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Autore: Calowphie    14/10/2020    2 recensioni
Esattamente quattro anni prima, Seokjin, mentre camminava verso casa distrutto e arrabbiato per l’ennesima giornata lavorativa finita male, si sedette, stanco, sul muretto di una villa, ficcando le mani nelle tasche del suo grande giubbotto beige: la testa rivolta verso l’alto, faceva penzolare i suoi capelli, mentre stiracchiava le gambe allungandole il più possibile. Mentre la calma e il silenzio cercavano di rimettere in sesto i pensieri sconnessi del ragazzo, il pianto straziante di un bambino lo riportò alla realtà, facendo scattare la sua testa in avanti con gli occhi sbarrati.
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kim Seokjin/ Jin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mimolo giallo significa tensione, paura concreta
 












Le grandi e imponenti porte in legno del tribunale facevano sentire la piccola Maelyeog ancora più piccola di quanto già non fosse: le guardava ammaliata tirando verso l’alto il piccolo nasino a patata, cercando di comprenderne tutti gli intarsi che vi si trovavano sopra; la sua mano era ben stretta in quella di Jungkook che, di tanto in tanto, le lanciava dei dolci sorrisi ma aveva notato che, i suoi occhi così scuri e diversi dai suoi, esprimevano preoccupazione mentre lei si limitava sempre a ricambiare il dolce gesto continuando a guardarsi attorno.

Ancora non le era ben chiaro per quale motivo si trovavano tutti davanti quell’edificio così imponente dai colori smorti, Jin le aveva solamente detto che il giudice doveva capire se poteva continuare a vivere con il suo papà o se era costretta ad stare con Deana. Di primo istinto Mael non poté fare altro che piangere e sbattere i piedi sul pavimento del salotto spaventando Nuvola che, con un balzo, scappò sotto qualche sedia della cucina: in nessun modo voleva andare a vivere con quella donna che, fino a qualche tempo prima, non si ricordava nemmeno della sua esistenza. Solamente grazie alle parole di conforto di Seokjin e a quei suoi lunghi e amorevoli abbracci, riuscì a tranquillizzarla anche se il suo cuore era ancora in subbuglio.

“Mael, vieni un attimo” la chiamò Jin riportandola alla realtà appoggiando lo sguardo sul volto tirato del genitore che, per l’occasione, si era vestito elegante e aveva sistemato i capelli in modo che la fronte rimanesse scoperta: “Si papà?” disse lei balzandogli davanti al volto dato che si era inginocchiato poco prima: “Quando entreremo voglio che tu faccia la brava, stai pure insieme a zio Jungkook ma per nessuna ragione voglio vederti piangere ok?” spiegò l’uomo toccandole dolcemente la punta del naso facendola ridere appena notandola scuotere la testa in segno affermativo: “Brava la mia principessa” concluse prendendola in braccio lasciando che la gonna, del suo vestitino bianco a fiori rosa, cascasse sulle sue braccia muscolose coprendole appena: “S-scusate il ritardo” balbettò una donna alle loro spalle la quale fece girare tutti i presenti facendo illuminare il volto di Maelyeog: “Mamma!” esclamò la bambina alzando le mani al cielo entusiasta di vedere anche la sua maestra preferita: “Sei riuscita a venire anche tu?” chiese Jin sottovoce avvicinandosi a Rin in modo che Mael potesse salutarla come si deve: “ Si, non sarei potuta mancare, per Maelyeog…e per te” ammise facendo una piccola pausa dopo la sua ultima affermazione, notando solo, in un secondo momento, la punta delle orecchie di Jin diventare rossastra e lui distogliere lo sguardo sorpreso dalla figura elegante che aveva davanti: “Posso chiederti un favore?” chiese schiarendosi la gola mettendo una mano a pugno davanti la bocca: “Certo” rispose la mora prendendo in braccio la bambina che la chiamava a gran voce: “ Stalle vicino anche tu” sostenne con uno sguardo serio: “Puoi contarci” rispose sorridente toccando poi in modo dolce la guancia della bambina che voleva farle conoscere ognuno dei suoi zii.

Seokjin sospirò osservandole allontanarsi da lui e non riusciva a smettere di sorridere davanti a quella tenera scena: nonostante quello fosse un giorno decisamente cupo per chiunque fosse già presente, la risata di Maelyeog e il dolce sorriso di Rin riuscivano a renderlo più tranquillo e positivo su quello che sarebbe accaduto. Jin, non appena ebbe letto quella famosa lettera, si era ripromesso di non mentire più alla sua bambina qualsiasi cosa sarebbe accaduta, era piccola certo ma molto intelligente e anche se aveva dovuto spiegarle le cose in modo molto semplice, Maelyeog era consapevole che avrebbe potuto non rivedere più il suo papà tutti i giorni come aveva fatto fino ad ora: “Conosco quello sguardo” disse Namjoon affiancandosi all’amico con le braccia conserte mettendosi a fissare anche lui le stesse persone del maggiore: “Quale sguardo?” ribatté Seokjin senza smettere di sorridere, inconsapevole di quel suo riflesso: “ Ti piace la signorina Min, non è così?” sentenziò il minore guardando l’altro con la coda dell’occhio: “Cosa?!” esclamò forse un po’ troppo forte arrossendo guardandosi attorno sentendosi osservato, portando Namjoon più vicino l’entrata in modo che non potessero sentirlo:” Possiamo evitare questo discorso proprio ora? Non ho avuto molto tempo per pensare a queste cose ultimamente” sentenziò Jin nonostante l’amico non smetteva di ghignare soddisfatto da quella sua reazione: “ Ma posso dirti che non mi lascia indifferente… ecco” affermò coprendosi il viso con le mani per un attimo, alzando poi lo sguardo in modo da non incrociare quello soddisfatto di Namjoon che, con una semplice pacca sulla spalla, lo rassicurò facendogli intuire che avrebbe mantenuto il segreto: “Andiamo prima che possano sospettare qualcosa” si congedò Namjoon iniziando a camminare con le mani nelle tasche dei pantaloni seguito, qualche istante dopo essersi calmato, da Seokjin che aveva drasticamente diminuito il rossore sulle guance quando, in lontananza, vide avvicinarsi Deana che discuteva con quell’uomo così simile a lui.
 
 
 
“Signor Kim” Fu Jimin il primo ad accorgersi della sua presenza e si inchinò davanti al suo capo che, di tutta risposta, gli regalò un glaciale sguardo seguito da uno sbuffo quando vide anche Taehyung seguire i gesti dell’amico: “Vedo che hai portato proprio tutti” affermò l’uomo guardano il figlio che si era ormai avvicinato a loro, mentre vedeva Maelyeog nascondersi il più possibile in un forte abbraccio protettivo su Rin che, comprendendo immediatamente la situazione, si incamminò seguita da Jungkook che non voleva assistere a quella scena intrisa di tensione: “Quella chi è?” continuò l’uomo osservando il figlio dall’alto in basso mentre Deana non aveva ancora alzato il viso che puntava sulle sue scarpe col tacco nere: “Non ti interessa” sentenziò Jin stringendo i pugni lungo i fianchi sentendo la mano di Hoseok appoggiarsi alla sua spalla come a fargli capire che, tutti loro, erano con lui: “Sono tuo padre dovresti portami rispetto e rispondere alle domande che ti faccio” ringhiò mentre stringeva i denti evitando di alzare troppo il tono della voce in quel luogo pubblico: “Ti comporti come tale solo quando ti fa comodo, ma quando vuoi distruggere la mia famiglia non ti importa nulla non è così?” sentenziò Seokjin guardandolo dritto negli occhi per poi indicare la donna accanto a lui che si fece piccola attorno alla sua fidata borsa, la quale sembrava essere sempre il suo unico punto di riferimento.

L’uomo sbuffò alzando gli occhi al cielo per poi liberare una risata sarcastica mentre si sistemava la giacca blu scuro che aveva addosso: “Si vede proprio che quella bambina ti ha fatto perdere il senno Seokjin” borbottò infastidito davanti allo sguardo disgustato che il figlio gli stava regalando non riuscendo più a riconoscerlo, come se qualcuno gli avesse fatto il lavaggio del cervello quando, semplicemente, aveva compreso che c’era qualcosa di più importante dei soldi nella vita: “Non tutto deve girare attorno agli affari papà” commentò il ragazzo appellandolo in quel modo con una nota di fastidio: “Ma tu non lo hai mai capito, anche dopo avermi perso” concluse girandosi ed incamminandosi verso l’entrata del tribunale, seguito dai suoi amici che, poco più distanti di lui, osservavano la scena in silenzio e con le braccia conserte cercando di non far coinvolgere Yoongi in una rissa dalla quale avrebbe rischiato grosso.

“Non farti intimorire dalle parole di quel buono a nulla” commentò l’uomo rivolto a Deana dopo essersi schiarito alla gola, colpito dalle parole taglienti del figlio: “ Riavrai tua figlia e i soldi che ti ho promesso e mi dispiace, ma non si torna più indietro mia cara. Che tu abbia il senso di colpa o meno, hai accettato le mie regole e ora continuerai a giocare fino a quando non dichiarerò la partita vinta” concluse appoggiandole una mano sulla spalla e sussurrandole tutto quello all’orecchio in modo che solo lei potesse sentirlo: “Ora entriamo, l’avvocato ci sta aspettando all’entrata” ammise, incamminandosi da solo sicuro che quella donna, ancora tremante e dal volto basso, l’avrebbe seguito nell’edifico.
 
 
 
L’aula di tribunale era ampia e ben illuminata: in fondo alla stanza, appena sopra elevato, si trovava il banco del giudice che, con la sua toga nera, stava comodamente seduto sulla poltrona che si trovava appena dietro e leggeva dei vecchi fogli ben curati che riguardavano l’argomento principale di quella seduta; l’uomo alzò appena lo sguardo quando sentì la porta aprirsi sistemando meglio gli occhiali tondi sul naso notando Rin e Jungkook guardarsi attorno spaesati non capendo bene dove si sarebbero dovuti sedere: “ Tutte queste guardie mi metto un po’ di agitazione” sentenziò a bassa voce il minore toccando la guancia a Maelyeog che ancora aveva il volto appoggiato alla spalla della sua maestra preferita: “Accomodatevi pure qui davanti” affermò d’un tratto l’uomo dai capelli brizzolati, avvicinandosi alla ringhiera in legno che separava le panche degli spettatori con l’effettivo spazio dell’accusa e della difesa: “Grazie” disse soltanto Rin avendo ben capito chi fosse: “E questa piccola signorina chi è?” chiese lui allungando la mano verso la schiena della bambina una volta che furono abbastanza vicini: “Maelyeog, si chiama Maelyeog” rispose Jungkook per lei che si girò appena guardando l’uomo di sbieco ancora stretta a Rin.

Il giudice spalancò appena gli occhi ricordando quel nome, associandolo a quella neonata che, cinque anni prima, in braccio a quella signora dai capelli corti e leggermente ondulati che guardava il figlio con gli occhi lucidi, dormiva placidamente coperta da un piccolo lenzuolo chiaro: “Siete qua per il processo del suo affido?” domandò poi ritornando serio vedendoli annuire all’unisono: “Vedo che Seokjin ha mantenuto la sua promessa” concluse poi il giudice sorridendo alla bambina che lo salutò con la mano, lasciando un po’ spiazzati Rin e Jungkook che si scambiarono uno sguardo leggermente stralunato.

La porta della stanza si aprì di nuovo lasciando entrare Seokjin che, decisamente infuriato, cercava di calmarsi muovendo le labbra: “Che succede?” chiede Rin guardando il giovane che la sorpassò e andò a sedersi al suo posto proprio appena davanti a loro: “Ha discusso con suo padre” rispose Namjoon al posto dell’amico che, con le mani tra i capelli, cercava di calmarsi e di concentrarsi su quello che avrebbe dovuto fare: “Non fraintendere non vuole ignorarti, vedrai che tornerà da te prima che tu te ne renda conto” concluse accarezzando dolcemente la testa di Maelyeog che, di tutta risposta, strinse appena in tempo il dito della grande mano del ragazzo che poi si sedette accanto a Seokjin come suo avvocato.

Rin fece sedere Mael tra lei e Jungkook mentre Taehyung, nella panca dietro di loro, le stava sistemando, con una maniacale cura, i capelli in due piccoli codini. La giovane ragazza non riusciva a distogliere lo sguardo dalla figura di Seokjin che, così attenta ed immobile, sembrava statuaria: era preoccupata per lui, avrebbe voluto stargli vicino e dirgli che sarebbe andato tutto bene ma non era sicura che fosse stato così, spostò lo sguardo velocemente su Maelyeog che, con il suo solare sorriso e la sua innocenza, non faceva altro che farla sorridere a sua volta facendole sperare che non sarebbe andata via dalle loro vite.

Per l’ultima volta, la porta della stanza si palancò sbattendo, questa volta, contro il muro che si trovava accanto facendo spaventare tutti i presenti: “Le chiedo un po’ di attenzione signor Kim” affermò il giudice sistemandosi, in modo poco attento, gli occhiali che, a causa del leggero sobbalzo, erano scesi sulla punta del naso: “ Mi scusi signor giudice” affermò con un accenno di disprezzo l’uomo da tutti ignorato mentre camminava davanti la donna inglese che, con un veloce sguardo, osservò sua figlia che la guardava intimorita e, ancora di più, si sentiva uno schifo ad aver accettato tutta quella situazione decisamente sgradevole: “Bene, dato che l’accusa e la difesa sono entrambi qui, possiamo iniziare la seduta. Tratteremo la chiamata in giudizio e l’apparente mancata causa che ha determinato l'abbandono temporaneo del minore, indetta dalla signora Deana Williams. La signora dichiara di rivolere l’affidamento della sua bambina Maelyeog Kim stata affidata “sine die”* cinque anni prima al signor Kim Seokjin”

Le parole del giudice fecero aumentare il battito a Jin che, con un sonoro sospiro, stringeva le mani leggermente sudate tra loro mentre cercava l’appoggio e il sostegno di Namjoon che si trovava al suo fianco: “Andrà bene” sussurrò il minore dandogli una pacca sulla spalla mentre lui annuiva piano osservando di sbieco il sorrisetto beffardo e canzonatorio del padre che si trovava alla sua sinistra: “Lascio ora la parola all’accusa; per la signora Williams parlerà l’avvocato Lee”. Ci fu un attimo di silenzio, la sedia dell’uomo che si stava alzando scricchiolò mentre la spostava all’indietro: gli occhi di tutti i presenti erano fissi su di lui, pronti a sentire cosa aveva da dire in difesa di quella donna che aveva abbandonato sua figlia.

Ma nella mente del signor Kim non vi erano pensieri negativi verso il figlio, non vi erano maldicenze verso quella piccola bambina che lo guardava sempre con uno sguardo terrorizzato, non vi era in mente nulla se non il ricordo flebile di suo figlio. Più lo guardava muovere nervosamente la gamba sotto il tavolo in legno più ricordava il passato quando lo aveva accompagnato al suo primo appuntamento e sembrava nervoso allo stesso modo, quando lo aveva visto entrare nella sua stanza in piena notte con gli stessi occhi terrorizzati dopo un incubo, quando non riusciva a smettere di torturarsi le mani per l’agitazione davanti alla sua richiesta di diventare suo successore. L’uomo ricordava quel figlio che pensava di conoscere bene, ricordava le risate che avevano condiviso e le litigate fatte perché tornato a casa troppo tardi dal coprifuoco indetto da lui stesso, ripensava senza nemmeno ascoltare il discorso scritto di suo pugno che l’avvocato Lee, suo fidato amico, stava enunciando: tutto quello lo stava facendo, a detta sua, per il bene di Seokjin perché voleva vederlo nuovamente sereno e spensierato come un tempo, perché lo rivoleva al suo fianco per andare a pescare insieme in quel lago che era ormai diventato il loro lago, ma mai avrebbe immaginato di vederlo così distrutto ed affranto, mai avrebbe pensato di sentire uscire dalla sue labbra quelle parole così taglienti nei suoi confronti, mai avrebbe pensato che tutto quello che lui stava facendo lo distruggesse a tal punto da non meritarsi più nemmeno un suo sguardo: quello, ormai, non era più il Seokjin che lui ricordava o forse lui era sempre lo stesso, forse quello che lo aveva cambiato era stato proprio lui.












*Affido "sine die": spesso accade che non si realizzino le condizioni per cui il minore possa rientrare nella famiglia di origine, per cui un affido consensuale si trasformi in giudiziale, o che un provvedimento di affido giudiziale venga reiterato, rendendo di fatto l'affido un fatto non più temporaneo, ma duraturo nel tempo. 
  
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