Satoshi posò il
pennello e si girò lentamente a guardare Kazunari in viso.
Rimasero in silenzio
per un po’, poi Kazunari si alzò dal tatami, su
cui si era lasciato cadere
quand’era entrato, e si avvicinò, prendendo le
mani a Satoshi e stringendole
leggermente, accarezzando distrattamente una macchia di colore ormai
secca.
« Sai che non
avevamo scelta…» iniziò a dire Satoshi.
Kazunari si limitò ad annuire
velocemente, distogliendo poi lo sguardo, girando il viso, ma Satoshi
vide lo
stesso il velo di lacrime formatosi nei suoi occhi.
« È strano… ti sei
sposato, prenderemo una pausa alla fine dell’anno prossimo e
mi sembra che sia
tutto per colpa mia…»
« Non è colpa tua,
Toshi.>> sospirò Kazunari, tornando a
guardarlo, con un piccolo sorriso.
« La
ami?>> chiese allora Satoshi. Non
era riuscito a chiederglielo prima del matrimonio, né
durante gli anni in cui
li aveva visti insieme, non capiva perché sentisse la
necessità di
chiederglielo ora… Kazunari si morse le labbra, poi
scrollò le spalle
« Sì, ma non come
te. Lo sai.>> replicò, facendo una piccola
smorfia e lasciando andare le
mani di Satoshi, allontanandosi di un passo. Prese le sigarette dalla
tasca dei
pantaloni e tentò di accendersene una, ma gli tremavano le
mani. Satoshi si
alzò e gli tolse l’accendino dalle mani,
sfilandogli poi la sigaretta di bocca
« Mi dici che non
è colpa mia, ma mi stai trattando come se lo
fosse…»
« Finché stavo con
lei non hai mai fatto una piega, e adesso mi chiedi se la
amo?>> replicò
Kazunari, in tono improvvisamente tagliente. Satoshi sospirò
« Stavi con lei,
non mi è nemmeno mai venuto il dubbio. E poi, siamo tutti
felici per te, lo
sai. Non pensavo che il nostro passato ti pesasse…»
Kazunari alzò un
sopracciglio. Si riprese in malo modo l’accendino e la
sigaretta, che
finalmente riuscì ad accendere. Prese un paio di boccate,
guardando fuori dalla
finestra, poi appoggiò la fronte contro il vetro, chiudendo
gli occhi
« È davvero
“passato”?>>
chiese a mezza voce. Satoshi gli si avvicinò e gli
posò una mano sulla nuca,
accarezzandogli leggermente i capelli
« Dovrebbe
esserlo.>>
« Però ti amo
ancora…»
la voce di Kazunari tremò su quella frase. Satoshi lo
guardò aprire gli occhi e
sentì il cuore andargli in pezzi vedendo
l’espressione ferita e fragile dell’altro.
« Cos’avrei dovuto
fare?>> chiese allora « Infiltrarmi al
matrimonio e fermarvi? Dopo cinque
anni sarebbe stato abbastanza fuori luogo, non ti pare?>>
Kazunari
ridacchiò, allontanandosi dalla finestra e da lui
« Già. Sarebbe
stato tremendamente romantico, però.>>
sospirò. Individuò un posacenere e
vi spense la sigaretta fumata a metà. Poi si girò
e, in un impeto che non gli
apparteneva nemmeno quand’erano molto più giovani,
abbracciò stretto Satoshi,
stringendoglisi contro quasi spasmodicamente, nascondendo il viso tra
le
braccia strette attorno alle sue spalle. Satoshi ricambiò
l’abbraccio,
stringendo il maglione di Kazunari tra le dita, forte, fino quasi a
strapparlo,
inspirando il suo odore come se ne dipendesse la propria vita. Avevano
entrambi
il viso rigato di lacrime, quando si staccarono. Si salutarono solo con
un
cenno del capo, poi Kazunari si asciugò gli occhi e
uscì dall’appartamento,
lasciando la sua copia delle chiavi sul tavolo. Satoshi non lo
accompagnò all’entrata,
rimanendo in piedi in mezzo alla stanza, guardando le due chiavi posate
sul
tavolo, sentendosi come se avesse ingoiato qualcosa di estremamente
freddo. Da
domani, sarebbero stati di nuovo solo colleghi e amici. Quello era un
addio al
loro amore, che per anni avevano continuato a vivere nonostante tutto e
tutti,
seppure sempre nascosto. Sospirò e si asciugò gli
occhi a sua volta, poi tornò
a sedersi davanti al cavalletto, trasformando i sentimenti in ricordi
ad ogni pennellata.