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Autore: pampa98    18/10/2020    1 recensioni
[Questa raccolta partecipa al Writober di Fanwriter.it]
Una storia al giorno con protagonista Jaime Lannister, ambientate nell'universo canonico o in AU.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Cersei Lannister, Jaime Lannister, Tyrion Lannister
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incest
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Prompt: Fotografia
Numero di parole: 1207
Note: Modern!AU

 
IL REGALO




Jaime voleva bene a suo fratello, davvero, ma in certi momenti avrebbe desiderato odiarlo. O, più semplicemente, essere più bravo a rifiutare le sue richieste.
Tyrion gli aveva chiesto di occuparsi di una sua vecchia cliente che aveva avuto recentemente problemi con la legge e che aveva bisogno di un avvocato. Solo dopo aver accettato il lavoro, aveva scoperto che avrebbe dovuto raggiungere la sua cliente in Scozia e il processo, nel migliore dei casi, sarebbe durato due mesi.
«La prossima volta che Tyrion mi propone qualcosa, ricordami di rifiutare a prescindere» borbottò, mentre piegava velocemente i suoi vestiti per stiparli nella valigia.
«Non è così terribile, dai» disse Brienne, piegando in maniera più umana gli abiti di Jaime. «Tra due settimane i bambini finiscono la scuola e verremo a trovarti. E poi c’è Internet, possiamo vederci tutte le volte che vogliamo.»
«Sì, in un computer.»
«Una volta non c’era niente di tutto ciò e la gente sopravviveva comunque.»
«Sembri quasi contenta che me ne vada» commentò lui.
«Non sono contenta, ma non la vedo nemmeno come una tragedia» spiegò. Girò intorno al letto, prendendogli il volto tra le mani. «Vai via per un po’ di tempo per fare il tuo lavoro e non c’è niente di male in questo. E poi, tornerai in tempo perché i bambini siano ancora al campo estivo e io mi premurerò di prendermi delle ferie per quei giorni, così potremo recuperare il tempo perso.»
Jaime sorrise, baciandola.
«Se la metti così, mi godrò meglio il viaggio sapendo che a casa mi aspetterà una bella ricompensa.»
Brienne annuì, sorridendo.
«Ti mancherò comunque un po’?» le chiese, facendo gli occhi da cucciolo.
«Non so. Se avessi bisogno di scaldarmi il letto c’è sempre Tormund, quindi…»
Jaime la zittì con un bacio, tirandola sul letto riuscendo a cogliere l’unico punto libero dalle valigie.
«Quindi prima di partire dovrò assicurarmi che, per quanto ti potrei mancare, tu ricordi che nessuno ti fa godere quanto me e che l’attesa sarà ben ricompensata.»
Brienne rise, provando a informarlo che erano stesi sulle camicie stirate, ma lui la ignorò, baciandola lungo il collo e iniziando a sbottonarle il maglioncino di cotone.
«Papà!»
Con uno sbuffo, entrambi si misero seduti.
«Ma voi due siete sempre a letto!» esclamò Cat.
«Se dormite così tanto, possiamo farlo anche noi?» chiese Arthur.
«Non stavamo dormendo» rispose Brienne. «Sto aiutando vostro padre a preparare le valigie.»
«Parti domattina, papà?» chiese Joanna con voce triste.
«Sì, piccola. Domattina presto.»
«E quando torni?» chiese Cat.
«Non lo so ancora di preciso.»
«Ma torni, vero?»
Jaime le sorrise, scompigliandole i riccioli biondi.
«Certo che torno. Non posso stare troppo tempo lontano dai miei piccoli.»
Tutti e tre sorrisero soddisfatti.
«Senti, papà» disse Joanna. «Noi abbiamo fatto una cosa.»
«Spero niente di brutto» commentò lui ridacchiando.
«Giudica tu stesso.»
Brienne gli porse una busta, sigillata con un adesivo di Simba. Jaime spostò lo sguardo da lei ai loro figli, che lo fissavano trepidanti.
«Confesso di essere un po’ spaventato» disse, aprendo la busta. «Ma è troppo piccola per contenere una bomba, quindi…»
Aprendola, ne estrasse un foglio piegato a metà su cui era scritto, con la grafia tondeggiante di Joanna:

Siamo tristi che vai via, ma sappiamo che è per una buona cosa. Ti vogliamo bene e ti abbiamo lasciato un pensiero così non ti dimentichi di noi mentre siamo lontani.
Joanna, Arthur, Cat


Jaime si sentì scaldare il cuore per quella lettera e quel calore si espanse maggiormente quando vide che dentro la busta c’era anche una polaroid. Era piuttosto piccola, ma i personaggi della foto erano ben evidenti: Brienne era accovacciata a terra, con Cat, Arthur e Joanna davanti a lei che sorridevano felici verso l’obiettivo.
«Così puoi portarci sempre con te» spiegò Arthur con un largo sorriso.
Jaime annuì, incapace di parlare. Diede un bacio sulla testa a tutti e tre e abbracciò Brienne.
«È un regalo bellissimo» disse.
Brienne sorrise.
«So che hai molte foto nostre sul cellulare, ma loro hanno insistito.»
Jaime scosse la testa.
«No, va benissimo così. È più bello avere una fotografia stampata. A proposito, ma come avete fatto a farla come una polaroid?»
«È una polari» disse Cat.
«Polaroid, Cat» la corresse Joanna. «Zia Tysha ha una macchinetta che le fa così, ce l’ha fatta vedere quando siamo andati a dormire da lei.»
«Ha detto che lei ha una foto così nel portafoglio con zio Tyrion e Pod» aggiunse Arthur. «E abbiamo pensato che fosse bello se la avessi anche tu di noi.»
«È un pensiero bellissimo, ragazzi, davvero.»
Joanna gli tirò la manica della maglia, facendogli cenno di abbassarsi.
«Poi quando torni ne facciamo una noi quattro per mamma» gli sussurrò all’orecchio.
Jaime le fece l’occhiolino.
«Sì, è un’ottima idea. Ehi, parlando di quel simpaticone di mio fratello, che ne dite se lo invitiamo a cena stasera?»
«Vuoi mettere in atto i progetti con cui mi hai riempito la testa tutto il pomeriggio?» chiese Brienne.
Jaime scosse la testa, sventolando la polaroid.
«Sua moglie si è guadagnata il diritto di non diventare vedova prima del tempo. No, voglio solo cenare con tutta la mia famiglia prima di partire. A voi va bene, ragazzi?»
I tre bambini annuirono con forza.
 
 
«Mamma?»
Quando erano tornati dall’aeroporto, dove avevano salutato Jaime, i bambini erano corsi subito in camera e Brienne aveva deciso di lasciarli un po’ in pace per abituarsi all’idea di stare lontani dal loro papà per la prima volta.
«Sì? Ditemi» rispose lei, togliendo il volume alla tv.
«Per te.»
Cat le porse una busta simile a quella che avevano dato a Jaime il giorno precedente, solo che era chiusa con un adesivo della coniglietta Judy. Brienne la aprì e vi trovò una lettera, scritta sempre da Joanna.

Vogliamo che anche tu, come papà, abbia una foto di noi da portare sempre con te. Non vogliamo che vai via per farti questo regalo. Ti vogliamo bene.
Joanna, Arthur, Cat


Brienne sorrise, sentendo le lacrime pungerle ai lati degli occhi mentre prese in mano la polaroid su cui erano ritratte le quattro persone più importanti della sua vita.
«Grazie, piccoli» disse, allargando le braccia perché la abbracciassero tutti e tre. «È un pensiero dolcissimo. Ecco» Tirò fuori il suo portafogli dalla tasca posteriore dei jeans e inserì la foto nello scomparto che un tempo serviva per la carta di identità, mostrando poi il risultato ai suoi figli. «Così ogni volta che lo prendo, vedrò le vostre facce sorridenti. E mi ricorderò del perché voi due siete rientrati in casa con una chiazza di fango dietro i pantaloni.»
Arthur abbassò lo sguardo, torcendosi le mani, mentre Cat si dondolò con fare innocente.
«Papà ha detto di mettersi per terra» si giustificò.
«Però poi vi abbiamo fatto notare che c’era del fango» disse Joanna.
Cat sbuffò, scuotendo le spalle.
«Mamma, io ho fame» disse Arthur, cambiando discorso.
Brienne guardò l’orologio e notò che in effetti era ora di pranzo.
«Vi va di andare a mangiare un hot-dog al parco?» propose, facendo esultare i bambini. Li mandò in camera loro a prendere le giacche e, mentre li aspettava, inviò un messaggio a Jaime.
“I bambini mi hanno dato il vostro regalo. Grazie ❤ Fai buon viaggio e chiamami appena atterri. Ti amo.”
 

 
   
 
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