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Autore: Aagainst    19/10/2020    1 recensioni
«Ehi, no!» esclamò Eliza, ma non poté fare nulla. La vide gettarsi giù.
«Eli, la polizia è qui. Ma che succede? Dov’è?» chiese Alycia, entrando improvvisamente. Quando intuì cosa era successo, si portò le mani davanti alla bocca, inorridita. Eliza si voltò verso di lei. Il bambino che aveva in braccio era scoppiato a piangere.
«E ora che faccio?».
[Elycia]
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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58.

 

Right now, never want to leave this place and
Right now, see it in a different way so
Right now, even if you take me home
I'll stand, the lonely
(Nine Lashes-Anthem Of The Lonely)

 

«Qualcuno mi ricorda perché siamo venuti anche noi?» si chiese Bob.
«Perché Alycia ha bisogno di aiuto.» rispose Marie, acida.
«Noi due dovremmo parlare, non eri così un tempo.»
«Smettetela di litigare come due fratellini, non siete sul set.» li richiamò Richard.
«Già, ed è questo il motivo per cui rischiamo di beccarci una pallottola in fronte.» rifletté Lindsey.
«Sapete, il piano era quello di avvicinarsi in silenzio alla villa. State facendo così tanta confusione, che perfino un sordo ci sentirebbe arrivare.» li sgridò Alycia. Stavano risalendo la collina a piedi, cercando di non farsi scoprire. Sotto di loro, Los Angeles si stagliava luminosa, in tutta la sua magnificenza. Il gruppo tornò silenzioso. Dopo poco, Alycia si fermò.
«Tutto a posto?» chiese Campbell. L’attrice annuì.
«Se continuiamo, ci vedono. Dobbiamo passare dal boschetto, sbucheremo sul retro.» spiegò. Il detective si voltò verso i suoi uomini. I tre agenti fecero un cenno d’intesa.
«Per un bosco? Siete pazzi!» protestò Lindsey.
«Linds, non abbiamo scelta.» cercò di farla ragionare Richard.
«Io torno indietro, non passerò mai per un bosco pieno di chissà che animali.»

 

*

La porta della cantina si aprì. Rachel aveva la vista appannata e sentiva la bocca piena di sangue. Non sapeva bene nemmeno lei che cosa le avessero fatto. Aveva scottature e escoriazioni ovunque. Max avanzò lentamente verso di lei. La fece alzare, tirandola per i capelli. I suoi occhi azzurri erano freddi come il ghiaccio. Rachel avrebbe voluto vomitare. Si limitò a fissarlo in volto, con aria rassegnata. Ormai stava cedendo alla disperazione. Alycia le aveva promesso che sarebbe tornata a prenderla, ma dubitava che potesse accadere veramente.
«Si parte. Contenta di tornare in Canada?» ghignò il ragazzo.
«Mi hai mai amata, Max? Hai mai tenuto a me?» domandò Rachel, all’improvviso. Max rimase spiazzato per qualche secondo.
«Scopavi bene.».

 

*

 

«Ma perché mi faccio trascinare sempre in queste cose?» si lamentò Lindsey. Erano arrivati al limitare del boschetto ed era possibile intravedere la cancellata della villa. Alycia fece segno di tacere. C’erano due uomini di guardia e farsi scoprire non avrebbe portato a nulla di buono. Campbell fece un cenno a Garcia. La poliziotta sparì nel bosco, silenziosa come un felino.
«Serve un diversivo.» osservò Alycia. Afferrò Bob per un polso e gli puntò una pistola alla tempia.
«C-che stai facendo?» balbettò l’attore, terrorizzato.
«Fidati di me.» bisbigliò lei, uscendo allo scoperto, sotto lo sguardo allibito del resto del gruppo. I due sgherri di Franklin le puntarono immediatamente le armi addosso.
«Ragazzi, sono io! È successo di tutto, la polizia ha preso Susan e sono dovuta scappare. Questo lurido verme mi ha seguita.» raccontò, sbattendo Bob per terra. I due uomini parvero crederci. Si avvicinarono all’attore, senza preoccuparsi di ciò che accadeva alle loro spalle. Garcia li colpì e caddero come due sacchi di patate.
«Bella esibizione, hai talento.» scherzò l’agente.
«Lo so.» scoppiò a ridere Alycia. Bob la fulminò con lo sguardo.
«Non rifarlo mai più.» la ammonì. Non si era mai spaventato così tanto in vita sua. 

 

*

 

Rachel si sforzò di rimanere in piedi. Il corpo era al collasso, sentiva dolore ovunque. Non aveva nemmeno la forza per piangere. Max la spintonava per i corridoi della villa. Uno degli energumeni al suo servizio venne loro incontro. Era agitato.
«Capo, abbiamo un problema. Snicky e Travis non rispondono più.» annunciò. Rachel sgranò gli occhi. Non poteva crederci. Erano davvero venuti a prenderla.
«Sei finito.» asserì, prima di ricevere un violento pugno allo stomaco.

 

*

 

Erano riusciti ad entrare nella villa. Si trattava di un’ampia tenuta, con un bosco interno. Alycia si guardò intorno. Sembrava tutto tranquillo. “Troppo tranquillo.” ragionò l’attrice. Improvvisamente, si ritrovò per terra, un coltello puntato alla gola. Li avevano scoperti.
«Fate una mossa e le taglio la gola.» minacciò l’aggressore. Alycia lo riconobbe, era lo stesso che l’aveva assalita tempo prima. Si dimenò, inutilmente. Poteva vedere i poliziotti puntare le armi, ma non sapere come agire.
«Lasciala!» urlò Lindsey, gettandosi addosso all’aggressore. Lo colpì con un sasso, facendolo stramazzare al suolo. Alycia tirò un sospiro di sollievo.
«Linds, grazie.». La statunitense non rispose. Fissava il corpo privo di conoscenza ai suoi piedi, pietrificata. Richard la strinse a sé, aiutandola ad allontanarsi da lì. L’uomo riaprì gli occhi, ma Alycia gli tirò un calcio in pieno volto.
«Questo è per Duke!» esclamò. Fece per calciare di nuovo, ma Campbell la fermò. Bob e Richard legarono l’aggressore in qualche modo e proseguirono.
«Ne abbiamo fatti fuori tre, ne mancano ancora nove.» osservò Searle.
«Ci hanno già scoperti. Entrare sarà dura, ma non impossibile. Dobbiamo dividerci. Morley, Debnam-Carey e Avgeropoulos con me a cercare Rachel, voi invece trovate Franklin.» ordinò Campbell. 

 

*

Franklin arrivò di corsa in camera di Max, trafelato. Il ragazzo era seduto sul letto, mentre accanto a lui Rachel boccheggiava, sempre più malmessa.
«Max, perché mi hai fatto chiamare? Che succede?» domandò l’uomo, preoccupato.
«Sono entrati. Scommetto che è stata Alycia a portarli qui. Te l’avevo detto che sarebbe stata un’idiozia mandarla da Eliza.» rispose il ragazzo. Rachel sussultò. Allora era vero. Lei era lì.
«Avevamo stretto un patto, non potevo non onorarlo.» si giustificò Franklin. Max sbuffò. Alzò gli occhi al cielo e scese dal letto con un movimento stranamente elegante.
«Sono stufo, vecchio. Sai, la tua visione delle cose è interessante, ma ho capito da un po’ che non fa per me.» affermò. Franklin assunse un’espressione corrucciata. Non capiva dove volesse arrivare il ragazzo.
«Mi dispiace, ma penso che le nostre strade si divideranno qui.» asserì Max. Si voltò, la pistola in mano. Franklin non ebbe nemmeno il tempo di pensare.

 

*

 

«Cos’era?»
«Uno sparo, Bob.» rispose Alycia.
«Dobbiamo sbrigarci.» li esortò Campbell. Entrarono nella villa, attenti a non farsi vedere. C’era un gran trambusto. Marie e Campbell si sbarazzarono di altri due uomini, colpendoli alle spalle.
«La cantina è da questa parte.» indicò Alycia. Scesero una lunga rampa di scale, fino ad arrivare ad un buio ed umido corridoio. Lo percorsero tutto e trovarono la porta della cantina aperta. Alycia corse dentro. Rachel non c’era.
«No. No, non può essere!» si disperò.
«Aly, dobbiamo tornare indietro. Non penso siano andati lontano.Le tracce di sangue sono ancora fresche.» osservò Bob. Alycia non sapeva se dover gioire per quel dettaglio o rabbrividire. Si alzò e cominciò a seguire il sangue. Un urlo lo fece fermare. Alycia rabbrividì. Marie decise di provare ad avanzare, nel caso ci fossero stati pericoli imminenti. Sentì qualcosa urtarla in pieno petto. Abbassò lo sguardo. Trasalì.
«Rachel!» esclamò.
«Ma...» mormorò la ragazza, per poi crollare a terra. Marie la prese al volo. Alycia corse loro incontro con le lacrime agli occhi. Rachel era lì, viva. La strinse a sé, grata e sollevata.
«Dovete andarvene.» mormorò la ragazza.
«Ora ce ne andremo tutti insieme.»la rassicurò l’australiana. Rachel scoppiò a piangere, abbandonandosi sulla sua spalla.
«Non per disturbarvi, ma forse è meglio uscire di qui.» fece Campbell. Alycia annuì.
«Ce la fai a camminare?» chiese a Rachel. La ragazza fece di sì con la testa, non molto convinta. Marie e Alycia l’aiutarono a sorreggersi e il gruppo si avviò verso l’uscita. Riuscirono a ricongiungersi con il resto dei compagni. Accomodarono Rachel per terra, e le fasciarono le ferite con dei bendaggi di fortuna. Garcia si avvicinò a Campbell, cupa.
«Che succede, agente? Siete stati in gamba, siete riusciti ad arrestarli tutti.» si complimentò il detective. La poliziotta sorrise nervosa. Voleva dire qualcosa, ma non riusciva a trovare le parole. Inspirò ed espirò, più volte.
«Capo, Franklin è morto. Lo abbiamo trovato senza vita in una stanza, qualcuno gli ha sparato.» lo informò, infine.
«Non è possibile. Chi può essere stato? Franklin era un dio per i suoi sottoposti, non ha senso.» ribatté Campbell, confuso.   Non capiva. Si girò. Rachel aveva mormorato qualcosa.
«Cosa hai detto?» chiese il detective. La ragazza tossì, affaticata.
«Non sforzarti, ti prego.» la supplicò Alycia. Aveva paura di perderla di nuovo. Rachel fece cenno di lasciarla parlare. Chiuse gli occhi, cercando di ignorare il dolore.
«Max. È stato Max.».




Angolo del disagio

Ce l'hanno fatta, l'hanno trovata! Tutto è bene quel che finisce bene, a meno che non ci sia un altro capitolo il giorno seguente in cui può succedere di tutto. Già, perché Max è a piede libero e desidera vendetta, ahimè.
Franklin ha fatto una finaccia che manco Ontari nella terza stagione.
Beh, che dire, domani ci sarà l'ultimo capitolo e poi l'epilogo. Sto scrivendo altro, spero vi possa interessare, anche se il tono è completamente diverso. Fatemi sapere.
Grazie a chi recensisce e legge questa storia. Alla prossima!
   
 
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