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Autore: Meramadia94    19/10/2020    0 recensioni
[Sandokan]
Yanez scompare dal Kiltar, destando la preoccupazione di Sandokan. Dietro al suo sequestro vi sono James Brooke, ex governatore del Borneo, e Teotokris, entrambi decisi a saldare una volta per tutte i loro conti in sospeso con i due amici.
Yanez, prigioniero, conosce e si innamora della bella Aida, una bayadera in ostaggio dei suoi aguzzini. In attesa che la Tigre venga in suo aiuto, decide di elaborare un piano per salvare la sua vita e quella della ragazza.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Allora?- fece Sandokan quando vide di ritorno le Tigri capitanate da Sambliong con un tono che sapeva di disperata speranza.
In lui era sopravvissuto un briciolo di speranza... che l'amico fosse andato in giro da qualche parte, magari si era svegliato che era ancora notte, non era riuscito più a riaddormentarsi ed era uscito a sgranchirsi le gambe, magari aveva perso il senso del tempo...
-Mi spiace Sandokan...- fece il pirata più anziano.
- Abbiamo cercato dappertutto e chiesto a tutti quelli che abbiamo incontrato...- aggiunse Giro- Batol -nessuno l'ha visto nè sentito.-
Sandokan si passò una mano sulla fronte, quasi a voler tenere sotto controllo l'ansia che cresceva a dismisura, mentre l'amata Marianna si premurava di fargli sentire la sua vicinanza accarezzandogli una spalla.
Ormai era ufficiale.
Yanez non era più nel Kiltar, e non per sua volontà.... avrebbe dovuto tranquillizzarlo il fatto che sapeva a colpo certo che il portoghese era arrivato in camera sua senza problemi e che data l'assenza di segni di lotta poteva supporre che non fosse ferito o per lo meno non lo fosse in maniera grave... ma Yanez era il suo migliore amico, anzi era l'equivalente di un fratello e quindi non si sarebbe tranquillizzato fino a quando non lo avrebbe visto sotto i suoi occhi, magari con un sorriso sbarazzino ed una battuta tipo '' Ce ne hai messo di tempo, fratellino''...
- Qualche indizio nella sua stanza?- fece il Rajah.
Kammamuri dissentì.
-No, era tutto in ordine... come se chi l'avesse rapito si fosse sempliciemente appostato in camera sua ed avesse aspettato che si addormentasse...-
- Dev'essere successo prima di cena...- fece Sandokan -Mentre noi eravamo a tavola... qualcuno si è infiltrato nel palazzo...- magari tra quelli che il giorno prima avevano portato frutta, verdura e pesce.  Probabilmente uno di loro era il misterioso rapitore, si era confuso tra loro e senza che nessuno lo notasse si era nascosto nel palazzo, aveva individuato la stanza...
-Però il suo letto era intatto'- fece Nanny -'' Non aveva nemmeno una piega. Pare che non abbia fatto in tempo nemmeno a raggiungerlo.''
-Allora forse gli ha dato una botta in testa...- fece Giro- Batol  magari ha approfittato del fatto che era girato di spalle e l'ha colpito.-
Ma era un'ipotesi decisamente traballante.
Anche ammettendo che il rapitore avesse tentato di aggredirlo alle spalle, Yanez non era nè lento di riflessi nè tantomeno sprovveduto. 
In primo luogo, era una tigre di Mompracen, anzi lo soprannominavano La Tigre Bianca, ed in quanto tale era abituato a tenere sempre l'orecchio teso per evitare di ritrovarsi in situazioni assai poco piacevoli... secondo, se ci fosse stato un intruso in camera sua, per quanto silenzioso potesse essere, e questi avesse tentato di giocargli un brutto scherzo se ne sarebbe accorto e lo avrebbe messo a stare in quattro e quattr'otto.
Anche se aveva messo via le armi, restava un ottimo combattente anche nel corpo a corpo.
Però c'era da dire che aveva bevuto un po'... e magari le sue abilità potevano essere alquanto ridotte con la mente annebbiata dal vino.
Eppure qualcosa non quadrava comunque...
- No, non mi convince.- fece Sandokan - Yanez non è il tipo che subisce senza reagire.-
- Beh, se la cava bene sia con le armi che nel combattimento corpo a corpo, questo è assodato...- fece Patan -ma c'è da dire che aveva bevuto un po', forse non ha fatto in tempo a rispondergli...-
-Però poteva anche mettersi a gridare o cercare di attirare l'attenzione...- fece Sandokan.
A quel punto Marianna venen colta da un'illuminazione.
- E se quel qualcuno che si è nascosto gli avesse messo qualcosa nell'acqua?-
- L'acqua?- fece Sandokan.
-Sì...- fece Nanny - Lo conosci, quando beve troppo, la mattina dopo si sente come se lo avessero preso a botte ripetutamente... così gli ho consigliato di mandar giù un po' d'acqua salata per rimettere.... ed in effetti c'erano sia una brocca d'acqua, un bicchiere ed un fazzoletto con del sale...-
- Adesso capisco...- fece Sandokan. Probabilmente il rapitore si era nascosto in camera di Yanez, aveva mescolato il sonnifero con l'acqua e poi aveva atteso pazientemente che la droga facesse effetto... e doveva essere un sedativo piuttosto potente dato che aveva fatto effetto nonostante avesso rimesso.
E ciò poteva significare una cosa sola: chiunque fosse era stato in appostamento per giorni e giorni, altrimenti non avrebbe mai individuato a colpo certo la stanza dell'amico, così come non avrebbe potuto prevederne il comportamento una volta tornato... era tutto calcolato e loro non se n'erano nemmeno accorti.
-Ma chi può aver fatto una cosa del genere, perchè poi...- fece Marianna visibilmente preoccupata.
Non vi erano molti motivi per giustificare un sequestro... in genere o era per soldi e pura avidità o desiderio di rivalsa.
-Un riscatto, magari?- fece Kammamuri.
-Mi pare improbabile. Avremmo già trovato una richiesta o si sarebbero già fatti vivi a quest'ora.- fece Sambliong.
-Allora non può che esserci una spiegazione. Qualcuno che vuole vendicarsi di me e vuole farmi un dispetto...- ed anche se non voleva crederci aveva un'dea molto chiara oltre che spaventosa di chi poteva essere il responsabile.
L'uomo che tanti anni prima lo aveva strappato  ai consigli e alla guida di suo padre e dagli abbracci amorevoli di sua madre... colui che aveva causato tanta sofferenza, paura e morte in tutte le terre del Borneo...
James Brooke.
Uno nome che credeva e sperava di non dover udire mai più... e che credeva detenuto in una prigione coloniale in attesa di essere giustiziato per alto tradimento...
Non aveva bisogno di conferme o prove. Ne era sicuro. Solo quell'uomo poteva odiarlo fino a quel punto.
Ma non avrebbe permesso che Yanez ci andasse di mezzo... sarebbe andato a riprendendo, ovunque fosse, persino in capo al mondo se questo fosse stato necessario.
Tirò fuori penna, carta e calamaio.
Forse c'era una persona che li poteva aiutare... forse non brillava certo per coraggio ed intelligenza, ma si era dimostrato un uomo di valore, che quando toccava con mano quel'era la giusta causa da servire non si tirava indietro...
- Giro- Batol, corri al porto.- fece dando all'amico la missiva -tra un'oretta dovrebbe partire un postale per Labuan. Fa arrivare questa lettera a Lord Guillonk.-
-Conta pure su di me Sandokan.- fece l'uomo correndo via dalla stanza come una saetta.
-Sambliong, prepara la Tigre del Mare. Stanotte salpiamo per Labuan.- ordinò Sandokan. Sarebbero arrivati solo nel primo pomeriggio, ma la lettera sarebbe arrivata diverse ore prima... Guillonk aveva tutto il tempo di avviare delle indagini. Non si aspettava che potesse dirgli dove si era diretto l'ex governatore nè che scoprisse tutta la macchinazione da lui ordita... gli sarebbe bastata mezza informazione per muoversi, per quanto Guillonk la ritenesse inutile e stupida
...
...

Erano ormai due ore buone che camminavano.
O meglio... lui camminava. I marinai che lo avevano portato via dal palazzo del Kiltar erano tutti in sella a dei cavalli.
Lui invece era costretto a procedere a piedi, con le mani legate in avanti ed avevano fissato una corda più lunga a quella che gli serrava i polsi, per costringerlo a camminare e seguirli senza fare storie.
Nemmeno a farlo apposta, faceva un caldo terribile e quelli che l'avevano fatto prigioniero non accennavano a fermarsi, nemmeno per fare una sosta di pochi secondi. 
'' Ci credo... non sono certo loro a dover andare avanti senza possibilità di appello...''- pensò il portoghese.
Sentiva la gola ardere ed anche che stava per svenire a causa della forte calura, ma si limitava a camminare e stringere i denti, per non dar loro la soddisfazione di lamentarsi o chiedere qualsiasi cosa.
Anche Paco pareva non poterne più e a suo modo cercava di comunicare al padrone che quel caldo insopportabile stava mettendo a dura prova anche lui.
-Lo so, amico... anch'io.- fece il portoghese cercando di non far preoccupare il suo piccolo amico.
- Con chi stai parlando?- fece uno dei suoi carcerieri fulminandolo con lo sguardo.
- Niente... nessuno.- fece Yanez riprendendo il suo atteggiamento silenzioso. Non era solo per orgoglio o desiderio di dimostrare a quei farabutti che non aveva intenzione di cedere per concedere loro alcuna soddisfazione, ma anche per poter rimuginare con calma su come poter fare per scappare.
Sarebbe bastato fermarsi per poco ed avere la possibilità di tranciare le corde e correre via... si, ma per andare dove? Non sapeva nemmeno come si chiamava l'isolotto in cui l'avevano trascinato a forza, figurarsi se poteva nascondersi per il tempo necessario di trovare una barchetta o nel caso non vi fosse nulla da trovare per costruire un qualsiasi cosa che potesse governare da solo...
Preso com'era dalle sue rimuginazioni, non si era nemmeno accorto del sasso traballante davanti a lui e finì per inciampare.
- Che ti prende?- fece il cavaliere del cavallo a cui era legato una volta visto che l'ostaggio non si rialzava.
Yanez non gli rispose approfittando dell'inconveniente appena capitato per riprendere fiato. Avrebbe anche preso un sasso per tagliare la corda, ma non poteva fare niente senza dare nell'occhio, con tutti quei banditi che non gli scrollavano gli occhi di dosso.
Uno di loro gli si avvicinò e gli mise una borraccia sotto il naso.
-Bevi.- gli ordinò -Hai sete, no?-
Yanez lo guardò con sospetto. Per quanto ne sapeva, quell'acqua poteva anche essere avvelenata. Anche se non aveva molto senso drogare una persona, trascinarla in un isolotto sperduto per ucciderla...
- Perchè dovrei fidarmi di voi? Che volete da me?-
.Lo scoprirai a breve. Intanto bevi. Morto disidratato sei inutile.- e nel dir così lo costrinse ad aprire la bocca e gli infiò la borraccia quasi in gola per costringerlo ad ingerirne il contenuto.
Ne fuoriscì un po', ed anche Paco potè avere l'occasione per dissetarsi.
- Bene.- fece il bandito -e ora cammina.-
- Dove stiamo andando?-
- Lo vedrai.-
...
...
...
Nel frattempo, alla fortezza che si erigeva padrona su tutta l'isola, vi era una persona che nonostante fosse stata alloggiata in una camera degna di quel nome e potesse contare su un materesso molto comodo, non era riuscita a chiudere occhio.
D'altronde... anche se avesse dormito su un cumolo di aghi di pino sarebbe stato difficile prendere sonno, con quelle catene ai polsi che oltre ad avere un discreto peso facevano anche un gran rumore ad ogni suo movimento.
E comunque non sarebbe riuscita a prendere sonno in tutti i casi... chi ci sarebbe riuscito al posto suo?
Non sapeva dov'era. Non sapeva cosa volevano da lei.... tutto cià che sapeva era che quegli uomini avevano fatto irruzione in casa sua, l'avevano separata da suo padre... il quale si dichiarava disposto a dare loro i suoi pochi averi e di fare tutto quello che gli veniva ordinato.... il tutto mentre un bandito le puntava un coltello alla gola.
Le tre settimane successive a quel giorno le aveva passate legate ed imbavagliata nella stiva di una nave, sempre sotto stretta sorveglianza. E adesso invece era prigioniera in una fortezza, chissà dove in mezzo al mare.... non era tanto il non sapere cosa volessero da lei a farle paura, ma il non sapere se il padre fosse ancora in vita o meno...
La porta si spalancò.
- Dormito bene?- fece l'uomo che il giorno prima l'aveva ''scortata'' nella sua nuova stanza.
La giovane rispose seccata e con le braccia conserte -Voi come dormireste con i ceppi ai polsi e per giunta prigioniero?-
-Credetemi. Ho già dormito con le catene, legato come un animale... voi siete già più fortunata di me.-
- Mi tenete prigioniera, come ostaggio per costringere mio padre a prestarsi alle vostre sporche manovre senza degnarci di una spiegazione.... e vi aspettate che vi ringrazi per una sistemazione del genere?- fece la ragazza stizzita come non mai. Vero, la stanza in cui l'avevano rinchiusa tutto sommato non era male, e a differenza di quando era a casa poteva dormire su un vero letto... ma una prigione era pur sempre una prigione. Non importava quanto potesse essere lussuosa.
-Io mi aspetto che voi siate una figlia che non fa del male al padre.... la vostra vita dipende da quanto vostro padre collaborerà. E viceversa.-
La ragazza abbassò gli occhi, per la prima volta da quando era lì. Aveva sempre cercato di non farsi vedere sottomessa ed intimorita, per non dar loro la minima soddisfazione...
Forse la stavano prendendo in giro, magari suo padre era già morto... però in lei sopravviveva ancora un barlume di speranza di poterlo riabbracciare.
-Cosa volete....?- fece con un filo di voce.
'' Tra poco avrete compagnia.... sarebbe utile fargli trovare qualcosa di pronto, non trovate?- fece l'uomo facendole segno di seguirlo.
La ragazza seppur poco convinta lo seguì, non riuscendo ancora a  capire cosa avevano in mente... trovava assai strano che la  tenessero chiusa lì per farle fare la cameriera... però forse poteva cogliere l'occasione per cercare di fuggire.
Ma non immediatamente. Non poteva fare proprio nulla senza conoscere il posto in cui era stata trascinata, era certa che l'avrebbero ripresa nel giro di pochi secondi... meglio stare al loro gioco. In fin dei conti, avere la possibilità di uscire dalla sua prigione e potersi dare un'occhiata attorno poteva volgere a suo favore... ed alla giusta occasione avrebbe trovato un modo per fuggire.
...
...
...

Come Sandokan aveva immaginato, l'uomo a capo di quel sequestro e l'ex governatore James Brooke erano la stessa persona.
Yanez fu abbastanza sopreso di vederselo davanti, ma non lo diede a vedere.
Si limitò a commentare con un -Ma guarda... nemmeno all'inferno ti hanno voluto?-
- Fai poco lo spiritoso...- fece Brooke - la tua situazione non ti permette di scherzare con il fuoco.-
-Se fossi in te, mi preoccuperei per la TUA situazione, Brooke. Non è sulla mia testa che pesa una condanna a morte.- anche se gli sarebbe tanto piaciuto essere lui stesso ad ucciderlo. Non poteva dimenticare che quello era lo stesso uomo che oltre ad aver portato via tutto all'uomo che lui considerava come un fratello, era anche colui che aveva cercato più volte, e sempre in maniera meschina e disonorevole di uccidere lui e tutti i loro amici.
-Vedo che non accenni a chiudere la bocca nemmeno ad un passo dalla morte eh?- stavolta il portoghese sbiancò e non fece nulla per nasconderlo.
Si voltò.
Fu allora che lo vide.
Teotokris. Il fedele braccio destro di colui che aveva usurpato il trono della ragazza di cui era stato innamorato... innamorato, sì. Ma non abbastanza da decidere di lasciare  la sua famiglia acquisita, il suo migliore amico e le loro avventure.
- Che c'è, non saluti un vecchio amico?- lo punzecchiò Brooke - Il signor Teotokris mi ha raccontato di come lo hai umiliato e messo in ridicolo alla corte dell'Assam.-
- Oh, credimi, il tuo degno compare mi rende troppo onore... non ha bisogno di me per coprirsi di ridicolo.-
Teotokris divenne livido di rabbia e subito gli sferrò un pugno così forte da farlo cadere a terra, lasciandolo mezzo tramortito.
- Vedo che non hai perso la tua lingua lunga... ma stavolta, puoi essere certo che non ti salva nessuno.-
- Hai sempre avuto il brutto vizio di essere troppo sicuro di te e di vantarti di aver ucciso la tigre prima di averla catturata... sono solo io o sei duro di comprendonio?-
Teotokris fece per colpirlo di nuovo ma Brooke lo bloccò.
-Oh andiamo... diamogli un po' di pace. E' appena arrivato in fondo: diamogli tempo e modo di ambientarsi.- nel dir così fece segno ai due marinai che lo avevano portato da lui di metterlo sottochiave.
...
...
...
-Giuro, che appena ho la possibilità di mettergli le mani addosso...- fece Teotokris che pareva prossimo ad una crisi isterica. Moriva dalla voglia di rompergli tutte le ossa, una per una, fino a quando non gli si fosse prostrato ai piedi  supplicandolo di smetterla.
- Calma... il tempo che Sandokan venga qui assieme alla sua cavalleria, tentando di liberarlo.- fece Brooke -subito dopo... la sua vita è nelle tue mani. Potrai disporne come vorrai.-
Teotokris sogghignò, pregustando il momento che sperava non essere troppo lontano. Gli pareva di sentirlo già strillare.
Un vero e proprio concerto per le sue orecchie.
Ora non restava che far si che incontrasse la loro graziosa '' ospite''.
  
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