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Autore: Moriko_    19/10/2020    3 recensioni
[Writober 2020 | #Changectober]
La vita di ciascuno di noi è ricca di cambiamenti di ogni genere che possono avere un impatto maggiore o minore sui passi che percorriamo ogni giorno.
"Vivere è cambiare, è questa la lezione che ci insegnano le stagioni." (Paulo Coelho)
[Un lungo percorso di brevi riflessioni e ricordi aventi come protagonista Kojiro Hyuga in uno scenario What if. Primo tentativo!]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kojiro Hyuga/Mark, Maki
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fanfiction

New beginnings.

(#Writober2020 | CHANGEctober)

 

 

19 | Vestiti

 

 

Una volta terminato di sistemare come poteva la zona della cucina, cercando di eliminare quante più macchie possibili, Kojiro si diresse verso la camera da letto. Aprì le porte dell’armadio che si trovava di fronte al letto matrimoniale e scelse il cambio che indossò subito dopo aver messo in un piccolo sacchetto di stoffa i vestiti ormai da lavare.

Caspita, sono proprio sporchi... bene: ora li metto subito nella lavatrice, così da essere pronti per domani!

Si portò il sacchetto sulle spalle e, non appena si voltò nuovamente verso le porte dell’armadio ancora aperto, i suoi occhi vennero catturati dalla presenza di un elegante abito di colore blu appeso insieme agli altri. Kojiro fece fatica a trattenere le risate, ricordandosi di quell’unico giorno nel quale lo aveva indossato.

Era stato circa un anno prima, in occasione del matrimonio di Gozza. Per quel giorno speciale Kojiro aveva deciso di indossare il solito abito che aveva riservato per tutti gli eventi importanti ai quali aveva partecipato, a cominciare dal matrimonio di Tsubasa: per questo motivo l’aveva messo da parte, conservato accuratamente per evitare i cosiddetti incidenti dell’ultimo minuto; non poteva permettersi di perderlo di vista, perché vi era affezionato e non ne aveva altri con i quali sostituirlo.

Qualche giorno prima di quell’ultimo grande evento, Kojiro aveva preso in mano quell’abito. Erano trascorsi un paio d’anni dal suo utilizzo, per cui oltre a lui Maki era stata la prima ad accorgersi che ci sarebbe stato bisogno di lavarlo e stirarlo per fare in modo che apparisse come nuovo. Le cose, però, non erano andate come previsto dalla coppia: nonostante tutte le premure del caso - lavarlo separatamente in un modo delicato da non fare danni - non appena Kojiro aveva provato ad indossarlo aveva fatto un’inaspettata scoperta.

 

«Non prendertela... ma penso che sia normale. In fondo sono trascorsi due anni: sei cresciuto! Sei diventato più alto e muscoloso...»

 

Le parole di Maki non erano bastate a rassicurarlo. Quell’abito, del quale il calciatore andava tanto fiero, non gli andava più: il pantalone sembrava essere più corto del solito e così anche la giacca, della quale non solo le maniche non erano più abbastanza lunghe per arrivare a coprire i polsi, ma soprattutto gli stava sembrando talmente stretta addosso al punto da non riuscire nemmeno a introdurre i bottoni nelle asole.

Più che un giocatore di calcio - o, comunque, una persona vestita per partecipare ad un matrimonio in modo impeccabile - in quel momento Kojiro aveva avuto l’impressione di essere un pescatore.

In fondo al suo cuore egli aveva iniziato a percepire quella fastidiosa sensazione di essere entrato in uno stato di panico tale che, se non ci fosse stata Maki, probabilmente l’avrebbe esorcizzato urlando a squarciagola. Con indosso ancora quell’abito, Kojiro aveva iniziato a camminare per la stanza senza più fermarsi, con lo sguardo perso nel vuoto: i suoi occhi insolitamente vacui stavano facendo trapelare il suo disappunto misto a disperazione, perché quell’abito, quel suo adorato abito, non gli andava più. E Maki aveva ragione: non era colpa di un lavaggio sbagliato che aveva rimpicciolito quell’abito... ma era lui ad essere cresciuto ancora di più.

L’ultima cosa che si ricordava di quel momento, prima di aver trovato una soluzione a quello che per lui era un grosso problema, era stata la mano della sua compagna che, appoggiandosi alla sua spalla, aveva cercato di tranquillizzarlo.

«Mi è venuta in mente un’idea. Fortuna che il matrimonio non è domani ma tra meno di una settimana... però devi essere paziente, va bene?»

 

Tra le poche cose che Kojiro non si aspettava da Maki era il fatto che fosse brava anche nel cucito. Era un lato di lei che non aveva mai visto, impegnata com’era nel softball: certo, ogni donna giapponese se la cavava con ago e filo, ma che Maki fosse addirittura in grado di cucire un abito da uomo... ecco, quello era qualcosa che a primo impatto lo aveva fatto addirittura sorridere, perché per lui era un’assoluta novità.

«Non facciamo prima a comprare un abito nuovo?» le aveva chiesto, piuttosto dubbioso sul fatto che da quella idea ne sarebbe stato fuori qualcosa di buono. «E poi... sei sicura di fare in tempo per il matrimonio?»

«Sicura, tranquillo! Sei molto fortunato perché questa settimana siamo in vacanza, per cui tra qualche giorno sarà tutto pronto; tu intanto stai fermo e fatti prendere le misure!»

Alla fine, quell’imprevisto non era stato negativo come sembrava. Maki si era messa molto d’impegno al punto da lavorare fino a tarda sera a quell’abito che stava realizzando, e quando lui tornava a casa lei era sempre pronta a fargli misurare i vari pezzi che aveva già progettato. Alla vigilia del matrimonio lei gli aveva mostrato l’abito ormai finito con un raggiante sorriso: non appena Kojiro lo aveva indossato e si era visto allo specchio, gli era piaciuto così tanto al punto di non voler più toglierselo.

Inutile aggiungere che quell’abito era stato un successo nel lieto evento del giorno dopo. 

 

Amico mio... mi hai salvato la vita.

Quell’abito blu aveva avuto un posto d’onore nell’armadio di Kojiro: accanto al suo vecchio abito - che il calciatore aveva conservato nonostante ormai non avrebbe avuto più possibilità di indossarlo - e conservato proprio come un tesoro prezioso, in un luogo nel quale nessun altro, eccetto lui e Maki, poteva metterci mano. Anche se a volte c'era stata la tentazione di indossarlo anche solo per una cena romantica tra lui e la sua compagna perché lo amava molto, Kojiro aveva deciso che il suo posto sarebbe stato proprio in quell’armadio: era pur sempre vero che, data la ormai comprovata abilità di Maki nel cucito, lei avrebbe potuto realizzarne un altro, ma lui non ci teneva ad impegnarla fino allo stremo solo per un abito; il calciatore l’aveva vista lavorare per giorni interi, impegnandosi molto e arrivando così a quel grande risultato che aveva conquistato tutti.

Proprio per questo, la cosa giusta per Kojiro verso quell’abito sarebbe stata quella di preservarlo il più possibile dalla sua fine, in modo tale che non avrebbe fatto stancare Maki più di tanto... anche se, compatibilmente con i suoi impegni, sapeva già che lei sarebbe stata disposta a realizzarne un altro, nonostante il tempo perduto e i grandi sacrifici che avrebbe fatto volentieri per lui.

 

 


 

[Angolo di una piccola pinguina nelle vesti di scrittrice.]

Per il prompt vestiti: cambio d'abito in tempo reale per il nostro protagonista... e allo stesso tempo un cambio d'abito nel passato!

Oggi ho voluto raccontare di un oggetto al quale Kojiro in un certo senso si è "affezionato", un abito da cerimonia che egli ha sempre indossato per le occasioni speciali. Purtroppo, una cosa del genere è capitata a tutti: l'essere costretti a mettere da parte un abito o un vestito che ci è sempre piaciuto perché ormai inizia a stare stretto su di noi; in casi del genere la soluzione è una sola, cioè comprarne un altro...

... oppure farselo cucire su misura, come accade nella storia di oggi. :)

Piccola nota finale: nel manga di CT abbiamo visto il matrimonio di Tsubasa (nel capitolo finale del World Youth) ma quello di Gozza, compagno di Kojiro nella Reggiana, non esiste - almeno al momento di questa pubblicazione - così come il fatto che Maki abbia una passione per il cucito al punto di arrivare a creare interi abiti. Questo ciclo di storie è un "What if?" anche per questi elementi, in fondo... ;D

A presto!

--- Moriko

 

 

   
 
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