava con Yumi gli sembrava di non aver amato così tanto la prima ragazza, ma era solo un'illusione. Si era innamorato anche della sua prima fidanzata, ma aveva solo amato e vissuto in modo diverso le due ragazze. Molto probabilmente lo stesso valeva per Keiko. L'unica cosa di cui era certo era che era innamorato di lei e lei amava lui. Keiko glielo diceva molto spesso ricordandogli ogni volta che l'amore non aveva età e che erano destinati a stare insieme perchè era stato il caso a farli incontrare. Era così tenera e carina. Non una modella, ma molto carina. Dentro di se' sentiva che un'altra creatura come lei non poteva esistere su tutta la faccia della terra. Fragile e forte al tempo stesso; leggermente malinconica ed allegra al contempo; sicura di se', dolce e amorevole.


Al loro ottavo mese insieme lei lo invitò a casa sua per cena. -Mia mamma dormirà in ospedale perchè hanno operato sua sorella in seguito a . C'è mio fratello che ha diciotto anni, ma per quanto possiamo volerci bene, lui è grande e sta cercando di farsi una vita sua. Perciò spesso passa la notte a casa della fidanzata. Siccome siamo solo noi due, ha detto che resterà con me tutta la settimana, ma che il fine settimana vuole passarlo con lei.- Così Keiko spiegò al telefono l'assenza di sua madre in casa e anche quella temporanea del fratello che aveva programmi più stuzzicanti per quel fine settimana.

Takeshi accettò perciò di buon grado l'invito. Lei gli preparò del ramen per cui lui andava pazzo, del sushi e una torta. -Caspita, ti sei data da fare. Ma non dovevi! Io avrei mangiato anche solo un primo o un secondo.- le disse quando lei tirò fuori da un contenitore in plastica la torta.

-E' un piacere cucinare per te, amore- gli rispose lei con il suo bel sorriso candido.

-Cucciola...- continuò Takeshi, posandole una mano sulla sua, appena mangiato il primo boccone di torta – Era tutto buonissimo... ma la prossima volta preparami il caffè, questa torta era cattivissima- disse portando le mani alla pancia e fingendo di avere i crampi allo stomaco.

Keiko si pietrificò, prima che Takeshi scoppiasse a ridere. La guardò divertito, ma lei prese i piatti dal tavolo, li mise nel lavandino, poi ripetè l'operazione con tutto quello che c'era in tavola senza degnarlo di uno sguardo. L'aveva forse offesa? Ma la sua era solo una battuta innocente, doveva solo essere una delle innumerevoli gag che la facevano ridere tanto! Si dispiacque nel vedere che stavolta a seguire non fosse arrivata una risata, ma l'aria tesa tra loro. -Amore, stavo scherzando.- le disse perciò dopo essersi alzato dalla sedia e tentando di bloccarla.

-Lasciami mettere a posto.- gli rispose lei senza espressione.

-Amore, amore... era solo uno scherzo, per ridere.

-Sì, certo prima mangi a quattro ganasce e poi mi dici che la mia cucina fa schifo. Pensare che è da tempo che metto da parte buona parte delle mie paghette per comprare tutto questo che ho preparato tutto con tanto entusiasmo...- gli rispose pacata, ma con le lacrime agli occhi. Takeshi la prese per i polsi e le diede un bacio intensissimo. Quando si staccarono, lei si asciugò le lacrime con un fazzoletto che aveva in una tasca della gonna blu a pieghe e disse: -Scusami, scusami tanto, Takeshi, non volevo offenderti... E' che mia zia è stata operata per un tumore allo stomaco e visto che mia mamma ha solo quella sorella è molto preoccupata. Stasera avrebbero dovuto dimetterla dall'ospedale e invece è ancora là. Visto che hanno prolungato il suo ricovero per altri tre giorni anche mio zio, che era via per lavoro, ha cercato di liberarsi il prima possibile per raggiungerci. In più, come se non bastasse, mio fratello è stato molto più assente di quanto mi avesse detto perchè gli amici, a quanto pare, alla sua età vengono prima della sorella... Non è che non gli importi nulla di me o della zia, ma è il suo modo per non pensare ai problemi e forse per sentirsi più grande, non lo so. Il fatto è che gli zii sono gli unici parenti che abbiamo, io sono obbligata ad aspettare a casa le novità sulle sue condizioni, sono così preoccupata e lui, nonostante la situazione, continua ad andare in giro a bere con gli amici e a stare con la morosa. Io proprio non lo capisco!!- Concluse la frase alzando un po' la voce e scuotendo la testa. I suoi bei capelli lunghi che volteggiavano intorno al suo viso nel tentativo di seguire veloci i movimenti della sua testa. Mai Takeshi avrebbe rinunciato alla giovinezza di Keiko, così matura, forte e fragile allo stesso tempo e così infinitamente carina. L'abbracciò forte e la baciò, guidato da un impeto diverso dal solito. Non era l'euforia del momento a fargli credere di non aver amato nessuno come lei, se ne rese conto in quel preciso istante: non aveva mai capito cosa voleva dire perdere la testa per qualcuno, voler condividere tutto con quella persona e voler essere suo, per sempre. Quando si staccarono lei gli chiese titubante: -Takeshi...- abbassò il viso- Takeshi, facciamo l'amore...- Lui rimase sconcertato da una simile richiesta, prima di allontanarla con le braccia: -Ehi, ma dico... Ma sei seria??

-Sì, che lo sono.- senza capire pienamente il perchè di quel distacco improvviso.

Takeshi iniziò così a farfugliare: -Keiko, credimi, non è che non ti voglia è che... tu sei ancora piccola e... potrebbe farti particolarmente male... Senza contare che io non ho le precauzioni necessarie... e se lo scoprissero potrebbero mandarmi in prigione!

-Ma sono io che te l'ho chiesto!- protestò lei girando di scatto la testa in alto per guardarlo negli occhi.

-Non c'entra: nessuno è presente e come lo dimostriamo che sei stata tu a chiedermelo?

-Ma io sono consenziente e se proprio lo dovessero scoprire, lo dirò!

-Non servirebbe a nulla: direbbero che ti ho plagiata. Comunque, anche volendo, ripeto, non ho portato con me le precauzioni quindi è già finito il discorso.- cercò di usare l'unico impedimento che in quel momento gli venisse in mente.

-Per i preservativi puoi prenderne uno di quelli che mio fratello tiene nel cassetto. Uno in più o uno in meno, non se ne accorgerà, eheh.- ridacchiò lei, mentre lui non sapeva cosa dire. -Ti prego, Takeshi, è da un mese che ci penso...

-No, Keiko, no... - sussurrò debolmente lui.

-Io ti voglio davvero...- e così facendo, nel tentativo di liberare entrambi da qualsiasi indugio, lo baciò stringendosi a lui in modo tale da far aderire completamente i loro bacini, accendendo completamente il desiderio in lui. Si baciarono per qualche minuto finchè lui non si arrese alle richieste della sua ragazza e del suo corpo che stava già palesemente reagendo a quel contatto così intimo. “In fondo sembra essere più grande della sua età e sa quello che fa”, pensò sollevandola da terra. Lei gli cinse i fianchi con le gambe, lui spense la luce e baciandola la portò al piano di sopra. Nella penombra della sua camera rischiarata solo dalla luce della luna la adagiò sul letto prima di sdraiarsi sopra di lei. Si baciarono ancora a lungo prima che lei sfilasse la maglia di Takeshi dai pantaloni per intrufolare le mani dentro, dietro la schiena. Il contatto della pelle di lui sotto il suo tocco delle dita e dei suoi palmi le diedero i brividi. Vagò a lungo sulla schiena di lui, estasiata dalle nuove sensazioni e dai sospiri d'amore di entrambi. Poi scese sul torace, portò le mani all'altezza della cintura che provò a slacciare, ma lui la fermò appoggiando la mano sulla sua. Le domandò una conferma: -L'hai già fatto prima?- Era superfluo chiederglielo perchè lui sapeva già la risposta, ma voleva essere sicuro al cento per cento di conoscere bene la sua situazione. Keiko lo guardò con un sorriso dolce: -No...- Poi avvicinò la bocca al suo orecchio e proseguì sussurrando: -Ti stavo aspettando.

  
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