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Autore: Fiore di Giada    15/10/2020    0 recensioni
[[Tosho Daimosu/General Daimos]]
Per alcuni istanti, lo spadaccino resta immobile, il corpo scosso da tremiti. Non vuole cedere al desiderio di piangere, eppure il suo corpo avverte tale brama disonorevole.
Anzi, gli sembra un bisogno quasi fisico.
La mano di Kazuya, leggera, indugia ora sui suoi capelli riccioluti, ora sulla sua schiena, in una gentile carezza.
Kyoshiro chiude gli occhi e si abbandona al tocco del compagno. Non sa perché, ma una sensazione di rilassamento pervade il suo corpo.
Il desiderio di pianto si dissolve, tra quelle braccia.
Gli fa bene quel contatto così stretto con una persona amica.
Non avverte la solitudine di una forza artefatta.
A sua volta, stringe le braccia attorno alle spalle di Kazuya e chiude gli occhi, finalmente rasserenato. Gli fa bene condividere il suo dolore con qualcuno.
Gli uomini e le donne, per sopravvivere, non devono isolarsi, perché sono giocattoli nelle mani di una natura crudele.
Sorride. Certo, Giacomo Leopardi non ha usato questi termini, ma l’idea è quella.
E lui, in quel momento, non può non concordare.
L’abbraccio di Kazuya, così sincero, gli ha dato la possibilità di non sprofondare nella disperazione insensata.
– Grazie, amico mio.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lo sguardo di Kyoshiro si posa sulla lapide, avvolta in una nuvola di incenso dall’aroma penetrante.
Le lacrime tremano nei suoi occhi e appannano il vetro dei suoi occhiali.
Non riesco a crederci… – mormora. Suo nonno, da lui ritenuto responsabile della sofferenza sua e dei suoi genitori, è morto.
Si è spento tra le sue braccia, consumato da gravi problemi di cuore, e gli ha chiesto perdono per il suo errore.
Nei suoi occhi, ancora lucidi di consapevolezza malgrado la sofferenza, ha veduto il rimorso.
Il suo perdono non è riuscito a placare il senso di colpa di quell’anziano, che, in nome di un distorto senso dell’onore, ha condannato sua figlia e il suo amato ad una vita di stenti e miseria.
Ha tentato di placare la sua pena insegnando a lui, suo nipote, le arti marziali, ma questo non è bastato.
Ho sacrificato ciò che avevo di più caro sull’altare di un onore vuoto. Non sono degno del tuo perdono, Kyoshiro., Queste parole, cariche di amarezza, martellano la sua mente.
Certo, lui è riuscito ad allontanare l’odio dal suo cuore, ma il suo perdono non ha liberato il cuore di Hytosai Hyosuki.
Ho sbagliato a odiarti per tanto tempo? – si domanda il giovane, il cuore stretto in una morsa di angoscia. Per tanti, troppi anni ha odiato il padre di sua madre e lo ha ritenuto colpevole delle sciagure dei suoi genitori e della sua infanzia solitaria, oppressa dal peso della povertà.
Solo la sua abilità nelle arti marziali ha creato tra di loro una connessione.
Eppure, lui non è riuscito mai ad andare oltre un rispetto formale, privo di qualsiasi calore.
E tale rapporto freddo era accentuato dall’arroganza del suo anziano parente, che, apparentemente, non ha mostrato alcun pentimento.
L’amore e l’odio non sono ciechi, bensì accecati dal fuoco che covano dentro. – mormora. Non sa perché, ma in quel momento, gli ritorna alla mente questa frase di Voltaire.
Il filosofo francese, in quelle parole, ha sintetizzato la sua situazione.
L’odio lo ha accecato e non gli ha permesso di comprendere la realtà.
Suo nonno, con quell’addestramento, ha cercato di renderlo un forte guerriero, capace di lottare per la difesa del suo pianeta.
Ha voluto dargli i mezzi per difendere se stesso e le altre persone.
Così, ha sperato di espiare la sua pur grave colpa verso sua madre.
Deboli singhiozzi scuotono il petto dello spadaccino. Con la morte di suo nonno materno, la sua famiglia è scomparsa.
I suoi nonni paterni sono morti, poco tempo dopo la sua nascita.
Con la morte di quell’anziano burbero, si è sentito solo, privo di una famiglia.
Invidio anche te, Kazuya… – mormora, amareggiato. Anche lui aveva conosciuto la sofferenza, ma aveva avuto la possibilità di conoscere l’amore di una famiglia, libero da qualsiasi preoccupazione.
Aveva goduto delle gioie dell’infanzia.
Le lacrime sgorgano dai suoi occhi e la sua figura si piega su se stessa. La filosofia, da lui tanto amata, non gli da’ alcuna consolazione.
Quelle parole, in quel momento, gli paiono vuote e prive di significato.
Devo mostrarmi forte… Devo farlo… – si ripete. Tante volte ha criticato Kazuya per il suo morboso attaccamento ad Erika.
Non può essere debole.
Ma il suo cuore, in quel momento, è percorso dalle crepe della sofferenza.
Il senso di vuoto e di alienazione dilania la sua anima, con una furia ben peggiore di quella della sua katana.
Tutto, in quegli istanti, gli appare privo di senso.
E, con un urlo, si abbandona all’onda possente del dolore.

Dei passi giungono alle sue orecchie e una mano si appoggia sulla sua spalla destra.
Sentendo quel tocco, Kyoshiro si risveglia dai suoi pensieri, salta in piedi e si gira.
Vede i caldi occhi castani di Kazuya, ardenti di preoccupazione, fissi nei suoi.
Che cosa fai qui? – domanda. Quando non è con Erika, Kazuya trascorre il suo tempo in palestra.
Perché lo ha seguito in quel cimitero?
Non capisce il senso della sua presenza.
Vedendo lo stupore negli occhi dell’amico, il giovane pilota accenna ad un debole sorriso e poggia le mani sulle sue spalle.
Tante volte tu mi hai aiutato, anche se io non sempre l’ho capito. Devo pur ricambiare, amico mio. – risponde, la voce gentile. Con la morte di suo nonno, lo sguardo di Kyoshiro ha perduto la sua solita luce ironica e intelligente, eppure lui ha sempre cercato di non fare trasparire le sue emozioni.
Non vuole mostrare a nessuno le sue lacrime.
Soffre molto, eppure non vuole che qualcuno si preoccupi per lui.
Eppure, lui ha ben notato la sua amarezza, a stento celata dalla sua maschera di ironia.
Non può lasciarlo abbandonarlo all’onda dei ricordi e della disperazione.
Sarebbe un atto vile., pensa. Kyoshiro, spesso, ha mostrato diffidenza verso Erika e gli abitanti di Baham e non ha avuto remore a litigare con lui.
Dietro questi atti, tuttavia, non vi è mai stato razzismo fine a se stesso, ma cautela.
La sua vita dura gli ha insegnato a non fidarsi ciecamente, ma a ponderare qualsiasi atto.
E lui, stupido, non ha mai compreso le sue ragioni.
Ero uno sciocco. Il suo amore per Erika, assai ardente, ha annullato la sua capacità critica e lo ha portato ad aspri litigi con persone a lui care.
E tra questi c’era Kyoshiro.
Lui, annebbiato dall’amore, ha mostrato scarsa comprensione delle reazioni altrui.
Ha visto in lui cattiveria, non un pur distorto senso di protezione, e, per questo, desidera rimediare al suo orribile errore.
Le sue braccia, d’istinto, si stringono attorno al corpo di Kyoshiro.

Per alcuni istanti, lo spadaccino resta immobile, il corpo scosso da tremiti. Non vuole cedere al desiderio di piangere, eppure il suo corpo avverte tale brama disonorevole.
Anzi, gli sembra un bisogno quasi fisico.
La mano di Kazuya, leggera, indugia ora sui suoi capelli riccioluti, ora sulla sua schiena, in una gentile carezza.
Kyoshiro chiude gli occhi e si abbandona al tocco del compagno. Non sa perché, ma una sensazione di rilassamento pervade il suo corpo.
Il desiderio di pianto si dissolve, tra quelle braccia.
Gli fa bene quel contatto così stretto con una persona amica.
Non avverte la solitudine di una forza artefatta.
A sua volta, stringe le braccia attorno alle spalle di Kazuya e chiude gli occhi, finalmente rasserenato. Gli fa bene condividere il suo dolore con qualcuno.
Gli uomini e le donne, per sopravvivere, non devono isolarsi, perché sono giocattoli nelle mani di una natura crudele.
Sorride. Certo, Giacomo Leopardi non ha usato questi termini, ma l’idea è quella.
E lui, in quel momento, non può non concordare.
L’abbraccio di Kazuya, così sincero, gli ha dato la possibilità di non sprofondare nella disperazione insensata.
Grazie, amico mio. –

P.S.: Intissar ha scritto anche su General Daimos.
Sinceramente, penso sia una serie con grossi errori e vuoti di trama. I miei due preferiti sono Rikiter e Kyoshiro.
Kazuya è un completo idiota (conosci Erika da poco e già ne sei innamorato? Ma cosa? Manco sai chi è!) ed Erika è di una pesantezza abissale (poi le hanno dato la lagnosissima voce di Daniela Caroli! Argh! Sto cominciando a non sopportarla!). Un po’ meglio Laiza, ma ha il senso critico di un bufalo ubriaco.
Ma Kazuya è così idiota che se la prende con Kyoshiro, perché osa esprimere diffidenza verso Erika? Ma ha ragione! Per quanto ne sanno loro, può essere chiunque.
Ma pure Kyoshiro ha un grosso WTF… Cioé, perché ad un tratto, a caso, perdona suo nonno, che lo ha fatto vivere male? Spiegato male anche qui.
Ho cercato di tappare un buco di trama, ma non so come mi è uscito.
See you later.
   
 
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