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Autore: LadyHeather83    19/10/2020    3 recensioni
Marinette: divisa tra i sentimenti che prova per Adrien e quelli che stanno nascendo per Chat Noir.
ESTRATTO CAP. 1
“Non è che sei un bell’ esempio se Lady Bug ti continua a dire di no” Lo prese in giro divertita.
“Però ho avuto il coraggio di dichiararmi” La canzonò.
“Sei sicuro di averglielo chiesto veramente, cioè, non è che pensava che scherzassi? Se io avessi ricevuto svariati no da una persona che mi piace, avrei il morale a terra”
“L’importante è non darlo a vedere, prima o poi si accorgerà di me e quando verrà il giorno, staremo insieme per sempre” Disse fiero tornando accanto a lei con un solo balzo.
“E anche se riuscissi a farla innamorare di te? Cosa succederebbe? Hai pensato nel caso andasse male che ne sarebbe della vostra partnership? Se si hanno dei dissapori si rischia di non lavorare bene. Per non parlare delle vostre identità, a quel punto dovreste svelarle, non sarebbe brutto se ti accorgessi che non è la persona che credevi?”
Chat Noir sbuffò, Marinette aveva perfettamente ragione, tranne per l’ultima domanda.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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BEST FRIENDS

*

Capitolo 6 – La chiromante

*

Quando sei innamorata di qualcuno, la cosa più bella che ti possa capitare, oltre a sapere che l’amore provato sia corrisposto, che sia proprio l’altra persona a chiederti di uscire.

Marinette rientrò silenziosamente a casa quel pomeriggio, passando come al solito dalla pasticceria.

Il suo passaggio avrebbe potuto tranquillamente passare inosservato, se non fosse stato per la campanella appesa sopra la porta, che trillò non appena questa si aprì.

“Bentornata tesoro, tutto bene a scuola?” Le chiese amorevolmente Sabine, asciugandosi le mani con uno strofinaccio azzurro.

“S-si mamma, grazie”.

“Se non hai compiti o da studiare, ti va di aiutarci un po' in laboratorio?”.

Marinette volse uno sguardo fulminante alla madre, che sembrava dire proprio oggi me lo devi chiedere?

Ma si limitò a dire, che aveva appena dato appuntamento alle sue amiche per un pomeriggio in compagnia.

“Allora faremo un’altra volta, divertiti” Disse prima di scomparire nel retro bottega canticchiando.

La corvina si sbrigò a salire in camera per appoggiare lo zaino e darsi una sistemata, dopotutto doveva uscire con Adrien, anche se non era un vero e proprio appuntamento.

Voleva solo un consiglio da lei.

“Non credi di aver messo un po' troppo profumo” Tossì Tikki.

“A-ah si, è-è vero” Balbettò appoggiando la boccetta sulla mensola di vetro.

“Stai calma Marinette” Il kwami aveva ormai perso il conto di quante volte glielo avesse ripetuto, nell’arco di quell’anno.

“Non posso stare calma, tra un po' mi vedrò con Adrien, io e lui da soli” Sottolineò quell’ultima frase, ignara del fatto, che da qualche mese passavano molto tempo assieme sui tetti di Parigi a parlare del più e del meno, come due bravi amici.

“Chissà cosa mi dovrà dire!” Fantasticò portandosi le mani sulle gote appena arrossite.

“Forse vuole passare del tempo con un’amica, del resto, mi sembra che oggi dovesse avere una lezione di scherma” Ormai anche Tikki aveva imparato a memoria i suoi impegni, troppe volte Marinette li aveva ripetuti.

“Hai ragione Tikki, sta bigiando scherma per stare con me, dev’essere qualcosa di importante allora. Lui mi dirà Marinette ti ho sempre amata e io gli dirò Anche io. Ci baceremo, ci sposeremo, andremo a vivere in un’isola, avremo tre bambini e il criceto”.

Tikki inarcò un sopracciglio e scosse la testa più volte “Corri un po' troppo con la fantasia, invece dovresti correre, perché stai facendo tardi all’appuntamento”.

Marinette prese il kwami velocemente, e per poco non lo stritolò, lo infilò velocemente dentro la borsetta, correndo giù per le scale.

*

Adrien era già arrivato sul posto indicatogli da Marinette, si era accomodato sulla panchina di metallo verde ed osservava lo scorrere del fiume.

C’era bassa marea, e si poteva intravedere il fondo sabbioso e qualche alga sparsa qua e là, dove dei pesciolini potevano trovare riparo.

“Finalmente ti sei deciso a dirle cosa provi per lei” Disse sornione Plagg ben nascosto dentro la sua giacca.

“No Plagg, non le dirò niente di tutto ciò, e poi ti ho già detto che è solo un’amica”.

“E allora perché l’hai quasi baciata l’altra notte?”

“Hai detto bene, quasi, non che l’ho baciata”. Ripensò all’atmosfera che si era venuta a creare, il battito del suo cuore che accelerava quando si stava avvicinando a lei, sarebbe stato un momento perfetto, se Papillon non avesse deciso di colpire con un altro dei suoi attacchi, Parigi.

Continuava a ripetersi che era solo un’amica Marinette, lui amava Lady Bug, ma doveva fare subito chiarezza nel suo cuore, e lei era la persona più adatta per chiederle un consiglio, del resto anche lei, supponeva, aveva lo stesso problema.

Amava un ragazzo, uno che le ha spezzato il cuore qualche tempo fa, chissà se ne era ancora innamorata, e sembrava che Chat Noir, non le fosse del tutto indifferente, quindi anche il suo cuore era diviso in due.

“E tu che ne sai se ha il tuo stesso problema? Scusami, non fai prima a dirle quello che provi per lei, vi mettete insieme e fine della storia, basta girarci intorno”.

“Se fosse Lady Bug, il problema non sussisterebbe” Gli rispose con naturalezza sistemandosi meglio sulla panchina.

“Quindi mi stai dicendo che accetteresti Marinette, come fidanzata, se fosse Lady Bug”.

“Esatto”. Annuì anche con il capo.

“Senti Adrien…devo dirti una cosa” Per fortuna Plagg fu interrotto dall’arrivo di Marinette.

“Adrien” Disse ansimando fermandosi davanti a lui per prendere fiato “…scusami il ritardo, i miei mi hanno trattenuta e non mi lasciavano più” Inventò.

“Non ti preoccupare, sono appena arrivato anch’io, sarei dovuto essere a scherma, ma non sarei stato dell’umore adatto”.

“Eh si lo so” Si accomodò vicino a lui.

“Come fai a saperlo?” Chiese interrogativo.

“S-scusami, mi sono sbagliata, cioè, non è che io so dove avresti dovuto essere adesso, no di certo eh” Marinette sarebbe sprofondata tranquillamente nel terreno sottostante per la vergogna, la sua prima gaffe, fatta dopo solo due minuti che si erano incontrati, si stava chiedendo quante ne avrebbe combinate.

Peccato non potersi trasformare e scappare via con lo yo-yo.

Adrien sorrise, quel suo essere impacciata, gli stava cominciando a piacere.

“Pensavo ci fosse Andrè con il suo carretto” Disse la mora cercando di cambiare discorso.

“Meglio, l’ultima volta ci aveva portato un po' di sfortuna, dico bene?” Alludendo al rapporto terminato con Luka e Kagami di qualche mese prima.

Marinette si morse il labbro inferiore ripensando a quel pomeriggio.

“Non lo so” Sospirò volgendo lo sguardo al cielo “…forse era destino che andasse così”. Fece spallucce.

“Me ne vuoi parlare?”

“Non c’è molto da dire, io e Luka stavamo bene insieme, però…però mi sono resa conto che lo preferivo come amico che come fidanzato. Mi assecondava in tutto, mi faceva fare qualsiasi cosa volessi fare…insomma era perfetto”.

“Voi ragazze non cercate l’uomo perfetto?” La schernì.

“Si, ma perfetto, può avere mille significati diversi per ogni persona”.

“Cioè? Tu cosa intendi per perfetto”.

“Non lo so nemmeno io, so solo che con Luka non ci vedevo un futuro, se mai si può parlare di futuro a quindici anni”.

“Beh! Conosco coppie che sono assieme dalle superiori, e credimi, se li vedi non lo diresti mai. Io sono convinto che l’anima gemella esiste, e non importa a che età la si incontri”.

Si guardarono entrambi negli occhi, e poterono vedere l’uno il riflesso dell’altro.

“L’importante è saperla riconoscere” Continuò non staccandole gli occhi di dosso.

“E se ne incontri due?” Chiese

“Non ci possono essere due anime gemelle, a meno che non siano la stessa persona”.

La stessa persona” Risuonò nella mente di Marinette.

Subito si chiese se in realtà Adrien fosse Chat Noir ed abbassò d’istinto lo sguardo, e l’occhio le cadde sull’anello che portava all’anulare destro.

Lo aveva già visto, ne era sicura, in un altro colore e con un logo.

Gli prese la mano “Come lo hai avuto?” Gli chiese puntando lo sguardo di nuovo sui suoi occhi smeraldo.

“E’ una vecchia collezione di mio padre” Le rispose ritraendo la mano, come per nasconderla.

Marinette si vergognò di averglielo chiesto, quante probabilità ci fossero state che gli avrebbe dato la notizia che cercava? Nessuna.

Lady Bug e Chat Noir, erano stati molto chiari sul rivelare la propria identità, anche se ultimamente, il micio, era propenso a dire alla coccinella, chi in realtà si nascondeva dietro la maschera, solo se lei le avesse confessato il suo amore.

“Scusami se sono stata invadente, non era mia intenzione”.

“Non ti preoccupare” Le sorrise e si benedì di aver avuto un po' di fortuna dalla sua parte, che cosa si sarebbe inventato se suo padre non fosse stato uno stilista?

Non era solito a mentire, ma quella era una buona causa.

Anche suo padre aveva notato il suo anello, ma non avevano più approfondito il discorso.

Suo padre? Che ne poteva sapere dell’anello di Chat Noir? Poteva giustificare Marinette che spesso e volentieri era a stretto contatto con lui, ma suo padre? Che scusa aveva?

I suoi pensieri vennero interrotti dal carretto di una vecchia chiromante, che per caso passava di là.

“Salve ragazzi, volete conoscere il vostro futuro? Se il vostro amore durerà?” Tirò fuori da sotto le stoffe che odoravano di pachuli, una sfera di cristallo, ed iniziò a far finta ad interrogarla con la mano, che continuava a girare.

“Ehm…grazie, ma non credo a queste cose” La liquidò Adrien incrociando le braccia al petto.

“Ma dai, sarà divertente” Esclamò Marinette dandogli una leggera pacca sulla spalla “…cosa devo fare?”. Chiese rivolgendosi alla donna dai lunghi capelli neri e mossi, raccolti da un nastro colorato.

“Dammi la mano figliola” Gliela prese senza aspettare il suo consenso, e per poco non la graffiò con le unghie lunghe, laccate di rosso.

La chiromante chiuse gli occhi e si concentrò “Vedo…vedo molte nubi nel tuo cuore, che oscurano i tuoi occhi. Grandi battaglie ti attendono.” Marinette cominciava a pensare che farsi leggere la mano, non era stata una così, grande idea.

“E un grande amore è più vicino di quanto tu pensi.” La chiromante strizzò gli occhi “…vedo anche un gatto nero”.

“Gatto nero?” Fece di rimando Adrien, che venne zittito subito dalla corvina.

“Una rosa rossa con petali che crescono” Continuò “…una farfalla viola perderà le sue ali e le maschere cadranno”.

La vecchia signora ebbe quasi un mancamento, ma Marinette riuscì a prenderla e farla sedere vicino la panchina.

“Sta bene?”

“Si cara” Annuì ansimando “…non credevo saresti stata così difficile da leggere, sei così giovane, e hai già tantissime responsabilità”.

Marinette deglutì rumorosamente, che in qualche modo avesse scoperto qualcosa della sua identità segreta?

Adrien, che si era allontanato qualche minuto, le porse un bicchiere d’acqua “Tenga signora”.

“Grazie mille ragazzo dalla veste nera”.

I due giovani si guardarono un attimo, a Marinette non sembrava che Adrien, in quel momento vestisse in nero, tranne che per la maglietta.

“Questa qui non sta bene” Le sussurrò all’orecchio.

“Hai comunque una t-shirt nera” Fece spallucce.

“Mi sono ripresa” Sospirò l’anziana “…ora devo andare”.

“L’accompagniamo a casa signora” Marinette l’aiutò ad alzarsi, non se la sentiva di lasciarla sola, dopo il malore che aveva avuto.

“Non è necessario” Disse tenendosi con una mano il fianco “…abito proprio laggiù” Gli indicò con il dito rachitico, il punto al di la del ponte, costringendoli a guardare.

Ma quando si voltarono, della chiromante non c’era neanche l’ombra.

“Dov’è andata?” Chiese Marinette spaesata girando la testa e destra e sinistra.

Adrien corse sopra il ponte, ma da nemmeno quel punto, si poteva vedere “Non la vedo”.

“Sembra si sia volatilizzata. Cioè, era qui un secondo fa, l’hai vista anche te, no? Non sono pazza”.

Il biondo scosse il capo “No, non sei pazza. O ad esserlo siamo in due” Rise.

Marinette si strinse un po' di più nella giacca, in quanto il vento stava cominciando a soffiare, facendo avvicinare delle nuvole nere.

Adrien d’istinto la tirò a sé, chiudendola in un abbraccio “Così non avrai freddo” Le sorrise.

La corvina iniziò a tremare a quel contatto, non per il freddo s’intende, ma perché poteva sentire tutto il suo calore, il suo profumo, il battito del suo cuore, la sua voce che le sussurrava qualcosa all’orecchio.

Si stava chiedendo, cosa la stesse trattenendo nel girare leggermente la testa e baciarlo, forse la paura di un rifiuto.

Un altro alito di vento, li attraversò entrambi, facendo ondeggiare i loro capelli.

Anche Adrien pensò che in fin dei conti, era bello proteggere Marinette, anche solo dal vento.

Gli era già capitato di abbracciarla, non era ci certo quella la prima volta.

Ma era la prima volta che la stava guardando con occhi diversi.

Si inebriò del profumo di vaniglia che emanavano i suoi capelli, pensò che fosse l’essenza più buona della Terra.

Mancò un battito e le farfalle allo stomaco, quando specchiò i suoi occhi smeraldo, con quelli del cielo suoi.

“Devo andare, è tardi, Adrien”. A malincuore si sciolse dall’abbraccio.

“Lascia che ti accompagni, il mio autista sta per arrivare, non mi va di vedere che torni a casa da sola”. Le disse prendendole entrambe le mani.

*

continua

  
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