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Autore: _sesshomary    15/10/2020    1 recensioni
A distanza di un anno dalla fine della storia di Inuyasha succede qualcosa di nuovo e inaspettato. In attesa del nuovo anime che sarà il seguito di Inuyasha, io voglio dare la mia visione di come è andata avanti la storia.
Spero vi piaccia, buona lettura.
Tratto dal nono capito: “Mi è piaciuto questo bacio, perché ti sei allontanato?” gli chiesi, desideravo ancora baciarlo. Era stata la prima volta per me e mi sentivo soggiogata da quella splendida sensazione di benessere che mi aveva dato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Passò una settimana da quel giorno e Jaken tornò nuovamente a farci visita.
“Ma come mai il signor Sesshomaru è tornato così presto?” domandò Rin, rivolgendosi al piccolo demone che scosse le spalle. Evidentemente non conosceva le intenzioni del suo padrone.
“So solo che vuole rivedervi entrambe. Me lo ha ordinato espressamente”.
“Come mai vuole vedere anche me?” risposi io turbata. Non aveva nessun senso che volesse vedermi ancora e poi il solo pensiero che potesse portare via con sé Rin mi faceva rabbrividire.
“Non so, me lo ha semplicemente ordinato. Il padron Sesshomaru non è di molte parole” mi rispose lui con uno sguardo vuoto. Nonostante il fiume di pensieri che mi affollava la testa, dal mio cuore proveniva un’unica sensazione: quella di voler rivedere quegli occhi magici e penetranti.
Ci avviammo verso il solito posto insieme a Jaken e trovammo Sesshomaru in piedi, con il suo solito sguardo glaciale che fece aumentare a dismisura i battiti del mio cuore. Sembrava volesse esplodermi nel petto. Mi ricordai delle parole di Kogome sul fatto che Inuyasha avesse un udito più sviluppato rispetto a noi esseri umani, e sperai con tutta me stessa che Sesshomaru non riuscisse a sentire il battito accelerato del mio cuore.
“Signor Sesshomaru” esclamò Rin correndo verso di lui che, come gli avevo già visto fare, le accarezzò delicatamente il capo.
“Salve signor Sesshomaru” dissi io con una voce ferma. Non doveva trasparire nulla di quello che mi passava per la testa e di quello che provava il mio cuore.
“Puoi chiamarmi Sesshomaru” mi rispose lui guardandomi negli occhi e ne rimasi nuovamente rapita. Quello sguardo era in grado di eliminare qualsiasi mio pensiero, cosa che mi rendeva vulnerabile nei suoi confronti.
“Signor Sesshomaru”. esclamò Rin. “Come mai siete tornato così presto?”.
“Passavo di qui e ho voluto portarvi questi” disse lui tirando fuori due pacchettini identici.
“Uno è per te, e l’altro è per Hideko” aggiunse, prima volgendo lo sguardo verso la piccola e poi, porgendomi uno dei pacchetti, ritornando a fissare me. Mi avvicinai lentamente e nel prendere il pacchetto gli sfiorai velocemente la mano, a quel contatto ritrassi subito la mia e abbassai lo sguardo.
“Hideko, cosa mai ci sarà?” mi chiese Rin avvicinandosi a me e aprendo il suo pacchetto. Dal suo tirò fuori una piccola collana fatta di pietre blu luminose e sferiche. Era bellissima. Aprii anche il mio e ci trovai la stessa identica collana. Senza esitare rivolsi lo sguardo verso Sesshomaru che mi ancora fissava senza pronunciare parola.
“Ma sono uguali, che bello Hideko” esclamò Rin saltellando.
“Ho notato il vostro legame, anche se vi conoscete da poco” disse lui, senza distogliere lo sguardo dal mio.
“Oh sì, signor Sesshomaru, siamo molto legate” esclamò la piccola con entusiasmo e trasporto.
Indossammo entrambe le collane e mi girai a guardare la piccola Rin. Era così entusiasta per quel regalo e la collana le stava davvero bene, risaltava sulla sua pelle candida.
“La ringrazio, è davvero un bel pensiero” dissi cortesemente, rivolgendomi verso Sesshomaru. Lui non rispose e senza dire altro si voltò e se ne andò via.
“Aspettatemi padron Sesshomaru” gracchiò Jaken correndo dietro al suo padrone. I due si allontanarono in fretta ed io e Rin ritornammo alla capanna.
“Hideko, sono felice che il signor Sesshomaru ci abbia fatto un regalo uguale” si rivolse verso di me con un sorriso incoraggiante.
“Già, è stato un bel gesto” le risposi io sorridendole.
“Io non ricordo più i miei genitori, sono morti non molto tempo fa, quando il signor Sesshomaru mi ha salvato la vita, ma è da quando sei arrivata qui che sento di avere due figure che mi ricordano i miei genitori” esclamò Rin raggiante.
“Rin credi davvero che io e Sesshomaru siamo adatti a rappresentare, in qualche modo, i tuoi genitori?” risposi io, rossa in volto per l’imbarazzo. Io e Sesshomaru?
“E’ la verità” disse guardandomi con i suoi occhioni dolci.
Ripensai alle parole di Rin e in un certo senso sentivo una sensazione di pace nel sapere che lei vedeva me e quel bellissimo demone come suoi genitori. Ma non credevo minimamente che un demone, che aveva sempre apprezzato poco gli umani, si sarebbe mai interessato a me.
Ci dirigemmo entrambe verso la nostra stanza e ci mettemmo a letto. In pochi minuti entrambe ci abbandonammo ad un sonno profondo.
Il giorno dopo mi svegliai molto tranquilla e rilassata, decisi di lasciar dormire la piccola ancora un po’ e mi alzai lentamente per evitare di svegliarla. La serenità e la spensieratezza mi fecero compagnia nell’inizio di giornata così andai fuori dalla capanna per godermi un po’ il sole mattutino. Appena mi sedetti davanti la porta della capanna, la mia testa si riempì di pensieri ritornando alla sera precedente e alle parole che mi aveva detto Rin. La sua sicurezza mi rendeva felice, la vita non era mai stata troppo buona con me, ma fortunatamente ora mi aveva fatto un enorme dono: uno splendido tesoro di nome Rin.
“Hideko, Hideko”.
Mi girai verso la voce e vidi avvicinarsi un uomo dai capelli corti e neri. Le spalle larghe e possenti attirarono subito la mia attenzione. Quando fu abbastanza vicino mi resi conto che lo conoscevo, era un uomo che proveniva dal mio vecchio villaggio, quello nel quale non ero più tornata dopo l’aggressione.
“Ciao Honzo, cosa ci fai qui?” gli chiesi mentre la sua figura si faceva sempre più nitida davanti ai miei occhi.
“Ti stavo cercando, è da tanto che non possiamo più godere della tua presenza al villaggio e in molti ci siamo prodigati nel cercarti. Ormai ero arrivato a credere che qualche demone ti avesse uccisa” mi disse lui guardandomi negli occhi.
“Mi dispiace molto avervi fatto preoccupare, ma in seguito ad un’aggressione, ho deciso di restare a vivere qui” risposi io, lui rimase per qualche secondo in silenzio e in questo tempo mi squadrò dalla testa ai piedi e io mi immobilizzai sotto il suo sguardo che mi rese altamente irritabile. I miei pensieri tornarono indietro a quella notte, lasciando che la paura e il terrore tornassero ad avvolgermi. Tutto quello che avevo intorno era scomparso, era come se fossi tornata indietro nel tempo, ma questa volta c’era una sola figura davanti a me, che si avvicinava velocemente, una leggera luce che arrivava dalla luna, che la notte dell’aggressione non c’era, gli illuminò il volto, non ebbi però il tempo di distinguere chi fosse. Immediatamente mi risvegliai da quello strano sogno, tornando alla realtà e iniziai ad arretrare spaventata da lui.
“Se sei qui per portarmi via stai solo perdendo tempo, io non tornerò mai in quel villaggio” aggiunsi cercando di interrompere quel momento imbarazzante e lui incrociò i suoi occhi nuovamente con i miei.
“Hideko, perché non vuoi tornare da noi?” mi disse gentile, cercando di convincermi.
“Perché qui ho trovato delle persona veramente gentili, mi hanno aiutato molto. Mi trovo veramente bene qui”.
“E al nostro villaggio non era così? Non ti trattavamo bene anche noi? Nonostante i tuoi continui rifiuti a tutti coloro che volevano chiederti in sposa? Abbiamo sempre fatto di tutto per te e credi di trovarti meglio in questo villaggio?” sbottò lui avvicinandosi sempre di più a me. Io non volevo sposarmi perché non avevo ancora trovato la persona giusta, era così difficile da capire? Perché questo mio comportamento li turbava tanto?
“Sì, mi avete trattato sempre molto bene e me lo stai dimostrando anche ora, ma alcuni uomini del villaggio mi hanno aggredito; quindi, non vorrei dover subire le stesse torture un’altra volta, perciò preferisco rimanere qui”. Il volto dell’uomo alle mie parole mutò espressione, non sembrava più arrabbiato, ma sembrava aver assunto un’espressione indecifrabile.
“Mi dispiace per quello che ti è successo. Però credo che tu possa fidarti ancora di noi. Io ti… ti proteggerei sicuramente” disse abbassando lo sguardo verso i suoi piedi e muovendo le mani in modo frenetico e sconnesso. Sembrava intimorito, ma non avevo nessuna idea del motivoForse aveva paura per quello che mi sarebbe potuto succedere?
Io comunque non avevo nessuna intenzione di ritornare indietro, mi trovavo bene qui con Kagome, Inuyasha, Sango, Miroku, i loro bambini e soprattutto con la piccola Rin.
“Mi dispiace, ma ormai voglio stare qui. Salutami tutti quanti al villaggio, rimangono comunque delle persone a cui voglio bene e dì loro di non preoccuparsi per me”.
Appena terminai la frase calò il silenzio. Poco dopo lui fece qualche altro passo verso di me per prendermi le mani e stringerle delicatamente tra le sue. Alzò nuovamente lo sguardo e questa volta la sua espressione era estremamente determinata.
La vicinanza dei nostri visi mi fece riflettere sul fatto che non avevo mai visto i suoi occhi così da vicino, quel verde che li caratterizzava mi infondeva sicurezza.
“Tu sei fermamente decisa a restare qui, ma io non voglio rinunciare a te. Credo che verrò a trovarti spesso, almeno per sapere che sei al sicuro. Tanto i due villaggi non sono molto distanti l’uno dall’altro” mi disse lui senza staccare lo sguardo dal mio.
“Va bene, grazie” gli risposi io. Non potevo assecondarlo sul fatto che sarei tornata con lui, ma non potevo impedirgli di venire a controllare se stavo bene.
“Buongiorno”.
Mi girai verso la capanna e vidi Rin sulla porta.
“Buongiorno piccola, dormito bene?”
“Sì, sì ho dormito benissimo” mi rispose, poi rivolse lo sguardo verso l’uomo che era con me.
“Lui è Honzo, viene dal villaggio in cui vivevo prima” le dissi prima di darle il tempo di pormi la domanda. Intanto lui aveva spostato il suo sguardo sulla piccola.
“Piacere signore, io sono Rin” aggiunse lei sorridente.
“Piacere mio” rispose gentile, poi rivolgendosi nuovamente a me “Io ora devo andare, tornerò a trovarti tra qualche giorno, va bene?” mi disse con voce tranquilla. Io annuii dirigendomi verso Rin e lui si allontanò da noi.
“Come faceva a sapere che eri qui?” mi disse Rin un po’ preoccupata. Le avevo detto cosa mi era successo, ovviamente senza entrare troppo nel dettaglio, e probabilmente si era preoccupata per me vedendo quell’uomo.
“Mi stava cercando da quando sono scomparsa dal villaggio e stamattina mi ha trovata. È un uomo buono e con me è sempre stato molto gentile, possiamo fidarci di lui” cercai di tranquillizzarla e il suo viso si rilassò immediatamente. Mi prese la mano e mi portò dentro la capanna.
Presi a riassettare la stanza da letto e dopo qualche minuto lei mi si avvicinò.
“Posso andare a giocare con gli altri bambini qui fuori?” mi sussurrò. Mi guardava con quegli occhi dolci a cui io non riuscii a resistere.
“Sì, va pure. Non fare tardi per il pranzo, però” lei mi sorrise e corse fuori dalla capanna.


Perdonate il ritardo nella pubblicazione, ho avuto molto da fare.
Fatemi sapere se questo nuovo capito vi piace, a presto!
   
 
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